Eccoci
qui a commentare il record price di un artista contemporaneo:
Maurizio Cattelan.
Maurizio Cattelan - "Him", 2001
Dopo
il recente annuncio del suo ritorno sul mercato con nuove opere come
il cesso d’oro presso il Guggenheim, “scultura” con espliciti
riferimenti alla “Fountain” (l’orinatoio) di Marcel Duchamp e
alla “Merda d’artista” di Piero Manzoni, assistiamo
all'importante aggiudicazione presso Christie’s New York per
“Him” per 17,2 milioni di dollari. L’opera è la prova
d’artista di altri tre esemplari prodotti e raffigura Hitler
inginocchiato mentre sta probabilmente pregando.
Assistiamo
negli stessi giorni presso Sotheby’s nell’asta “Impressionist
and modern art”, all'invenduto di André Derain (Fauves) un
dipinto dei primi del '900 raffigurante delle barche con le vele
rosse stimato 15-20 milioni di dollari ed ad altri invenduti di
Picasso, Gauguin e Renoir. Sicuramente non erano capolavori assoluti
di questi maestri, ma ripensando a quanto è stato battuto il Cattelan
viene spontaneo chiederci: perché un'opera recente fatta da un
artista contemporaneo vale come un dipinto dei primi del '900 di un
importante impressionista? Queste aggiudicazioni milionarie a chi
portano vantaggi?
Ho
voluto porre queste e altre domande all’amico gallerista Joe
Iannuzzi.
TG:
Joe, che cosa ne pensi di Cattelan, della sua arte e delle cifre che
ha raggiunto in quest’ultima asta?
JI:
E’ indubbiamente un genio. La sua arte, per quanto kitsch come
quella di Damien Hirst e di Jeff Koons, ha molti estimatori: potenti
galleristi, facoltosi collezionisti, musei, e tanti altri babbei. Il
sistema sta lavorando bene. Dopo la proiezione del film dedicato alla
sua carriera “Be right back” al Tribeca film festival, a giugno
presenterà a Manifesta, a Zurigo, una nuova installazione: un uomo
in sedia a rotelle che cammina su un lago. Vedi, oggi “Arte” vuol
dire marketing
e finanza. Nelle opere di Cattelan ritrovi la
provocazione, la riconoscibilità: tutti sanno chi era Hitler, e pur
pensando che possa essere la “trovata del momento” quest’arte è
figlia del proprio tempo. Pensa al “dito medio” presso la Borsa di Milano, più attuale di così. Sai, oggi se hai tanti soldi non
hai cultura e viceversa (è un luogo comune spesso vero), quindi
questo tipo d’arte è quella adatta al nostro periodo storico: il
messaggio è talmente banale da poter essere compreso da tutti.
TG:
Di questa aggiudicazione milionaria per l'opera “Him” che cosa
ci puoi dire?
JI:
Tieni conto che in questi ultimi dieci anni le sue quotazioni si
erano quasi dimezzate, ora con il suo ritorno nel giro dell’arte
era necessario far parlare di sé: quale miglior modo se non con un
record price!
Tieni conto che sempre in questi giorni anche un’altra sua più
piccola opera, tirata in 10 esemplari “Mini-Me” è stata venduta
da Phillips a 750 mila dollari, un buonissimo risultato. Questi
record in asta servono poi per vendere un certo quantitativo di pezzi
in galleria. Ora molti saranno in cerca di opere di Cattelan. È
sempre stato così: più le quotazioni di un artista salgono e più i
collezionisti lo vogliono.
TG:
Assistiamo invece in questi ultimi anni a una progressivo squilibro
tra le aggiudicazioni degli “Impressionist & Modern Art” a
favore di “Post War & Contemporary” come mai?
JI:
I quadri prodotti dagli impressionisti e le opere d’arte moderna
sono quelli che si conoscono, difficile trovarne altri (l'artista è
morto), i collezionisti spesso li tengono e in giro raramente vedi
opere di notevole importanza. Invece con gli artisti viventi
contemporanei si può fare mercato, le opere ci sono e se ne possono
fare altre, si collabora con l’artista, si può fare magazzino e
stabilire i prezzi di vendita, insomma il gioco è più semplice e
più redditizio.
TG;:
Quindi chi ci guadagna è solo chi vende?
JI:
Non necessariamente, per alcuni aspetti è come in borsa, se i prezzi
sono alti devi vendere incassando il margine, se bassi compra; il
problema è che non sai quando si fermeranno sia in alto o in basso.
Logicamente il mercato dell’arte ha anche altre regole e
peculiarità: arrivando all’estremo ti dico che il mercato
dell’arte è un luogo dove si scambiano soldi per soldi e ti
regalano anche un gadget (l’opera d’arte). Poi vuoi mettere avere
in casa il feticcio di Adolf Hitler realizzato da Cattelan, è
qualcosa che non ha prezzo! Anzi scusa un prezzo lo ha...
Ah, ah, ha.
Ah, ah, ha.
TG:
Grazie Joe e alla prossima.
André Derain - Les voiles rouges, 1906
*Così
come tutti coloro che forse sfruttano questa operazione commerciale
per trasformare il denaro con qualche macchia in denaro che profuma
di pulito.
Tutti i diritti riservati
Bella intervista. Dice verità piuttosto scomode nel mondo dell'arte. Che si è adeguata ai principi di Wall Street.
RispondiEliminaBella intervista. Dice verità piuttosto scomode nel mondo dell'arte. Che si è adeguata ai principi di Wall Street.
RispondiElimina