domenica 26 aprile 2015

L'Antidesign di Federico de Leonardis

Antidesign: la parola non esiste sul vocabolario; l'ho coniata per designare (non è un jeu de mots) quegli oggetti d'uso da me costruiti in occasione della necessità di arredare casa mia o case di conoscenti e amici, per ragioni economiche e soprattutto di piacere creativo. Mi sono costruito librerie, tavoli da pranzo e da salotto, poltroncine, lampade ed altri elementi d'arredo. Qui, vi presento un paio di progetti facili da realizzare, occorre solo qualche ora di lavoro, degli attrezzi ed un po' di buona volontà.


Antidesign Federico De Leonardis
Libra (1973) Libreria in legno o cartone

Costituita da assi di legno usate, di varia provenienza: da ponteggio, di imballaggio, traversine ferroviarie sezionate, oppure di legno pregiato o legno verniciato. E' allo studio (2004) un prototipo costituito da cartone ondulato assemblato con fori di 7 cm di diametro, in due punti precisi, proporzionalmente alla lunghezza, in modo da far passare due pali Innocenti pressati fra soffitto e pavimento, bucati, per l’intersezione delle spine di sostegno delle assi stesse.

La sua caratteristica è il montaggio rapidissimo senza chiodi e l’adattabilità a qualsiasi dimensione verticale e orizzontale.


Ma perché anti? Si tratta di una dicitura tanto radicale quanto grossolana: il fatto di sentire in modo particolarmente acuto la contraddizione insita nell'impiego del lavoro altrui mi porta a cercare di ridurre al massimo, nella costruzione di qualsiasi oggetto e quindi anche dell’oggetto d’uso, l’impiego di tecnologie sofisticate; e questo sia direttamente che indirettamente. Un esempio di macchine sofisticate di impiego diretto: il pantografo a tre o addirittura cinque assi; uno di impiego indiretto: l’uso di viti al posto di spine. Dal chiodo che usiamo da sempre per legare due pezzi di legno allo strumento che ci serve per lavorarli noi siamo obbligati a servirci del lavoro altrui, ma mentre questo trovava una sua ragion d’essere nelle organizzazioni sociali antiche e in un certo senso più semplici, in quella contemporanea, nella quale la divisione del lavoro ha creato miliardi di alienati, ridurre al massimo possibile la contraddizione è una finalità da perseguire. Il come è pregno di incognite e qualsiasi soluzione facilmente criticabile: il lavoro per costruire una seggiola, per esempio, non è solo quello contenuto nella vite o nella piallatrice a controllo numerico, dietro alle quali sorge l'ombra degli schiavi del lavoro, ma anche quello del falegname che deve assemblare i pezzi, anche quello del “designer” che lo deve programmare ecc. Non è possibile risolvere con una formula tutte le contraddizioni insite nell'operazione di design; io non ho di queste pretese; ma una tendenza, un'indicazione di tendenza alla resistenza all'alienazione determinata dalla parossistica divisione del lavoro è possibile.

Schemi di montaggio di Libra in 4 fasi




L’arte, quella delle gallerie e dei musei, quella alla quale consentiamo tutto perché non ha legami con l’uso, insegna il massimo di libertà nell'impiego dei suoi mezzi, anche se sarebbe bene che l’artista avesse coscienza del suo “potere”, non solo intellettuale.
Come operatore nel vasto campo delle arti visive in genere (dall'architettura alla grafica, per intenderci) nel lavoro di design non posso non tener conto che esso, anche il più nobile e innovativo, quale per esempio quello prodotto dal Bauhaus nei primi decenni del secolo scorso, sviluppa al massimo livello la contraddizione di cui ho parlato finora e per la quale la nostra società mostra troppa indifferenza. Ecco quindi giustificato, spero, l’uso dell’anti e introdotti i passi successivi, operati da me per evidenziare quella contraddizione senza tradire la funzione essenziale che gli oggetti di design sono chiamati ad assolvere, la durevolezza ed il comfort.

Ballerina (1976) Tavolo da pranzo o da studio in vetro e ferro


Di semplicissima costruzione con scarti delle fabbriche di tubi e di lamiere più o meno goffrate. Il vetro del tavolo garantisce la trasparenza della struttura, impreziosisce la rozzezza della base di ferro trattato e alleggerisce l'insieme.


Schema di fabbricazione di Ballerina

Dimensioni a piacere, altezza da terra circa 75 cm

Dati tecnici e costruttivi di Ballerina

La superficie orizzontale è realizzata in vetro, di spessore superiore a 12 mm e con gli spigoli arrotondati; le gambe, in ferro, sono ricavate da tubi tagliati nel senso della lunghezza, con la fiamma ossidrica (taglio slabbrato), e opportunamente trattate, in modo da evitare l'idrossidazione. L’elemento in vetro risulta semplicemente appoggiato (feltri o gommini ne eviteranno la rottura e gli sfregamenti) e il tavolo è facilmente dislocabile nella stanza. Le gambe del tavolo sono state realizzate da tubi di diverse dimensioni (diametri mai inferiori ai 40 cm e spessore circa 8 decimi di mm) o anche semplicemente da lastre di ferro incrociate. La colorazione delle gambe va dal ferro brunito al terra di Siena bruciato, in dipendenza dello stato di ossidazione subìto dal tubo prima del suo trattamento. Il trattamento del tubo, non ancora tagliato alla fiamma ossidrica, avviene nelle officine di trattamento dell'acciaio, senza alcuna aggiunta di componenti, tramite il riscaldamento in forno, a circa 500 gradi, e successiva ossidazione per semplice estrazione all'aria. La pratica di far precedere il trattamento al taglio è necessaria, per evitare le deformazioni del tubo, facili a quelle temperature. Il taglio alla fiamma ossidrica deve essere fatto a mano, per introdurre la componente manuale nel processo: questo non altera le caratteristiche di ossidazione del pezzo e aggiunge una colorazione scura al taglio slabbrato.

Di seguito, i 4 punti che portano all'antidesign:

1) Materiali. Impiego di materiale di scarto di lavorazioni più complesse. 
2) Manualità. Uso di una manualità semplice e senza, o col minor possibile, contenuto di talento costruttivo. 
3) Variabilità. Il prodotto non è mai ripetibile se non nell'idea che lo ha generato.
4) Forma. Soggetta all'operare altrui più che un'imposizione estetica (sic. anche l'estetica ha il suo terribile potere!).

Chiunque ha accesso a costo zero a un’infinità di prodotti di scarto o d’uso elementare di altre lavorazioni. Il talento costruttivo è la chiave dell’alienazione del fruitore dell’oggetto d’uso: chi lo può fare, ha le macchine e soprattutto l’abilità costruttiva necessaria, io no. Il potere del talento non è meno impostore di quello del denaro, ma cercare di ridurre al minimo il talento necessario a creare un'opera è una finalità lecita e a volte realizzabile, non un dogma. 
La variabilità è insita nell'idea costruttiva e la personalizzazione dell'oggetto vanno di pari passo con l’adattabilità alle esigenze personali di ciascun fruitore e all'estro di ciascun costruttore: io costruisco la mia libreria con le mie assi, copiando semplicemente l’idea.
Nell'Antidesign non esiste il copyright.
E’ evidente il valore di rottura costruttiva dell’idea, del resto nella tradizione più antica del grande artigianato italiano del quale la piccola industria del nostro paese è altamente tributaria. Un'ultima notizia: Gli "Antidesign" sono "sottoprodotti" del mio operare nel campo delle arti visive; sotto non nel senso di minore, ma in quello di derivati, quindi non per questo meno importanti. Federico de Leonardis

Nota costruttiva di Libra
Sono state realizzate molte varietà di Libra e ciò in dipendenza dal tipo di legno scelto e dalla sua dimensione, sia in larghezza che in altezza. Il montaggio può essere effettuato con facilità dal cliente, che però dovrà fornire all'artigiano le dimensioni precise sia in larghezza che in altezza. I buchi sulle assi saranno sempre e solo due fino alla dimensione massima delle assi di 300 cm. Oltre questa dimensione possono essere previsti tre buchi ad asse (e naturalmente tre pali Innocenti). Lo spessore delle assi potrà variare tra 3 e 4 cm in funzione della dimensione. Sono previsti anche spessori superiori per grandi dimensioni, ma mai inferiori a 2 cm per lunghezze minori di 200 cm.
Attenzione: a parità di carico (distribuito) la freccia all'estremità delle mensole è esattamente uguale a quella al centro della trave appoggiata. Questo fatto dà la misura dei fori e (dico io) la bellezza della libreria.

Pubblicazioni
Pocko Gallery, Milano (Libra)
Show case, Oggetti d’uso e d’incanto (Ballerina)

Esposizioni
Cantieri Mapo, Milano (Libra)
Centro Domus, Milano; Fiera di Firenze; Fiera di Bologna; Villa Shelley, Lerici (Ballerina)


Progetti, testi, fotografie e disegni di Federico de Leonardis


21 commenti:

  1. come posso contattarti per capire se e quanto e come applicare questo sistema in uno spazio espositivo? (ovviamente si può applicare, ma devo mantenere un basso livello di costi a fronte di un'eleganza come questa :)

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  2. Caro Claudio, se vuoi contattare me, il mio n di telefono lo trovi online. Se invece vuoi contattare Federico de Leonardis, puoi farlo attraverso il suo blog: http://federicodeleonardis.tumblr.com/ o sul suo sito: http://www.deleonardistudio.com/
    Basta avere la voglia di cercare e sul web trovi tutto, saluti, TG

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  3. Buonasera, stavo cercando una soluzione semplice, funzionale ed economica per una libreria a ponte su una scrivania e quindi con luci anche generose. La sua soluzione è perfetta. La ringrazio per l'idea.

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