Spesso, arte contemporanea e design diventano molto simili tra loro, il fatto che anche il prodotto del design venga da tempo visto come oggetto di collezionismo forse dipende dalla realtà che entrambi questi campi partono da idee ed ispirazioni comuni: poi quando un oggetto trova un'applicazione pratica, come un divano o una libreria, sappiamo d'essere di fronte a qualcosa che ha delle qualità minori ed un valore inferiore ad un oggetto che è totalmente inutile, o che può avere la funzione "elevata" di ricordarci un concetto attraverso l'espediente utilizzato da un artista per comunicarci qualcosa di universale.
Torno ancora una volta sulla Bocconi Art Gallery dove, lo scorso 12 maggio ho incontrato Massimo Pedrazzini, un giovane architetto associato ad altri professionisti, in uno studio che collabora con artisti molto conosciuti per allestire gli interni di abitazioni private, spazi pubblici e progetti di vario tipo che elaborano nuove idee e suggestivi prodotti d'arte applicata.
Torno ancora una volta sulla Bocconi Art Gallery dove, lo scorso 12 maggio ho incontrato Massimo Pedrazzini, un giovane architetto associato ad altri professionisti, in uno studio che collabora con artisti molto conosciuti per allestire gli interni di abitazioni private, spazi pubblici e progetti di vario tipo che elaborano nuove idee e suggestivi prodotti d'arte applicata.
Ho voluto chiedere a Pedrazzini che cosa lo avesse colpito e che cosa pensasse della collocazione di opere, spesso piuttosto importanti, anche come dimensioni, in uno spazio studiato appositamente a questo scopo.
Il nostro interlocutore è inserito abbastanza bene nel mondo artistico e del design poiché, partendo dai quadri di un pittore o, come nel suo caso, del fondatore dello Studio Salvati, fin dal 2003 insieme al suo gruppo di lavoro si occupa della progettazione di qualcosa che viene definito Design Trasgressivo, trasformando disegni che si rifanno ad uno stile infantile dai colori dissonanti in forme insolite, dando che danno vita a qualcosa, al tempo stesso, semplice ed originale.
Pascale Marthine Tayou - Africonda 2014
Stoffa, maschera, fieno secco, legno
Non a caso, Pedrazzini ci dice d'apprezzare particolarmente le opere molto colorate dell'artista camerunense Pascale Marthine Tayou e ci ricorda che il design se pensato e progettato come qualcosa che non deve per forza vendere e quindi essere commerciale può essere un prodotto artistico che conserva in sé un gesto creativo.
Personalmente, trovo che l'arte contemporanea prenda molta ispirazione dal design, così come il design dimostri d'essere stato molto influenzato da arti che semplificano il contenuto dei propri soggetti fino a diventare qualcosa di astratto o riconducibile ad elementi grafici. Nel mondo dell'arte contemporanea è un po' difficile distinguere con precisione in che campo d'azione ci troviamo poiché, a mio giudizio, è sempre troppo predominante l'esigenza di voler comporre qualcosa di nuovo a tutti i costi, ma ripeto, questa è una mia considerazione.
Andrei Molodkin - Fallen Capitalism 2015
Acciaio Corten
Lo spazio che Bocconi ha destinato alla sua galleria museale è impressionante ed offre a Milano una vetrina internazionale che ha una struttura piuttosto impegnativa; anche l'idea d'inserire certe opere, come Fallen Capitalism di Andrei Molokin, può far pensare a difficoltà di tipo statico, perché l'acciaio Corten, come altri acciai utilizzati per le opere esposte in mostra, pesano e danno luogo a manovre abbastanza complicate per l'installazione ed il loro posizionamento.
Massimo Pedrazzini, architetto, designer e appassionato d'arte nel palazzo della BAG in via Röntgen.
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