domenica 27 novembre 2016

Nanotecnologie per artisti

Annamaria D'Ambrosio con un flacone contenente aerogel di grafene

Nuovi materiali
Gli artisti sono sempre alla ricerca di nuovi materiali che permettano loro di poter esprimere nuove forme, nuovi contenuti, ma anche che consentano di affrontare costi di produzione più abbordabili, oppure materiali dai pesi specifici più bassi in modo da poter effettuare i trasporti più facilmente e perché no? Anche inquinare meno.
Come abbiamo visto nella pagina precedente, scaricare da un camion di 9 metri un missile del peso di 2 tonnellate non è uno scherzo, richiede mezzi, uomini, tempo e denaro. 
Recentemente, ho fatto visita a Annamaria D'Ambrosio, titolare della Galleria d'Arte Amy D, che già da parecchi mesi mi aveva invitato a conoscere i nuovi materiali che propone ai suoi artisti. Perché bisogna pensare al futuro.
I materiali sperimentali possono rivoluzionare il mondo dell'arte e segnare un nuovo inizio per la vita di tutti. E' facilmente intuibile che dopo alcuni settori all'avanguardia come quello della ricerca, dell'arte, delle competizioni e di altri ambienti particolari, ci sarà una ricaduta tecnologica nella vita quotidiana di ognuno di noi.
L'arte contemporanea può dare una bellissima chance ai giovani artisti che potranno creare opere uniche mai realizzate prima, grazie a materiali mai visti.
Gli istituti di ricerca, le scuole d'arte e le istituzioni dovrebbero farsi carico di finanziare, magari attraverso dei premi, coloro che sono intenzionati a sperimentare con le nuove tecnologie, ma per ora sono i privati che cercano di stimolare la fantasia e la creatività di coloro che vogliono dedicarsi all'impiego di materiali speciali.


Un vasetto di plastica biodegradabile al cacao

Di che cosa stiamo parlando?
Esistono nuove plastiche semi-biologiche che hanno un impatto zero sull'ambiente e sono biodegradabili al 100%. Un esempio: un materiale sintetico che è al 60% derivato dal cacao, o meglio dai suoi scarti, come la buccia e le polveri che restano nelle carte delle confezioni.
Amy D ha intrapreso una collaborazione con il dipartimento degli smart materials dell'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. Si tratta di un istituto di eccellenza che potrebbe occupare gli spazi dell'ex-area di Expo 2016, a Rho. I primi materiali presi in considerazione dagli artisti che lavorano con Amy D sono state le nuove plastiche bio, il grafene*, l'Aeropan**, i cementi nanotech e le pitture termiche. L'utilizzo di questi materiali ha delle importanti implicazioni ecologiste. E' possibile realizzare plastiche ricavate dagli scarti dell'umido del prezzemolo, della cannella, del pomodoro, cacao, o di altri vegetali, solo per citare alcuni prodotti che ho potuto osservare e toccare durante il mio incontro con Annamaria D'Ambrosio.


Anna D'Ambrosio e la bioplastica di patate

Pitture termiche e nuove tecnologie
Le pitture termiche sembrano in tutto e per tutto simili alle vernici normali, invece, grazie a componenti strutturali nanotecnologiche, i colori di queste speciali pitture sono in grado di non alterarsi, né cromaticamente, né morfologicamente a temperature che vanno dai -40°C ai +40°C .
I legami che si verificano nelle nanotecnologie sono molto forti. Oltre alle pitture termiche, esistono cementi "Nanotech" che permettono di realizzare opere che richiederanno meno restauri; inoltre anche per il restauro si può far ricorso al grafene che agendo come una specie di collagene è in grado di ricostruire ciò che è andato distrutto o che si è alterato.


Il grafene è più leggero di un piuma grazie alla sua struttura monoatomica. "Peso Piuma 2014" di Mattia Novello è la prima opera d'arte realizzata con aerogel di grafene, la sostanza più leggera al mondo.

Le nuove tecnologie ed il loro studio ci permetteranno di vivere meglio e di avere una qualità della vita superiore. Lo studio delle nanotecnologie equivale alle ricerche che si stanno facendo per i livelli di macrostrutture molecolari, riproducendo in modo esponenziale lo stesso tipo di procedimento.
Per l'artista è più interessante approfondire la conoscenza delle nanonostrutture, il grafene è uno strato monoatomico di carbonio di grafite che guarda caso è un minerale molto importante per chi produce arte. A differenza delle nanocellulose, o altri materiali speciali, il grafene è più affine alla ricerca artistica ed è per questo che la galleria l'ha selezionato.


Un vasetto di bioplastica al prezzemolo

Lavorando gli scarti da umido delle patate si può produrre una plastica trasparente molto leggera e molto duttile che ha una bellezza tale da far pensare di poterla utilizzare in scultura per realizzare busti ed altri tipi di statue, sostituendo il plexiglass o altri materiali sintetici derivanti da scarti del petrolio. Un'altra importante caratteristica di questa bio-plastica è la sua robustezza.


Un muro modulare dipinto con vernice termica compone un'opera del giovane artista albanese Renato Calaj esposta nello Spazio d'Arte Amy D, in via Lovanio, 6 a Milano.

Pittura termica

Atossicità
Amy D ha presentato lo scorso anno un progetto artistico di economART  chiamato: "Memoria di equilibrio", al Festival della Scienza di Genova: tra gli artisti invitati: Diamante Faraldo. Con un'opera raffigurante una piramide tronca tutta di marmo nero con un galleggiamento di petrolio sulla superficie, in modo da poter rappresentare i vecchi equilibri economici e le nuove prospettive in divenire.
Annamaria D'Ambrosio ha contribuito alla realizzazione di queste opere donando (la dona-azione è una forma d'investimento per la gallerista) agli artisti i nuovi materiali. Si verrà così a creare una nuova identità sia per l'artista che per la gallerista. La ricerca sui materiali implica anche il lavorare con elementi che non siano nocivi per l'artista. Poche volte c'è stata un'attenzione per i materiali. 
E' facile pensare a Burri che lavorava con catrami, muffe o rifiuti, ma anche ad artisti che più semplicemente utilizzavano colori a base di piombo e per questo motivo si presume si siano intossicati o addirittura siano morti. Come potrebbe essere capitato a grandissimi pittori, come Goya e Caravaggio. Anche una tecnica bellissima, ma estremamente nociva come la pittura encaustica ha le sue controindicazioni sanitarie, si pensi ai rischi che corre un'artista incinta, sia per la propria persona che per il feto. Damien Hirst invece utilizza la formaldeide per conservare intatti i corpi degli animali morti. Pratica anche questa che espone a composti organici volatili che inalati possono causare il cancro. Infine, in questi brevi cenni di inconsapevoli follie artistiche, vorrei citare anche Enzo Cacciola che utilizzava materiali industriali per le sue opere negli anni intorno al 1974/'75 arrivando a stendere dell'amianto sulla superficie dei suoi lavori, lucidandolo poi e fissandolo con gelatine. 


Un dipinto di Renato Calaj realizzato con pittura termica


Tantissimi artisti in tutte le epoche hanno utilizzato materiali tossici, ma adesso l'attenzione per l'ambiente deve passare anche attraverso una maggior consapevolezza sull'origine dei materiali che si utilizzano e di una maggior protezione della salute umana. Naturalmente, anche per un collezionista conservare tra le mura domestiche un'opera realizzata con materiali nocivi non è tanto consigliabile.


Pittura termica bianca

Innovazione e sperimentazione
La relazione tra i materiali e l'arte dà luogo ad un rapporto dialettico di lotta continua. L'artista dovrebbe prendere il sopravvento sui mezzi tecnici che oltre ad essere strumenti d'espressione diventano anche i simulacri del possesso di un'idea o di un contenuto.
Nel momento in cui un nuovo materiale viene utilizzato per la prima volta è doveroso dargli la giusta attenzione. I lavori realizzati con materiali completamente innovativi devono essere sottoposti a prove e probabilmente non saranno le primissime opere quelle più riuscite, perché è importante capire come si comportano i prodotti che vengono impiegati durante il periodo di sperimentazione. In un secondo momento, il materiale non farà più parlare di sé, lasciando tutta l'attenzione alle meraviglie artistiche.

Microchip antifalsificazione al grafene
Un'altra sperimentazione della galleria in collaborazione con un'azienda toscana  sta mettendo a punto un microchip leader del settore riguarda la realizzazione di un microchip al grafene che potrebbe essere inserito dietro l'opera pittorica, la scultura o all'interno del supporto cartaceo sul quale è riportata l'opera. Si ipotizza anche un utilizzo in fotografia. Il chip riporterebbe la storia dell'opera con i vari passaggi di proprietà, come una matrice o un DNA. Quel microchip non certificherebbe soltanto la vendita, ma diventerebbe un documento con cui ricostruire la vita del pezzo in collezione, della fotografia o di quei lavori che sono particolarmente soggetti a falsificazione o duplicazione.
Si stima che attualmente l'applicazione di un sigillo di autenticità di questo tipo potrebbe avere un costo di circa 250 euro. 
Come abbiamo visto, i nuovi materiali offrono innumerevoli possibilità al mondo dell'arte; cercheremo di tenere sotto osservazione i nanotubi e le altre meraviglie che la scienza ci sta proponendo per restare sempre aggiornati, insieme ai lettori di Frammenti di Cultura. TG

Nota* Il grafene, materiale non presente in natura e potenzialmente rivoluzionario, è stato ricavato in laboratorio nel 2004 presso il Dipartimento di Fisica dell'Università di Manchester. I due fisici Andrej Gejm e Kostantin Novoselov per questa invenzione dai molteplici impieghi hanno ricevuto il Nobel nel 2010.

Nota** L'Aeropan è un pannello isolante in aerogel con uno spessore di mm 10 e una conducibilità di termica pari a 0,0015 W/mK

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