mercoledì 25 novembre 2015

Milano ripulisce i muri dei rilevati ferroviari di via Sammartini e via Ferrante Aporti

Il 13 luglio 2014 vi avevo parlato di un fotografo, Andrea Salpetre, che con una sua iniziativa aveva affisso dei manifesti sulle serrande dei magazzini abbandonati lungo le vie Ferranti Aporti e G.B. Sammartini, per attirare l'attenzione pubblica su una situazione di degrado e disinteresse che, di fatto, dequalificava la zona intorno alla Stazione Centrale di Milano. Adesso è in corso la pulizia delle mura esterne di questi magazzini raccordati ed un artista milanese ha inoltrato una lettera aperta all'assessore alla cultura di Milano, Filippo Del Corno, con una sua proposta culturale che possa essere da monito, alle future generazioni, delle sofferenze patite dalla popolazione della città, durante la Seconda Guerra Mondiale. T.G.

Sabbiatura dei muri dei grattacieli sdraiati, tanta sabbia sui binari e nuovo look per le vie intorno alla Stazione Centrale di Milano

Gli ultimi residui della performance di Andrea Salpetre in via G.B. Sammartini

Tra poco sarà tutto pulito

 Una delle ultime attività ancora aperte collocatesi nei magazzini raccordati dal lato di via G.B. Sammartini

Sacerdote filantropo

Sabbiatura cancello di ferro

Una parte dei muri non ancora ripuliti da anni di sporco, incurie e dagli incendi causati dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale

Serranda

Lo storico glicine di via Ferrante Aporti in versione "mummia".

Una parte ripulita

 Memoriale della Shoah di Milano

Lavori in corso in via Ferrante Aporti

La lettera aperta di Federico De Leonardis

Gentile Assessore Del Corno,
faccio seguito alla lettera del 21 luglio. Torno alla carica dopo aver nuovamente visitato la via di cui parla la poesia di Mario Benedetti (Ferrante Aporti) e aver constatato che sono in corso lavori di pulitura da parte delle Ferrovie per tutta la sua lunghezza.
Il fatto che Milano abbia cancellato uno dopo l'altro i segni della tragedia che visse durante l'ultima guerra è naturale e scontato: tendiamo a nascondere le tracce della morte. Purtroppo, per quanto possa sembrare assurdo, questa furia di cancellazione contribuisce a farcele ritrovare davanti domani. Solo la memoria può salvarci, ma non bastano le parole! Una città, per quanto moderna, pulita e ordinata non può farne a meno: ne va dell'evolversi della qualità della vita dei suoi abitanti. Io, e certamente anche Mario Benedetti se fosse ancora cosciente, pensiamo che il decoro necessario a una città non soffra se una parte sia pur piccola di questa memoria visiva si può conservare.
Può Lei fare qualcosa? Perché non isolare una decina di metri del lato della stazione per conservarne una piccola parte? Sarebbe un atto di grande saggezza culturale e il decoro della città non ne soffrirebbe affatto. La questione del mio apporto di sottolineatura dei versi di Benedetti è assolutamente secondaria, ma una loro riproduzione è importante.
Fiducioso della sua sensibilità, le rinnovo la preghiera di un incontro per spiegarLe i particolari del mio progetto.
Grazie dell'attenzione e la saluto cordialmente.

Gentile Assessore,

Col Suo aiuto e col mio lavoro vorrei fare un omaggio a un grande poeta, friulano di nascita, ma milanese d'adozione. Attualmente, a soli sessant'anni, ha perso coscienza ed è ricoverato a Rovato in una casa di cura per il recupero (piuttosto difficile) dei casi come il suo. Si chiama Mario Benedetti e ha pubblicato diversi libri, gli ultimi tre nella collezione dello Specchio di Mondadori. Leggendoli mi ha colpito la grandezza del suo verso, semplice e nello stesso tempo aderente a un mondo in cui la memoria è fondamentale. Nell'ultimo libro, Tersa Morte, pubblicato quest'anno prima della grave malattia, sono incappato in una bellissima poesia dedicata a Via Ferrante Aporti di Milano. Gliela trascrivo qui sotto:

E' rimasto affumicato dalle bombe
il muro fino all'osteria. Macchie
su macchie lisce inosservate senza
un nome, senza un fiore. Nessuno lo sa.
Il vecchissimo oste passa e ripassa
e non mi vede, non mi chiede
che cosa ci faccio in piedi lì fuori.

Naturalmente sono andato a verificare e le macchie sono ancora là a memoria, mi piacerebbe pensare perenne, della grande tragedia vissuta da Milano nell'ultima guerra. Ho pensato che sarebbe importante fare un omaggio a questo poeta e contemporaneamente sottolineare che Milano non perde la memoria delle sue passate tragedie.
Federico De Leonardis

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