Spazio San Giorgio è un'associazione culturale che nasce a Bologna nel 2011, dalla collaborazione tra due amiche che, da subito, hanno un occhio di riguardo per forme espressive popolari ed underground.
Lo scorso anno, Giorgia Sarti e Marta Menegon decidono di aprire una galleria d'arte contemporanea specializzata in Street-art, nasce così Whitelight Art Gallery che già dal 2015 porta le prime opere degli artisti di strada ad Affordable Art Fair.
Quest'anno, arricchendo la loro proposta d'artisti, esporranno in fiera opere di Kayone, Pao, del collettivo Art of Sool e del sorprendente No Curves che in tempi molto veloci è riuscito ad imporre la sua nuova tecnica all'attenzione dei media e di altri noti artisti che hanno scelto di farsi raffigurare da lui, in una forma di ritratto totalmente nuova.
Ho avuto occasione d'incontrare Marta Menegon, una delle due titolari della Whitelight Art Gallery durante la conferenza stampa di presentazione dell'edizione 2016 di AAF e ne ho approfittato per rompere il ghiaccio con lei, con una breve intervista che vi propongo in questa pagina.
Marta Menegon di Whitelight Art Gallery, ieri 4 marzo, alla presentazione di AAF 2016 al Diurno di piazza Oberdan
Tony Graffio: Ciao Marta, tu sei la
titolare di Whitelight Art Gallery, puoi dirmi qual'è il tuo
background e come ti è venuto in mente d'iniziare questa attività?
Marta Menegon: Io ho un background
di storia dell'arte, quindi ho sempre avuto la passione per
l'arte, poi mi sono un po' allontanata da quel settore per passare al
mondo della comunicazione. Poi, un po' per gioco, con un'amica che è
diventata anche socia, Giorgia Sarti, abbiamo aperto lo Spazio San Giorgio, a Bologna. Siamo un team tutto al femminile che è
sempre stato appassionato di Street-art e di Pop-art. Da quattro anni
a questa parte partecipiamo ad Affordable Art Fair e siamo stati dei
precursori in questa fiera, portando nomi importanti come Pao, Kayone,
Zed, Mr. Wany; quest'anno abbiamo deciso di fare un ulteriore passo
avanti proponendo la Tape-art di No Curves.
TG: Spieghiamo per favore
che cos'è la Tape-art?
MM: La Tape-art è
un'arte fatta soltanto con i nastri adesivi colorati, niente Scotch
trasparente. Faccio questa distinzione perché l'artista ci tiene in
modo particolare a chiarire questo punto. Ci sarà un intervento di
No Curves durante la serata d'inaugurazione di AAF, il tutto si
svolgerà nell'area Lounge dove
l'artista interverrà su un'intera parete creando un suo lavoro
esclusivamente con i nastri adesivi colorati. Non svelerò il
soggetto per non togliere la sorpresa a coloro che decideranno di
essere presenti per l'evento e vedranno sviluppare il disegno sotto i
loro occhi. Lui è uno degli artisti che sicuramente adesso va per la
maggiore; ha realizzato di recente la copertina dell'ultimo album
degli Skunk Anansie ed anche di Marie Claire e di tutta una serie di
personaggi famosi. La sua arte prevede l'uso esclusivamente dei
nastri e di un taglierino: per lui conta più la tecnica del
soggetto: assistere alla realizzazione di un suo lavoro è pertanto
un'esperienza particolarmente interessante. Le sue opere, ovviamente
sono composte solo da linee rette, la sua tecnica non prevede le
linee curve ed anche per questo è particolare.
TG:
Se penso ai graffiti, o alle altre opere di Street-art mi vengono in
mente lavori piuttosto estesi, la vostra Galleria come propone queste
opere a chi si accosta all'acquisto di questo genere di lavori?
MM:
Chiaramente, si tratta di una nicchia di mercato, perché chi ama la
Street-art può diventare un collezionista ed è difficile che
poi vada a collezionare anche altri generi artistici, come potrebbe
essere la Pop-art, o il Concettuale. L'artista che si rivolge a noi
riesce comunque a reinterpretare i suoi lavori trasponendo il
graffito che ha realizzato su un muro, sulla tela, andando magari ad
addolcire certi elementi adattandoli anche alle dimensioni di
un'abitazione normale. Per esempio, Kayone sul muro è molto "Tag",
mentre sulla tela è in grado di proporre qualcosa di più materico e
decorativo, riuscendo a trasformare la sua stessa arte, riportando
però lo stesso linguaggio dalla strada alla tela. Effettivamente
però esistono anche artisti "duri e puri", come Zed che realizza opere
molto “installative” dove anche il visitatore contribuisce ad una
performance in cui va
a staccare personalmente dei pezzi dell'opera che diventano suoi.
L'anno scorso abbiamo avuto questo artista presso la nostra galleria
di Bologna e l'abbiamo visto comporre un grande pannello (di
dimensioni anche pari o superiori ai 5 metri di lato) con un unico
soggetto cui sopra ha applicato una pellicola di carta che viene
distaccata dal visitatore. In modo da ritrovare al di sotto di questo
strato un secondo messaggio visivo, come a voler dire che non bisogna
fermarsi alle apparenze, ma di andare a cercare il vero significato
della vita e quindi dell'opera. Kayone vende quell'opera già
reinterpretata dal visitatore, stiamo parlando di lavori di dimensioni
molto grandi, quindi devi essere veramente un grosso appassionato di
Street-art per acquistare pannelli di questo tipo.
Kayone - Mondi lontani - Tecnica mista cm. 80X60
TG:
Esiste un mercato per questi prodotti?
MM:
Sì, assolutamente esistono diversi collezionisti italiani abbastanza
importanti.
TG:
Altri artisti come Pao, invece hanno reinventato il modo di proporre
il proprio cavallo di battaglia, come i paracarri, vero?
MM:
Sì, Pao ha realizzato in vetroresina quello che era diventato un suo
tipico elemento urbano e continua a proporlo in questa veste più
casalinga. Noi esponiamo questi pezzi ad Affordable, ogni anno, e li
vendiamo sui 2000 euro.
Pao, pinguino con occhiali, acrilico su vetroresina.
TG:
E' una seconda fase di una carriera che prevede che lo street artist
entri in galleria, o c'è anche chi si rifiuta di seguire questa
strada?
MM:
Sì, sicuramente. Ci sono alcuni artisti che hanno capito che
collaborare con le gallerie è un vantaggio, anche per farsi
conoscere meglio, perché in fin dei conti tutti gli artisti
ambiscono ad avere un riconoscimento economico per il loro lavoro, e non
solo questo. Per molti artisti non è possibile pensare di restare
soltanto in strada e solo in quel modo non ce la fanno a realizzare le
loro ambizioni. Ovviamente, a quel punto bisogna trovare la galleria
giusta che crede nel tuo lavoro per riuscire a farti crescere ed a
portarti avanti nel mercato. Non tutti fanno questo cammino perché i “duri e puri” resistono ad ogni "contaminazione esterna"; come in tutti gli ambienti tutte le scelte sono
rispettabili, anche quelle di coloro che preferiscono restare sulla strada.
TG:
In questo momento, credi che esista una tendenza generalizzata da parte dei galleristi di aprire i loro saloni agli street-artist?
MM:
Sì, indubbiamente è un fenomeno attuale che si sta
verificando qui da noi in Italia. C'è anche la Wunderkammern che è un'altra galleria che sta facendo questo tipo di
operazione, io sono andata a vedere di recente una loro bellissima mostra sulla Street-art.
Finalmente, questo discorso si sta un po' diffondendo e si iniziano a
vedere delle opere di questo tipo anche all'interno delle case e non
soltanto sui muri delle strade.
TG:
Ti ringrazio Marta.
MM:
Grazie a te Tony, anche per il lavoro di documentazione e
divulgazione che hai fatto finora con il tuo prezioso blog.
Tutti i diritti riservati
Nessun commento:
Posta un commento