sabato 5 marzo 2016

Whitelight Art, la galleria degli street artist italiani

Spazio San Giorgio è un'associazione culturale che nasce a Bologna nel 2011, dalla collaborazione tra due amiche che, da subito, hanno un occhio di riguardo per forme espressive popolari ed underground.
Lo scorso anno, Giorgia Sarti e Marta Menegon decidono di aprire una galleria d'arte contemporanea specializzata in Street-art, nasce così Whitelight Art Gallery che già dal 2015 porta le prime opere degli artisti di strada ad Affordable Art Fair.
Quest'anno, arricchendo la loro proposta d'artisti, esporranno in fiera opere di Kayone, Pao, del collettivo Art of Sool e del sorprendente No Curves che in tempi molto veloci è riuscito ad imporre la sua nuova tecnica all'attenzione dei media e di altri noti artisti che hanno scelto di farsi raffigurare da lui, in una forma di ritratto totalmente nuova.
Ho avuto occasione d'incontrare Marta Menegon, una delle due titolari della Whitelight Art Gallery durante la conferenza stampa di presentazione dell'edizione 2016 di AAF e ne ho approfittato per rompere il ghiaccio con lei, con una breve intervista che vi propongo in questa pagina.

Marta Menegon di Whitelight Art Gallery, ieri 4 marzo, alla presentazione di AAF 2016 al Diurno di piazza Oberdan

Tony Graffio: Ciao Marta, tu sei la titolare di Whitelight Art Gallery, puoi dirmi qual'è il tuo background e come ti è venuto in mente d'iniziare questa  attività?

Marta Menegon: Io ho un background di storia dell'arte, quindi ho sempre avuto la passione per l'arte, poi mi sono un po' allontanata da quel settore per passare al mondo della comunicazione. Poi, un po' per gioco, con un'amica che è diventata anche socia, Giorgia Sarti, abbiamo aperto lo Spazio San Giorgio, a Bologna. Siamo un team tutto al femminile che è sempre stato appassionato di Street-art e di Pop-art. Da quattro anni a questa parte partecipiamo ad Affordable Art Fair e siamo stati dei precursori in questa fiera, portando nomi importanti come Pao, Kayone, Zed, Mr. Wany; quest'anno abbiamo deciso di fare un ulteriore passo avanti proponendo la Tape-art di No Curves.

TG: Spieghiamo per favore che cos'è la Tape-art?

MM: La Tape-art è un'arte fatta soltanto con i nastri adesivi colorati, niente Scotch trasparente. Faccio questa distinzione perché l'artista ci tiene in modo particolare a chiarire questo punto. Ci sarà un intervento di No Curves durante la serata d'inaugurazione di AAF, il tutto si svolgerà nell'area Lounge dove l'artista interverrà su un'intera parete creando un suo lavoro esclusivamente con i nastri adesivi colorati. Non svelerò il soggetto per non togliere la sorpresa a coloro che decideranno di essere presenti per l'evento e vedranno sviluppare il disegno sotto i loro occhi. Lui è uno degli artisti che sicuramente adesso va per la maggiore; ha realizzato di recente la copertina dell'ultimo album degli Skunk Anansie ed anche di Marie Claire e di tutta una serie di personaggi famosi. La sua arte prevede l'uso esclusivamente dei nastri e di un taglierino: per lui conta più la tecnica del soggetto: assistere alla realizzazione di un suo lavoro è pertanto un'esperienza particolarmente interessante. Le sue opere, ovviamente sono composte solo da linee rette, la sua tecnica non prevede le linee curve ed anche per questo è particolare.

TG: Se penso ai graffiti, o alle altre opere di Street-art mi vengono in mente lavori piuttosto estesi, la vostra Galleria come propone queste opere a chi si accosta all'acquisto di questo genere di lavori?

MM: Chiaramente, si tratta di una nicchia di mercato, perché chi ama la Street-art può diventare un collezionista ed è difficile che poi vada a collezionare anche altri generi artistici, come potrebbe essere la Pop-art, o il Concettuale. L'artista che si rivolge a noi riesce comunque a reinterpretare i suoi lavori trasponendo il graffito che ha realizzato su un muro, sulla tela, andando magari ad addolcire certi elementi adattandoli anche alle dimensioni di un'abitazione normale. Per esempio, Kayone sul muro è molto "Tag", mentre sulla tela è in grado di proporre qualcosa di più materico e decorativo, riuscendo a trasformare la sua stessa arte, riportando però lo stesso linguaggio dalla strada alla tela. Effettivamente però esistono anche artisti "duri e puri", come Zed che realizza opere molto “installative” dove anche il visitatore contribuisce ad una performance in cui va a staccare personalmente dei pezzi dell'opera che diventano suoi. L'anno scorso abbiamo avuto questo artista presso la nostra galleria di Bologna e l'abbiamo visto comporre un grande pannello (di dimensioni anche pari o superiori ai 5 metri di lato) con un unico soggetto cui sopra ha applicato una pellicola di carta che viene distaccata dal visitatore. In modo da ritrovare al di sotto di questo strato un secondo messaggio visivo, come a voler dire che non bisogna fermarsi alle apparenze, ma di andare a cercare il vero significato della vita e quindi dell'opera. Kayone vende quell'opera già reinterpretata dal visitatore, stiamo parlando di lavori di dimensioni molto grandi, quindi devi essere veramente un grosso appassionato di Street-art per acquistare pannelli di questo tipo.


Kayone - Mondi lontani - Tecnica mista cm. 80X60

TG: Esiste un mercato per questi prodotti?

MM: Sì, assolutamente esistono diversi collezionisti italiani abbastanza importanti.

TG: Altri artisti come Pao, invece hanno reinventato il modo di proporre il proprio cavallo di battaglia, come i paracarri, vero?

MM: Sì, Pao ha realizzato in vetroresina quello che era diventato un suo tipico elemento urbano e continua a proporlo in questa veste più casalinga. Noi esponiamo questi pezzi ad Affordable, ogni anno, e li vendiamo sui 2000 euro.


Pao, pinguino con occhiali, acrilico su vetroresina.

TG: E' una seconda fase di una carriera che prevede che lo street artist entri in galleria, o c'è anche chi si rifiuta di seguire questa strada?

MM: Sì, sicuramente. Ci sono alcuni artisti che hanno capito che collaborare con le gallerie è un vantaggio, anche per farsi conoscere meglio, perché in fin dei conti tutti gli artisti ambiscono ad avere un riconoscimento economico per il loro lavoro, e non solo questo. Per molti artisti non è possibile pensare di restare soltanto in strada e solo in quel modo non ce la fanno a realizzare le loro ambizioni. Ovviamente, a quel punto bisogna trovare la galleria giusta che crede nel tuo lavoro per riuscire a farti crescere ed a portarti avanti nel mercato. Non tutti fanno questo cammino perché i “duri e puri” resistono ad ogni "contaminazione esterna"; come in tutti gli ambienti tutte le scelte sono rispettabili, anche quelle di coloro che preferiscono restare sulla strada.

TG: In questo momento, credi che esista una tendenza  generalizzata da parte dei galleristi di aprire i loro saloni agli street-artist?

MM: Sì, indubbiamente è un fenomeno attuale che si sta verificando qui da noi in Italia. C'è anche la Wunderkammern che è un'altra galleria che sta facendo questo tipo di operazione, io sono andata a vedere di recente una loro bellissima mostra sulla Street-art. Finalmente, questo discorso si sta un po' diffondendo e si iniziano a vedere delle opere di questo tipo anche all'interno delle case e non soltanto sui muri delle strade.

TG: Ti ringrazio Marta.

MM: Grazie a te Tony, anche per il lavoro di documentazione e divulgazione che hai fatto finora con il tuo prezioso blog.

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