“Dalla vita non voglio nient'altro
che quello che mi spetta.” TG
Gianni Guaglio suona il theremin per passione; egli stesso ammette che se portasse sulla strada il sax, sicuramente raccoglierebbe maggiori consensi, anche a livello economico. Non tutte le canzoni sono adatte ad essere suonate con l'eterofono, ma Gianni sostiene che un artista di strada debba proporre cose nuove o di nicchia che siano in antitesi con il clima di conformismo generalizzato dei prodotti studiati a tavolino che hanno saturato l'offerta culturale della società in cui viviamo.
Non desidero fama, non
voglio successo, non mi interessa il potere, non sono avido di
denaro, voglio solo vivere le mie esperienze, coltivare le mie
passioni e potermi confrontare con gli altri, magari su una strada di
periferia.
Questo sembra volerci
dire Gianni Guaglio, un suonatore di eterofono che ho incontrato ieri
in via Palo Sarpi a Milano mentre si esibiva in una serie di brani dal
vivo.
L'eterofono, o theremin,
è il primo strumento musicale elettronico realizzato dall'uomo;
produce un suono vagamente assimilabile a quello del violino. Ha
l'insolita caratteristica di non necessitare alcun contatto con il
musicista per emettere suoni, poiché sono le interferenze prodotte
nel campo elettromagnetico dello strumento che provocano i battimenti
tra due oscillatori ad alta frequenza e di conseguenza l'eterodina.
L'eterodina, o
supereterodina è la risultante tra la radiofrequenza proveniente
dall'antenna con la frequenza dell'oscillatore locale e del
ricevitore radio, al fine di produrre una nuova frequenza (per
battimento).
Conoscendo la storia
molto rocambolesca ed affascinante di Leon Theremin, l'inventore di questo strano
strumento (ma anche di un sistema televisivo russo, delle prime microspie, e di altro ancora), ho immaginato che anche Gianni dovesse essere un
personaggio un po' particolare, così mi sono fermato a parlare con
lui, per capire meglio le motivazioni che lo hanno spinto ad
avvicinarsi ed a vivere gli ultimi sei-sette anni con l'intento di
migliorarsi come thereminista da strada, in una situazione
estremamente insolita e scomoda dove portare avanti la propria
passione/professione. Gianni riconosce che dedicarsi al theremin è
una scelta molto di nicchia che può comunque avere un senso anche ai
nostri giorni perché esiste una comunità di musicisti appassionati
di questi suoni, soprattutto a Nord delle Alpi. Il theremin è uno
strumento dalla grandissima espressività, capace d'evocare le
reazioni più diverse tra i soggetti più imprevedibili; basti
pensare che perfino Lenin s'innamorò della voce del theremin e volle
imparare a suonarlo.
Un'altra particolarità
del theremin è che, come per gli strumenti a corde, dal violino al
violoncello, non esistono toni o semitoni, ma la capacità di
produrre un suono in modo continuo. Di conseguenza mancheranno anche
gli ottavi di tono, o i sedicesimi di tono, caratteristica che può
essere sia un pregio che un difetto. Un altro problema non da poco di
questo strumento è l'estrema difficoltà nel trovare l'intonazione
giusta e nel riuscire a suonare in modo perfettamente intonato. Di
fatto è quasi impossibile suonare in modo perfettamente intonato,
soprattutto all'aperto, in mezzo ad una strada, dove temperatura,
umidità e, tutto ciò che si muove intorno a chi suona,
altera l'intonazione ed influisce sul funzionamento di questo
apparecchio elettromagnetico. Come se non bastassero i rumori di
fondo dell'ambiente, o l'acustica, anche tutti coloro che camminano
in prossimità del theremin provocano variazioni nei suoni che
escono dalle casse acustiche collegate all'amplificatore. Per suonare
il theremin bisogna avere solide basi musicali, Gianni ha studiato
pianoforte e saxofono, in seguito ha poi voluto sperimentare
qualcosa di nuovo ed in breve, da un'attività partita come un gioco,
comprando uno strumento usato da un ragazzo che se ne voleva disfare,
s'è ritrovato immerso in un mondo molto particolare dove non
esistono mezzi toni, ma nemmeno mezze misure: il theremin lo si ama o
lo si odia. Ogni strumento musicale è difficile da suonare, esiste
una tecnica per imparare a suonare anche il theremin, ma come per
ogni cosa, è il tempo della nostra vita che noi dedichiamo a
qualcuno, o a qualcosa che ci farà progredire in quella relazione, o
in quella disciplina. In ogni cosa c'è qualcosa di magico, tutto
dipende da come approcciamo a quello che ci interessa. Se il theremin
viene considerato solo un emettitore di suoni, o effetti da film
dell'orrore, se ne caveranno suoni di sottofondo adatti a quel tipo
di prodotti, mentre se si considera un vero strumento, si otterranno
risultati musicalmente più appaganti. Dal theremin si riescono ad
ottenere note, scale e arpeggi, come da altri strumenti.
Trovare un thereminista
in Italia non è facile, Vincenzo Vasi è forse il più conosciuto
perché ha accompagnato Vinicio Capossela nelle sue tournées.
Altri artisti, a livello
internazionale che hanno utilizzato il theremin sono stati Jimmy Page
e Michael Jackson.
Nella
famosissima scena finale di: “Qualcuno volò sul nido del cuculo”
il theremin viene usato sapientemente per creare un'atmosfera molto
intensa in uno dei film più toccanti della storia del cinema. Tony Graffio.
In pochi conoscono il theremin e questo fatto porta molti spettatori a pensare che Gianni finga di suonare.
Leggi la nuova intervista a Gianni Guaglio
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