Struttura tubolare *
Ho incontrato Joe Iannuzzi al ritorno
da ArteFiera Bologna e ho voluto sapere la sua impressione su una tra
le più famose e rinomate fiere d’arte moderna e contemporanea
d’Italia.
Tony Graffio: Joe che ci puoi dire della fiera
internazionale d’arte Moderna e Contemporanea di Bologna di
quest’anno?
Joe Iannuzzi: Caro Tony ritengo che da
fiera internazionale a sagra di paese il passo sia breve, forse però
è quello che è accaduto in questa quarantesima edizione.
TG: Per quale motivo dici ciò?
JI: Mi sembra che ormai non si faccia più selezione su chi invitare alla fiera: è stato
aggiunto un altro padiglione (il n° 32, per giunta con proposte
interessanti) e così ci stanno tutti. Ciò non bastasse sembra, pur
ad un’attenta visione, che non vi sia più per molti galleristi
l’obbligo di presentare un progetto d’allestimento riconoscibile
nei contenuti e negli artisti proposti: molti hanno portato un po’
di tutto (l’importante è che vada di moda al momento e che si
venda), alcuni preparano mezzo stand con una personale di un artista e poi
mezzo con un altro; altri invece in modo serio hanno allestito stand con
esposizioni tematiche o interamente con una personale di un artista.
Si assiste quindi a una fiera disomogenea, sia nelle proposte che
nell'allestimento dei due padiglioni principali. C’è di tutto,
per tutti i gusti, per tutte le tasche.
TG: Quindi non è più una fiera internazionale?
JI: Se per internazionale
intendi che vi siano esposti artisti storici di fama internazionale
allora ti dico che la fiera è internazionale con artisti di
primissimo livello e famosi in tutto il mondo: Fontana, Burri,
Castellani, Hartung, Christo, Boetti, etc. Ma ti dico anche che La
fiera è diventata piuttosto nazional-popolare: ha perso definitivamente il suo
carattere Internazionale poiché le gallerie estere non la
frequentano più, se non pochissime eccezioni. Non s'incontrano quasi più
neppure i collezionisti stranieri.
TG: Per quale motivo?
JI: Le nuove proposte di
giovani artisti stranieri a prezzi di storicizzati italiani non
possono reggere nel vostro mercato. Allo stesso tempo, gallerie
straniere di un certa importanza che trattano artisti storicizzati di
elevato valore non frequentano più il misero mercato Italiano (in
termini di volume di scambiato e di prezzo), questa è ormai realtà
da diversi anni.
TG: Ma come nuove proposte hai notato
qualcosa di interessante?
JI: Si qualcosa c’è sempre, ma meno rispetto al passato, d'altronde puoi immaginare che pagando
uno stand medio-piccolo dai 10 mila euro in su, qualcosa devi pur
vendere portando quello che vuole il mercato altrimenti son dolori.
TG: C’erano molte persone alla fiera?
JI: Tantissime Tony, il
marketing pubblicitario è stato fatto molto bene. Poi sai è giusto
che l'arte venga vista e apprezzata da tutti, fortunatamente poi a
possederla sono in pochi. Ho notato un pubblico molto eterogeneo
soprattutto di sabato e domenica, come sempre accade. Come già forse
ti dissi altre volte queste fiere per attirare persone diventano
eventi mondani, li si va perché tutti ci vanno il quel week-end,
insomma come andare alla sagra del paese (purtroppo mancavano le
salamelle e le costine di maiale, vi erano dei piccoli panini a 4
euro l’uno): pensa ho sentito da una signora che spiegava ad una
sua amica davanti ad un opera di Paolo Scheggi “Vedi questo è un
importante artista cinetico, ora va molto”. Ecco capisci che
intendo dire!
Paolo Scheggi - Intersuperficie curva bianca (1966)
Acrilico su tre tele sovrapposte cm 200X100X7
TG: Per quanto riguarda invece “gli
addetti al settore” che impressioni hai avuto da loro?
JI: Mah, ho notato interesse
rinato per Schifano e per tanta arte classificata come “concettuale”
come per esempio Vincenzo Agnetti, etc, logicamente ti parlo di
chi compra opere e non di chi passa così tanto per far qualcosa. Sai
molti di quest’ultimi probabilmente hanno apprezzato molto di più
la struttura tubolare del soffitto (*) della fiera che l’arte. Inoltre
ho notato molti dealers e sempre meno gallerie d’arte.
TG: Riguardo ai prezzi delle opere che cosa ci puoi
dire?
JI: Prezzi di listino un po’
elevati, poi sai tutto è trattabile nella vita: tranne la morte, se
poi sei lì per concludere veramente allora il discorso è diverso e
pure il prezzo finale.
TG: Hai comprato qualcosa in fiera?
JI: Certo Tony, ma logicamente
non ti dirò cosa.
TG: Grazie Joe, alla prossima.
Jacob Hashimoto - More about perception and consciousness (2015)
Bamboo, carta, Dacron, Nylon, acrilico e pigmenti cm 122X244X20
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