Speed Photo, l'ultimo minilab analogico di Milano
In molti continuano a chiedermi dove andare a sviluppare le pellicole che espongono per passione, per prova, per motivi professionali o per fede analogica.
Premetto che ancora si possono trovare degli ottimi laboratori professionali in giro per l'Italia: a Torino, Trieste, in varie parti della Lombardia, Emilia Romagna, Roma e nel Sud Italia; esistono anche tanti appassionati che sviluppano in proprio il C41 o l'E6, senza però garantire quella costanza di risultato che sono in grado d'offrire le linee di sviluppo che lavorano in modo continuativo.
Un tempo, i mini-lab erano molto diffusi ovunque e riuscivano a soddisfare la richiesta di molti fotografi occasionali che intendevano ritirare le loro stampe di piccole e medie dimensioni da rullini a colori, in tempi record. Molti negozi effettuavano anche i trattamenti a temperatura al di sopra degli standard per essere ancora più veloci nelle consegne, o per forzare l'indice d'esposizione dei film e poter permettere alla propria clientela di fotografare anche in scarse condizioni di luce (come conseguenza di questi trattamenti forzati si aveva un aumento della grana e una colorimetria un po' diversa da quella d'origine e costi ritoccati).
In quell'epoca i mini-lab non erano propriamente sinonimo di qualità, però come in ogni cosa, quello che conta davvero è la preparazione professionale dell'operatore, la sua competenza tecnica, la freschezza dei bagni che si utilizzano, la manutenzione dei macchinari e l'impegno che ci si mette nel proprio lavoro.
Molti grandi laboratori professionali per lo sviluppo e la stampa analogica stanno chiudendo, o hanno già chiuso; non si scatta più come una volta, questo è vero, ma se troviamo lo sviluppatore esperto, in grado di gestire un piccolo impianto da circa una cinquantina di litri di chimici e che ha la capacità commerciale per poterlo tenere sempre attivo, i risultati non avranno nulla da invidiare alla qualità che esce da un impianto più grande che utilizza gli stessi parametri per temperature, tempi di sviluppo e prodotti chimici.
Io, ultimamente, per sviluppare i miei film a colori in 35mm, mi rivolgo ad un piccolo negozio della Bovisa che, oltre ad essere in una zona della città a me comoda, riesce a soddisfare le mie esigenze in fatto di qualità, velocità di consegna dei negativi, digitalizzazione delle scansioni e stampe. Non ho notizie precise (c'è qualcosa in via Procaccini ed in giro per Milano; nell'ultimo anno anche PFG ha restaurato e fatto ripartire un minilab Agfa, mentre dal 2019 dovrebbe entrare in funzione anche il Ghisa Film Lab a San Vittore Olona), ma ritengo che Speed Photo, in via degli Imbriani n. 55, sia uno degli ultimi minilab presenti in città e sicuramente il migliore per il rapporto qualità/prezzo praticato.
Ho già avuto modo di scrivere delle cose che accadono intorno a questo negozio, come nel caso delle Kodak Brownie rigenerate da Andrea, adesso invece ho voluto approfondire la conoscenza della titolare del negozio che si occupa personalmente delle operazioni relative allo sviluppo ed alla stampa dei negativi colore 35mm. T.G.
Il laboratorio di Emma, una sviluppatrice Agfa FP100 del 1999 ed un d-lab del 2009 per le scansioni e la stampa da negativo
Tony Graffio intervista Emma Canepari
TG: - Buongiorno Emma, da quanto tempo lavori in questo negozio e nel campo della fotografia?
Emma: - Buongiorno, ho
iniziato ad occuparmi di fotografia nel 1998, anche se in realtà,
essendo moglie di un fotografo professionista, conoscevo già
questo ambiente e sapevo in cosa consistesse gran parte di questo
lavoro. Ho sentito parlare delle problematiche della fotografia fin
dagli anni 1970.
TG: - Hai aperto questo negozio
nel 1998?
Emma: - Sì, al di là del fatto
che avevo già intenzione di cambiare vita, perché mi ero stancata
di stare dietro ad una scrivania, sentivo d'aver bisogno di stare a
contatto con la gente.
Grazie a mio marito ho
conosciuto un signore che lavorava per l'Agfa e gestiva già questo
negozio di via degli Imbriani, lui aveva intenzione di vendere
l'attività perché si stava trasferendo, io sono entrata qui per
qualche giorno, mi sono resa conto che c'era un buon giro d'affari,
sono rimasta affascinata, così ho deciso di rischiare e di rilevare
l'attività.
Un altro motivo che mi ha
dato fiducia in questo posto stava nel fatto che era un negozio
aperto dal Signor Galli di Ars Color, un laboratorio professionale
storico di questa zona che lavorava molto bene. Avevano aperto un
piccolo laboratorio qui, non lontano dal laboratorio professionale, per avvicinare a loro anche la
clientela dei fotoamatori. Un tempo, anche io avevo una
collaborazione professionale con Ars Color che mandava qui da me i non
professionisti.
Nei periodi migliori, io sviluppavo circa 1000-1200 rulli di pellicola al mese e non era
poco.
Agfa FP 100. Emma ne possiede un'altra funzionante, ma ferma da qualche anno.
Una sviluppatrice stupenda, robusta e precisa.
Ultimamente, stanno iniziando ad arrivare anche da Speed Photo le Six Gates Film vendute da Felix Bieseler di cui ho già avuto modo di parlare. Alcune di queste pellicole sono film negativi cinematografici da 20 pose circa ribobinati in caricatori da 35 mm che necessitano un apposito bagno per rimuovere il remjet, o strato anti-alo, utilizzato su quelle pellicole. Emma non sviluppa questo tipo di negativi cinematografici perché lo strato nero depositato sulle pellicole deteriora la qualità dei bagni e lascia tracce di nero fumo anche sullo scanner. Avvisate sempre il laboratorio sulle caratteristiche delle pellicole che portate a sviluppare o rischierete di danneggiare i bagni di sviluppo ed altre parti delle macchine interessate al trattamento del negativo.
C41: sviluppo cromogeno, sbianca, fissaggio, stabilizzatore, lavaggio.
Temperatura del bagno di sviluppo: 37,5 °C.
Temperatura del bagno di sviluppo: 37,5 °C.
TG: - Che tipo d'attrezzatura
avevi nel 1998?
Emma: - In quell'anno avevo
già un'attrezzatura completa che poi nel tempo ho sostituito più
volte, introducendo anche la possibilità di stampare il digitale. Io
ho cambiato 3 mini-lab da allora. Ho sempre fatto lo sviluppo e la
stampa della pellicola 35mm, della 127 e della 126.
TG: - In che anno hai smesso di
sviluppare il 127 ed il 126?
Emma: - Questi formati più
amatoriali sono durati per parecchi anni, credo d'averli trattati per
altri 5 o sei anni. Tempo fa, ce ne erano parecchi di quei rulli.
TG: - In pratica, tu offri gli
stessi servizi di quando hai iniziato la tua attività?
Emma: - Sì, esatto gli stessi
servizi, sarei ancora in grado di trattare il 126 ed il 127, ma
essendo scomparsi, questi formati non si vedono più. Soltanto non
riuscirei a scansionarli in automatico. Stesso discorso per l'APS, un
formato che ha vissuto per un periodo abbastanza breve.
TG: - Fino a che formato riesci
a stampare con le tue attrezzature?
Emma: - Qui, fino al 20X30.
TG: - Quanto costa sviluppare
in C41 un rullino 35mm?
Emma: - Noi effettuiamo solo il trattamento colore C41, lo sviluppo di un rullino da 36 pose costa 2
euro, mentre lo sviluppo del negativo, la scansione automatica dei
fotogrammi esposti, la stampa di un 10x15 che riporta dei mini
provini e la registrazione su una chiavetta del cliente dei file
costa 3,50 * euro (prezzo rilevato al momento dell'intervista, per i nuovi prezzi vedi nota asterisco).
TG: - Mi sembra un ottimo prezzo; fate qualche altra offerta?
Emma: - Riusciamo ad avere delle
pellicole della Kodak che vendiamo, quasi al prezzo di costo, proprio
per incrementare la pratica della fotografia tradizionale.
Kodak Color 200 plus 36 pose in vendita a 2,60 Euro.
Un tempo, molti minilab regalavano un rullino da 12 o 24 pose se si stampavano 36 fotografie, oggi in pochissimi richiedono ancora la stampa dell'intero contenuto dei negativi.
TG: - Com'è che tu hai sempre
creduto nella fotografia chimica, mentre negli anni tutti gli altri
hanno chiuso?
Emma: - Sì è vero, tutti gli
altri hanno chiuso, ma io ho sempre tenuto duro cercando di mantenere
i bagni chimici dello sviluppo negativo sempre in funzione, perché
ho sempre creduto nel negativo colore; anche perché io ritengo che
la realtà della Bovisa sia una realtà leggermente diversa dal resto
della città. Qui ci sono la facoltà d'architettura e di design a
cui sono iscritti molti ragazzi che vedono e fotografano in maniera
diversa. Loro non hanno mai abbandonato la pellicola, oppure molti si
sono avvicinati a questo tipo di fotografia che apprezzano in modo
particolare, perché per loro fotografare vuol dire avere una visione
particolare ed ottenere risultati fotografici diversi da quelli che si ottengono con la fotografia digitale.
TG: - Invece, nel tempo, Ars
Color ha chiuso...
Emma: - Ars Color ha chiuso
perché non ha più creduto nella pellicola, ha abbandonato
completamente sia il colore che il bianco e nero buttandosi
completamente sul digitale. Inoltre, hanno iniziato a realizzare
pannelli scenografici per le fiere, ma non ce l'hanno fatta perché
purtroppo la concorrenza in quel campo è enorme e molto agguerrita.
Non credo che abbia chiuso perché ha abbandonato il digitale,
sarebbe un paradosso, però non hanno più creduto nella pellicola,
io invece ci ho creduto e sono ancora qui e bene o male lavoro.
TG: - Proprio recentemente ha
chiuso anche Chrome...
Emma: - Non conosco la storia di
quel laboratorio, ma so che ha chiuso.
TG: - Come riesci a
sopravvivere in un mercato così di nicchia?
Emma: - Proprio perché è una
nicchia mezza Milano viene qui da me. Grazie al passa parola, (e naturalmente grazie all'articolo di Tony Graffio). Le voci si sono sparse ed io riesco a lavorare quel tanto per
mantenere in funzione le macchine. Se dovessi fermare la
sviluppatrice, poi avrei problemi con i bagni di sviluppo che
decadrebbero in fretta, cosa che mi obbligherebbe a doverli cambiare
ed andare incontro a costi superiori, non permettendomi di praticare
i prezzi che riesco a fare normalmente.
TG: - Sviluppo e stampa sono le
tue attività principali?
Emma: - Diciamo di sì, poi ho le
foto tessere, le elaborazioni d'immagini digitali in PhotoShop e le stampe digitali. Tante stampe digitali.
TG: - In percentuale, lo
sviluppo del negativo colore che percentuale del tuo lavoro
rappresenta?
Emma: - Circa il 40% del mio giro
d'affari.
TG: - Hai anche degli ottimi
prezzi...
Emma: -Sono riuscita a fare
prezzi molto competitivi perché lavoro parecchio.
Alex Gordon ha comprato da Speed Photo due Kodak Brownie degli anni 1950-1960 di cui è molto contento
TG: - E poi hai anche un
angolino dell'usato, un po' per venire incontro alla passione dei
ragazzi, vero?
Emma: - Sì c'è un angolino dove
io prendo tutto in conto vendita, i ragazzi vengono qui, mi lasciano
le loro fotocamere e io vendo per loro.
Materiale fotografico analogico in conto vendita. Emma da questa attività non ricava guadagni, ma in qualche modo incentiva le vendite e lo scambio di fotocamere e obiettivi di appassionati.
TG: - Com'è questa
sviluppatrice Agfa FP100, ti dà problemi di manutenzione? O va sempre
bene?
Emma: - Allora, mantenere le
macchine è costoso, per questo devo lavorare tanto.
La sviluppatrice del
film non è costosa a livello di manutenzione perché è come una
lavatrice, va e non si blocca mai, anche perché la tengo sempre
efficiente, pulisco le vasche quando vanno pulite, e faccio tutto
quello che c'è da fare.
Il DLab1 invece mi dà
più problemi perché è una macchina abbastanza complessa e, a parte
una manutenzione quasi giornaliera, necessita anche di un'assistenza
tecnica costante. Nel momento in cui si blocca poi si blocca il tuo
lavoro e l'intervento del tecnico è costoso.
TG: - Che cosa fa esattamente
il D-Lab 1?
Emma: - Il D-Lab 1 legge la
pellicola, scansiona automaticamente i negativi, oppure li
stampa.
TG: - Da quanto tempo hai
queste macchine?
Emma: -La FP 100 dal 1999,
mentre il DLab 1 dal 2008-2009.
Nel 1998 nel negozio
c'era una sviluppatrice film vecchia ed io l'ho voluta cambiare
perché bloccava spesso i film.
L'Agfa FP 100 l'ho
comprata nuova nel 1999 e l'ho pagata sui 7-8 milioni di lire
d'allora.
Però quando Ars Color ha
chiuso mi sono organizzata ed ho ritirato anche la loro FP100 che
era una gemella di questa, l'ho fatto per avere un'altra macchina da cui poter
cannibalizzare i pezzi di ricambio, in caso di necessità. Adesso la
tengo nel capannone di mio marito, non si sa mai, ma fino ad ora non s'è ancora rotto niente.
Io ho sempre acquistato
Agfa perché questa ditta faceva delle macchine stupende e molto
robuste.
TG: - In questo negozio fai
tutto tu?
Emma: - Ho un collaboratore
che viene qua 2 o 3 volte al mese, quando io ho degli impegni. E' la
stessa persona, ormai di una certa età, che ha mi ha insegnato il
lavoro quando io ho rilevato questo negozio. All'epoca lavorava per
Ars Color. Mi ha insegnato tutto.
TG: - Per una donna è
complicato avere a che fare con queste apparecchiature?
Emma: - All'inizio è stato
difficile avvicinarmi a certe parti di meccanica di queste due
macchine, però dopo ho acquisito una certa manualità e sono
riuscita ad affrontare diversi problemi che adesso sono in grado di
risolvere da sola. Io comunque pago una quota fissa per poter
comunicare con l'assistenza; mi basta questo contatto telefonico per
riuscire a risolvere diversi problemi senza far intervenire il
tecnico sul posto. Si tratta di un servizio che offriva Agfa e che
tuttora il tecnico, che è un ex dipendente Agfa, mi propone e mi offre
come assistenza tecnica. Chiaramente, dopo la chiusura di Agfa questo tecnico
lavora in proprio, ma lavora sempre allo stesso modo per i mini-lab.
TG: - La tua maggior
preoccupazione è l'assistenza?
Emma: - Sì, la mancanza
d'assistenza e la mancanza di ricambi mi preoccupano. Per ora il DLab
1 non ha problemi, i ricambi ci sono, ma il giorno che il mio collaboratore smetterà di lavorare io avrò grossi problemi, perché queste
macchine hanno bisogno d'assistenza tecnica.
L'anno scorso, io ho avuto
bisogno di almeno 3-4 interventi tecnici in un anno. Ogni intervento
è costoso ed in più mi tocca fermare l'attività. Quando il DLab 1
si ferma, mi devo fermare, mentre l'FP100 si è bloccata solo 2
volte in 16 anni.
Quando il DLab 1 si
blocca, io sto ferma a secondo della possibilità che il tecnico ha di
venire qui a fare la riparazione. Generalmente, lui è abbastanza
solerte nell'uscire, ma almeno un giorno mi capita di perderlo.
TG: - I clienti ti chiedono
solo lo sviluppo? O anche la scansione?
Emma: - Tutti quelli che vengono
qui a portare i rullini chiedono sia lo sviluppo che la scansione. Io
faccio anche la scansione delle pellicole in bianco e nero. Il
negativo lo do' da sviluppare a terzi, ma le scansioni le faccio qui
da me. Il DLab 1 scansiona tutto dalle strisce in 35mm.
TG: - Quanta passione ci metti
in questa tua attività?
Emma: - Agli inizi, ho scelto di fare questa attività perché era il mio lavoro, ora che sono in pensione,
potrei anche smettere, volendo, ma non smetto perché questo lavoro è
diventato una passione.
Confrontarmi
quotidianamente con i ragazzi mi fa sentire aggiornata e mi sento bene
a stare in mezzo alla gente ad occuparmi di queste cose.
C'è da dire che io non
abito qua in zona, io abito dalle parti di San Siro; nel mio
quartiere conosco soltanto i miei vicini di casa, mentre qui in
Bovisa ho moltissimi amici, conosco tutti e tutti mi conoscono e
questa è una bella cosa.
TG: - Però mi sembra di capire
che il tuo lavoro non sia così facile, ci sono sempre dei problemi
da risolvere, poi anche il mercato stesso può cambiare in qualsiasi
momento, c'è sempre un punto di domanda, o no?
Emma: - C'è sempre un punto di
domanda, del resto come in tutte le cose ed in tutti i lavori, qui si
tratta di un'attività che sembrerebbe che stia andando a morire e
che io sto tenendo in piedi aggrappandomi a tutti i vecchi contatti
che avevo all'epoca in cui funzionavano i mini-lab. Per ora va bene.
TG: - Pensi che per un giovane che volesse iniziare questa attività senza i tuoi contatti, sarebbe
possibile fare questo lavoro?
Emma: - Sarebbe molto più
complicato, certo, dovrebbe per forza appoggiarsi a qualcuno, è
chiaro.
Inoltre, iniziando ex
novo, dovrebbe tenere attiva questa parte del lavoro e rinnovarsi in
qualcos'altro differenziando i propri interessi professionali. Non
penso sarebbe facile.
Io per ora ci credo,
quando c'è stata la svolta totale dall'analogico al digitale, circa
6-7 anni fa, c'è stato veramente un crollo degli affari, poi, da 3-4
anni a questa parte si sente un incremento della richiesta nello
sviluppo di pellicole a colori, per ciò è difficile prevedere cosa
accadrà in futuro.
TG: - Un altro problema che non
abbiamo ancora considerato è la raccolta e lo smaltimento dei chimici
esausti, me ne vuoi parlare?
Il serbatoio da 400 litri di chimici esausti viene svuotato 3 volte all'anno da una ditta specializzata nello smaltimento di rifiuti speciali
Emma: - Sì, anche questo è un bel
problema, io fortunatamente, ho ancora un fornitore che 3 volte
all'anno viene a raccogliere i bagni chimici esausti; tieni conto che
io smaltisco circa 1200 litri di acidi ogni anno, non è poco. Ci
sono tasse da pagare, dichiarazioni da fare, libri contabili da
tenere.
TG: - Può essere il motivo che
ha fatto chiudere alcuni laboratori di sviluppo e stampa chimica?
Emma: - Tanti hanno chiuso anche
per questo motivo, sì, decisamente.
Io ho un aggancio di un
camion che va in giro a raccogliere prodotti chimici negli ospedali e
che raccoglie anche quello che io accumulo in un serbatoio in
cortile. Quando passa da Niguarda viene anche da me e porta via i
miei scarti.
TG: - 16 anni fa sviluppavi
circa 1000-1200 rulli al mese, adesso invece?
Emma: - Adesso sviluppo dai 200
ai 250 rulli al mese, non sono pochi.
Il negozio di Emma è il punto di ritrovo di fotografi, appassionati e personaggi di vario tipo. Alex Gordon (seduto sulla sua KawaHulk 750 dotata di gamba rock) è un cineoperatore molto noto a Milano, anche lui vive in Bovisa, se volete conoscerlo meglio leggete questa pagina.
Nota * Dal febbraio 2018 i prezzi sono stati ritoccati:
Sviluppo del negativo+scansione automatica: 4,00 euro.
Solo sviluppo colore 135: 3,00 euro.
Scansione da rullini tagliati: 3,00 euro.
Speed Photo è in via degli Imbriani 55 a Milano.
Se volete contattare Emma telefonicamente, la trovate allo 02/33220535.
Tutti i diritti riservati
la scarsa qualità dei minilab veloci, come li hai chiamati, sta nell'incompetenza e impreparazione di chi opera. i tassativi tempi di trattamento e le temperature regolate a decimo di grado non devono essere assolutamente alterati! C41 per il negatico colore, vecchio EP2 per la carta passato poi a RA4 hanno tempi di trattamento inalterabili per le macchine. nessuno parla di tasso di integrazione tassativamente tenuto sotto controllo almeno 2 o 3 volte a settimana. i bagni di rigenero vanno miscelati con acqua a 37 gradi e ogni parte (a+b+c) mescolati per almeno 2 minuti, risciaquando le confezioni facendole linde. nessuno controlla quanti metri di carta tratta coi 10 litri di reitegrazione di sviluppo, di sbianca e di fissaggio. se non si ha la chimica perfetta le correzioni cromatiche e relative sottocorrezioni non si vedono dettagliate. poi nessuno sa misurare e controllare il voltaggio della lampada di stampa. se il voltaggio è un pelo basso di ha un'illuminazione all'infrarosso, e se è sopra la luce tende all' ultravioletto. poi la pulizia dei filtri dicroici va fatta almeno una volta al mese, e la taratura degli slope tenuta sotto controllo quotidianamente. giorgio kron di fujihunt ci disse: complimenti! avete i trattamenti chimici delle vostre macchine (fujifilm PP1101B e FP550B) meglio di tutti i laboratori che "noi" abbiamo controllato in europa! quindi consegnare foto in 23 minuti o in 24 ore non cambia. i tempi sono i medesimi, solo che ai vecchi tempi si stampava un'intera bobina da 180 metri, poi la si trattava, poi la si passava in taglierina a 9000 copie ora e infine si imbustava. col minilab si trattava 1 metro e 20 di carta e in pochi minuti si avevano le stampe asciutte in mano. i tempi di trattamento e temperature si alteravano col bianco e nero, sapendo già che il film per errore era sottoesposto. se alzi le temperature nel colore rovini tutto, i colori si avvelenano e non saranno mai e poi mai reali. al photokina di colonia in germania nel 93 nessuno è riuscito a tirar fuori stampe come le mie con i minilab presenti: dai fuji, agfa, kodak, noritsu, ecc. W l'orgoglio ma in europa chi sa davvero sviluppare e stampare, si conta sulle dita di una mano. ho chiuso nel 2007 l'attività aperta nel 1974. cmq se passi per Merano (BZ) ti faccio vedere le mie stampe a colori di 30 anni fa che non riescono a tirar fuori oggi coi minilab digitali migliori sul mercato. vivissimi e sinceri auguri ai colleghi che hanno la fortuna di poter essere ancora aperti, visto che senza film da sviluppare la chimica nelle vasche va a farsi friggere.
RispondiEliminaCordialmente, Christian Todesco, Fotocolorexpress, Merano (BZ)
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