Esterno del Museo della Carta di Mele fotografato con Canon F1, Canon FD 50mm f1,8 e Kodacolor 200
Ognuno di noi ha l'esigenza di bloccare delle parole e delle immagini nel tempo, a questo scopo la carta si è rivelata essere una materia prima molto comoda e di buona qualità, tanto da essere utilizzata da tutti gli artisti: c'è chi la usa per farne un progetto, chi per farne il supporto dei propri colori e dei propri disegni, mentre altri creativi ancora costruiscono direttamente sculture, scatole e altri ingegnosi meccanismi con carte più pesanti o cartoncini speciali.
Alcuni personaggi un po' snob disdegnano i lavori realizzati con la carta perché non considerano questo supporto abbastanza nobile per dare alle opere l'accesso alle proprie raccolte o collezioni; mentre qualcuno utilizza addirittura le carte meno prestigiose, tipo quelle dei sacchetti del pane, per improvvisare qualche quadretto nei momenti in cui si sente colto da estro improvviso. Altre persone ancora invece riconoscono la preziosità di questo antico materiale e ricercano appositamente i migliori fogli, a base di cotone o di altre fibre vegetali, ottenuti con metodi artigianali, in modo da valorizzare ulteriormente il prodotto finale.
Ciò accade un po' tra tutte le categorie, sia tra i disegnatori, gli acquarellisti, i fotografi e gli stampatori. Conoscere la carta è importante perciò, con questo reportage sulla produzione della carta artigianale, ho pensato di dare qualche spunto a chi è interessato a trovare chi è ancora in attività ed ha la capacità di realizzare carte speciali su commissione, chi vuole contattare un giovane mastro cartaio per imparare direttamente da lui i segreti del mestiere, o chi desidera soltanto fare una scampagnata in un luogo tranquillo rilassarsi in mezzo alla natura e visitare il Museo della Carta di Mele, per cogliere gli aspetti culturali e storici di un'attività divenuta sempre più rara.
Museo della Carta di Mele via Acquasanta, 251 - Mele - 16158 Genova, già Cartiera Sbaragia (1756)
In questi giorni il museo è temporaneamente chiuso perché sono in atto i lavori d'allestimento del giardino antistante l'edificio della Ex Cartiera Piccardo e un aggiornamento degli impianti elettrici dello stesso stabile; le visite dovrebbero riprendere da circa metà settembre, si consiglia di contattare il gestore del museo per informazioni più aggiornate.
Il torrente Acquasanta, fonte d'energia per le macine delle antiche cartiere oggi è costeggiato dalla via Acquasanta dove si affacciano anche le Terme di Genova
Un tempo, ai piedi del Monte Turchino si trovava l'impero dei produttori della carta, tra le valli Stura, Orba e Leira erano attive un centinaio di cartiere artigianali che rifornivano per l'80% il fabbisogno di carta dell'intera Europa. Questo accadeva tra il XV ed XVII secolo, ma già nel 1215 si diceva che la Magna Charta siglata dal re d'Inghilterra, Giovanni Senzaterra, fosse stata prodotta da una cartiera dell'entroterra genovese. Le carte genovesi infatti erano riconosciute ovunque come le carte migliori per la capacità di resistere ai tarli, agli altri insetti ed a quegli elementi nocivi alla durata dei documenti più importanti che viaggiavano per le corti d'Europa e che lì venivano vergati.
Tale qualità e robustezza veniva raggiunta mischiando le fibre di lino e canapa al cotone.
A Genova non si buttava via nemmeno uno straccio, addirittura era proibito vendere o portare altrove tali materiali. Stesso destino spettava anche alle maestranze esperte che operavano all'interno delle cartiere della Superba repubblica marinara.
Ovviamente, la canapa era presa dalle cime usurate dei velieri che attraccavano nel porto e tante altre soluzioni particolari permettevano di far ottenere agli esperti mastri cartai fogli eccezionali.
Il XIX secolo e l'industrializzazione portarono al declino di un'attività importantissima; fu a causa dell'avvento dell'energia del vapore e dell'elettricità che in molti luoghi d'Europa e d'America s'incominciò a soppiantare l'azione meccanica prodotta dallo scorrere dell'acqua di fiumi e torrenti sulle pale delle ruote dei mulini con una nuova forza ricavata dall'ingegno dell'uomo.
Altro problema di non facile soluzione era ed è quello di attraversare le strette valli alle spalle di Genova con pesanti mezzi di trasporto, ma è innegabile che anche una visione un po' ristretta di ciò che stava accadendo nel mondo e poca propensione all'innovazione hanno reso antieconomico continuare a tenere aperte le cartiere che producevano relativamente poco prodotto ad alti costi.
Tale qualità e robustezza veniva raggiunta mischiando le fibre di lino e canapa al cotone.
A Genova non si buttava via nemmeno uno straccio, addirittura era proibito vendere o portare altrove tali materiali. Stesso destino spettava anche alle maestranze esperte che operavano all'interno delle cartiere della Superba repubblica marinara.
Ovviamente, la canapa era presa dalle cime usurate dei velieri che attraccavano nel porto e tante altre soluzioni particolari permettevano di far ottenere agli esperti mastri cartai fogli eccezionali.
Il XIX secolo e l'industrializzazione portarono al declino di un'attività importantissima; fu a causa dell'avvento dell'energia del vapore e dell'elettricità che in molti luoghi d'Europa e d'America s'incominciò a soppiantare l'azione meccanica prodotta dallo scorrere dell'acqua di fiumi e torrenti sulle pale delle ruote dei mulini con una nuova forza ricavata dall'ingegno dell'uomo.
Altro problema di non facile soluzione era ed è quello di attraversare le strette valli alle spalle di Genova con pesanti mezzi di trasporto, ma è innegabile che anche una visione un po' ristretta di ciò che stava accadendo nel mondo e poca propensione all'innovazione hanno reso antieconomico continuare a tenere aperte le cartiere che producevano relativamente poco prodotto ad alti costi.
La carta veniva prodotta rigorosamente a mano aiutandosi con strumenti che permettevano d'effettuare meglio alcune fasi della fabbricazione, come la triturazione della carta già utilizzata, o degli stracci di tessuto da ridurre in poltiglia. Le presse per i fogli, le taglierine e la macchina continua per la produzione e la stesura dei rotoli furono l'unico aiuto per accelerare e rendere meno pesante il lavoro umano.
Parti di macchinari raccolti nel museo in attesa di restauro
Stesso soggetto fotografato con Canon F1, Canon FD 50mm f 1,8 e Kodacolor 200
All'esterno della ex Cartiera Piccardo si trovano macchine che non trovano collocazione all'interno del museo.
Un'antica taglierina industriale (donata da una tipografia della zona) reperita e poi collocata in situ da uno dei fondatori del museo inaugurato nel 1997
In primo piano la seconda mola della cartiera che serviva a triturare le fibre delle materie prime.
Oltre che per creare energia idraulica, l'acqua era anche necessaria per amalgamare le fibre vegetali tra di loro; da qui nasceva la duplice esigenza di disporre di grandi quantitativi d'acqua e far sorgere questo tipo d'attività nei pressi di fiumi e torrenti.
Giuseppe Traverso, mastro cartaio e gestore del museo, 28 anni
Giuseppe Traverso, laureato in biologia, nell'autunno del 2013 decide di frequentare un corso finanziato dal FSE, da Regione Liguria e dal Comune di Mele per la formazione di 10 artigiani che conoscano le tecniche della produzione cartaria, con la speranza di ridare vita ad un settore che ha visto chiudere 30 anni fa l'ultima attività di questo tipo su questo territorio.
Gli insegnanti del corso erano due anziani mastri cartai: Edoardo Tiragallo, e Lorenzo Valle, un piccolo imprenditore di Arenzano.
Alla fine del corso, soltanto Giuseppe sente di voler iniziare la nuova antica impresa e si ritrova così da solo a portare avanti le attività didattiche/culturali del museo, le visite, la produzione della carta e la sua vendita, sempre all'interno del Museo della Carta di Mele.
Tutti gli altri allievi che hanno partecipato al corso di formazione, si sono tirati indietro prima ancora d'iniziare.
Giuseppe ammette che effettivamente, pur svolgendo molte mansioni all'interno della vecchia cartiera diventata museo, non è facile far quadrare i conti e solo la passione e la sua tranquilla tenacia gli permettono di tenere in piedi una tradizione locale che per secoli ha dato da vivere dignitosamente a tante famiglie di queste zone.
Giuseppe è cosciente d'aver subito il fascino di qualcosa che non esiste più e che non è facile far rivivere, ma i suoi modi calmi e riflessivi sicuramente lo porteranno a dare al suo museo la giusta impronta, trovare le connessioni giuste per poter attirare altri appassionati che magari possano cooperare a progetti comuni ed auto alimentare un mercato di nicchia che tuttavia può esistere.
Recentemente, si sta osservando una lenta rinascita di laboratori tipografici che stampano ancora con caratteri di piombo mobili tirature limitate ed artistiche di libri da collezione, chissà che anche altri artisti sentano la necessità di avere a disposizione un supporto fatto su misura per loro e che sia in grado di dare un valore aggiunto all'opera artistica.
Asciugatura di un foglio colorato appena staccato dal telaio dove la fibra vegetale si è compattata
Fare la carta a mano è alla portata di tutti, basta preparare una poltiglia a base di stracci di cotone o di carta riciclata, stenderla su un telaio sul quale un retino d'acciaio elimina l'acqua in eccesso, fare asciugare il tutto e pressare il foglio per bene per raddrizzarlo.
La carta può anche essere colorata con sostanze naturali, a questo mastello è stata aggiunta polvere di curcuma.
Asciugatura dei fogli su panni assorbenti
Un simpatico cartello vintage che ricorda ai lavoratori di non battere troppo la fiacca quando si è da soli
Tavolo da taglio
Macchina continua in piano
La macchina continua vista da un'altra angolazione
Giuseppe mi ha raccontato moltissime cose interessanti, spero di tornare presto a trovarlo per frequentare un corso dove apprendere qualche altro suo segreto
Tagliatrice per carta
Carta prodotta dalla Cartiera Piccardo che chiuse l'attività nel 1985
Qui si produceva carta poco pregiata di un colore marroncino che serviva all'imballaggio dei generi alimentari, come il pane e la focaccia.
L'inaugurazione del museo e l'attività artigianale di Stefano Traverso hanno rivalutato la fama di questa piccola realtà, Purtroppo, molti altri insediamenti produttivi di questo tipo sono stati destinati ad altri usi, demoliti, o sono andati persi.
Ingranaggi di demoltiplica collegate all'asse rotante del mulino che trasmetteva il movimento alla mola primaria. La puleggia trasmetteva il moto ad una mola secondaria
Percorso della poltiglia vegetale nella macchina continua
Dettaglio della macchina continua
Cartaio per passione
L'accesso al museo costa 5 euro, con l'aggiunta di un euro, è possibile frequentare un mini-workshop con Giuseppe che consentirà ad ogni partecipante di realizzare da sé il proprio foglio di carta e dopo averlo asciugato, portarselo a casa come souvenir.
Chi volesse contattare Giuseppe Traverso per prenotare visite guidate al museo per gruppi, o scolaresche, o avesse progetti culturali e commerciali da proporgli, può farlo al seguente numero di telefono: 3351623161
Lame dell'affinatore olandese per sminuzzare il cotone ed altri tessuti
Vecchio oliatore per ingranaggi
Una delle mole di pietra nella sua vasca circolare
Carta profumata
Carta ai fiori di lavanda
Carta goffrata
Carta speciale alla lavanda
Fogli stesi ad asciugare nell'essiccatoio
Fogli asciugati e sullo sfondo le speciali finestrelle che permettono un'areazione ottimale dell'ambiente sui quattro lati del salone
Cordini di canapa sui quali vengono stesi ad asciugare i grandi fogli di carta
Fori nei travetti del tetto nei quali erano inseriti i cordini dove stendere i fogli d'asciugare
L'essiccatoio
Antico prototipo di macchina per la fabbricazione di carta per cartamoneta a cui stava lavorando Edoardo Tiragallo prima della sua scomparsa lo scorso aprile
Videoproiezione della storia della carta su un grande foglio steso nell'essiccatoio
Molte scolaresche di Genova e dintorni si recano in visita al Museo della Carta di Mele
Una curiosità: un modellino di un raffinatore olandese
Una vecchia bilancia per la carta
In tutta Italia, attualmente, esistono circa una decina di realtà artigianali che producono manualmente piccoli quantitativi di carta. Un altro artigiano molto rinomato è Sandro Tiberi di Fabriano.
I lavoratori del settore cartario, probabilmente dall'esempio dei tipografici, diedero vita alle prime forme di auto-assistenza e sindacato
Tony Graffio non poteva non notare questi curiosi cartelli in giro per Mele
Le Terme di Genova, di fianco al Museo della Carta di Mele, possono essere un altro buon motivo per fermarsi in questo simpatico paese alle porte di Voltri
Sosteniamo il Museo della Carta ed il sogno di un giovane mastro cartaio, andiamo a visitare Mele e reimpossessiamoci delle nostre tradizioni.
L'arte o l'ingegno senza la sapienza e la padronanza delle tecniche non è niente. Tony Graffio
Nota: tutte le immagini fotografiche, tranne dove diversamente indicato, sono state realizzate con Pentax Q
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