Nella notte tra il 23 ed il 24 settembre 2015, uno strano incendio è divampato nel cortile del Castello di Zak, questo è un episodio che fa molto riflettere.
Tre camion con autopompe dei pompieri sono dovuti intervenire sul posto per estinguere le fiamme.
Per quanto si faccia per aggregare la creatività dei giovani artisti e proporre uno stile di vita pulito e tranquillo, c'è sempre qualcuno che cerca di screditare l'operato altrui e che potrebbe avere motivazioni dettate dall'invidia, o da altri risentimenti personali per compiere gesti sconsiderati; basti pensare che persino Cavallo Pazzo, o altri personaggi carismatici troppo indipendenti hanno trovato, anche tra la loro gente, elementi di disturbo capaci di minarne l'operato.
E' vero che la legna dei mobili e la carta dei libri accatastati al pian terreno erano materiali infiammabili, ma dubito che se non si produce un giusto innesco al tutto, le fiamme possano divampare in maniera autonoma.
Zak in una delle tante rappresentazioni caricaturali espresse dai writers che frequentano il Castello
La comunità giovanile sorta intorno a Zakaria Jemai mi affascina perché vive un'esperienza diversa da quelle che sono le realtà di molti centri sociali autogestiti e riesce ad avere una sua storia stabile, anche se incidenti di questo tipo sembrano le avvisaglie di qualcosa che non gira per il verso giusto, forse perché il gruppo sta allargandosi in maniera troppo rapida, o perché qualcuno si sente escluso, o ne vorrebbe prendere le redini dal di fuori.
Difficile da capire.
Potrebbe essere un modo di dare un segnale, anche perché ci sono già stati altri episodi di questo tipo, ma potrebbe anche essere soltanto una svista di qualcuno.
Mi piacerebbe documentare la realtà di questo spazio collettivo, soprattutto adesso che il Castello di Zak inizia a farsi conoscere anche al di fuori dei confini italiani; è con questo spirito che riporto questa brutta notizia, ma al tempo stesso capisco che attirare troppo l'attenzione su questa enclave di libertà che non saprei nemmeno bene come definire, potrebbe in qualche modo produrre dei problemi alla sua sopravvivenza.
L'area del castello di Zak sorge a pochi metri dai confini di Milano
Preferisco evitare di pubblicare delle fotografie dell'incendio e delle devastazioni; nonostante il momento piuttosto difficile per Zak, in attesa anche di essere sottoposto ad un intervento chirurgico abbastanza delicato, credo che la serenità generale che sa trasmettere il leader di questa comunità sia la risposta migliore a chi potrebbe pensare che posti di questo tipo vadano eliminati, o dati alle fiamme.
Auguro a Zak ed ai suoi amici di poter proseguire con i loro progetti, perché in una città come Milano c'è bisogno di libertà, di arte e di un modo di vivere sincero che stia al di fuori dei giri di potere di chi vuol imporre ad altri le proprie ideologie con ogni mezzo. T.G.
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