"Nell'epoca in cui tutti sono grafici, designer o illustratori, noi siamo una piccola cerchia, spesso ignorata da chi è inserito nel contesto mainstream/commerciale. Eppure ci siamo e riempiamo i buchi che lo stesso mondo del design, della grafica e dell'illustrazione crea." Dario Dr. Pepper Maggiore
Daniel Tummolillo, 40 anni, insegna da otto anni Serigrafia all'Accademia di Belle Arti di Brera.
"Il secondo giorno di apertura di Filler, ho visitato la mostra insieme a Daniel Tummolillo, poi davanti ad un bicchiere di birra mi sono fatto raccontare le sue impressioni su questa bellissima convention dedicata alla grafica ed all'illustrazione legata al circuito Punk/Hardore/Skate, ne è scaturito un discorso molto interessante sulla serigrafia, l'artigianato artistico e Sabrina Gabrielli, una bravissima Rock poster artist e serigrafa, attesissima a Milano." TG
I Magazzini Generali durante Filler S.e. 2017
"Sono contento d'essere finalmente riuscito ad essere oggi qui a Filler e di essere andato ad AFA il mese scorso. Questi erano appuntamenti che non potevo mancare perché mi piacciono questi ambienti, mi piace vedere i ragazzi che si danno da fare e mi piace vedere lavori tra i più disparati. Qui si vede di tutto, dalle cose più semplici a quelle più complesse; vedi la creatività e la voglia di fare della gente. Questi sono ambienti molto stimolanti e poi puoi prendere i contatti con le persone che conosci, scambi informazioni, fai progetti: è bellissimo. In Europa ed in giro per il mondo gli artisti vivono di questi incontri, da sempre funziona così. Sono euforico di vedere queste realtà anche in Italia.
Mi piacerebbe essere molto più presente, in occasione di questi eventi, e vedere molte più cose perché piano piano si stanno muovendo molte situazioni e ci sono sempre più occasioni per mostrare i propri lavori e di poter creare le basi per una vera comunità che vive e produce secondo i modi e le passioni che coinvolgono sempre più giovani artisti indipendenti.
So che anche il Crack, al Forte Prenestino a Roma, è andato molto bene. Pochi giorni fa, s'è concluso il Primavera Sound a Barcellona, tra l'altro, My name is Bri era presente e da lì è venuta qui a Filler.
Dobbiamo tutti ringraziare Dario Maggiore, Alfredo Cappello i ragazzi della Filler Brigade: Ale Gansi, Alberto Brunello, Gozer Visions, Davide Pagliardini, BRM T-shirts, Daniele Margara, Leonardo Pedron, Andrea Mozzato, tutti coloro che hanno reso possibile questa fantastica manifestazione ed i tre importantissimi sponsor tecnici per averci permesso di avere a Milano un evento eccezionale che attira anche artisti internazionali, mai visti prima in Italia. E' proprio il respiro internazionale a fare di questo progetto un'occasione davvero importante per il mondo dell'illustrazione Underground. Si è mossa gente del settore da tutta Italia e da vari posti d'Europa, fin dalla scorsa edizione del dicembre 2016. Io già seguivo su Facebook molti di questi ragazzi e posso confermare che è tutta gente in gamba che realizza lavori super-belli ed interessanti, oltre che produzioni curate, articolate e molto originali.
Oggi ho parlato con My Name is Bri e ne ho tratto un'impressione fantastica, ho comprato un paio di sue serigrafie perché le voglio avere in casa con me. Sabrina è una bella persona, simpatica e dolce che sa trasmettere tranquillità e gioia. I suoi lavori sono fatti benissimo, ha una grande cura del dettaglio, ha un'ottima manualità, sviluppa soggetti sorprendenti e molto interessanti, ricchi di particolari. Si vede l'amore e l'attenzione che ha per l'immagine. E poi... ha il sorriso in faccia, per cui è un piacere parlarle ed un piacere averla conosciuta.
Penso che saper gestire più stili per lei sia un vantaggio ed anche una capacità stimolante, perché in questo modo sei vincolato soltanto dalla tua creatività. Può avere una mentalità totalmente aperta, caratteristica che ritengo sia la sua peculiarità, perché la ritrovi nel particolare che vai a scoprire nelle sue immagini. Io leggo questa capacità come una firma presente in tutte le sue stampe.
Non mi piace vedere artisti che restano bloccati nel loro stile che mantengono un tratto caratteristico troppo a lungo. Mi viene da pensare a Giant's Lab: Jessica Rassi ha un segno che è suo e fa sempre, bene o male, quel genere di lavori che sono favolosi, ma io trovo che la diversità sia comunque più coinvolgente, anche perché questo vuol dire che sai adattarti alle esigenze della committenza. La duttilità la considero un pregio che hanno in pochi. Ovviamente, è una mia opinione, ma nulla toglie a ciò che possano pensare altri. Conosco e ammiro Jessica Rassi da anni, i suoi lavori sono veramente eccezionali, per cui ben venga che lei continui a mantenere la sua linea. So che vuole continuare a studiare e a ricercare, perché me lo ha detto personalmente, vuole seguitare a perfezionarsi. Non è contenta di se stessa e vuole andare oltre il proprio limite. Cosa che può fare approfondendo altre tecniche di stampa, modificandosi ancora e crescendo come artista. Queste sono tutte cose positive.
Ancora oggi è abbastanza difficile far capire che la serigrafia ha un suo valore artistico perché è una tecnica che non è sufficientemente conosciuta. In passato la litografia era molto apprezzata, mentre la serigrafia era vista come una forma di stampa che ti permetteva di tirare i multipli in grande quantità, mentre se volevi fare tirature limitate sceglievi altre tecniche. Negli ultimi anni, s'è sviluppato un discorso di artigianato artistico per cui anche le tirature di chi fa serigrafia si sono attestate su un numero più basso di copie, tipo 30-35 stampe, anche 60 o al massimo 100 pezzi. Nel mondo anglosassone andiamo anche sulle 200 o addirittura 500 copie. Gli USA però sono una grande nazione che ha un mercato totalmente diverso dal nostro. In America la serigrafia è una tecnica artistica che non è mai andata in declino, è sempre stata ai massimi livelli ed è ben conosciuta e apprezzata dal pubblico. In Italia abbiamo avuto un calo molto profondo della diffusione di questo mezzo intorno agli anni '80 e '90. In quel periodo si sono perse delle competenze professionali che soltanto oggi vengono riscoperte. Ciò è accaduto in parte perché sono state preferite altre tecniche più moderne che si sono sviluppate anche per una maggiore facilità di approccio e gestione. Bisogna capire che noi siamo una nazione legata ai prodotti artigianali, lo si vede anche in altri settori come quello alimentare o l'abbigliamento; siamo un popolo più da artigianato artistico che da industria, anche perché da noi non ci sono abbastanza soldi per fare le cose in grande stile. Credo che la serigrafia si applichi benissimo a questo tipo di discorso. Io stesso quando stampo non tiro più di 8-10 pezzi: non mi interessa farne di più e al momento mi va bene così. Chi è nell'ambiente legge il numero a matita riportato sulla copia e capisce che un prodotto fatto ad hoc, in tiratura limitata ha un altro valore che è quello dell'oggetto fatto a mano, oltre all'immagine che invece può essere artistica. Quando entrambe le cose sono in armonia siamo di fronte alla giusta combinazione tra tecnica e arte". Daniel Tummolillo
Il Porto di Rotterdam, una serigrafia di Daniel Tummolillo che l'artista milanese ha promesso di vendermi anche se una piccola tiratura era destinata ad un gallerista internazionale.
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