"Morì nel mistero: qualcuno ricorda che fu pugnalato, altri che fu avvelenato; che morì in ginocchio, sulle sue mani, abbaiando come un cane; che la sua morte aveva qualcosa a che fare con la magia nera." Greil Marcus parlando del grande Robert Johnson
Gli One Man Bluez al completo sul palco del TNT, Low Chef, Davide Lipari e Filippo Schininà.
Alessandro Di Buono, senza occhiali da saldatore e Davide Lipari con i Ray Ban. Come spesso accade il batterista non può fare relazioni pubbliche perché è impegnato a montare la batteria... o a smontarla.
Tony Graffio: One Man Bluez?
OMB: Esatto. Originariamente, eravamo "One Man 100% Bluez", poi abbiamo tolto il 100% perché era un nome lunghissimo. Io sono Davide Lipari, chitarra e voce del gruppo. Il progetto nasce dalla mia volontà; mi esibivo da solo, poi sono arrivati il batterista ed il percussionista/bassista. Questa serata sono con me Alessandro Di Buono, in arte Lowchef (basso e chef) e Filippo Schininà alla batteria. Siamo in tre.
TG: Suonate da molto tempo?
OMB: Il progetto è nato come one man band; fino a sette anni fa mi esibivo da solo, suoniamo in trio dal 2012. In alcune serate continuo a suonare da solo, però se c'è un po' più di possibilità di fare casino, ci presentiamo in tre. Oppure, se il locale richiede il trio.
Davide Lipari
TG: Di dove siete?
OMB: Di Roma.
TG: E come siete arrivati qua a Jesi?
OMB: Dove ci invitano noi andiamo.
(Pausa. Ci guardiamo in faccia e ridiamo, perché la domanda è veramente un po' stupida)
OMB: Non ti credere, spesso, al di fuori delle grandi città ci divertiamo di più e troviamo molto più movimento, rispetto a Roma o ad altri grandi centri. Veramente.
Locandine su un portone di Jesi
TG: Che genere fate?
OMB: Facciamo una rivisitazione del Blues che è la musica che io ho ascoltato di più nel corso della mia vita. Ho cercato di fare mio questo sound, al quale poi ho aggiunto varie influenze musicali che fanno ugualmente parte della mia storia personale, come il Rock ed il Punk. Lowchef ha poi aggiunto un po' di ritmi elettronici. Alla fine, abbiamo ottenuto un genere misto che di base è Blues Alternativo.
TG: Un po' elettronico?
OMB: In una certa fase della nostra produzione sì, anche se ci sono spesso delle attitudini riscontrabili anche in altri momenti, perché l'elettronica ci aiuta ad essere martellanti ed un po' ossessivi nel ritmo. Nelle produzioni, grazie anche ad Alessandro abbiamo fatto dei dischi in cui abbiamo inserito la batteria elettronica, anche se dal vivo ci presentiamo in modo più genuino, diciamo... (Interviene Low Chef) Nel Terzo Millennio, i grandi generi di riferimento vanno un po' maltrattati e rimessi in discussione fin dalle fondamenta. La possibilità che Davide mi ha dato di ibridare il suo progetto con suoni diversi, secondo me è stato un modo alternativo per preservare qualcosa di classico, perché la sterile ripetizione di certi stilemi rischia di dar origine ad un genere fine a se stesso. La materia va destrutturata e poi ricomposta, bisogna mettere mano al suono in modo personale. (riprende Davide) Perché poi, non è nemmeno facile rifare il Blues come lo facevano i neri afro-americani in quegli anni. Bisogna passare attraverso un percorso complesso fatto di ascolto, studio, esercizio e concerti dal vivo, ma è anche bene fare qualcosa di proprio. (adesso Low Chef) Vorrei dire che anche l'ossessività introdotta dai pattern elettronici, che noi non amiamo particolarmente portare sul palco, perché vogliamo che lo show resti Rock, nel senso stretto del termine, mi sembra tuttavia consona a questi tempi caratterizzati da immagini ossessive e da brevi concetti ripetuti all'infinito. A differenza degli anni '70, in cui la musica Rock aveva molti più margini di riflessione, dibattito, riconsiderazione e rielaborazione delle tematiche affrontate, delle idee e della creatività. Adesso, invece, bisogna sempre essere pronti ed incisivi per potersi inserire nel caos e nell'assoluta mancanza di concentrazione degli ascoltatori.
Le canzoni proposte in Dirty Blues Lover dei One Man Bluez.
TG: Che dischi avete pubblicato?
OMD: (Lowchef) Insieme abbiamo pubblicato quattro dischi. (Davide) Stasera presentiamo il nostro ultimo disco intitolato: Dirty Blues Lover. Siamo qui a Jesi, perché qui ha sede l'etichetta che ci ha prodotto il disco, la Bloody Sound Fucktory.
Il Gig-poster ideato da Sonny Alabama Per gli One Man Bluez e The Gentlemens.
TG: Com'è nato il gig-poster della serata?
OMD: Il poster è opera di Sonny Alabama. Per noi, s'è trattato di una sorpresa stupenda. Quando l'abbiamo visto siamo rimasti di stucco e siamo felici di riceverne qualche copia in omaggio. Il poster lo trovate in vendita sul banchetto che espone anche il nostro disco, oppure direttamente dal sito: Alabama Studio. Credo che le immagini presenti sulla locandina facciano riferimento ai temi più trattati dal Blues: la passione per le donne, l'amore per la musica, i vizi ai quali tutti gli uomini talvolta si abbandonano, in particolari i musicisti, e l'idea di vendere l'anima al diavolo per avere successo. Sonny Alabama mi ha detto d'essersi ispirato alla figura del grandissimo chitarrista Robert Johnson, all'alone di mistero che circonda la sua breve esistenza, alla sua straordinaria abilità nel suonare la chitarra acquisita improvvisamente, come inaspettatamente è giunta la sua morte che sembra avere a che fare con qualcosa di paranormale. La stampa serigrafica è anche molto bella perché sono stati utilizzati dei colori metallizzati e fluorescenti che danno un effetto psichedelico vividissimo e sembrano trasportare il soggetto fuori dalla carta, quasi a riportare in vita il grande Robert Johnson. Non è la prima volta che Sonny realizza un poster per noi, ogni volta immagina dei soggetti molto belli, ma per il concerto di questa sera riteniamo che sia riuscito a superarsi. Pensiamo che i poster contribuiscano molto a far conoscere gli eventi che pubblicizzano e ad appassionare il pubblico che ama la musica Rock al mondo dell'arte e della grafica. In più, questi manifesti da collezione raccontano sempre una storia che spesso conosce solo l'artista che li ha disegnati.
Gli One Man Bluez all'opera.
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