Trenta giorni fa, verso le 20,30 iniziavo il mio giro di ricognizione e di riscaldamento tra i bar, i brewpub ed i burger bar di Jesi, dove furbescamente Sonny Alabama, Jerry Brigante, Mona & soci avevano disseminato opere varie, performance artistiche e gruppi musicali per dare un assaggio del Basement Party ai curiosi e iniziare a far carburare gli ospiti, perché si sa che bisogna entrare un po' nel clima del divertimento, prima di lasciarsi andare veramente, affrontare il momento clou della serata e rendersi conto di essere al centro dell'attenzione. Infatti, credo che qualcuno non ce l'abbia fatta, non saprei dirvi con precisione le cause delle defezioni, anche se immagino che siano state raggiunte temperature troppo elevate durante il warm-up. Alcuni artisti, in effetti, non sono pervenuti al Party che poi è iniziato verso le 23. Non voglio pensare che abbiano ecceduto nel bere o nel mangiare, probabilmente avranno fatto qualche incontro molto interessante che li ha distolti dal "dovere" di presenziare alla loro esposizione, oppure si saranno trovati talmente bene allo Spaccavia, al Poldo o al Jack Rabbit che poi non si sono più fatti vedere. Vallo a sapere.
Fortunatamente, sono riuscito a cogliere qualche sprazzo di testimonianza al volo, ma devo dire che già certi discorsi erano difficili da fare e da capire. Sicuramente dopo qualche birra la lucidità generale iniziava a venire meno. Per non parlare del fatto che anche l'aumentare dei decibel ambientali contribuiva a rendere certi dialoghi un po' surreali, o perlomeno alquanto bizzarri.
Vi faccio subito un esempio.
Tony Graffio: Ciao, tu chi sei e cosa fai?
Fortunatamente, sono riuscito a cogliere qualche sprazzo di testimonianza al volo, ma devo dire che già certi discorsi erano difficili da fare e da capire. Sicuramente dopo qualche birra la lucidità generale iniziava a venire meno. Per non parlare del fatto che anche l'aumentare dei decibel ambientali contribuiva a rendere certi dialoghi un po' surreali, o perlomeno alquanto bizzarri.
Vi faccio subito un esempio.
Tony Graffio: Ciao, tu chi sei e cosa fai?
Sabaprodakion: Sono Sabaprodaktion e faccio graffiti.
TG: Da dove arrivi?
SP: Adesso da Osimo.
TG: Ma non sei di Fano?
SP: No adesso vengo da Osimo.
TG: Ok, hai fatto l'Accademia di Belle Arti?
SP: Ho iniziato l'accademia, ma non l'ho finita... Sono stato a Londra e ho fatto altri giri...
TG: Chiaro... Cosa stai dipingendo qui al Jack Rabbit?
SP: Questo è un Totem.
TG: Un Totem che s'ispira all'arte Aborigena Australiana?
SP: E' un Totem murale.
TG: Certo.
SP: Un Totem da muro.
TG: Ti piace fare i graffiti?
SP: Sì, anche, a volte...
TG: Perfetto, ci vediamo dopo al Basement?
SP: Okkey.
Non l'ho più visto. Forse perché c'era davvero tantissima gente che si muoveva per moti convettivi e anche quando riuscivi ad incrociare qualcuno con il quale volevi parlare, poi ti sfuggiva qualcun altro. Credo infatti d'averlo sfiorato per qualche frazione di secondo, mi deve aver anche salutato, ma subito dopo l'eclettico Saba non c'era più.
E' stato un bell'evento, ma non è stato facile ricordarsi di tutti, peccato perché Sabaprodaktion è veramente un tipo interessante; magari quando gli ho parlato era molto concentrato sul suo lavoro e questo non gli ha permesso di farmi capire bene che cosa vuole raccontarci con la sua arte che è piuttosto poliedrica, anche perché è probabilmente l'espressione di una personalità multipla. Saba è un'entità underground che opera in modo alternativo spaziando dalla pittura murale, alla scultura, al fumetto, alla videoarte, alla land-art, alla grafica, alla pittura, alle installazioni, alla fotografia, agli interventi urbani, alla creazione di Fanzine e di altri materiali contro-culturali che fanno molto riflettere; come i suoi manuali di destrutturazione dei mobili Ikea che ribadiscono, anche con la serigrafia e la grafica, la sua "Strategia contro il Design democratico", già espressa in altri lavori come le sue riviste autoprodotte. Viaggia molto, ma non perde mai cognizione di dove si trova. E questo non è poco.
Non l'ho più visto. Forse perché c'era davvero tantissima gente che si muoveva per moti convettivi e anche quando riuscivi ad incrociare qualcuno con il quale volevi parlare, poi ti sfuggiva qualcun altro. Credo infatti d'averlo sfiorato per qualche frazione di secondo, mi deve aver anche salutato, ma subito dopo l'eclettico Saba non c'era più.
E' stato un bell'evento, ma non è stato facile ricordarsi di tutti, peccato perché Sabaprodaktion è veramente un tipo interessante; magari quando gli ho parlato era molto concentrato sul suo lavoro e questo non gli ha permesso di farmi capire bene che cosa vuole raccontarci con la sua arte che è piuttosto poliedrica, anche perché è probabilmente l'espressione di una personalità multipla. Saba è un'entità underground che opera in modo alternativo spaziando dalla pittura murale, alla scultura, al fumetto, alla videoarte, alla land-art, alla grafica, alla pittura, alle installazioni, alla fotografia, agli interventi urbani, alla creazione di Fanzine e di altri materiali contro-culturali che fanno molto riflettere; come i suoi manuali di destrutturazione dei mobili Ikea che ribadiscono, anche con la serigrafia e la grafica, la sua "Strategia contro il Design democratico", già espressa in altri lavori come le sue riviste autoprodotte. Viaggia molto, ma non perde mai cognizione di dove si trova. E questo non è poco.
Sabaprodaktion compone il suo Totem sul soffitto a volta del Jack Rabbit Brewpub Indipendente, dove sono visibili anche i poster di Sonny Alabama.
Bumble Bee "Hot Roots" in formazione acustica.
Al Jack Rabbit ho incontrato anche Jerry Brigante che dava man forte ai Bumblebee.
Tony Graffio: Ciao Jerry, come si chiama il vostro gruppo?
Tony Graffio: Ciao Jerry, come si chiama il vostro gruppo?
Jerry Brigante: Bumblebee "Hot Roots".
TG: Che cosa avete suonato?
JB: Pezzi propri e cover storiche blues. In realtà io li accompagno quando sono in formazione acustica, niente di particolare.
TG: Ok, Jerry, ci vediamo dopo.
Nei due poster centrali esposti al Jack Rabbit da Sonny Alabama incontriamo i nomi di DJ Bruno e DJ Nando due appassionati di musica che conosceremo presto su queste pagine in brevi interviste.
Nando Luconi è superfortunato, ha ricevuto in omaggio il supergadget taumaturgico di Tony Graffio, se lo volete anche voi richiedetemelo via email inserendo un indirizzo plausibile e farò in modo di farvelo recapitare a casa per posta.
Ho fatto un giro da Poldo per farmi un hamburger classico, mica male! Ho dato un'occhiata in giro ed ho trovato le serigrafie di Marco "50 lire" Macellari, ma di lui non c'era traccia. So che è un artista che ha studiato all'Accademia di Belle Arti di Macerata e che oltre ad essere un designer/illustratore è anche un esperto incisore. Mi sarebbe piaciuto parlargli anche per questo, ma sarà per la prossima volta. Anche lui, come tutti i ragazzi che ho incontrato qui, ama la musica, da come si può facilmente intuire osservando i suoi lavori.
I gattoni sugli schienali dei divanetti del Poldo Burger Bar fanno strani scherzi, occhio che non vi mangino qualcosa.
Grazie ragazzi, ciao Federico torneremo presto...
Si ricomincia il giro: destinazione Spaccavia!
L'ingresso del Bar Spaccavia in viale Vittoria, 61
Sui muri dello Spaccavia altri poster di Sonny Alabama & Motherfuckers; dietro il bancone: Riccardo Staffolani e Samantha Tempestini. Anche qui c'era un sacco di gente, ma aspettate di vedere quanta ce n'era al Basement Party!
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