The Gentlemens in concert at the TNT of Jesi
Arrivato a Jesi la sera del 10 marzo scorso, Sonny Alabama mi chiede di raggiungerlo al TNT dove più tardi avrebbero avuto luogo i concerti dei The Gentlemens, trio di Garage Rock, e degli One Man Bluez, il gruppo Rock Blues del cantante, chitarrista, fisarmonicista e compositore romano Davide Lipari.
Avanzando nel buio, in quella che immagino anni addietro fosse la zona industriale, finalmente trovo l'entrata della ex ASL cittadina riconvertita a Centro Sociale da un gruppo di ragazzi molto attivi. Qui incontro vari artisti che il giorno dopo avrebbero esposto le loro opere a The Basement Party, così penso che valga la pena iniziare a conoscerli ed intervistarli, in modo da portarmi un po' avanti nel mio progetto di documentazione di un evento che sta rivitalizzato la scena artistica Jesina, attirando in città presenze e cervelli (una volta tanto stanziali e non in fuga) da un'ampia zona delle Marche e dintorni.
Credo d'essere l'ospite che arriva da più lontano e questo fa di me un personaggio al quale ognuno s'approccia volentieri per raccontare la sua esperienza personale. Hanno tutti voglia di espandersi verso nuovi orizzonti e farsi conoscere fuori dal loro solito ambiente: normalmente nei centri sociali di Milano c'è sempre qualche diffidenza verso chi non si conosce perfettamente, mentre qui è diverso. Sono molto contento d'aver trovato chi mi fa da guida e mi spiega pazientemente quale siano le idee che vengono portate avanti per far crescere le coscienze di coloro che hanno avuto meno opportunità di formare una loro educazione ed il loro modo di intendere l'associazionismo. A molti piace parlare di cultura underground, ma io penso che ormai, di questi tempi, tutta la cultura che non genera un immediato ritorno economico sia da leggere come un movimento sotterraneo, spesso avversato da chi vuol gestire gli interessi finanziari di un popolo, più che la sua crescita, sia a livello di esperienze sociali che di sapere condiviso. Possiamo dire che tutta la cultura sia in qualche modo underground poiché difficilmente in una società come la nostra viene favorito il germogliare della conoscenza in vari campi e ambiti. Fa piacere osservare che in una comunità, per certi versi un po' isolata, certe cose vengano capite e funzionino meglio che in luoghi in cui, forse a causa di maggiori interessi politici ed economici, si tende a schiacciare la crescita spontanea di certe realtà e di iniziative sociali. Ho avuto solo un approccio veloce a questo ambiente, non sono assolutamente in grado di poter dire esattamente come avvengano certe dinamiche e che cosa succeda all'interno di ogni singola associazione, però l'impressione che ne riporto è molto positiva. A volte è difficile far capire le proprie intenzioni e quindi si evitano certi argomenti e poi, si sa, non tutti vedono le cose allo stesso modo. Io spesso preferisco che siano i protagonisti a parlare di ciò che fanno, piuttosto che andare a chiedere ad altre fonti o elaborare teorie improbabili. Mi piacerebbe addentrarmi maggiormente nella vita di certe persone e nell'osservazione di alcune realtà sociali, per così dire, alternative. Questa può essere una buona idea che potrebbe spingermi a fare un viaggio in Italia in questi spazi autogestiti e parlare con altri ragazzi, dei loro progetti della loro creatività e dei loro sogni.
Adesso, vi invito a leggere l'intervista con Ilaria del TNT, prossimamente riporterò di altri incontri avuti in questo spazio sociale, la notte precedente alla notte in cui s'è svolto il Basement Party. A presto, TG
Ilaria Fava il 10 marzo 2017 al TNT di Jesi
Tony Graffio: Ciao Ilaria, tu sei una portavoce di questo Centro Sociale, vuoi raccontarmi un pochino la storia di questo posto e di che cosa vi occupate?
Ilaria Fava: Il TNT di Jesi è uno spazio sociale tra i primi ad essere nati in Italia, quest'anno festeggiamo il trentennale della sua esistenza. Nasce tra il 1986 ed il 1987, prima da un collettivo e poi da un'occupazione. Siamo in questa sede, in via Gallodoro 68 ter, da cinque anni, perché l'edificio che ci ospitava prima è crollato a causa di una grande nevicata. Eravamo solo a due o trecento metri da qui, in via Politi. Lì eravamo in un capannone, prima ancora in una palazzina, siamo stai lì per diversi anni. Dal 1994 al 2000 abbiamo occupato una palazzina di tre piani dove svolgevamo le nostre attività culturali. Siccome era un po' complesso fare attività su tre diversi livelli, ci siamo spostati nel capannone attiguo che era più spazioso ed agevole per noi; però nel 2012, a seguito di un crollo causato da una pesante nevicata, ci siamo ritrovati per strada. Ha ceduto il tetto che conteneva amianto. Anche se era a norma perché ingabbiato in una struttura appositamente costruita, siamo andati via da quel posto. Non è stato possibile recuperare niente dei nostri arredamenti e delle nostre attrezzature perché l'amianto aveva contaminato tutto. Dopo di che, nel giro di due mesi e con un grande lavoro, abbiamo recuperato questo posto dove stiamo vivendo esperienze bellissime. Siamo riusciti a ripartire grazie alla solidarietà di chi ci conosce, ci è stato sempre vicino e apprezza quello che facciamo. L'altro spazio, per sua conformazione era molto adatto alle serate a tema ed ai concerti, però là non eravamo riusciti a ricavare degli uffici per le sedi delle associazioni; cosa che qui siamo riusciti a fare, dando vita anche a tante associazioni di utilità sociale.
TG: Per esempio?
IF: Abbiamo l'Associazione Ya Basta che è un'organizzazione storica con sedi in tutta Italia, ma presente qui da noi fin dal momento della sua fondazione, credo nel 1997. Ya Basta è una Onlus nata in Messico con il movimento Zapatista, attiva per la difesa della dignità dei popoli. Anche noi abbiamo lavorato tanto per il Messico, in Chiapas, nel 2001, portando in un villaggio una turbina per generare energia elettrica. Abbiamo fatto progetti per la tostatura del caffè zapatista che poi è il caffè che beviamo noi. Durante la crisi economica dell'Argentina, dal 1999 al 2002, abbiamo fatto dei progetti d'aiuto in collaborazione con i MTD (Movimientos de Tabajadores Disocupados) ed il Moviminto Piquetero. Abbiamo portato avanti altri progetti in Palestina per impiantare degli uliveti ad Haifa e commercializzarne l'olio. Ultimamente, abbiamo inviato delle carovane d'aiuti umanitari verso la Siria e la Turchia.
L'interno del TNT di Jesi. Prima dei concerti c'era ancora poco movimento. Sulla sinistra s'intravedono i banchetti con i Gig-poster di Sonny Alabama ed i disegni di Diego Bonci.
TG: Raccogliete dei fondi per queste popolazioni?
IF: Più che una raccolta di fondi, preferiamo impostare un lavoro di collaborazione con le popolazioni di quei territori, per la loro auto-organizzazione. Abbiamo fatto molti viaggi nel coso degli anni. Siamo stati un po' dappertutto.
TG: Fate anche attività sportive?
IF: Con la nuova occupazione è nata una polisportiva antirazzista che prende il nome di Akapawa, il corridore indiano d'America. Per questi popoli non era importante arrivare prima degli altri, non c'era un vincitore, solo chi si era comportato in maniera non etica era considerato un perdente. Il concetto che si può arrivare ultimi, ma se si corre bene, si è ugualmente dei vincitori ci è piaciuto molto, per questo ci siamo ispirati alla figura dell'Akapawa. Siamo partiti anche con una squadra di Cricket ed abbiamo progetti per l'integrazione dei rifugiati politici richiedenti asilo qui sul nostro territorio. Per questo siamo in contatto con il GUS. Abbiamo inoltre varie squadre di calcio e di calcetto e organizziamo tornei misti tra italiani e rifugiati. Tra i vari corsi che organizziamo, qui in palestra, ne abbiamo uno per i tessuti aerei che va molto bene, evviva!
TG: Cosa significa "tessuti aerei"?
IF: Si tratta di una ginnastica che è diventata una tecnica circense molto bella che prevede esercizi acrobatici appesi a tessuti che scendono dal soffitto. I nostri ragazzi fanno cose veramente bellissime.
Il primo concerto in programma per la serata del 10 marzo è stato quello dei The Gentlemens.
TG: Certo, ho capito. Altri corsi?
IF: Abbiamo anche Tai Chi, Muay Thai, Spada giapponese Katory Shinto Ryu! Tra i tanti corsi che organizziamo c'è anche la lingua araba, gestito dalla Commons, l'associazione che si occupa di corsi più inerenti alla didattica. Abbiamo ed abbiamo tenuto corsi di teatro, di italiano per stranieri ed arabo per arabi perché ci siamo accorti che molti arabi di seconda generazione non sanno più l'arabo, o magari non sanno scriverlo...
TG. Capisco. Per i bambini fate qualcosa?
IF: Sì, abbiamo corsi di Yoga per bambini, corsi di coreografia, un botto di cose, insomma.
TG: Tantissima roba. Siete in tanti allora.
IF: Siamo in tanti, ma se ci fossero altre 20 o 30 persone a darci una mano saremmo ancora più contenti.
TG: Fate cose molto interessanti e utili.
IF: Sì, abbiamo anche l'Ambasciata dei Diritti, un'associazione che abbiamo creato qua nelle Marche che ha diverse sedi e si occupa di migranti e della loro difesa legale. Ultimamente invece è nata la libreria Sabot (Sabot come sabotaggio, nasce dal fatto che un sandalo di legno veniva messo tra gli ingranaggi per bloccare la produzione durante la prima rivoluzione industriale) che si prepara ad avere il suo primo festival nel fine settimana tra il 31 marzo ed il primo ed il 2 aprile, con presentazione di libri, musica, degustazione dei vini biologici dei Monti Sibillini: sarà un bel festival. La nostra attività ordinaria prevede serate, dibattiti, presentazioni, spettacoli teatrali e concerti. Una volta al mese, l'associazione che fa teatro ci porta compagnie teatrali da fuori per appuntamenti di scambi culturali. Siamo pienamente vivi, sia sul territorio, dove svolgiamo attività politica a livello regionale che a livello nazionale dove siamo ben collegati con altre organizzazioni culturali.
Anche durante la serata del 10 marzo c'era una bancarella con in vendita i libri, io qui ho trovato un bellissimo fumetto della Redstar Press, di Gerry Hunt, che racconta la vita di Bobby Sands.
TG: Complimenti. Ilaria, tu che ruolo hai all'interno di questi gruppi?
IF: Abbiamo un'assemblea settimanale al lunedì per la gestione delle nostre attività; ognuno di noi si sente portato per certe cose piuttosto che altre. Durante le serate, magari mi occupo più del bar, comunque tutti insieme decidiamo su tutto quello che vogliamo fare. Dimenticavo di dirti che al martedì abbiamo anche al martedì collegato alla rete di Genuino Clandestino. Un mercato di autoproduzioni che si batte per l'autocertificazione ed uscire da tutte le normative che riguardano la produzione degli alimenti. Anche il mercato sta andando molto bene.
TG: Quanti anni hai?
IF: 22! No, 36... (ride)
Sonny Alabama ascolta Diego Bonci, mentre sta per iniziare il concerto degli One Man Bluez.
TG: Hanno mai provato a buttarvi fuori da qui? O siete abbastanza tranquilli?
IF: Qui, zitti zitti, per il momento, sembra che non ci siano grossi problemi. Voglio pensare che l'amministrazione comunale, in qualche modo, riconosca la nostra presenza come qualcosa di positivo. Non c'è nulla di ufficiale o scritto da nessuna parte, però penso che in questo silenzio sia sottointeso un minimo di riconoscimento verso le nostre attività ed il fatto che svolgiamo un lavoro socialmente utile.
TG: Grazie per avermi spiegato come funziona il vostro gruppo.
IF: Grazie a te.
La notte è davvero buia all'esterno del TNT di Jesi, cosa che rende un po' difficile trovare questo posto a chi non c'è mai stato prima.
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