domenica 23 aprile 2017

Basement Party - the Story - I tatuatori

Al Basement Party si possono incontrare anche dei bravissimi tatuatori.


Gorana Gvozdenovic e Alessandro Turcio, 33 anni, di Homeward Tattoo.

Tony Graffio: Ciao Alessandro.

Alessandro Turcio: Ciao Tony Graffio.

TG: Mi dicono che tu sia di Roma.

Alessandro Turcio: Sono di Roma, ma sono cresciuto a Jesi. Dai 20 ai 30 anni ho vissuto a Roma, ma dopo sono tornato a Jesi dove, insieme a Gorana, la mia compagna, ho aperto Homeward Tattoo, uno studio di tatuaggi. Gorana non è una tatuatrice, ma è la manager del negozio, organizza e gestisce ogni cosa. E' lei la vera anima della mia attività. Io mi limito a tatuare.

TG: Wow! Come hai iniziato a fare questa attività?

Alessandro Turcio: Ho iniziato quando ero ancora a Roma, grazie ad un amico che era già in questo mondo. Avevo già questa passione fin da giovanissimo, grazie alla musica, allo skateboard e all'essere Punk ed a vivere un'esperienza diversa da quella in cui si trovava Jesi negli anni '90.

TG: Che tipo di tatuaggi fai?

Alessandro Turcio: Mi sono specializzato in un genere tradizionale anglosassone,americano e in tutto quello che rappresenta l'Old School del tatuaggio, un tipo di disegno occidentale dell'inizio del Novecento che proviene fondamentalmente dalla Marina e dal mondo militare; anche se io sicuramente faccio poco parte di quell'ambiente. Cavalco la moda ed il revival che c'è stato in questi anni, cosa che mi piace fare senza nessuna contaminazione moderna, ma come si lavorava una volta, con pochi colori, molto nero e linee decise.

TG: Usi le macchinette elettriche?

Alessandro Turcio: Ovviamente, uso le macchinette rigorosamente a bobina. Come si fa da più di 100 anni, usando quei quattro o cinque colori che caratterizzano molto il tratto.


I disegni di Booka esposti al Basement Party

TG: Quali sono i soggetti che ti chiedono più frequentemente? O sei tu che consigli il cliente?

Alessandro Turcio: Fortunatamente, anche qua in provincia, la gente viene da me perché è interessata al mio genere e si affida ai miei consigli. Possiamo facilmente trovare delle idee consultando la nostra biblioteca che conta tantissimi libri. Fondamentalmente, proponiamo il rifacimento di vecchi disegni di tatuatori che ormai sono tutti nell'altro mondo. Portiamo avanti una tradizione, anche in modo grezzo, se vuoi, ad ogni modo i soggetti preferiti sono i velieri, le ancore, gli animali, gli animali che lottano e soprattutto le donne e le donnine. Oltre che simboli d'amore e di speranza e amuleti.

TG: Tra i tuoi clienti ci sono più uomini o donne?

Alessandro Turcio: Entrambi i sessi. Sia uomini che donne si fanno tatuare figure di donne. Io sono un po' restio a tatuare l'immagine maschile sia addosso ad un pubblico di donne che di uomini. Diciamo che gli uomini non fanno parte di certi soggetti ed icone, se non in minima parte; mentre per i soggetti femminili è diverso.

A questo punto, interviene Gorana perché, probabilmente, dalla mia espressione si capisce che non ho per niente chiaro quello che voleva dire Alessandro.

Gorana: Sia le ragazze che i ragazzi si tatuano per lo più soggetti femminili... (interrotta da Alessandro)

Alessandro Turcio: Su queste vecchie tavole di 120 anni fa ci sono per lo più donne: piratesse, gheishe, donne nude e pin up di ogni genere, non ci sono uomini. Tolta qualche piccola eccezione. Ci siamo un po' dilungati in questa cosa che è un po' difficile da spiegare, comunque tra i soggetti donne sì, uomini no. Donne bellissime e uomini molto brutti e cattivi. (ride)


Un tatuaggio effettuato da Alessandro Turcio.

TG: Partecipi alle fiere del settore? Come fai a farti conoscere?

Alessandro Turcio: Ho avuto la fortuna di lavorare con gente che sta ai massimi livelli in Italia, come Luca Mamone e Enzo Ciorba che sono due pietre miliari del tatuaggio capitolino e nazionale. Grazie a loro, fin da giovanissimo ho lavorato con grandi nomi dell'ambiente del tatuaggio nazionale e d internazionale. Con mia grande soddisfazione, nell'ultimo anno sono andato due volte in America, piuttosto che in Europa per lavorare nelle fiere. Posso dire d'aver già lavorato parecchio.


Homeward Tattoo, Jesi.

TG: A che fiere hai partecipato in America?

Alessandro Turcio: Una in Pennsylvania ed una nello stato di New York; ho lavorato a Londra Barcellona, Amsterdam... Ho partecipato a fiere un po' ovunque.

Gorana: A fine mese andremo all'Expo Tattoo a Bologna, dal 31 marzo al 2 aprile.

TG: In studio tatui solo tu?

Alessandro Turcio: Io sono il proprietario, mi affiancano tre collaboratori, più un quarto ragazzo che sta iniziando questa carriera. Tutti e cinque questa sera stiamo esponendo qui al Basement Party.


Sul braccio di Mattia un tatuaggio tipico di Booka.

TG: Vogliamo citarli?

Alessandro Turcio: Certo. C'è Alessandro Giulioni, conosciuto come Booka, è un tatuatore marchigiano che lavora in vari studi; c'è Nicola Pacetti che è uno specialista del tatuaggio geometrico e di tutto quello che richiama il mandala ed il disegno sacro buddista/induista e lo stile del dot-work, i puntini; poi c'è Ohiana Añaños, una ragazza spagnola che vive nelle Marche già da una decina d'anni e da poco è parte del rooster dello studio; infine c'è Jacopo che è una nuova promessa che speriamo inizi presto ad inchiostrare più persone possibili.

TG: Avete parecchio lavoro allora?

Alessandro Turcio: Fortunatamente sì, anche se il lavoro non è mai abbastanza. Jesi è una piccola città, ma arriva gente da fuori, anche perché sono abbastanza conosciuto e mi vengono a trovare, sia da Roma che da tutta Italia. C'è chi visita Jesi per venire a tatuarsi all'Homeward, sembra paradossale, ma è così.


Booka e Mattia in una visione psichedelica di TG

Booka è un tipo molto interessante che conosce la vita della strada e mi ha raccontato cose sconvolgenti. Per evitare problemi mi ha chiesto di spegnere la registrazione audio mentre toccava argomenti un po' scottanti; purtroppo poi mi sono dimenticato di riavviare il registratore, pertanto adesso vi racconterò quello che mi ricordo di ciò che mi ha detto in quella serata fantastica in cui ha avuto luogo una delle più belle feste in cantina.
Prima però chiedo a Mattia, un amico di Booka perché si sente la necessità d'avere delle immagini sulla propria pelle.

Tony Graffio: Perché ci si tatua?

Mattia: Perché è bello!

TG: Ti piace lo stile indiano?

Mattia: Sì, ne ho uno anche qua dietro (mostra la schiena).

TG: Booka tu che genere prediligi?

Booka: Un genere tradizionale. A parte certe storie, il significato e cose così, secondo me il tatuaggio è una cosa che si fa perché poi la persona sta meglio e si sente più bella. E' una decorazione estetica. Se vai a ricercare troppo il significato, costruire storie e cose così, poi rischi di perdere qualcosa a livello estetico. E' più d'impatto un disegno semplice che 3000 concetti elaborati. Questo è un fenomeno talmente di tendenza che c'è un boom che porterà le generazioni successive alla nostra a non tatuarsi proprio. Poi forse si ritornerà a ricercare qualcosa che attiri l'attenzione su di sé, come il piercing. Ormai, il tatuaggio, oltre a dare l'illusione di poter fare dei soldi facilmente si mischia all'arte, però questa pratica non è arte, è artigianato. Bisogna conoscere bene la tecnica, sapere usare i materiali e sapere come si fanno le cose. Adesso c'è in atto questa truffa dei social network, ognuno vuole mostrarsi attraverso delle foto, tutto appare bello quando è appena fatto. Tutto è artistico, ma il tatuaggio devi continuare ad apprezzarlo con il passare del tempo. Deve mantenersi bene. E' un po' come comprare un tavolo o un mobile, quello fatto dal falegname è molto diverso da quello che trovi all'Ikea. Nel nostro ambiente c'è una selezione naturale tra chi lo fa veramente per passione e chi lo fa per moda. Anche tra i clienti c'è chi si fa un disegno ogni tanto per farsi vedere e chi invece torna spesso perché gli piace veramente. Tanto è' un mondo dell'apparire, c'è chi non va a mangiare fuori al ristorante per andare dall'estetista... Ti arrivano certi ragazzi, i pischelli, che hanno il problema dei peli... Abbiamo proprio perso i valori.

TG: In che senso hanno il problema dei peli?

Booka: E' un problema estetico legato all'apparire e all'essere sempre perfetti, vanno dall'estetista per depilarsi.

TG: Ah!

Booka: Pensano che devi essere come in una rivista di moda, sempre perfetto...

Mattia: Io preferisco farmi un tatuaggio che una serata potente. Mi farei tanti tatuaggi, hai voglia, mi riempirei tutto il corpo.

Booka: Ma no, è  come il giardinaggio. Al sabato non sai che cosa fare e ti fai un tatuaggio...

Mattia: Ognuno si rilassa a modo suo.

Booka: Ti rilassa anche il tatuaggio, perché a livello chimico, sopportando lo sforzo del tatuaggio, quando hai finito il tuo organismo produce il doppio delle endorfine. E' un po' come andare a correre. Ci sono persone inclini a questa pratica ed altre no.

Mattia: Io mi rilasso con il tatuaggio.


Said e Kira sono i cani di Booka e queste sono le sue falangi.

Alla fine, Booka consiglia di evitare di tatuarsi sulla faccia per non incorrere in controlli troppo frequenti da parte della polizia e di altre forze armate. Tatuarsi sul volto è una cosa che ha senso solo quando non resta nessun'altra parte del corpo libera. TG

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