Leonardo Manera il 17 febbraio 2017 sul palco dello Zelig per "Il cielo è sempre più blu"
Un uomo a cinquant'anni inizia a tirare qualche conclusione sulla propria vita e sulle esperienze che ha vissuto, è normale, anche perché in molti casi ciò che è fatto è fatto e difficilmente si riesce a concludere qualcosa di più, perché ci sia avvia lentamente al declino, si perde un po' d'entusiasmo e ci si immedesima poi con i propri figli, augurandosi che loro possano vivere in modo più sereno e felice le tappe del loro destino.
Leonardo Manera non sfugge a questo schema, si guarda indietro e si rivede nelle varie fasi della propria esistenza e ci parla del suo alter ego, Leonardo Bonetti di Salò (BS). Il racconto è un lungo flashback che prende spunto da parole chiave che vengono utilizzate anche da Carlo Vanoni, perché si sa, l'arte e la sua comprensione ti possono aiutare moltissimo a capire ed a capirti. In realtà, "Il cielo è sempre più blu" è uno spettacolo sui generis: non è un monologo e nemmeno un dialogo, probabilmente si tratta di due spettacoli in uno. Due monologhi. In uno, un uomo di mezz'età ci racconta in toni agrodolci molto divertenti, cinico-comici, la sua vita ed i suoi sentimenti avvertendoci che di ogni sentimento la vita ci lascia un'immagine, come un quadro. E qui trova il legame con Vanoni, all'incirca un coetaneo di Manera che ci spiega queste immagini all'interno dei quadri in modo più freddo e ragionato.
Vanoni interpreta anch'egli se stesso e da esperto d'arte qual'è alterna un altro monologo a quello più personale e privato di Manera.
All'inizio, in questa strana staffetta lasciano un po' perplessi gli argomenti trattati da Manera che sono talmente autobiografici da risultare imbarazzanti. I temi di Vanoni appaiono piuttosto lontani dai riferimenti del primo personaggio, ma pian piano che l'atmosfera si scalda il pubblico entra totalmente in questo gioco e lo apprezza moltissimo, anche perché gli intervalli di Vanoni ti fanno riflettere su quello che hai sentito poco prima e ti danno il tempo di tirare il fiato ed uscire da quella sensazione di quasi disagio che ti porta a sapere delle gioie, delle delusioni degli errori, dei successi e di tutto ciò che di memorabile attraversa un individuo, prima da bambino, poi da adolescente ed infine come uomo maturo.
Parlare del proprio passato inevitabilmente fa pensare al giorno della propria morte, cosa che però ci può venire alla mente anche ogni momento in cui distrattamente scrutiamo l'ora indicata da un orologio.
Leonardo Manera sfiora con delicatezza questo discorso, cosa che poi ci porterà a ridere ancora più di gusto ascoltando le sue disavventure tragicomiche.
Del resto è comprensibile che qualcuno stanco di sentirsi dire che il lago è triste decida di sfuggire a questo stereotipo e si trasferisca tra Milano e Pavia.
Tutti aspiriamo ad una vita senza dolore, ma questa non è una cosa possibile, il dolore prima o poi arriva nella vita di tutti ed ecco che avere delle competenze artistiche ci aiuta ad affrontare meglio certi momenti e a darci delle risposte sensate.
La prima parola chiave per la coppia Manera-Vanoni è "Responsabilità" che dà lo spunto per introdurre un'opera di Paolo Veronese e darne una lettura storica e simbolica.
La famiglia di Dario ai piedi di Alessandro - Paolo Veronese
Altre parole chiave dello spettacolo sono: "Amore", "Attesa", "Inquietudine", "Passione", "Partecipazione", "Libertà", "Solitudine", "Denaro", "Rabbia" ed altre che ho dimenticato.
Lo spettacolo è coinvolgente ed a tratti quasi commovente; dura poco più di un'ora e mezza. Il divertimento è assicurato, anche perché dopo un quarto d'ora di pausa Vanoni e Manera riprendono con circa una mezz'ora extra di "cazzeggio" in cui vengono proposti anche un paio di video dove i milanesi interpellati si esprimono sull'arte contemporanea.
Io mi sono divertito e consiglio a tutti coloro che vogliono trascorrere quasi due ore e mezza in allegria, riflettendo sulla propria vita ed imparando qualcosa sul mondo dell'arte di non perdersi la replica di questa sera alle ore 21 allo Zelig, in viale Monza 140, a Milano.
Ovviamente, aspettando che Vanoni ci porti a Milano anche "L'arte è una caramella".
Carlo Vanoni e Leonardo Manera raccolgono gli applausi al termine dello spettacolo. Interpretazione visiva di TG.