I tempi cambiano: la discoteca della Rai di Milano ha terminato la sua funzione.
L'accadimento non è di questi giorni, ma risale allo scorso mese di maggio: la discoteca della Rai di Milano è stata rimossa, impacchettata e trasportata a Torino, dove si pensa (e si spera) che parte del patrimonio discografico della Rai potrebbe essere trasferito su file digitali. Mi dicono che la stessa sorte l'abbia subita anche la discoteca di Roma che era molto più ampia di quella di Milano, ma non ho ancora avuto modo di verificare questa informazione attraverso i giusti contatti.
La Rai è sempre molto oculata nelle scelte e nei cambiamenti tecnologici; evidentemente dopo lunghe riflessioni, qualcuno ha pensato che fosse arrivato il momento di mandare in pensione sia la resina di gommalacca dei 78 giri che il polivinilcloruro dei 45 e dei 33 giri che il policarbonato trasparente dei Compact Disc.
Effettivamente, da parecchio tempo erano scomparsi dalle regie audio degli studi della televisione giradischi e magnetofoni di vario tipo, in seguito anche minidisc e lettori CD. Attualmente, gli unici registratori per le riprese audio in dotazione ai tecnici del suono televisivi sono quelli digitali a memorie allo stato solido. In una regia audio, inserito in un rack, ho visto solo un Tascam SS R200.
Diverso il discorso per le regie degli studi radiofonici del quinto piano dove resistono ancora 3 giradischi Telefunken PS 81 DD, un Technics SL 1200 e qualche magnetofono Studer. Il Technics viene ancora utilizzato nell'ambito della trasmissione Babylon di Radiorai 2, quando i conduttori della rubrica Fruscio fanno ascoltare i dischi che si sono portati da casa al pubblico.
La discoteca in Rai faceva parte del reparto Teche, spazi dove vengono conservate pellicole, nastri magnetici e altri materiali prodotti in tanti anni di attività radio-televisiva.
Normalmente, quando un regista aveva necessità di trovare una musica adatta ad un determinato programma radiofonico, o televisivo, si consultava con un assistente musicale oppure si affidava alle competenze culturali di chi era inquadrato in questa figura professionale per scegliere il brano musicale adatto che poteva fare da sottofondo, o da colonna sonora ad un determinato prodotto audiovisivo. L'assistente musicale aveva anche il compito di compilare il borderò per l'ente che riscuoteva i diritti d'autore in vece degli artisti che avevano composto la musica utilizzata dai programmi della Rai. Da circa 3 anni a questa parte, per disposizione dell'ex Direttore Generale Luigi Gubitosi, è fatto obbligo a tutte le trasmissioni di utilizzare le musiche prodotte da Rai.com, ex Rai Trade. Questa decisione è stata presa per fare in modo che i diritti d'autore, e soprattutto di editore, che si dividono in 50 e 50 per cento, vadano poi rimborsati alla Rai stessa.
Un tempo, la Rai poteva attingere musiche dal catalogo della consociata Nuova Fonit Cetra che alla fine degli anni '90 viene ceduta alla Warner Music e quindi bisogna trovare nuove soluzioni per risparmiare sui costi da pagare alla Siae.
Magnetofoni Studer di uno studio radiofonico sopravvissuti alle demolizioni degli inizi degli anni 2000.
Per i programmi di prima serata più prestigiosi, per le trasmissioni radiofoniche in diretta o per qualsiasi altra esigenza, si poteva ricorrere alle orchestre della Rai che a Milano erano due. Una per la musica ritmica ed un'altra per la musica sinfonica a cui faceva capo anche un coro di 70 - 80 elementi (Sciolto nel 1992).
L'orchestra sinfonica era composta da 60-70 elementi, ma viene chiusa nel 1993. Anche le sedi di Roma e Napoli avevano un'orchestra sinfonica che insieme a qualche elemento proveniente da Milano vengono accorpate in un'unica orchestra a Torino con l'orchestra Rai di quel Centro di Produzione. Sembra perché in quella sede la Rai disponeva di un suo Auditorium. Anche se a Milano esisteva il teatro Dal Verme che era in qualche modo molto legato alla Rai, visto che la tv di stato aveva contribuito pesantemente, fin dal 1991, alla ristrutturazione di questo edificio.
Certe operazioni politiche sono contraddittorie e incomprensibili ai più, ma è evidente che dietro a certi sprechi, mai ben chiariti, siano stati privilegiati gli interessi di qualcuno a discapito di quelli della collettività.
L'orchestra ritmica per la musica leggera era composta da 19 elementi: 2 chitarre, 1 basso, 1 batteria, 1 vibrafono, 5 sax (di cui 2 alti, 2 tenori ed 1 baritono), 4 trombe, 4 tromboni ed 1 pianoforte. Questa orchestra viene smantellata nel 1997 circa. Alcuni elementi si oppongono a questa decisione e riescono a continuare a suonare in formazione ridotta all'interno di alcune trasmissioni televisive come quelle condotte da Paolo Limiti in quegli anni. In seguito ad alcuni musicisti verrà offerta l'opportunità di cambiare la propria mansione lavorativa e diventare consulenti musicali. Oggi a Milano sono in attività 7 persone che coprono questa funzione principalmente per monitorare che non vengano infrante le regole sui diritti d'autore, commessi abusi e per compilare i modelli DCP, ovvero le dichiarazioni da consegnare alla Siae.
Uno dei 3 Telefunken PS 81 DD rimasti alla Rai di Milano.
Per completare il discorso sui diritti da pagare per le musiche, posso aggiungere che c'era un'altra quota da tenere in considerazione che viene chiamata Diritto di Sincronizzazione. Una quota che si paga quando si utilizzano musiche d'autore in modo continuativo all'interno di film, sceneggiati o trasmissioni.
Per evitare tali spese, la Rai ricorre spesso alla stesura di un contratto con un compositore che scrive le musiche originali, delle quali la Rai sarà essa stessa editrice.
Resta il fatto che in altri paesi europei le orchestre nazionali delle televisioni pubbliche sono state considerate una ricchezza culturale da salvaguardare e promuovere. In Germania, per esempio, le orchestre sinfoniche dell'ARD-MDR sono state potenziate e sono diventate attrazioni culturali e risorse importanti per quella nazione.
Qualche titolo estratto a caso: The Music of India.
La musica delle orchestre veniva suonata in auditori dall'acustica perfetta o negli studi dove avvenivano le registrazioni e le dirette.
Praticamente, non mancava nulla e la Rai era in grado di fornire un prodotto di altissima qualità e varietà, con personale altamente specializzato e musicisti tra i più bravi a livello nazionale. In caso di necessità, si utilizzavano le musiche dei dischi che venivano riversate sui magnetofoni, o sui Betacam ed inserite nelle trasmissioni che richiedevano un accompagnamento musicale.
New Sound Milano Editing Transcription Center
Come già detto, oggi le cose sono molto cambiate, è fatto espressamente divieto di utilizzare materiale di proprietà dell'autore che non sia stato registrato dalla rai.com. Solo i direttori delle reti hanno facoltà di far derogare da queste disposizioni, ma anche loro si guardano bene dal prendersi deliberatamente certe responsabilità.
Gli assistenti musicali sono ancora la figura professionale preposta alla ricerca del materiale musicale da utilizzare che provenire da un "archivio digitale virtuale" (altre volte da un hard disk fisico) al quale solo loro hanno accesso.
Fino ad alcuni anni fa, si poteva utilizzare un distributore di musica digitale come la Sonoton, cosa non più possibile ai giorni nostri. Bella o brutta l'unica musica che si può usare, spesso alcune trasmissioni utilizzano sottofondi musicali per svariate ore, proviene tutta dalle librerie digitali di Rai.com che peraltro sono conservate all'interno di cassettine magnetiche recuperate da robottini automatizzati che poi provvedono a scaricare, digitalizzare e inviare il pezzo via intranet a chi ne fa richiesta.
Un 33 giri con varie interpretazioni di Renata Tebaldi, un soprano amatissimo in tutto il mondo.
Difficile dire quanti singoli pezzi costituissero l'archivio discografico della Rai di Milano; è tuttavia utile sapere che la discoteca era stata raccolta fin dalla nascita della radiofonia che in quel tempo, oltre che a brani dal vivo, si avvaleva dell'utilizzo dei dischi a 78 giri.
Sono riuscito a documentare parte degli scatoloni nei quali sono stati riposti i dischi che sono stati suddivisi, a grandi linee, in 78 giri, 33 giri e 45 giri.
Parlando con gli addetti del reparto, mi sono fatto l'idea che la discoteca contenesse non meno di 150'000 dischi, ma non essendo stato fatto un inventario a Milano, bisognerebbe attendere che queste informazioni ci vengano fornite dalla Rai di Torino.
Purtroppo, a più di sei mesi di distanza dalla data di spedizione non si sa ancora niente sulla sorte di questi dischi, forse perché non esiste una vera impellenza per provvedere a questo tipo di operazioni di catalogazione e trascrizione.
C'è da dire che i dischi utilizzati dalle radio e dalle televisioni sono sempre essere un'incognita. Per quanto dovrebbero essere stati trattati con cura da mani esperte, può essere che i titoli più suonati siano in condizioni di usura piuttosto accentuata, mentre altri dischi mai ascoltati, riversati o suonati potrebbero essere quasi completamente nuovi, anche se da quello che ho visto, le copertine non mi sembravano propriamente intonse.
La sala che vedete nella fotografia sottostante era il locale adibito a discoteca.
Il fatto che la pubblicità, il jazz e l'industria discografica italiana fossero di casa a Milano mi fa pensare che non doveva essere un caso se la Discoteca di Corso Sempione fosse piuttosto ben fornita e forse la prima a ricevere i dischi più nuovi ed interessanti. Non per nulla, le varie trasmissioni di propaganda discografica, come 7 Voci, Discoring e Top of the Pops venivano realizzate a Milano. TG
Gli scatoloni riempivano i corridoi del pian terreno, nonostante gran parte del materiale fosse già stato spostato. La sala della discoteca è stata ristrutturata e ripavimentata ed accoglierà a breve il nuovo telecinema 4K.