domenica 15 gennaio 2017

Arriva Nostra Signora dei migranti, la pace sia con voi.

Per oggi, 15 gennaio 2017, Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, il nostro bravo e sensibile Stefano Bacci ci ha preparato un bellissimo racconto breve che ci descrive le ansie, le sofferenze e le speranze di chi è povero e fugge dalle persecuzioni. Il tutto in poche righe; anche se non siete credenti, è una lettura sconvolgente. TG

Nostra Signora dei migranti

Ancora poco e questa maledetta traversata sarà finita. Lo spero, almeno, perché non ce la faccio più. Troppo giovane, e per di più donna, per rimanere nel mio villaggio. Io non capisco di politica, ma ogni giorno arrivavano i soldati. Ogni giorno con una divisa diversa, ma le stesse pretese, la stessa violenza. Ogni mese cambia il tiranno in carica, ma per noi che volete che cambi? Qualcuno ci disse: "C'è la possibilità di andare di là dal mare" e noi abbiamo messo il poco che avevamo in quattro sacchi, consegnato i sudati risparmi e via. Sono anche incinta. Qui è dura. Chi non ce la fa diventa zavorra e va abbandonato, ma il mare è oramai quasi alle spalle, anche se ci ringhia addosso da entrambi i lati e i suoi spruzzi ci inondano. E, come se non bastasse questo disastro, ci dicono che di là dal mare non ci vogliono. Dicono che siamo miserabili, che crediamo al Dio sbagliato, che portiamo malattie, che rubiamo il lavoro ai loro poveri, che parliamo un'altra lingua. Dicono che i pescatori e i contadini del villaggio che avevamo scelto come primo approdo si stiano ribellando. Non vogliono che ci fermiamo lì. Pare che abbiano addirittura sbarrato l'unica strada che accede al paese. Anche se siamo soprattutto donne incinte e bambini, perché gli uomini non potranno fermarsi lì, anzi proveranno ad andare più in là, dove forse c'è lavoro e dove magari passeranno inosservati, anonimi fra gli anonimi. Io tante di queste cose poi non le so, so solo che non avevo scelta. Potevo solo partire. Per me, per mio figlio in arrivo, per mio marito che è un brav'uomo, che se ne è sentite dire di tutti i colori su questa gravidanza e non ha battuto ciglio. Solo a me ha creduto, non a questi sapientoni che straparlano di cose che non capisco. Dopotutto chiedo solo un posto nel mondo per la mia creatura, chiedo che nasca e cresca sano e muoia dopo di me. Solo questo, chiedo. Ma sono tempi duri e questa vita è grama. Io lo so che non sarà sempre così, lo spero davvero. Forse non domani, ma in futuro, forse... Mille, duemila anni, forse, ma verrà il momento in cui tutto questo non avrà più ragion d'essere. Ecco, si vede l'altra sponda del mare. Finalmente è quasi fatta. A mai più rivederci, patria inospitale. Addio, Mar Rosso. Che nessuno, in futuro, debba passare lo stesso inferno che ho passato io con un figlio in arrivo. Il figlio di Maria, palestinese, sposa di Giuseppe, in fuga dal tiranno Erode, sgherro dei romani. La pace sia con voi.


Nostra Signora dei migranti.

Sui muri della città, zona Stazione Porta Genova

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