martedì 10 gennaio 2017

Stefano Zattera: parla il creatore di Earl Foureyes, il supermitico Detective Mutante

Stefano Zattera, 51 anni, illustratore, pittore e fumettista, vive nel Nord Est, insegna alla scuola del fumetto Vinc, collabora con Linus, ha pubblicato sul Corriere della Sera e scrive romanzi e racconti che traspongono la frontiera del vecchio Far West tra i Monti Berici della sua Vicenza. E' amico di Dario Arcidiacono fin dagli anni '90, quando entrambi pubblicavano su riviste come Schizzo, presso il Centro del Fumetto Andrea Pazienza, collaborando poi in altre situazioni di autoproduzione. Fa parte del circuito del fumetto indipendente underground italiano.

Earl Foureyes Mutant Detective - Prima copertina.

Tony Graffio: Ciao Stefano, dove sono adesso?

Stefano Zattera: Chi?

TG: Come chi? I venusiani dove sono? Ci hanno già invaso?

SZ: Ah, i venusiani... Beh certo, sono tra noi, chiaramente.

TG: C'è ancora chi non l'ha capito, ma la situazione è così...

SZ: Eh lo so, c'è molta disinformazione al riguardo, proprio perché preferiscono che noi non sappiamo e ci depistano.

TG: Il tuo Earl Foureyes Mutant Detective è veramente un grandissimo capolavoro, lo dico seriamente, possibile che Hollywood non si sia ancora accorta di quello che si potrebbe fare con una tua sceneggiatura? Stai facendo tradurre tutto in inglese?

SZ: Sto provvedendo...

TG: Per chi non lo conosce vogliamo dire due parole su Earl?

SZ: Earl è un detective che vive nel nostro futuro, ha 4 occhi perché è un mutante, il clima delle storie è un po' da noir anni '40, però lui vive in una società post-atomica dove tutti, come lui, sono mutanti o deformi a causa delle radiazioni. Non ci sono due persone uguali tra loro, è un mondo molto inquinato, contaminato e corrotto dove tutto è portato all'eccesso.



TG: Questo mondo che tu hai immaginato, potrebbe esistere veramente in qualche dimensione parallela alla nostra?

SZ: Tutto può essere. Per me, l'invasione sotterranea degli alieni potrebbe essere già in atto. E' una teoria affascinante che potrebbe avere risvolti reali.

TG: Penso anch'io. Tornando a Earl, quali sono le sue caratteristiche, in che cosa si distingue dagli altri mutanti?

SZ: Probabilmente è l'unico personaggio del fumetto senza macchia. Sono tutti corrotti: polizia, governanti, non è solo un mondo macilento, ma anche marcio e decadente, però lui si salva.

TG: Dov'è ambientato in Europa o in America?

SZ: In un futuro dove una grande parte viene fatta anche dalla colonizzazione della Galassia, si tratta di un impero gigantesco dove la Terra rappresenta uno dei tanti mondi dove c'è vita ed è diventata un'unica grande città. Tutti viaggiano e si muovono da un pianeta all'altro abbastanza facilmente. Ogni pianeta è come se fosse una città.

TG: Stefano, quante copie hai stampato?

SZ: Essendo una stampa digitale con un piccolo editore stampiamo un po' per volta, cento copie per edizione. Questa è la seconda ristampa. La prima stampa aveva un'altra copertina.

TG: Ok, compro tutte le copie, sono troppo intrippato in queste cose e poi, chiaramente, questa sarà la copertina più bella.

SZ: Sì, questa è più bella. Avevo fatto delle votazioni su Facebook per decidere la copertina. Tutti, o meglio, la maggior parte degli elettori avevano votato l'altra, così sono uscito prima con l'altra, ma poi con la seconda ristampa, fregandomene della democrazia. Dimostrando che la democrazia è un'opinione...

TG: Come di fatto è in questo periodo storico.

SZ: Esatto. Sono uscito così con la copertina che mi piaceva di più.

TG: Hai fatto bene.

SZ: Per la prossima ristampa tornerò all'altra, perché voglio comunque farle uscire entrambe.

TG: Bene, allora mi prenoto anche per l'altra.

SZ: Queste sono le due copertine (me le mostra).

Earl Foureyes Mutant Detective - Seconda copertina.

TG: In effetti sono belle entrambe. Torniamo alla storia, che cosa succede a Earl?

SZ: Nel primo episodio Earl si sente frustrato per non avere un caso a cui poter lavorare. In cronaca dalla gavetta il nostro detective è agli esordi, ma entriamo nel clima di queste indagini molto particolari nel caso di un tatuaggio scomparso. Un tatuaggio s'è staccato da un corpo attaccandosi ad altri corpi per trasformare quelle persone in furie omicide. Nel secondo episodio, ci accorgiamo che uno dei problemi principali di Earl è quello di pagare l'affitto ed evitare la proprietaria di casa. Nel salire le scale, incontra tutta una serie di personaggi particolari che sono i suoi vicini, questa sfilata è praticamente un pretesto per fare una carrellata tra i personaggi assurdi che popolano quel mondo.

TG: In che anni hai scritto queste storie?

SZ: La più lunga, quella di 24 tavole in cui Earl indaga a cavallo tra due realtà, è del 1999. E' rimasta inedita per parecchio tempo perché doveva uscire un libro sulla psichedelia con la AAA di Baroni e Ciani, ma poi la casa editrice ha chiuso e non se n'è fatto niente. In quell'episodio si accede ad un mondo parallelo grazie all'assunzione di droghe: il problema, come spesso accade in questi casi è quello di tornare indietro alla realtà dalla quale si è partiti.



TG: E i venusiani?

SZ: Loro li troviamo in Virus from Venus dove un virus alieno è stato diffuso dal potere per questioni elettorali...

TG: Sappiamo, sappiamo...

SZ: Però, la storia viene raccontata sottoforma di trailer cinematografico e da una vignetta all'altra si passa a lunghi balzi attraverso la narrazione che prende forma da una voce fuori campo...

TG: Di questa ne voglio 1000 copie!

SZ: La storia in questo modo non è rappresentata, ma riassunta per sommi capi.

TG: Capisco. Ma questo tuo gusto per gli anni '40, da dove arriva?

SZ: Tutto il mio immaginario pesca dagli anni '40 agli anni '60 proprio perché mi piacevano quegli anni e la pubblicità di quel periodo dove potevi trovare un'atmosfera spensierata e la famiglia felice che però conviveva con guerre, cortina di ferro, minaccia atomica e sterminio planetario. Mi piace proprio il funambolismo di questo tipo di società che si poteva vedere nei filmati di un'America ancora ingenua, ma anche subdola.

TG: Ti piacerà anche Trump allora?

SZ: E' una meraviglia! Naturalmente, in senso ironico... Beh, fa parte di un certo percorso, se vogliamo. A livello di immaginario mi piace molto, poi la realtà può essere molto diversa, però apre scenari che potrebbero darmi spunti per prossime storie.

TG: Sei tremendo Stefano!

SZ: Grazie!

TG: Ma com'è il mondo dell'autoproduzione, adesso hai un editore o fai tutto da solo?

SZ: L'autoproduzione uno la fa per passione principalmente, perché ben che vada rientri con le spese. Mi ha fatto un po' conoscere in passato; ho ancora materiale autoprodotto, però adesso sto lavorando con le case editrici perché loro ti danno maggior visibilità. Earl ed il romanzo li ho pubblicati con un piccolo editore di Vicenza, però percorrendo entrambe le strade faccio anche le fiere. A Lucca ero al BordaFest che è il festival di autoproduzione parallelo a Lucca Comics che si tiene proprio negli stessi giorni. In primavera andrò al Crack! di Roma, ma in sostanza collaboro sia con l'editoria ufficiale che con i piccoli editori e faccio autoproduzioni. Nell'insieme campo di questo facendo molte cose diverse.

TG: Prima volta a Filler?

SZ: Sì.

TG: Ti piace?

SZ: Bell'ambiente, mi sto divertendo.

TG: Come disegni? Usi le matite?

SZ: Un po' con tutto: matite, acquarelli, chine. Ho fatto anche dei quadri ad olio, ho fatto anche delle stampe su tela.

TG: Multipli?

SZ: In realtà sono delle copie uniche.

TG: Prezzi dei quadri?

SZ: Vendo pochi quadri originali perché hanno un certo costo. Un quadro di un metro per un metro lo vendo intorno ai 2200 euro. Ho il coefficiente 1.1.

TG: Ti rappresenta un gallerista?

SZ: Al momento Antonio Colombo, un gallerista di Milano, però diciamo che mi sto concentrando di più sull'editoria, quindi in realtà le gallerie le frequento poco.

TG: Vuoi salutare qualcuno?

SZ: Ciao a te e a tutti i venusiani!


Stefano Zattera a Filler WE 2016

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