sabato 14 gennaio 2017

Le nuove mirabolanti avventure di Alex Gordon, il motociclista dalle gambe di ceramica

"Se tu non calcoli che sei qui di passaggio che cosa vivi a fare?" Alessandro Gatti

Impossibile non sapere della sua esistenza o non averlo visto almeno una volta sfrecciare per le vie della città a qualsiasi ora del giorno e della notte sulla sua Honda KawaHulk verde e nera.
A Milano è un'istituzione, al pari dei "ghisa"; un'attrazione che non ha nulla da invidiare ai Navigli. E' un po' meno noto del Duomo e della Galleria Vittorio Emanuele II, ma esattamente come non si può dire d'essere stati a Milano senza aver visto certi monumenti, non si possono lasciare le mura spagnole o uscire metaforicamente dalle 6 porte sforniti di uno scatto-souvenir di uno degli street-artist più simpatici del mondo.
Un mito? Una leggenda? No, una realtà che raddoppia la sua opera ed il rischio della performance per dare un po' di gioia a chi incontra per strada.

Motogamba
 Alex (Flash) Gordon fuori dal laboratorio delle ceramiche Puzzo.

Sapevo da tempo che Alex stava preparando qualcosa di nuovo, così ero perennemente sul chi va là. Lo scorso dicembre mi chiama e ci incontriamo a Dergano. Lo intervisto per chiedergli quali motivazioni lo spingano a fare certe cose e poi ci dirigiamo in via Don Guerzoni, angolo via Caianiello, dove sta per essere colata nello stampo la prima gamba ceramica che accompagnerà la già famosissima gamba di plastica degli anni '50 che Gordon porta con sé sul portapacchi della sua moto da soma che usa spesso anche per le riprese video-cinematografiche come camera-car.

Alex Gordon
 Alex Gordon è noto anche con lo pseudonimo di Gordon Post. Notare il portachiavi-cassa da morto appeso al moschettone sul petto. Il senso della presenza di quell'oggetto nei vari accessori che utilizza il nostro amico sta nel fatto che ognuno di noi deve sempre confrontarsi con il qui-ed-ora-adesso. Cerchiamo allora di godere delle piccole cose che ci offre la vita quotidiana e non lasciamoci cogliere da ansie, tristezze o sentimenti negativi.

Un Samurai su due ruote che non trascura la cordialità e le buone maniere.

Sempre di buon umore e tranquillo Alex Gordon è un pilota attento e prudente, è uno dei pochi motociclisti con i quali mi fido a viaggiare come passeggero, anche se non riesco a capacitarmi come la sua Honda VFR 750 del 1996 riesca ancora a esprimere cavalli vapore. Tony Graffio


Alex Gordon
Life is magic. Una ragazza ha scritto questa frase intorno al bocchettone del serbatoio della KawaHulk che è un'opera d'arte collettiva sulla quale ognuno può inserire le proprie idee ed il proprio contributo creativo.

Lo stampo ed il forno che riceveranno la nuova gamba ceramica della Motogamba sono già pronti.

Qualche domanda amichevole a Alex Gordon Flash

Tony Graffio: Da quanto tempo ti porti dietro la gamba di un manichino, pardon, manniquin sulla KawaHulk?

Alex Gordon: Volevi dire sulla Honda che si crede una Kawasaki? Ho un po' perso il conto. Credo, tre o quattro anni.

TG: Io penso un po' di più...

AG: Infatti, ho perso il conto, facciamo 4 allora.

TG: Com'è nata l'idea di mettere la gamba sulla tua moto?

AG: Quattro o cinque anni fa stavo girando un film per la Maserati, mi era rimasto il castelletto di supporto dove montavo la telecamera, mi dispiaceva smontarlo perché non mi dava fastidio. Pensavo di usarlo per attaccargli le borse della spesa in caso di necessità, perché mi sembrava comodo usare quel traliccio a seconda delle mie esigenze. Poi, faccio pulizia nel garage e trovo un bellissimo manichino, una donna fantastica della quale mi ero anche innamorato, ma lei non mi ha mai corrisposto. Pensavo di buttarla via, ma ho preferito conservare qualche pezzo; mi sono ritrovato una gamba tra le mani e mi son chiesto dove la potevo mettere. L'ho legata sulla moto e da lì è nato il tormentone della moto-gamba. Ho iniziato a girare per Milano con la gamba ed adesso non vado più in giro senza di lei. Mi tiene compagnia. E' un po' un feticcio di una compagna che non mi abbandona mai; tra l'altro è una brava motociclista: d'estate non si lamenta per il caldo, d'inverno mi segue con il gelo o sotto la pioggia come se niente fosse. Ormai siamo una coppia indivisibile.

TG: Lei però un po' divisibile lo è. Mi pare che l'hai anche fatta a pezzi...

AG: Sì, diciamo che la gente poi si interroga sul perché io vado in giro così.

TG: Sai che una cosa del genere è successa anche a me? Circa 20 anni fa, eravamo ai primi di novembre, il periodo dei morti, ed io andavo a trovare un mio amico vicino a Bordeaux. Ho fatto tutto il viaggio in macchina con uno scheletro di plastica seduto dietro di me. Era di un amico che me l'aveva affidato dopo Halloween, forse eravamo un po' sbronzi... Poi, appena passato il confine con la Francia, carico un autostoppista, era un irlandese che tornava a casa sua. Era rimasto un po' perplesso per questo mio lugubre compagno di viaggio, anche perché lui si stava recando al funerale del padre...

AG: Vedi, sono cose che succedono, non è poi così strano avere compagni di viaggio immaginari. Io ormai quando mi chiedono maggiori informazioni sulla gamba dico sempre che la risposta me la devono dare i miei interlocutori. Mi sono divertito talvolta a mettere sulla gamba degli oggetti trovati per strada: tipo un vecchio imbuto di latta, un paio di racchette da sci, una gomma da motocross. Ero diventato un rebus viaggiante e la gente cercava d'interpretare la scena cui si trovava di fronte dicendo cose come: ho capito, c'è stato un incidente in montagna, perché c'è una gamba con le racchette da sci. Ed io: Giusto. Poi, l'imbuto potrebbe essere utilizzato come un megafono, quindi è una richiesta d'aiuto... Signora, ha indovinato perfettamente il significato dell'opera. In realtà, io non avevo fatto proprio niente, avevo solamente caricato degli oggetti a caso sul portapacchi.

TG: Ti prendi gioco dell'arte contemporanea? O vuoi sottolineare il fatto che ormai è tutto casuale ed incomprensibile?

AG: No, cerco di stimolare la curiosità della gente e la loro creatività, tutti possiamo inventare qualcosa.

Stefano Puzzo

Lo stampo della nuova gamba in ceramica ricalcherà le forme originali della gamba del manichino che da 4 anni accompagna Alex.

Stefano inizia a colare l'argilla semiliquida nello stampo.

TG: Gordon, vuoi dirmi che tu sei diventato uno Street-artist tuo malgrado?

AG: (Ride) Sì, perché non c'era nessuna intenzione di creare un'opera d'arte. S'è trattato di un gesto senza motivo, ma poiché la gente mi chiedeva il motivo, da lì sono diventato un artista, per chi vuol cercare una spiegazione a quello che faccio. Qualcuno invece mi capisce e mi dice grazie. E aggiunge: "Fai bene a portare un sorriso alla gente in questa città grigia!"

Dergano
Francesca, la titolare di Mamusca, il primo bar per mamme e bambini di Milano, si ferma a chiedere informazioni sul significato delle gambe che Gordon espone sulla KawaHulk. 

Il riempimento dello stampo.

TG: Ok, però adesso con questa operazione che stai portando a termine, mi sembra che tu abbia la volontà di fare coscientemente una tua creazione artistica da abbinare a colori e soggetti diversi. Vuoi parlarmene un po' meglio?

AG: Diciamo che io faccio il cineoperatore, il fotografo e anche il regista, pertanto ogni mattina mi devo inventare un film nuovo, dal punto di vista della creatività, e la gamba mi dà il motivo di fare delle performance e di creare delle opere aggiungendo e togliendo dei pezzi. Un po' ci gioco, ma è diventata anche la Gamba di Aldo, Giovanni e Giacomo. All'inizio tutti mi dicevano che la mia gamba era un Gasper.

TG: Un Gaspel?

AG: Pensa che io quel film non l'ho nemmeno visto. Sapevo della loro gamba, ma non immaginavo che ci fosse dietro un artista come Gasper (Michael Garpez è un'invenzione del film di Aldo Giovanni e Giacomo), che aveva scolpito una gamba nel legno e poi doveva consegnarla nel Sud d'Italia a qualcuno. Questa gamba in pratica è la protagonista del film che ruota intorno a vicende avventurose e comiche che si concludono con la consegna dell'arto di legno presso la villa del destinatario finale.

TG: Ma chi è questo Gasperz?

AG: Me lo chiedevo sempre anch'io... Era l'artista immaginario che aveva creato la gamba che dovevano consegnare Aldo, Giovanni e Giacomo. E tutti forse credevano che anch'io dovessi fare qualcosa del genere.

TG: Ho capito Garpez è un collega di Teomondo Scrofalo!

AG: Esatto! Come dire un artista famoso, perché tutti conoscono quel film. A dirtela tutta, l'altro giorno in Porta Volta (piazza Baiamonti) incrocio uno del trio che mi guarda come se mi volesse dire: "Cosa fai con la mia gamba?!"

Dettaglio del riempimento dello stampo.


TG: E qui dai Puzzo cosa dobbiamo fare?

AM: Voglio replicare la gamba dalla quale è iniziato tutto. Il manichino era molto vecchio e la gamba era una bella gamba slanciata, adesso non ne trovi più così.

TG: Non ci sono più le donne di una volta!

AM: No, infatti, ma soprattutto non ci sono più i manichini fatti bene. Peccato perdere questa qualità, così ho chiesto a Stefano di farmi uno stampo, adesso vado a vedere se è asciugato così che si possa formare e cuocere la prima gamba, poi vedremo che cosa m'inventerò.

TG: Hai già un'idea di base? Che tiratura vuoi fare? Che disegni? Quali significati?

AM: Siccome la gamba è nata a Milano, mi ispiro a Milano, pensando agli eventi che capitano qui. Ad esempio, adesso c'è la mostra di Hokusai, io per di più sono un po' filo-giapponese, così farò un omaggio ad Hokusai dipingendo dei soggetti con il suo stile sulla gamba. Poi, c'è una sorpresa, potrei fare una gamba-sushi. Un'altra potrebbe essere morsicata da uno squalo. Io voglio sempre dare un'emozione. Farò un'opera alla volta. Saranno dei pezzi unici. Ogni gamba verrà dipinta da un pittore a mia scelta.

Dettaglio della gamba di ceramica.

TG: Monterai le gambe sulla moto?

AG: Certo, sicuramente!

TG: Non c'è il rischio che cadano e si rompano?

AG: Ho previsto di fare una struttura protettiva di legno dove verrà inserita anche della gommapiuma. La cosa divertente è che le gambe verranno esposte per strada. Se vado al cinema lascerò la gamba fuori.

TG: E se te la rubano?

AG: Fa parte del gioco. La Street-art è così. La gamba non è sotto chiave, è tenuta insieme con gli elastici. Vedo che c'è del rispetto per l'opera: la fotografano, si avvicinano e, specialmente le ragazze, si fanno dei selphy con la gamba in primo piano, come se fosse un monumento.

Gamba Ceramica
Gordon e Stefano fanno le prime prove con la nuova gamba-ceramica appena estratta dallo stampo. Deve essere ancora cotta nel forno.

TG: A proposito di ragazze e di donne, sai che c'è chi ti considera un po' misogino per questo tuo modo di fare a pezzi i manichini femminili?

AG: No, tranquilli, io le amo le donne, le porto in giro e le mostro. Posizionare la gamba con il piede verso l'alto è come innalzare la donna verso il cielo.

TG: Quindi tu non solo vuoi sovvertire il mondo dell'arte, ma anche rivoluzionare l'immaginario femminile?

AG: Esatto, voglio ribaltare tutto. Basta con il basamento che supporta la statua. L'arte è di tutti, chiunque può fare arte, basta prendere una gamba e metterla al contrario.

Alex Gordon ha fatto anche da quadro vivente per un'opera di body painting di Guido Daniele.

TG: Hai anche intenzione di esporre in galleria?

AG: A me piace molto l'arte popolare, l'arte è di tutti, per questo la trovi in mezzo alle strade ed a me piace molto incontrare persone di tutti i tipi. Non c'è bisogno d'andare al museo, basta guardarsi in giro per vedere cose interessanti un po' dappertutto. Mi spiace, se a volte sono un po' sfuggente, perché con la moto difficilmente mi fermo in mezzo al traffico e so che chi riesce a fotografarmi è come se avesse catturato qualcosa d'importante, perché c'è mi considera un portafortuna.

La gamba di ceramica in tutto il suo splendore. Appena uscita dallo stampo è ancora un po' delicata.

TG: Hai intenzione di vendere le gambe che produrrai in questo modo?

AG: Sì, spero di riuscire a fare della beneficenza perché in fin dei conti è importante restituire quello che si ha ricevuto. Un po' come diceva D'Annunzio: "Io ho quello che ho donato". 
E ti assicuro che funziona: se tu dai qualcosa agli altri ti ritorna. In termini di pubblicità, di amicizia, o nelle azioni che ricevi. Bisogna essere generosi, anche se hai poco, bisogna dividere quello che hai con chi ha meno di te.

TG: Che filosofia segui? Buddismo? Zoroastrismo? Confucianesimo? So che sei molto attento alle pratiche orientali.

AG: Le seguo tutte e prendo il meglio da ognuna di esse. La filosofia da seguire è quella di vivere il momento; adesso sono qui con un amico, questi dieci minuti sono preziosi e me li godo.

Motogamba Alex Gordon
KawaHulk, una Honda VFR 750 che si crede una Kawasaki.

La mitica KawaHulk in prigione in compagnia di altre due ruote colpevoli di chissà quali terribili reati.

Non tutte le fiabe hanno un lieto fine; la mitica KawaHulk di Alex Gordon è stata sequestrata dai vigili mentre era in officina. A nulla sono valse le richieste del meccanico di poter riprendere almeno la motogamba dell'innocente manichino femminile degli anni '50, nulla da fare.
Riposa in pace l'instancabile Honda VFR 750 del 1994, mentre il sereno ed imperturbabile Alex ha già una degna sostituta della sua ex fedele compagna... ma questa è un'altra storia ed è ancora presto per narrarvela.


Alex Flash Gordon Body Art Body Painting
Alex Gordon pratica varie discipline orientali, la meditazione trascendentale e il motocross, qui lo vediamo in versione Hokusai, Monte Fuji.

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