Una bambina a Filler guarda un po' preoccupata i mostri di Michael Hacker
Michael Hacker, autore del divertente volantino della Winter Edition 2016, è un altro artista che ho incontrato a Filler che realizza illustrazioni su serigrafia per gig-poster, stampe d'arte, fumetti ed ultimamente anche su skateboard. Ha un tratto tipicamente underground ed un innato senso ironico.
Ha 35 anni, si è formato a Vienna, ma è nato nella parte occidentale dell'Austria, vicino al confine con la Svizzera ed il Liechtenstein, a Feldkirch, una tranquilla cittadina ad una trentina di chilometri dal lago di Costanza.
Nella sua infanzia ha sempre disegnato ed ha sempre letto fumetti ed è da queste letture che ha ricavato la sua ispirazione. Ha studiato design, grafica e pubblicità, ma ha scoperto presto d'essere più interessato all'illustrazione e di volersi cimentare in questa attività. Dal 2009 è un illustratore professionista autonomo.
Tony Graffio: Michael, come sei riuscito a trovare il tuo stile?
Michael Hacker: Il fumetto mi ha sempre influenzato, io sono cresciuto divorando fumetti, mi piace quel senso dell'umorismo e lo inserisco nel mio lavoro. Non credo che nessun artista in particolare mi abbia ispirato, mi piace di tutto, da Asterix a Robert Crumb. Il mio gusto abbraccia una gamma molto vasta di generi e di artisti.
TG: Quando hai iniziato ad occuparti di Rock poster art?
MH: Ho iniziato a fare poster per i concerti con la serigrafia nel 2007 perché un mio amico mi ha mostrato un libro intitolato Art of modern Rock che era pieno di gig-poster degli anni 1990-2000 e questo incontro mi ha fatto capire che era quello che volevo fare veramente e che mi piaceva.
TG: Per quali band hai realizzato le tue opere?
MH: Per i Melvins, per i Queens of the Stone Age, Greenday ed altri gruppi: per la maggior parte si tratta di band di musica Rock e Metal.
Una bella regina dell'età della pietra disegnata da Hacker
TG: Lavori con il computer?
MH: No, lavoro sempre con l'aerografo a inchiostro su carta, ottenendo sempre un disegno originale. A volte, quando lavoro per i gigposter coloro le parti del disegno su livelli diversi o su più fogli di carta. Solo ogni tanto coloro i miei disegni in modo digitale. In genere lavoro sempre con la penna o l'aerografo.
TG: Partecipi spesso a questi festival dell'illustrazione in giro per l'Europa?
MH: Sì, dal 2008 ogni anno vado ad Amburgo, a Flatstock, e a Barcellona da un paio d'anni. Quelli sono i maggiori eventi del nostro settore in Europa. Sono stato anche in Austria e in America, a Chicago dove però questi eventi sono impressionanti perché là hanno una lunga tradizione per i gigposter, cosa che porta ad avere più fan, più collezionisti ed ovviamente, più artisti. E' molto bello confrontarsi con il lavoro degli altri e trarre ispirazione da quello che si vede in queste occasioni, perché lì incontri veramente tutti.
TG: Collezioni opere di grafica, illustrazione e poster tu stesso?
MH: Non mi considero un collezionista, ma da quando faccio gigposter scambio molto i miei lavori con quelli degli altri artisti e così mi capita d'avere una mia collezione. Qualche volta li compro anche, ma principalmente mi piace scambiarli con gli altri.
TG: Collezioni fumetti?
MH: Non sono un collezionista ma leggo tantissimi fumetti.
TG: Crei tu le storie per i tuoi fumetti?
MH: Sì, anche se i miei sono fumetti senza parole o dialoghi. In questo modo posso mostrare il mio lavoro ad un pubblico più vasto; altrimenti dovrei scrivere nella mia lingua madre che è il tedesco. Ho fatto di recente un libro di 50 pagine, adesso sto lavorando ad un nuovo progetto.
TG: Hai un editore che pubblica i tuoi lavori?
MH: No, per la maggior parte dei lavori, mi autopubblico. Poi, cerco di venderli ai festival oppure sul mio sito. E così mi autoproduco e mi autopubblico.
TG: Credevo che in Germania o in Europa fosse più facile che da noi trovare un editore.
MH: No, non è così. Forse, la situazione lavorativa è un po' migliore che in Italia, ma anche da noi è molto difficile trovare un editore. Inoltre, le mie storie rimandano ai fumetti underground, non vengono considerate molto seriamente; non sono nemmeno graphic novel, così è difficile trovare chi le pubblichi. Forse, in Francia o in UK c'è maggior mercato per questi prodotti editoriali, ma io sono felice di autopubblicarmi.
I californiani Fu Manchu cantano spesso di Ufo, ET, flipper e skateboading.
TG: Ti piace quest'edizione di Filler?
MH: Sì, completamente. Mi piace anche Milano, ma è così nebbiosa che non ho visto gran che di questa città. Quello che ho visto però mi è piaciuto. Filler è una manifestazione fantastica che mi ha permesso di conoscere molta gente che non conoscevo e di incontrare qualche vecchio amico, come Fabio Meschini e Error Design da Bercellona, perciò è bellissimo essere qui.
TG: Grazie Michael.
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