lunedì 4 aprile 2016

Il Cabalista

L'uomo non è dove è con il corpo, ma dove pensa di essere con la mente. TG

Il Cabalista
Salomone, 61 anni, imprenditore e Cabalista

Tony Graffio è andato in Piemonte per incontrare uno studioso di Cabala ebraica: Salomone. Nome preso in prestito da un grande saggio che regnò circa 3000 anni fa nell'antica terra d'Israele, per confrontarsi con le persone con le quali egli ha a che fare e per presentarsi al pubblico di Frammenti di Cultura. Per Salomone è importante annullare il proprio ego, per questo motivo trova superfluo apparire col suo nome reale.
Era da tempo che pensavo d'introdurre un argomento che potesse rivelarsi utile ad un pubblico che ha vasti interessi, poiché io stesso fin da quando, anni fa conobbi Salomone, rimasi affascinato da un sapere che nessuno vuole divulgare e sul quale persistono molti fraintendimenti e false informazioni.
Non esistono solo le cose visibili e così che Salomone in questo dialogo ci condurrà per mano verso quei mondi paralleli che ci circondano costantemente e che molti di noi si sforzano di negare.
L'arte spesso si esprime con punte d'elevazione intellettuale, spero che questa lettura possa essere uno spunto di riflessione su questioni spirituali, anche perché la spiritualità è spesso fonte d'ispirazione all'artista che elabora pensieri ai quali vuol dare forma con la materia. Conoscere il pensiero di chi ci ha preceduto e saperlo interpretare chiaramente, anche quando esso è esposto in maniera criptica o simbolica sarà di grande utilità a chi vorrà poi approfondire questi studi in maniera individuale.

Ogni uomo è cenere. Queste ceneri aiutano l'attività del Cabalista

Tony Graffio intervista il Cabalista ai confini di un mondo sottile, ma consistente

Tony Graffio: Salomone, vorrei chiederti qualcosa che ci aiuti un po' ad introdurre l'argomento della nostra conversazione. Tu ti occupi da tanti anni di Cabala. Perché pensi che la Cabala ebraica possa interessare il nostro pubblico?

Salomone: Io ho conosciuto la Cabala 12 anni fa, quando ho iniziato a studiarla. Mi è servita molto nella vita, per essere più contento e per risolvere alcuni problemi. Penso che dovrei trasmettere agli altri quello che ho imparato, proprio per dar modo anche ad altre persone di migliorare le loro vite risolvendo i loro problemi per poter condurre una vita felice.

TG: cerchiamo di capire cos'è la Cabala. È una religione? Una filosofia? O un modo di vivere?

Salomone: La Cabala non è filosofia, non è religione, la Cabala si può usare in tutto. La Cabala è un metodo, ma non è un metodo. La Cabala è un controsenso, se dovessi spiegarla in parole povere direi che quando noi abbiamo un computer, siamo in presenza di una tastiera, un disco rigido, un monitor e di altri parti. La Cabala è il cablaggio che unisce tutto. Unisce questo mondo ad un altro mondo, unisce l'infinito con il finito, e chi più ne ha più ne metta.

TG: Salomone, ti rifaccio la domanda di prima. Una persona normale perché dovrebbe interessarsi alla Cabala?

Salomone: Intanto, le persone sono tutte normali, viste dalla parte del Divino. Una persona non è una bestia, l'uomo è pieno di dubbi ed i dubbi vanno chiariti. Sempre l'uomo deve fare chiarezza nei suoi dubbi, altrimenti resterebbe una bestia. E' interesse suo, del suo prossimo e della sua comunità evolversi andando verso l'alto, ricevere la luce divina e riportare la luce divina.

TG: Tu professi la religione ebraica?

Salomone: Io non professo nessuna religione. Se dovessi scegliere una religione ne sbaglierei 299. Io studio anche altre religioni, come il buddismo, lo sciamanesimo, l'induismo. Le religioni mi appassionano, vedo che ci sono delle verità intrinseche che le accomunano alle verità dell'ebraismo. Sicuramente, se un giorno dovessi essere giudicato quando passerò la mia vita, verrò giudicato in base ai dettami della religione ebraica. Anche se non sono ebreo.

TG: Come ti sei avvicinato al cabalismo?

Salomone: io ho una piccola impresa, ho assunto un ingegnere ebreo che mi sfotteva sempre con delle frasi fatte come: tu sei un cristiano non puoi capire; noi ebrei abbiamo più storia; abbiamo più... Allora io ho preso queste provocazioni come una sfida, se così si può dire, e mi sono avvicinato all'ebraismo. Ho studiato prima che cos'era il popolo ebreo, ho studiato la sua storia, le sue guerre. Con Flavio Giuseppe ho approfondito questo discorso; poi mi sono letto tutta la Torah, quindi ho iniziato il Talmud e poi sono andato sulla Cabala, perché la Torah, l'Antico Testamento, ha un corpo e un'anima. Il corpo è il Talmud e l'anima la Cabala.

TG: Secondo te si può prescindere dalla religione ebraica, essendo cristiani?

Salomone: No (deciso). Se uno vuol essere cristiano e comprendere ciò che ha fatto Gesù, che era un rabbino ebraico. Comprendere i suoi prodigi, i suoi miracoli, le sue parole, deve per forza conoscere l'ebraismo, altrimenti non può comprendere nulla. E' come se una persona volesse iniziare a scrivere senza conoscere l'alfabeto. Può scrivere, se un maestro gli insegna a scrivere una parola, ma non ne saprà scrivere una sua. Saprà soltanto ripetere all'infinito la parola che ha copiato.

TG: Lo studio delle dottrine ebraiche prevede un'esistenza intera. C'è tempo sufficiente per conoscere in modo adeguato tutti questi argomenti?

Salomone: Questa non è una domanda facile, il tempo nella nostra società odierna è limitato, la gente è sfruttata al massimo sul posto di lavoro, io mi ritengo fortunato perché avendo un'azienda mia posso assentarmi quando lo ritengo necessario o studiare per dei giorni interi. Le informazioni normali che arrivano alle persone che lavorano quotidianamente con fatica, per mantenere la famiglia, sono molto limitate. Ci vuole una grande predisposizione allo studio, una grande volontà e tranquillità, cose di cui purtroppo non tutti dispongono in questa società dei consumi. Società che privilegia il futile, o che promette divertimento e guadagni facili, società che ci induce spesso a tralasciare la nostra crescita spirituale. Ricordo però che il punto d'arrivo di una persona non è solo avere una maggiore spiritualità, ma è il Divino.

Il Cabalista è anche un pilota acrobatico. L'uomo coi baffi sullo sfondo era suo padre

TG: Salomone, per cortesia, potresti descrivermi una tua giornata? Cosa fai dopo che ti alzi?

Salomone: Certo, io mi alzo alle 5,30 del mattino e per prima cosa leggo un brano della Torah, di solito si tratta sempre dello stesso brano che porta prosperità a chi lavora, dove si chiede a Dio una buona riuscita del proprio lavoro. Leggo sempre quella frase, tranne che nei giorni di Shabbat, o altri giorni festivi in cui leggo altre frasi. Mi alzo e vado al bar a Gattinara, a fare colazione. Lì incontro i miei amici che sono muratori, artigiani, lavoratori dipendenti, varie persone. Molti uomini maschi e pochi uomini donne. Dopo vado nel mio ufficio, verso le 6,30-7,00, dove incomincio a studiare Cabala. Prendo i manuali, un libro di Torah, o di Mishnah che sarebbe la Bibbia orale e faccio degli esperimenti, delle mie interpretazioni, faccio il calcolo delle Gematrie. Oppure leggo altri libri, per esempio di buddismo, dove ci sono i dieci mondi, e li paragono sempre come modulo misuratore all'Albero della vita, o ad altre Ghematrieh, composizioni ebraiche e così via. Non è facile, ma è un lavoro che mi piace e mi appassiona molto, ma a volte mi fa impazzire. Molte volte mi capita d'andare in meditazione spontanea, questo fatto vuol dire che c'è qualcosa che apre una porta e passo, non dico da un mondo ad un altro, ma ad una visione dei problemi diversa, questo sì. Non si può pensare di capire tutto subito, ma col tempo, molte cose mi vengono rivelate. Ed io ringrazio per questo.

TG: Salomone, fammi capire, vuoi dire che il cabalismo è un modo diverso per vedere la realtà?

Salomone: La Cabala non è un modo diverso per vedere la realtà, perché la realtà la vedi con gli occhi. La Cabala è un'interpretazione della realtà. E' come vedere una bella persona che sta morendo di cancro: la Cabala ti fa vedere il cancro, ma ti fa vedere anche qualcos'altro. Ti fa vedere perché quella persona ha avuto il cancro. E chi gliel'ha dato e t'insegna ad interrogare quel male fatale e come guarirlo. La Cabala non spazia soltanto attraverso i 5 sensi, ma spazia con 12 sensi e vorrei dire con infiniti sensi. Quando va nei mondi paralleli la Cabala sente e vede. O meglio, non è cieca e non è sorda, perché se io dicessi vede e sente la limiterei, mentre dire che non è cieca e non è sorda vuol dire che può vedere e sentire all'infinito. Come la Shekhinah, la grazia divina.

TG: Tu mi hai detto che studi anche il buddismo. A me, da quel pochissimo che posso sapere della Cabala, sembra che qui siano riprese delle idee addirittura dei Veda e di filosofie orientali quali la reincarnazione, per esempio. Potrebbe essere che già la Cabala sia una sintesi tra varie filosofie?

Salomone: Gli ebrei dicono che la verità, da qualunque parte arrivi va accettata. Faccio solo presente una cosa, la Cabala c'è da 6000 anni. Già Abramo, Isacco e Giacobbe usavano il potere della Cabala, quindi essa era antecedente ai Veda, o al buddismo, ma ciò non vuol dire che idee più recenti non debbano essere ugualmente valide. Se si vuol vedere se un'idea è valida o meno si può studiare quello che dice la Cabala e vedere se questo può dare una risposta che effettivamente funziona. Io sono un cabalista quindi credo nella Cabala, ma credo anche che se qualcuno trovasse un valido sentiero da un'altra parte farebbe ugualmente bene a seguirlo perché forse quello, per lui, sarebbe più idoneo, più saggio o più facile.

TG: Quindi il consiglio è quello che ognuno dovrebbe seguire la propria strada?

Salomone: Certo, segui la strada che funziona bene per te.

TG: Caro Salomone, io so che per gli ebrei la loro filosofia, la loro religione, le loro conoscenze vanno tenute segretissime; come mai tu sei disponibile a divulgare cose che si riescono a capire non solo con un notevolissimo dispendio di tempo, ma anche di denaro? So che queste sono conoscenze molto difficili da reperire, è anche difficile trovare i testi e le traduzioni giuste. Perché?

Salomone: Questa è una bella domanda. Io da cristiano com'ero, mi immedesimo nei cristiani che pensano che l'ebreo sia un popolo eletto, un popolo dalla cultura molto elevata e questo è vero, per i saggi ebrei. Ma il popolo ebraico è formato da tante persone, ci sono le persone normali, ci sono le persone abbiette, ci sono le persone umili, ci sono i lavoratori, poi ci sono i maestri delle leggi, i rabbini, poi ci sono i cohen (sacerdoti). Ecco, io ritengo che gli ebrei di un certo livello che conoscono i segreti della Torah facciano bene a non rivelare a tutti queste cose perché chissà le genti che uso potrebbero farne. Anche se la Cabala è molto criptica e non ti permette di fare delle cose al di fuori della sua orbita. Tu fai le cose che la Cabala ti permette di fare nel bene. Io so le maledizioni come funzionano. So la magia come funziona, ma non funziona così per la Cabala. Quando tu tenti di fare il male a qualcuno, il male viene su di te e non va sull'altro. Quasi come dice il Buddha: “Chi vedi in me? Sono il tuo specchio. Sono te stesso”. Ecco che la Cabala rispecchia il male che tu vuoi fare e quindi è doppiamente pericolosa. L'errore che hanno fatto i cristiani all'inizio, di sbandierare a tutti certi segreti, perché Gesù sapeva i segreti della Cabala ed operava miracoli e prodigi con questa, ha fatto ottenere al cristianesimo l'inverso. La religione del Cristo non è nata bene, per 300 anni i suoi seguaci sono stati perseguitati e sono stati ammazzati. Anche oggi, di questa religione è stata fatta un'interpretazione a tutto vantaggio del potere economico e politico di questa Chiesa.

TG: Però, mi sembra che anche il popolo ebraico abbi avuto parecchi problemi e persecuzioni, oltre che ancora adesso si dibatte sulla legittimità o meno dei suoi territori, che cosa significa tutto questo? Come possiamo leggere questa situazione?

Salomone: Il popolo ebraico è un popolo, una religione ed una nazione. E' stato un popolo scelto da Dio e ci sono diversi racconti su questo fatto. Tu m'insegni che quando tu hai un figlio prediletto e questo sbaglia, tu lo punisci. Più di un altro! Quando il popolo ebraico sbaglia, la paga molto più di un altro popolo, perché gli altri popoli non sanno quello che sa il popolo ebraico. Gli altri popoli sono ignari delle leggi divine, sono ignari del volere del Padre Eterno. Mentre il popolo prediletto conosceva il volere di Dio e se ha deviato sapendo di deviare, non ha solo peccato, ma ha peccato con colpa! E Dio che è un dio molto geloso, che pretendo molto dal suo popolo, lo punisce più severamente degli altri.
Non è stata la Shoah la più grossa punizione ricevuta dal popolo ebraico, ma è stata la distruzione del primo tempio e la sua asportazione in Babilonia. Quella fu una tragedia immane per il popolo ebraico. Eppure, Dio non ha mai abbandonato gli ebrei che si sono poi ripresi creando il secondo tempio che fu anch'esso distrutto e poi c'è stata la Shoah. Gli ebrei sulla Shoah di Hitler ridono, perché riconoscono che grazie alla Shoah hanno avuto il loro stato.

Zohar e Cabalista
Un altro ritratto del Cabalista nella sua stanza. Sullo sfondo i 21 tomi che compongono lo Zohar

TG: Salomone, tu con me sei stato molto gentile, mi hai fatto entrare nella tua casa, mi hai fatto entrare nella tua stanza personale dove ho potuto vedere i 21 volumi dello Zohar (Libro dello Splendore) e tu mi hai detto che quella è un'arma micidiale che può fare qualsiasi magia. Com'è possibile?

Salomone: Questa è un'interpretazione metafisica molto profonda come campo d'addestramento della Torah. La Cabala come campo di spiegazione usa la Torah, la Torah è di Dio, se tu mi spieghi questo libro è come accendere 1000 bombe atomiche, quindi ti lascio immaginare del cosmo cosa rimane se noi facciamo qualcosa del genere. Lo Zohar è veramente molto potente ed attraverso i suoi testi è possibile manipolare le coscienze e le persone, o fare cose insensate. Io, per esempio, quando vedo dei cali in Borsa penso sempre a quegli ebrei che la comandano. Quando vedo delle evoluzioni negative nelle guerre, vedo quegli ebrei che preparano quella guerra. Quando vedo che le industrie farmaceutiche inventano l'Ebola per vendere le loro medicine, penso agli ebrei che sono padroni di quelle fabbriche di medicine. Ecco perché costoro vanno puniti molto più severamente del popolo normale, perché essi producono delle catastrofi per un tornaconto personale.

TG: Tu mi confermi che il popolo ebraico è davvero un popolo eletto e che loro sono alla guida di questo pianeta?

Salomone: Io penso che essi non siano solo alla guida di questo pianeta, io penso che siano anche alla guida del mondo futuro, del mondo a venire. Perché essendo i prediletti, diverranno sicuramente servitori di Dio. I servitori di Dio comanderanno noi che non siamo ebrei nel mondo a venire, quindi saranno molto di più, saranno i prediletti di questo mondo che avranno il dominio di tutti i mondi. Addirittura si dice in certi racconti, che certe persone, come i grandi rabbini ed i profeti, verranno premiati da Dio con mondi tutti loro da comandare. Mondi interi, o addirittura galassie. Possiamo quindi immaginare per l'Infinito, il Padre Eterno, cosa possano significare queste persone.

TG: Benissimo, però adesso, per entrare un po' più nel pratico, per capire come ci dobbiamo muovere, tu hai qualche consiglio comportamentale da darci? Capisco che sia molto difficile entrare nella conoscenza di queste filosofie e di queste pratiche, ma una persona che volesse migliorare se stessa, che percorso dovrebbe intraprendere?

Salomone: Per prima cosa, la persona dev'essere sempre contenta, allegra e felice, magari ridere spesso e passare questa voglia di vivere al suo prossimo. Il nostro prossimo non è colui che sta a 1000 km di distanza, ma nostra moglie, nostro figlio, i nostri nipoti, i nostri parenti e coloro che stanno intorno a noi. A questo proposito, c'è un detto della Cabala che recita: “Inizia a camminare e poi corri. Quando corri vai un po' più lontano”. In un altro racconto si dice che quando la Shekhinah (la presenza divina) vuol scendere sulla terra scende in un villaggio e trova un funerale, non si ferma lì, ma prosegue e va in un'altra casa dove c'è un matrimonio e sono tutti allegri e felici e lì si ferma. Questa è un po' la sintesi del discorso. La cosa importante è sempre fare le cose che funzionano. Mai farsi dire: “Devi credere. Devi fare.” No, quello che conta sono le cose che funzionano. Se le cose funzionano, le fai, sei tranquillo e sei felice, senza credere in qualche dogma stupido. Mai seguire i dogmi.

TG: Sempre sperimentare e vedere se la cosa funziona sulla propria pelle.

Salomone: Esatto.

TG: Tu che giovamenti hai ricevuto nella tua vita apprendendo questi predcetti?

Salomone: Adesso, ti voglio parlare di un segreto che però è fattibile da tutti. Quando noi desideriamo qualcosa, che sia qualcosa di vivo o di non vivo, basta dimenticare l'oggetto del nostro desiderio per ottenere quella cosa, e questo desiderio si realizza subito. E' difficilissimo dimenticare qualcosa, è come andare nello stato di non-mente, come per comunicare con le piante, come dice Osho. Se, per esempio, desideriamo una motocicletta, bisogna avere un desiderio uguale o superiore al primo; posso così pensare contemporaneamente di voler andare a pesca per pescare delle belle trote per mangiarle. A quel punto, io non voglio andare a pesca, ma voglio la motocicletta. Pensando alla pesca dimentico la motocicletta, il mo pensiero però sale in alto, va all'Infinito e viene accolto. Quello che desidero no, ma ciò che non desidero viene soddisfatto e la motocicletta mi viene data.

Il dente di una benna di una scavatrice

TG: E con l'Ego come ci regoliamo?

Salomone: L'Ego va tenuto sempre basso. Se tu vuoi conoscere una persona, o vuoi incontrare una persona che conosci, io per esempio una settimana fa ho pensato a te, e tu sei arrivato, bisogna controllare i propri pensieri. Queste cose vengono dette a tutti, ma non tutti le applicano. Il cabalista deve registrare tutto, segnare tutto, per poter poi capire quello che succede e perché. Ho ricevuto una pianta da una signora, Regina, la mamma di un mio amico, e questa pianta soffriva, stava morendo, ce l'ho lì fuori, ho saputo che la Regina aveva un tumore. Quando questa donna è morta, la pianta s'è ripresa. Se una pianta o un animale ha una comunicazione con noi, noi dobbiamo avere una comunicazione con tutte le piante e tutti gli animali, per conto suo, del Padre Eterno. Noi non siamo piante, non siamo animali: siamo uomini. Noi non abbiamo il destino degli animali: se arriva un falco li può ghermire e portarli via, per noi è diverso.

TG: Perché gli uomini sono padroni del loro destino?

Salomone: Certo, come diceva il grande Ghandi, noi possiamo dire: “Controlla i tuoi pensieri perché controllano le tue parole; controlla le tue parole perché generano le tue azioni; bada alle tue azioni perché formano il tuo carattere; bada al tuo carattere perché crea il tuo destino”.

TG: Tutto dipende da noi?

Salomone: Dipende da noi.

TG: Puoi spiegarmi meglio come dobbiamo comportarci col nostro Ego?

Salomone: Come Mosè, la Cabala insegna ad avere un Ego molto basso e ad avere un grande timore di Dio per amare Dio ed aspettare. Noi non siamo in grado di andare nel Sole e prendere il calore del Sole, allo stesso modo non siamo in grado di prendere la sapienza divina. Però se noi ci trasformiamo in contenitori, siamo in grado di accogliere la sapienza. Dobbiamo stare attenti, quando noi siamo contenitore e prendiamo la luce divina sotto forma di conoscenza poi dobbiamo restituirla, perché il Divino vede la sua luce, non la luce dell'uomo. Restituendo la sua luce, noi facciamo grande il Divino, onorandolo per quello che è, accettando la nostra condizione di uomini. In questo caso il Divino ci manda conoscenza in quantità infinita.

TG: In un continuo scambio d'energie?

Salomone: Sì è un continuo scambio d'energie.

TG: Non bisogna trattenere nulla.

Salomone: Esatto.

TG: Questo è un segreto?

Salomone: Questo è un segreto.

TG: Com'è possibile che mediamente gli ebrei siano più capaci di altri popoli a raggiungere le ricchezze economiche ed il benessere materiale?

Salomone: Effettivamente, ci sono vari modi per realizzare questi obiettivi, io ne conosco principalmente due. Seguendo le Mitzvot, ovvero i comandamenti divini succede che Dio non solo dà la luce ai suoi fedeli, ma concede loro anche il benessere. L'altra strada ha un po' la stessa base che ti ho appena detto in quanto l'ebreo è abituato al calcolo delle Ghematrie ed in questo modo conosce bene la matematica e le varie scienze. Conoscere bene le scienze e saperle applicare diligentemente significa sicuramente riuscire negli affari, nel commercio e nell'industria. Ed anche nella politica.

TG: Ci sono conoscenze che si trasmettono da padre a figlio, da generazione in generazione?

Salomone: Una volta i maestri rabbini trasmettevano effettivamente le loro conoscenze da padre a figlio. Oggi le scuole di Jeshivah (per maestri della religione ebraica) sono un po' decadute per vari motivi: economici, di importanza politica ed altri. Pensiamo che chi è iscritto alla Jeshivah e va a fare il servizio militare in Israele viene pagato il doppio. Questa non sembra essere una cosa tanto giusta. Il rabbino, a differenza del Cohen (sacerdote) ha il compito d'insegnare la Torah ed il Talmud. Solo pochi rabbini sono anche cabalisti.

TG: E' un mondo difficile?

Salomone: E' un mondo che t'impegna al punto di contraddirti e di confonderti. Maimonide ha scritto libri su questi argomenti come: “Il cammino dei perplessi”. Purtroppo a me è già capitato di perdere la testa in questi studi che non sono finiti, o quantificabili. Ognuno li assimila per quello che può, riempendosi il cervello di queste informazioni non resta più spazio per nient'altro, ma è anche vero che il cervello si amplia e si creano delle cellule cerebrali più grandi. E' anche vero però che quando la testa è colma, come tutte le altre cose, tende a scoppiare.

TG: Salomone, tu effettui i tuoi studi con molta serietà e dedizione presso un rabbino, qua in Italia, lui giustamente offre un servizio apposta per te e richiede un compenso in denaro per questo compito; volevo sapere se è difficile farsi accettare da questa cultura? C'è eventualmente la possibilità d'abbracciare la religione ebraica per chi nasce in un popolo diverso dal loro?

Salomone: Io seguo i miei studi con Nadav Crivelli che non è un rabbino, lui tiene una scuola di Cabala a Milano e tutti possono iscriversi. Il problema è che non è facile studiare ed approfondire i concetti. Per quello che riguarda l'altra domanda, ti posso dire che io credo che uno che non nasce ebreo non può sposare questa religione, perché è talmente complessa, credetemi, che anche spiegare 50 Mitzvoth ad un cristiano non sarebbe utile a fargliele capire perché sono troppo difficili e non riuscirebbe a seguire queste indicazioni. Io al rabbino Bekhor di Milano dico sempre: la tua religione è bellissima, ma io non ce la farei a diventare ebreo.

TG: Dici questo per atto di umiltà? O di autocoscienza?

Salomone: La coscienza per gli ebrei è una cosa diversa. Non so bene che esempio fare, potrei dire che se conosci bene un carro armato e devi andare in guerra con un carro armato diventi critico sul carro armato.

TG: Tu non sei ebreo, però se ti comporti bene secondo i canoni dell'ebraismo ti si aprirà il loro paradiso? Ammesso che ne abbiano uno?

Salomone: No, al contrario, io penso che l'aldilà sia uguale per tutti, non importa che religione professi, io dico però che in base a quello che fai in questa vita, di là sarai giudicato. Potresti anche reincarnarti, se non avrai completato il tuo cammino, tornare su questa Terra e vivere più vite così come dicono i buddisti, gli induisti, o Osho. Anche la Cabala è possibilista in questo senso. Sicuramente, di là ti vedrai come in uno specchio e sarai tu il giudice di te stesso. Sarai tu che giudicherai perché, pur studiando la Cabala non ti sei attenuto a certe regole che ben conoscevi. Questo è l'esame di coscienza che fanno gli ebrei. Questo giudizio non porterà alla colpevolezza o all'assoluzione, ma ad un'alternativa che ti insegni come poter agire meglio.

Strumenti per azioni spirituali

TG: A questo punto, proviamo a parlare di etica: siamo tutti esseri umani, non siamo tolle di petrolio, abbiamo dei sentimenti e degli istinti... Pensiamo al sesso, ci si può concedere d'abbandonarsi alle proprie pulsioni, tanto poi basta ravvedersi come fanno i cristiani, o bisogna fare attenzione? Come ci dobbiamo comportare secondo la Cabala, in questi casi?

Salomone: E' un argomento molto complesso e ci vorrebbero molte udienze per sviscerarlo al meglio. La Torah spiega queste cose in una determinata maniera, ovvero, il sesso va fatto con la persona che si ama e poi si sposa. Sul Talmud ci sono dei brani che descrivono il sesso come l'avvicinamento e la conoscenza di un'altra persona, naturalmente parliamo sempre di due persone di sesso diverso, perché coloro che hanno lo stesso sesso la Torah li considera malati e per questo vanno curati. Oggigiorno però questi valori sono andati un po' ad indebolirsi e pochi stanno integralmente alle direttive della Torah.

TG: Mi sembra che se un bisogno diventa molto forte sia meglio soddisfarlo, anche secondo i canoni della Torah, è così?

Salomone: Sì, però il bisogno materiale sta sotto il bisogno spirituale. Per raccontarvi qualcosa di Salomone posso dirvi che aveva 300 amanti ed 80 mogli. Io ho studiato questa cosa attentamente e l'ho riportata anche sull'albero della vita. Salomone non conquistava queste donne sessualmente, ma spiritualmente. Aveva un conoscenza così profonda dell'animo femminile che lui riusciva anche a cambiare queste donne: E' questa la soddisfazione massima: uno quando fa sesso accontenta il corpo e gli sembra anche d'accontentare lo spirito, ma quando uno pensa alla sua maestra in forma spirituale nel sesso, e qui sono bravi gli indiani a spiegare queste cose, raggiunge dei livelli sublimi, non solo di godimento del corpo, ma anche nel godimento dell'anima. Socrate diceva: se rompiamo un braccio non lo possiamo curare attraverso l'ombra che proietta sul muro. Lo stesso concetto lo possiamo trasporre nel godimento del sesso e del sesso spirituale. Stiamo parlando di sentimenti diversi.

Albero della Vita ebraismo
L'albero della vita

TG: Spiegamelo meglio per favore. Possiamo fare sesso con un/a maestro/a per soddisfare un nostro bisogno spirituale?

Salomone: Non sempre. Se sei puro di spirito sì, il sesso porta anche lo spirito a combinarsi con l'altra anima, perché le anime sono solo metà. L'altra metà della nostra anima diventa parte di un'altra persona. Sarebbe l'anima gemella. Se noi ci troviamo in questa situazione, allora sì, il sesso fisico si combina con il sesso spirituale. Quando due persone si sposano, il Talmud e la Torah insegnano a concepire dei figli. Infatti quando Dio scacciò gli umani dal paradiso terrestre disse: crescete e moltiplicatevi. Moltiplicarsi significa avere dei figli, crescere vuol dire avere un'evoluzione spirituale. Quando due persone vogliono dei figli, devono pensare al loro figlio, fin da prima di fare sesso. Il figlio viene poi concepito dalla parte femminile con il sangue, con la parte maschile con le ossa, ma l'anima ce la mette Dio. Questo è il sacramento che dice: ama i tuoi genitori, dopo potrai amare Dio. Se tu non ami i tuoi genitori con cui Dio ha fatto la società per creare te, non puoi amare neanche Dio.

TG: E' Vero che siamo fatti ad immagine di Dio?

Salomone: Non di quella fisica, ma di quella spirituale. Dio non ha un'immagine fisica. Quello che conta è il suo volere nel mondo a venire perché lì non ci sarà più fisicità.

TG: Dio potrebbe essere un'entità emotiva?

Salomone: No, Dio può entrare nelle emozioni, ma non può essere un uomo perché è infinito. Quando Mosè sul monte Sinai ha chiesto a Dio di fargli vedere la sua faccia, Dio rispose di no, altrimenti Mosè sarebbe bruciato e morto. Troppa sarebbe stata la forza, la spiritualità ed il calore provocato da questa visione, perché Dio è infinito, non può entrare nel finito, farebbe scoppiare il finito.

TG: Un uomo che uccide un suo simile e commette omicidio, può essere perdonato?

Salomone: Il Talmud parla di diversi tipi di omicidi. Ci sono gli omicidi che avvengono per caso, come potrebbe essere quello che poteva avvenire una volta quando facendo rotolare una botte piena di vino si schiacciava una persona. Questo tipo d'incidenti venivano puniti con una specie di domiciliazione coatta o esilio. Esistevano delle città prigione che non bisognava lasciare per il tempo per il quale si veniva destinati a questa forma di punizione. In quei casi, nemmeno gli eredi dell'ucciso potevano recarsi in quei luoghi e ricorrere alla vendetta, ma se l'omicida usciva da quella città, poteva essere soggetto alla vendetta. In caso d'omicidio volontario invece, si era punibili anche con la pena di morte. I tribunali di una volta erano composti da 73 persone ed un tribunale saggio dell'antico mondo ebraico condannava a morte per strozzamento una persona ogni 7 anni. Erano pertanto piuttosto cauti nell'applicare queste pene. Si può dire che fosse una giustizia misericordiosa.

TG: E nel caso della guerra? Si poteva uccidere?

Salomone: Beh, in guerra uccidevano tutto e tutti. I soldati non vengono mai giustiziati per uccidere il nemico.

TG: Lo so, ma Dio come la pensa al riguardo?

Salomone: Dio ha detto: quando andate in guerra contro i filistei non abbattete le piante da frutto. Che cosa vuol dire? Dio non parla per metafore tanto per parlare. Se dice di non abbattere gli alberi da frutta, si deve intuire che gli alberi da frutta ti daranno da mangiare. Però, si deve anche intuire che Dio non era contrario alla guerra contro i filistei. Io penso che il doppio della metà delle guerre siano ingiuste. E non lasciano al vincitore quello che credeva di prendere. Mai.

TG: Nessuno dice di essere avidi, ma ci si può approfittare di certe situazioni, o bisogna stare attenti a tutto ciò che si fa?

Salomone: Tutte le inclinazioni malvagie dell'uomo nascondono qualcosa. Se vado a Milano e vedo un bel vestito in vetrina e so che costa carissimo e che non posso permettermelo perché non ho i soldi per pagarlo quando tornerò a casa al mio paese avrò sempre in mente quel vestito. Allora lavoro di più per comprarmi quel vestito, ma bisogna vedere che cosa si nasconde dietro a volere quel vestito. L'Infinito trasmette mille messaggi all'uomo. E' vero che io posso lavorare di più, ma poi tornato a Milano posso non trovare più quel vestito in vetrina. Io però posso conservare la brama di possedere quel vestito e questo desiderio condiziona la mia vita e la mia personalità. Devo leggere il messaggio che mi dà quel vestito, o meglio, la voglia d'averlo. Voglio più soldi? Per fare che cosa? Per fare stare meglio la mia famiglia? Questo potrebbe essere il motivo. Se io riesco a cogliere quei messaggi, potrei non essere più tormentato dall'idea di avere quel vestito e la voglia di possesso scompare.

TG: Se da una parte noi cerchiamo di controllare il nostro Ego per tenere un livello basso, non ha neanche senso che vogliamo accumulare ricchezze o troppo benessere...

Salomone: La ricchezza non fa la felicità. In questa zona c'erano persone molto ricche e ci sono ancora, eppure c'è una di queste famiglie che ha avuto ben due suicidi. Abbiamo visto anche una grossa famiglia di Torino, dove un figlio s'è buttato dal ponte di un'autostrada. Avere tanti soldi e tanto potere ti condizionano al punto di volerne sempre di più, perché c'è sempre chi ne ha più di te. Anche un pugile forte troverà sempre qualcuno più forte che lo batterà. La smania di avere sempre di più non ti fa godere la tua prosperità.

TG: Ok, siamo d'accordo, io però non ho ancora capito cos'è la Cabala, ho capito che bisogna leggere il Talmud, la Torah, studiarli molto bene e che poi c'è lo Zohar. E' questo il testo della Cabala?

Salomone: Sì, anche se questo non è il primo testo della Cabala perché è stato scritto solo 1200 anni fa ed è una grossa interpretazione pratica della Torah. Dal punto di vista metafisico, spirituale, dal punto di vista divino e ti apre degli scenari infiniti. Non ti dà una soluzione, ti dice che la verità sta tra il bianco e il nero, ma tra il bianco e il nero ci sono 248 grigi.

TG: Da quando esiste la Cabala?

Salomone: Da sempre! Già Adamo conosceva la Cabala, aveva un libro di Cabala che gli è stato tolto quando è stato allontanato dal giardino terrestre, perché la Cabala parla di due creazioni: la creazione del Tohu e la creazione della Rettificazione. La creazione del Tohu è la creazione del Caos, anche perché Dio non poteva creare un mondo perfetto. Ha dovuto dire: io creo un mondo e creo un altro mondo, quello della rettificazione. Quel mondo è nato esattamente 6000 anni fa, con Adamo ed Eva. Poi, le razze si sono mischiate. Il primo mondo, quello che deriva dalle scimmie antropomorfe è il mondo del Caos, quello che spiega la scienza. La Torah spiega il mondo della rettificazione che la scienza non può spiegare.

TG: Perché c'è bisogno di correggere questo nuovo mondo?

Salomone: Il mondo della rettificazione è fatto per l'uomo che deve correggere il mondo.

TG: Dio ha creato un mondo imperfetto?

Salomone: No, l'ha creato con qualcosina da fare in più, da perfezionare, ed ha detto: tu uomo, creatura che io preferisco e che sei mio figlio, devi perfezionare questo mondo. Dimostrami quello che sai fare. E' come costruire un giocattolo ad un bambino che poi apporrà delle sue modifiche a ciò che gli abbiamo donato. Dio vuol vedere che noi gli assomigliamo e che siamo stati creati da lui. Queste sono le condizioni che lui pone per amarci. Se noi non operassimo in quel senso scadremmo ai suoi occhi. Verremmo considerati un po' come gli animali.

TG: L'ebraismo è già una religione. La Cabala cosa aggiunge?

Salomone: Le interpretazioni metafisiche, interpretazioni divine e spirituali che usano vari sistemi: una è il calcolo delle Ghematrieh. Un altro, per esempio, è la visione della luce eterna. Un altro è l'albero della vita. Poiché quello che sta nel mondo parallelo a questo non è visibile, lo spiega la matematica e la fisica quantistica. Stanno costruendo degli acceleratori di particelle per andare con i gravitoni a vedere cosa succede nei mondi paralleli, quando è già tutto scritto e risaputo ciò che troveremo. Difatti, perché ci sono tanti premi Nobel tra gli ebrei? Nonostante questo sia un popolo relativamente piccolo? Perché gli ebrei dispongono di conoscenze più complete rispetto al resto del mondo ed arrivano a scoprire certi segreti scientifici prima degli altri. Einstein lo ha dimostrato, ma anche altri scienziati hanno avuto in sogno le soluzioni ai loro problemi e le risposte alle loro domande. Tutti sogniamo di notte, ma non tutti riusciamo ad interpretare i nostri sogni e non saper interpretare un sogno vuol dire non aprire una lettera che arriva. Gli ebrei riescono ad aprire quella lettera. Anche altri potrebbero riuscirci, ma bisogna saperlo fare però.

TG: Il popolo ebraico è molto attento a ciò che non si vede ed alle altre dimensioni?

Salomone: Se li paragonassimo ad un popolo antico, potremmo dire che gli ebrei sono tutti sciamani. Maestri sciamani, non semplici sciamani. Non è un paragone che calzi, ma serve a far capire che loro sanno cosa fare, come muoversi e come fare un esame di autocoscienza e le meditazioni giuste, riuscendo ad arrivare ad un risultato.

TG: perché il popolo ebraico non fa proselitismo per la propria religione?

Salomone: E' vietato. Per gli ebrei, se tu hai la tua religione, quello è il credo che va bene per te. Non devi venire a convertirti al mio. Se tu sei musulmano e preghi il Dio Unico, va bene così. Pregalo con il tuo metodo. Non ha senso distogliere qualcuno dalla sua religione per fargliene sposare un'altra. Probabilmente non conosce nemmeno la sua, che senso avrebbe insegnargli l'ebraismo? Io ricordo che il rabbino capo di Roma Elio Toaff faceva gli esami per accogliere nuovi ebrei a questa religione. Se a sostenere l'esame si presentava un cristiano Toaff lo interrogava sul cristianesimo e riusciva a porre domande talmente difficili che costui non sapeva rispondere. A quel punto Toaff diceva, vedi, tu vuoi sposare la religione ebraica, ma come lo puoi fare, se non conosci nemmeno la tua? E lo bocciava. Ecco, perché è vietato il proselitismo. Vai con la tua religione, studia la tua religione e prega secondo la tua religione, basta. Non hai bisogno di nient'altro. Se poi vuoi studiare la Cabala, studiala. Se vuoi studiare la Torah, studiala, potrai avere tutti i benefici di un ebreo ed anche di più. Infatti, è detto che il prossimo Messia non sarà ebreo, ma sarà qualcuno che verrà dal popolo misto.

TG: E' scritto nella Torah?

Salomone: Sì.

Torah
La Torah

TG: Ebrei, cristiani e musulmani hanno tutti lo stesso Dio?

Salomone: Sì, pregano tutti lo stesso Dio Unico. Ognuno secondo la propria religione. E per gli ebrei va bene così.

TG: E da dove arrivano le inimicizie, le guerre e l'odio tra religioni diverse?

Salomone: Quando Caino uccise Abele Dio disse: guai a chi toccherà Caino perché io lo ucciderò 70 volte 7. Ed a Caino però dice: tu andrai ramingo per il mondo e gli fece una Tau rossa sulla testa perché potesse essere riconosciuto. I saggi hanno studiato queste cose per capire perché Caino abbia ucciso Abele e sono arrivati a tre motivazioni. Primo motivo: le donne. Caino voleva sposare la sorella e Abele gli avrebbe detto: no sei troppo violento, non la sposi. Così Caino uccise Abele. Un altro motivo sono le religioni, o meglio le ideologie, avere idee diverse porta a scontri ed ad uccidersi per affermare la propria ragione. Come capita anche oggi. Poi, un'altra causa di discordia deriva dal possesso di beni immobili e mobili. Se tu Caino prendi i beni mobili, io Abele prendo i beni immobili, però se tu con i tuoi beni mobili sei sui miei terreni e non andiamo d'accordo, allora scoppia la guerra.

TG: Tu riscontri d'aver migliorato la tua vita da quando hai queste conoscenze, possiamo dirlo vero? Anche nascoste?

Salomone: Sì, io ritengo che la mia vita sia migliorata di molto, ma io non penso solo a questa, penso anche ad una vita di domani, quando andrò in un altro mondo. Penso alle vite di coloro che mi stanno intorno, perché la gioia ci può essere solo se c'è da tutte le parti. Se io sono contento e felice, ma il mio prossimo è triste perché gli manca da mangiare, o perché va in guerra, o è malato, la mia felicità conta ben poco.

TG: Come sei visto da chi ti circonda? Sei considerato un uomo di altri tempi?

Salomone: Io sono un metafisico che vede le cose e mi accorgo che non è facile individuare la felicità presso gli altri, la felicità indotta. Ho notato dei cambiamenti presso mia moglie, mi sono accorto che ultimamente anche lei sta cercando di aiutare coloro che sono in difficoltà per qualche motivo. Forse, sono io che non mi accorgevo di questi suoi comportamenti che esprimeva anche prima, però sicuramente il bene agisce per qualità ed il male per quantità. Basta che io abbia una piccola candela dentro di me che la mia luce arriverà molto lontano. Se, nel cuore della notte accendiamo una candela nel deserto, la sua luce arriverà a miglia e miglia di distanza. Ma se a mezzogiorno avremo un castello buio in mezzo al deserto, chi lo vedrà?

TG: Grazie Salomone, tornerò a trovarti.

Salomone: Va bene, ti aspetterò.

Sono tornato a sentire il Cabalista per sentire il suo parere su amicizia, sesso e rapporto uomo donna, qui trovate quello che mi ha detto.

Tutti i diritti riservati


2 commenti:

  1. Affascinata e travolta da queste verità che ancora non conoscevo; Sarebbe un grande arricchimento culturale e spirituale poter ascoltare ancora Salomone.
    Ad esso auguro di portare avanti sempre e con la stessa passione questo percorso così valido!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Recentemente, ho nuovamente intervistato Salomone su altri argomenti che possono aiutare il lettore e tutte le persone ad affrontare la realtà della vita e le mille sfaccettature del mondo sensibile e del mondo materiale. Invito tutti coloro che seguono Frammenti di Cultura ed i nuovi amici che si stanno avvicinando alle tematiche spirituali a verificare in futuro queste pagine per poter conoscere meglio Salomone e capire come interpretare la propria vita e la direzione prendere per avere un'esistenza serena e sicura, lontana da dubbi e paure. TG

      Elimina