"I suoni scarni e Lo-Fi sono una caratteristica che ereditiamo, non solo dagli anni '60, ma anche da tanto Punk e Post-Punk." Paulette Du
Black Guitarra al Man Cave
Tony Graffio: Plutonium Baby, da dove avete preso il nome del vostro gruppo?
Plutonium Baby: Era il titolo di un vecchio B-movie americano che proprio quest'anno festeggia i suoi 30 anni... (conosciuto anche come Mutant Kid ndTG)
TG: Cosa succede di particolare in questo B-movie che vi ha convinto a clonarne il nome?
PB: Se poi te lo diciamo finisce che poi non lo guardi più...
TG: Beh, dimmelo lo stesso, tanto non credo la trama sia la forza del film...
PB: Succedono un sacco di cose sconclusionate...
TG: Forse, perché il film doveva essere girato in 10 giorni e invece le riprese si sono fermate solo dopo 5 giorni; dopo che il regista ha cacciato l'assistente operatore ed anche il resto della troupe, per solidarietà, ha abbandonato il set?
PB: Può essere...
TG: In sintesi, volevate dire che siamo tutti un po' sconclusionati?
PB: Tantissimo... e poi Plutonium Baby parla di un ragazzo che è stato contaminato da sostanze radioattive e diventa una sorta di super-eroe per losers...
TG: Ok, capito. Andrea invece cosa fa nei Plutonium Baby?
PB: Andrea BJ McKay è il nostro truck driver, prende il nome dal personaggio di un telefilm della fine degli anni '70 che andava in giro su un camion con una scimmietta che si chiamava Bear...
TG: Perfetto, ma lui non suona con voi?
PB: No.
TG: Fa parte della Santissima Trinità?
PB: Nemmeno.
TG: E cosa fa con voi?
PB: Niente, gli interessava venire qua con noi e noi l'abbiamo portato...
TG: Quindi è possibile associarsi alla Santissima Trinità pur non pagando i famosi 400 euro al mese richiesti da Murder Farts?
PB: Bisogna essere del giro...
TG: Insomma, ma BJ McKay cosa fa?
PDU: E' un musicista, ma anche un direttore di produzione, lavora nell'allestimento dei concerti, dal piccolo club allo Stadio Olimpico di Roma.
PB: Ed è molto bravo a caricare il furgone...
PB: Ed è molto bravo a caricare il furgone...
TG: Posso chiedergli una cosa?
PB: Certo!
TG: Andrea, ma questa Paulette Du è veramente una brava cantante?
Andrea BJ: Hai voglia! Parecchio!
TG: Non era meglio nelle Motorama?
Andrea BJ: Personalmente, penso di sì, io ero più affezionato alle Motorama...
Filippo alle tastiere & Black Guitarra sono in gabbia come belve assetate di libertà!
Dopo il concerto al Man Cave ho ascoltato il parere di Paulette Du.
Tony Graffio: Paulette, a caldo, com'è andata?
Paulette Du: Caldo, fa caldo! Benissimo, io mi sono divertita un sacco.
TG: Paulette, scusa se te lo chiedo nuovamente, ma c'è qui anche Sonny Alabama che ha la stessa curiosità: cosa vuol dire Du? E perché Paulette?
PDU: Tony, ti intervisto io, dimmelo tu perché mi chiamo Paulette Du?
TG: Facile... perché le francesi sono sexy!
Sonny Alabama: Vero. da B.B. in poi...
PDU: Io in realtà non ricordo se ti avevo spiegato il significato di Paulette o quello di Du...
TG: Paulette, scusa Paulette, ma a quest'ora e dopo qualche birra mi cogli in un momento in cui non ricordo nemmeno io come mi chiamo...
PDU: Ok, ti spiego comunque quello che non ti avevo spiegato. In realtà, non ti avevo detto perché mi chiamo Paulette, ma mi accorgo che tu hai provato a carpirmi un segreto, ma non ci sei riuscito... Quella è una cosa che non ti posso dire... però ci sei andato quasi vicino. Mi chiamo Du perché è una parola cinese che significa "sola"...
TG: Non mi sembri tanto sola, sei in un gruppo con altri due elementi.
PDU: Però siamo sempre soli...
TG: Siamo tutti soli...
PDU: E poi scusa, io nel gruppo non mi chiamo Paulette Du... Io con i Plutonium Baby sono Black Guitarra...
TG: Pazzesco, hai più identità multiple di Tony Graffio, complimenti!
PDU: E' vero, sono un po' schizofrenica... Facciamo una gara, tu quante ne hai?
TG: Ho perso il conto tempo fa...
PDU: Eh vedi, io ne ho almeno tre, anzi quattro, perché ne ho un'altra non rivelata...
TG: Eh no, allora ti batto, se contiamo anche le identità storiche ne ho più io... Di che segno sei Paulette?
PDU: Indovina?
PDU: No, ma sono sempre di un segno d'aria: Acquario.
TG: Molto bello. Io sono un puro: Ariete-Ariete...
PDU: Io sono Acquario-Pesci...
TG: Fantastico, adesso capisco tante cose... Proprio non vogliamo rivelare l'origine di Paulette?
PDU: No. E' un segreto, magari in una prossima intervista.
TG: Promesso?
PDU: Te lo spiego dopo.
TG: Va bene. Voi donne dei Pesci siete misteriose...
PDU: Acquario...
TG: A volte, l'ascendente prende il sopravvento, secondo me tu hai molte caratteristiche dei Pesci... Soddisfatta del concerto?
PDU: Sì, io mi sono divertita. Non s'è visto?
TG: Caspita se s'è visto!
PDU: E poi, suonare in una gabbia non è una cosa che accade tutti i giorni.
TG: Ti è già successo prima?
PDU: Una volta, forse... Un sacco di anni fa, con le Motorama.
TG: Com'è suonare in una gabbia?
PDU: Fantastico, perché tu devi cercare di uscire...
Filippo: Voce, sinth e chitarra dei Plutonium Baby
TG: Complimenti.
PDU: Che cosa t'è piaciuto del concerto?
TG: Io non sono un grande esperto musicale... Mi sei piaciuta tu.
PDU: Adesso l'intervista te la posso fare io? Che cosa ascolti?
TG: Io sono abbastanza Mainstream, per quello adesso frequento un po' questi ambienti, nella speranza di ascoltare gruppi che non conosco...
PDU: Ahi, ahi, ahi...
TG: Eh, lo so, mi spiace, non sono molto preparato...
PDU: E come mai? Cosa Ascolti? Tipo Rihanna?
TG: Chi?
PDU: Rihanna. Scherzo...
TG: No, mi piacciono David Bowie, i vecchi U2, il Folk ed il Rock irlandese, Van Morrison, Gary Moore, Otis Redding, Pink Floyd, Manuel Göttsching, musica un po' datata insomma... Più europea che americana...
PDU: Ah, beh, anche a me...
TG: Le mie conoscenze Underground non sono così espanse...
TG: Siouxsie... un po' di Punk, ma apprezzo di più la musica suonata bene in maniera più pulita... Il limite che trovo in molti locali, ma anche nei concerti all'aperto, è che spesso si pensa che aumentando il volume della diffusione si riescano a coprire un po' di magagne, compresi quegli "errorini" che spesso sono da imputare al tecnico del suono...
PDU: Io sono del parere che gli errori siano secondari e che il volume è un altro strumento.
TG: L'acustica del posto è fondamentale... Nel 1997 sono stato a Roskilde, in Danimarca, e lì ti posso assicurare che nonostante le condizioni atmosferiche fossero molto impegnative, ho sentito una diffusione del suono perfetta, in tutti i 14 palchi allestiti per tutti i generi musicali proposti. C'era un suono studiato nei minimi dettagli con linee di ritardo per gli altoparlanti posti ad una trentina di metri dal palco principale, insomma una vera opera ingegneristica che difficilmente capita di vedere e sentire da altre parti. Mi sarebbe piaciuto anche andare a Glastonbury, anche per questioni che riguardano mie questioni esoteriche personali, ma non ci sono mai stato. Purtroppo.
PDU: Se vuoi conoscere cose diverse dal Mainstream, io ti consiglierei di esplorare il mondo del Lo-Fi. E' quell'universo musicale che ad orecchie bisognose di suoni puliti potrebbe risultare fastidioso. In realtà non è che il suono nudo e crudo che esce dall'amplificatore. Senza filtri. Sporco, ma vero, Bassa fedeltà. A questo aggiungi una sana attitudine punk e volume.
TG: Sono andato un po' a curiosare nel mondo della musica elettronica, ci sono personaggi interessanti che sperimentano e pubblicano con etichette indipendenti anche soltanto 5-10-20 dischi per un pubblico molto di nicchia o eventi internazionali in cui ci si può incontrare, confrontarsi e conoscersi.
PDU: Ti piace l'elettronica?
TG: Mi interessa, anche se preferisco l'acustica. Oggi, voi mi siete piaciuti molto, ma questi ambienti che sparano Decibel a manetta dopo un po' mi affaticano e così mi devo allontanare per riposarmi i timpani.
PDU: Non sei abituato...
TG: Non sono abituato e voglio risvegliarmi il giorno dopo evitando che mi ronzino le orecchie.
PDU: E' anche una questione di approccio alla musica Lo-Fi che se riesci a capire ed a entrarci un attimo ti può dare delle sensazioni anche più forti.
PDU: Cos'altro vuoi sapere?
TG: Mi ritengo abbastanza soddisfatto, anche se non vuoi rivelarmi l'origine di Paulette...
PDU: Allora ti chiedo io qualcos'altro... Ho letto che tu ti definisci documentarista, spiegami che cosa intendi con questo tuo modo di proporti?
TG: Io ritengo che ci siano degli eventi interessanti che vanno esplorati, come dici tu, e che vadano anche conservati nella memoria. Molti mezzi di comunicazione si concentrano su questioni apparentemente più in vista, ma a me interessa conservare traccia anche della mia vita; di quello che ho visto di quello che ho vissuto, delle persone con le quali ho interagito e andare a rivedere questi documenti a distanza di anni. Un po' perché ho poca memoria, un po' perché magari col tempo possono emergere cose diverse o che ci possono aiutare a capirne altre. E poi, questi eventi sono anche lo specchio di situazioni sociali particolari, di ambienti, di gruppi di persone che mi sembrano speciali e con le quali mi trovo bene. Spero di avervi fatto qualche bello scatto, anche perché tu rendi molto bene in fotografia quando canti.
PDU: Dici? Io non mi sento così... Però se sei riuscito a farmi delle belle fotografie ti eleggerò mio fotografo ufficiale.
TG: Beh anche per la fotografia è come per la musica, è chi guarda o ascolta che attribuisce un valore a ciò che vede o a ciò che sente. Ognuno di noi ha emozioni diverse che gli vengono stimolate da fattori diversi. Non siamo tutti uguali. Per continuare il discorso di prima, invece, posso dirti che molte volte non ci si rende conto in tempo reale dell'eccezionalità dei momenti che si vivono e per questo cerco di documentare tutto, prima che i ricordi svaniscano come le famose lacrime nella pioggia di Blade Runner...
PDU: Mi interessava questa tua peculiarità di documentarista e di quello che osservi. Documenti eventi musicali?
TG: Un po' di tutto. Sono più interessato alle arti visive, perché io nella mia altra vita mi occupo di quello, mi sono avvicinato a certi ambienti musicali perché mediamente ho trovato persone più simpatiche in questo mondo, mentre negli ambienti fotografici e cinematografici c'è molta gente che prende tutto in modo troppo serio e anche un po' noioso. I rockers e i punk sono più divertenti. La musica è però un linguaggio abbastanza difficile per me, perché ritengo che utilizzi schemi matematici per me incomprensibili. Non so se te ne sei accorta, ma nel libro che voi avete contribuito a scrivere insieme a me non ci sono i numeri delle pagine, proprio perché voglio evitare di trasformare tutto in formule e schemi matematici.
TG: Bene, ma anche nella musica è così, dipende sempre dal tipo di approccio e la musica la si può avvicinare in molti modi. Forse l'approccio Mainstream ha il suo limite, proprio in quella perfezione del suono che tu ricerchi, un limite che ti dà una visione matematica della musica. Bisognerebbe che tu ti scostassi da quel punto di vista e vivessi la musica come un'espressione umana più istintiva. Qualcosa di viscerale che non dev'essere un calcolo matematico preciso. La musica dev'essere qualcosa che ti viene da dentro.
TG: Paulette, a me all'asilo facevano suonare il triangolo... Hai capito?
PDU: Eh, va bene anche quello...
TG: Ma no, non è vero il triangolo lo fanno suonare a chi è proprio negato...
PDU: Ma no, non vuol dire...
TG: Vuol dire, te lo assicuro... Tu cosa suonavi all'asilo?
PDU: Non mi ci hanno mandata all'asilo...
TG: Eh, vedi... per questo sei riuscita a conservare la tua spontaneità ed uno spirito più integro.
PDU: In realtà, credo che in seguito a questo sono diventata una bambina molto chiusa. Solo dopo sono diventata una ribelle.
TG: Grazie, Paulette sei stata molto disponibile e sincera. Ringrazio anche le altre tue personalità e gli altri membri dei Plutonium Baby: Filippo e Federico.
Gente del Man Cave.
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