Aver partecipato al Basement Party mi ha fatto scoprire cose nuove ed interessanti anche nella città di Jesi che probabilmente ha la stazione ferroviaria più psichedelica d'Italia.
L'occhio di Angelo sul soffitto dell'atrio della Stazione di Jesi. Opera di Allegra Corbo.
Giampo Coppa: Tony, tu non hai mai visto la stazione di Jesi?
Tony Graffio: No, non mi è ancora capitato...
Giampo Coppa: L'androne della stazione ferroviaria di Jesi è un po' insolito... E' pazzesco, è strano... Ti consiglio d'andarlo a vedere.
Tony Graffio: Giampo, sai che c'è il bene ed il male?
Giampo Coppa: Sì, si sa che c'è il bene e il male. E poi nel male c'è un po' di bene e nel bene c'è un po' di male. E' lo Yin e lo Yang...
Tony Graffio: Quindi cosa c'è alla stazione di Jesi?
Giampo Coppa: C'è questo androne dipinto in modo strano. E' bello, ma vallo a vedere!
Tony Graffio: Dentro la Stazione?
Giampo Coppa: Appena sono sceso dal treno sono entrato nell'androne ho alzato gli occhi e ho visto questo soffitto decorato in modo particolare.
Tony Graffio: Va bene andrò a vederlo.
Una volta recatomi sul posto mi accorgo che Giampo Coppa aveva proprio ragione, la Stazione di Jesi è molto particolare. E mi accorgo anche che i murales sono stati realizzati da Allegra Corbo un'artista di Ancona che per strane combinazioni era rimasta affascinata da una mia fotografia che avevo esposto alla Galleria del Cotton Club durante l'ultimo Basement Party.
Ovviamente, ho rincontrato Allegra ed ho parlato con lei del lavoro che aveva realizzato due anni prima nell'atrio della stazione.
Tony Graffio: Allegra, ho scoperto che la stazione di Jesi è un po' fuori dagli schemi, che cosa è successo?
Allegra Corbo: (Risata) Simona Cardinali ed il Comune di Jesi mi hanno invitato a fare un lavoro ispirato ad Angelo Angelucci da Todi, l'architetto che nel ha ristrutturato Palazzo Pianetti dal 1856. E' per merito suo se hanno deciso di far passare la linea ferroviaria Roma - Ancona dalla Vallata dell'Esino e quindi da Jesi, piuttosto che da Macerata che è sulla linea ferroviaria Civitanova Marche - Fabriano.
Ho ripreso tutti i disegni di Angelucci, sia quelli del Palazzo Pianetti che quelli della chiesetta della Madonna della Misericordia e della chiesa di San Marco, sempre qui a Jesi. Ho pensato un progetto pittorico che poi ho applicato all'atrio della stazione della città.
Tony Graffio: Molto bello e molto simbolico.
Allegra Cordo: "Occhio di Angelo" è un lavoro fatto sia con i colori acrilici che con la tecnica del collage; grandi porzioni di quei soggetti sono state fatte con la carta, come tutto l'iride dell'occhio centrale, così come anche altre parti di figure ad esso circostanti.
Tony Graffio: Sono stati ripresi disegni o simboli orientali?
Allegra Corbo: Sono tutte figure mitologiche trovate negli affreschi della Galleria degli Stucchi di Angelucci.
Tony Graffio: Con il tuo mural in stazione hai voluto riaffermare l'identità jesina?
Allegra Corbo: Sì, ho lavorato su quelle figure e su quelle presenti nella chiesa, poi ti manderò delle informazioni più precise*.
Tony Graffio: Qual'è stata la reazione dei cittadini di Jesi davanti al tuo mural?
Allegra Corbo: Nei dieci giorni che ho impiegato a dipingere e a realizzare la decorazione dell'atrio della stazione ho incontrato la gente che tutti i giorni si recava al lavoro al mattino e tornava a casa la sera e vedeva che noi eravamo lì a lavorare e sentivo le loro reazioni. Tutti erano felici che avevamo trasformato la stazione in un ambiente più allegro. Per loro, anche aspettare il treno era diventato un momento piacevole.
Tony Graffio: Perché hai realizzato Occhio di Angelo? E che cosa ha significato per te questo lavoro?
Allegra Corbo: Ho dipinto Occhio di Angelo perché nella vita mi piace ritrovarmi in posti che mi fanno sentire quanto sono antica. Continuando a provare la sensazione di essere dentro un ciclo che si rinnova ogni giorno, sempre quello, da sempre. Ho imparato il linguaggio e le forme di qualcuno che ha vissuto prima di me. Le figure che sono qua rimarranno per gli altri che le incontreranno nel loro cammino e nel loro respiro. Come io ho camminato e respirato i dipinti di Angelo Angelucci. Mi piacciono i racconti di uomini e santi che ti fanno capire che esistono i mostri, i draghi, mentre gli angeli ti riportano dentro la dimensione magica della natura e della geometria, ma anche nella profondità oscura delle viscere. E' quel linguaggio ricco e semplice che mi continua a dire che siamo fatti di cellule ma anche di colore e elettricità. Disegnare e dipingere è un ulteriore movimento di questo ciclo, come nascere e dormire ma anche seminare la terra, senza delirio di onnipotenza, con lo stesso Ego di quando si cammina. Aver dipinto dove passano i viaggiatori è un grande privilegio, come quello di incontrarsi per caso e di condividere una meraviglia: conoscersi.
Nota*
Proprio questa linea ferroviaria favorirà l'attività industriale e lo sviluppo economico della cittadina federiciana. Il progetto artistico sulle pareti della atrio, ripercorre e cita esteticamente gli affreschi della Chiesa San Marco e quelli delle stanze superiori di Palazzo Pianetti, riutilizzandone geometrie e colori, visioni e strutture spaziali, in una formula essenziale di ordine e caos; le architetture fredde e taglienti dell'edificio della stazione accolgono il pittoricismo mitologico di quegli affreschi, nell'elaborazione di Allegra Corbo, come estratto di quei mille simboli e cromie che si trasformano in questo percorso spazio-temporale ed esperienziale dall'architetto Angelucci all'artista Corbo, in un opera pubblica per la città di Jesi e i viaggiatori di passaggio.
I colori blu, oro, rosso, azzurro sono quelli antichi di Palazzo Pianetti e di San Marco; lo stesso blu si ritrova nelle scritte e tabelloni della Stazione FFSS e lo stesso nero degli infissi e delle porte contagia l'inserimento artistico di Allegra Corbo e diventa segno pittorico dominante.
Nella navata centrale un grande Occhio: si forma ispirandosi alle linee guida dei "tondi" di palazzo Pianetti; questo come gli altri, grandi iridi che osservano e vedono lontano. Tutto attorno, forme, simboli, archetipi, miti accolgono I viaggiatori che sostano o si muovono veloci in questo luogo-non-luogo che perde la sua freddezza e diventa quasi sacro. Occhio di Angelo racconta la visione consapevole e lungimirante di chi ricerca e studia e progetta, pur mantenendo quell'impulso vivace e vibrante, la spinta dell'arte che disegna sogni e misteri. Il mural di grandi dimensioni, prevede l'utilizzo di pitture murali, carte da collage e colore oro. L'esecuzione dell'opera ha avuto luogo nel mese di maggio, per essere pronto alla fine dello stesso mese, in concomitanza del Festival Pop Up! Arte Contemporanea nello Spazio Urbano. Allegra Corbo ha realizzato personalmente l'opera accompagnata da assistenti volontari, tecnici della RFI e sostegno tecnico dal Comune di Jesi.
La Stazione Ferroviaria di Jesi.
Una volta recatomi sul posto mi accorgo che Giampo Coppa aveva proprio ragione, la Stazione di Jesi è molto particolare. E mi accorgo anche che i murales sono stati realizzati da Allegra Corbo un'artista di Ancona che per strane combinazioni era rimasta affascinata da una mia fotografia che avevo esposto alla Galleria del Cotton Club durante l'ultimo Basement Party.
Ovviamente, ho rincontrato Allegra ed ho parlato con lei del lavoro che aveva realizzato due anni prima nell'atrio della stazione.
Ferrovia Centrale di Jesi
Allegra Corbo: (Risata) Simona Cardinali ed il Comune di Jesi mi hanno invitato a fare un lavoro ispirato ad Angelo Angelucci da Todi, l'architetto che nel ha ristrutturato Palazzo Pianetti dal 1856. E' per merito suo se hanno deciso di far passare la linea ferroviaria Roma - Ancona dalla Vallata dell'Esino e quindi da Jesi, piuttosto che da Macerata che è sulla linea ferroviaria Civitanova Marche - Fabriano.
Ho ripreso tutti i disegni di Angelucci, sia quelli del Palazzo Pianetti che quelli della chiesetta della Madonna della Misericordia e della chiesa di San Marco, sempre qui a Jesi. Ho pensato un progetto pittorico che poi ho applicato all'atrio della stazione della città.
Tony Graffio: Molto bello e molto simbolico.
Allegra Cordo: "Occhio di Angelo" è un lavoro fatto sia con i colori acrilici che con la tecnica del collage; grandi porzioni di quei soggetti sono state fatte con la carta, come tutto l'iride dell'occhio centrale, così come anche altre parti di figure ad esso circostanti.
I disegni di Allegra Corbo riprendono quelli ideati da Angelo Agelucci 160 anni fa.
Tony Graffio: Sono stati ripresi disegni o simboli orientali?
Allegra Corbo: Sono tutte figure mitologiche trovate negli affreschi della Galleria degli Stucchi di Angelucci.
Tony Graffio: Con il tuo mural in stazione hai voluto riaffermare l'identità jesina?
Allegra Corbo: Sì, ho lavorato su quelle figure e su quelle presenti nella chiesa, poi ti manderò delle informazioni più precise*.
Tony Graffio: Qual'è stata la reazione dei cittadini di Jesi davanti al tuo mural?
Allegra Corbo: Nei dieci giorni che ho impiegato a dipingere e a realizzare la decorazione dell'atrio della stazione ho incontrato la gente che tutti i giorni si recava al lavoro al mattino e tornava a casa la sera e vedeva che noi eravamo lì a lavorare e sentivo le loro reazioni. Tutti erano felici che avevamo trasformato la stazione in un ambiente più allegro. Per loro, anche aspettare il treno era diventato un momento piacevole.
Tony Graffio: Perché hai realizzato Occhio di Angelo? E che cosa ha significato per te questo lavoro?
Allegra Corbo: Ho dipinto Occhio di Angelo perché nella vita mi piace ritrovarmi in posti che mi fanno sentire quanto sono antica. Continuando a provare la sensazione di essere dentro un ciclo che si rinnova ogni giorno, sempre quello, da sempre. Ho imparato il linguaggio e le forme di qualcuno che ha vissuto prima di me. Le figure che sono qua rimarranno per gli altri che le incontreranno nel loro cammino e nel loro respiro. Come io ho camminato e respirato i dipinti di Angelo Angelucci. Mi piacciono i racconti di uomini e santi che ti fanno capire che esistono i mostri, i draghi, mentre gli angeli ti riportano dentro la dimensione magica della natura e della geometria, ma anche nella profondità oscura delle viscere. E' quel linguaggio ricco e semplice che mi continua a dire che siamo fatti di cellule ma anche di colore e elettricità. Disegnare e dipingere è un ulteriore movimento di questo ciclo, come nascere e dormire ma anche seminare la terra, senza delirio di onnipotenza, con lo stesso Ego di quando si cammina. Aver dipinto dove passano i viaggiatori è un grande privilegio, come quello di incontrarsi per caso e di condividere una meraviglia: conoscersi.
I misteriosi disegni di Angelo Angelucci riprodotti da Allegra Corbo sulle pareti dell'atrio della Stazione Ferroviaria di Jesi da Allegra Corbo, un'artista Anconetana che ha vissuto per diversi anni a Mutonia.
Nota*
Occhio di Angelo
Murales nell'atrio della stazione di Jesi dedicati ad Angelo Angelucci da Todi, architetto. Intervento a cura dell’artista Allegra Corbo. Il progetto pensato in occasione di A.A.A. eroi in città Grand Tour Cultura Marche 2014 - Crocevia di Culture del Comune di Jesi, si sviluppa attorno alla figura di Angelo Angelucci, l'architetto umbro che alla fine del 1800 fu invitato ad operare professionalmente nella città di Jesi, per gli interventi sulla Chiesa di San Marco, il tempietto della Misericordia, lo straordinario Palazzo Pianetti e nella progettazione dell'asse ferroviario Ancona-Roma passante appunto per la Valle Esina, sostenuto e preferito al tragitto passante per Macerata (alternativa scartata proprio grazie agli studi e ai calcoli di Angelucci). Proprio questa linea ferroviaria favorirà l'attività industriale e lo sviluppo economico della cittadina federiciana. Il progetto artistico sulle pareti della atrio, ripercorre e cita esteticamente gli affreschi della Chiesa San Marco e quelli delle stanze superiori di Palazzo Pianetti, riutilizzandone geometrie e colori, visioni e strutture spaziali, in una formula essenziale di ordine e caos; le architetture fredde e taglienti dell'edificio della stazione accolgono il pittoricismo mitologico di quegli affreschi, nell'elaborazione di Allegra Corbo, come estratto di quei mille simboli e cromie che si trasformano in questo percorso spazio-temporale ed esperienziale dall'architetto Angelucci all'artista Corbo, in un opera pubblica per la città di Jesi e i viaggiatori di passaggio.
I colori blu, oro, rosso, azzurro sono quelli antichi di Palazzo Pianetti e di San Marco; lo stesso blu si ritrova nelle scritte e tabelloni della Stazione FFSS e lo stesso nero degli infissi e delle porte contagia l'inserimento artistico di Allegra Corbo e diventa segno pittorico dominante.
Nella navata centrale un grande Occhio: si forma ispirandosi alle linee guida dei "tondi" di palazzo Pianetti; questo come gli altri, grandi iridi che osservano e vedono lontano. Tutto attorno, forme, simboli, archetipi, miti accolgono I viaggiatori che sostano o si muovono veloci in questo luogo-non-luogo che perde la sua freddezza e diventa quasi sacro. Occhio di Angelo racconta la visione consapevole e lungimirante di chi ricerca e studia e progetta, pur mantenendo quell'impulso vivace e vibrante, la spinta dell'arte che disegna sogni e misteri. Il mural di grandi dimensioni, prevede l'utilizzo di pitture murali, carte da collage e colore oro. L'esecuzione dell'opera ha avuto luogo nel mese di maggio, per essere pronto alla fine dello stesso mese, in concomitanza del Festival Pop Up! Arte Contemporanea nello Spazio Urbano. Allegra Corbo ha realizzato personalmente l'opera accompagnata da assistenti volontari, tecnici della RFI e sostegno tecnico dal Comune di Jesi.
Jesi ha la Stazione Ferroviaria più psichedelica d'Italia, grazie a Angelo Angelucci e Allegra Corbo e all'amministrazione cittadina.
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