martedì 28 giugno 2016

The Floating Piers: il miracolo sul Lago d’Iseo

Lago Iseo Fotografia Aldo Basili
The Floating Piers percorsi dal pubblico/opera d'arte vivente verso sera. Lago d'Iseo 2016. Fotografia di Aldo Basili.

Tony Graffio: Caro Joe, eccoti di nuovo in Italia, oramai è più il tempo che passi qui che a New York?

Joe Iannuzzi: Tony, ero a Basilea e non potevo certamente perdermi l’installazione di Christo.

TG: Secondo Sgarbi: “E' una passerella verso il nulla”, secondo Daverio:  “Una baracconata, alternativa alla sagra delle lumaca gialla”. Tu cosa ne pensi?

JI: Penso che non essendo stati chiamati in causa, da parte loro ci possa essere un po’ d’invidia. Ovviamente, Christo ha chiesto a Germano Celant di fare da curatore a questo evento molto particolare in quanto tra i due esiste un rapporto più che quarantennale. Non aveva senso affidare “The Floating Piers” ad altri critici o curatori. L’opera di Christo è davvero coinvolgente: unisce la terra con l’acqua e fa si che il fruitore diventi esso stesso parte dell’opera d’arte rendendola viva e interattiva con la sua presenza. Se cammini a piedi nudi senti il tessuto e sui bordi della passerella puoi toccare l’acqua. Questi lavori mi fanno ricordare gli anni sessanta e le installazioni/happening di quei tempi. Che bei ricordi! L’opera di Christo è al servizio della società per migliorare la comprensione di ciò che ci circonda e non solo.

TG: Questo progetto di Christo è nato nel 2014 ed è riuscito a realizzarlo nel giro di pochi anni, che ci puoi dire a tal proposito?

JI: Christo è un artista di fama internazionale che ha progettato e realizzato altri progetti sull’acqua: Over the River (ancora da fare), Sorrounded Islands, Wrapped Coast, Oceanfront, Running Fence. Tieni conto che quest’ultima installazione sul Lago d’Iseo prende spunto anche da una mai realizzata nella baia di Tokio (The Daiba Project), e una progettata per il Rio della Plata a Buenos Aires, dove non ricevettero i permessi per poterle fare. Sicuramente la mediazione della famiglia Beretta e dei politici locali ha come dire... Smosso le acque della burocrazia locale. In Italia affidandosi alle persone giuste si riescono sempre a fare miracoli. Forse, non dovrei essere io a ricordartelo, ma anche l'anno scorso l'industria bresciana è riuscita dove nessun altro è riuscito, ovvero nel portare a termine l'albero della vita di Expo, un'impresa che sembrava impossibile per le istituzioni, ma che i privati hanno saputo gestire da seri professionisti quali sono. Guarda caso ancora una volta per la realizzazione di un'opera titanica l'industria bresciana segna un altro goal a livello mondiale, più che europeo.

TG: Raccontaci dal punto di vista organizzativo che impressione hai avuto?

JI: Sicuramente organizzare un evento che richiama così tanti visitatori (circa 75'000 ogni giorno) in un luogo di solito non così affollato non è semplice. Ti racconto che io ho alloggiato in una specie di Hotel ad una stella trovato su internet dove mi hanno chiesto 150 euro per una notte, gli altri erano già tutti esauriti; non mi hanno rilasciato neanche una ricevuta ed hanno preteso il pagamento in contanti. I pullman per arrivare ad Iseo erano strapieni, dentro facevi la sauna. L’opera è ben sorvegliata: ogni 50 metri trovi del personale che osserva e poi anche gommoni con sommozzatori oltre a protezione civile, forze dell’ordine, però è stato bello vedere la cura dei particolari di questo spettacolo immerso nella natura. Il colore del tessuto utilizzato da Christo cambia a seconda delle luce e pure dove è bagnato: passi quasi dal giallo all'arancione scuro. Sembra di essere quasi su una laguna di sabbia che circonda anche l’isolotto di San Paolo.

TG: Quando hai visitato l’installazione c’era molta gente?

JI: Si davvero tanta ma il flusso era scorrevole. Molte famiglie con bambini piccoli e anche cani al seguito. Certo, a mezzogiorno ho visto entrare anche scolaresche, e in una giornata così calda probabilmente ritorneranno cotti dal sole. Ogni tanto notavi delle macchie arancione più scuro non soltanto sui bordi della passerella dove c’era l’acqua ma anche in altre zone…. Beh, immagino che quella fosse la pipì dei cani. L’opera era apprezzata anche da dei germani reali e dai cigni, vedi la natura già ha fatto propria l’opera apprezzando l’intervento artistico di Land Art.

Totale dall'alto del Lago d'Iseo Floating Piers Aldo Basili
The Floating Piers di Christo 2016 Lago d'Iseo. Totale dall'alto. Fotografia di Aldo Basili.

TG: Più che Land-Art, questa mi sembra Lake-Art... Christo iniziò con il Nouveau Réalism in Francia, cosa ci puoi dire invece del suo modo attuale d'esprimersi?

JI: Lui per sopravvivere vendeva i sui disegni: era molto bravo, poi impacchettò anche quelli con corde e cellophan, come ben sai non ci sono sponsor delle sue installazioni ma tutto viene sovvenzionato dall'artista vendendo i progetti delle opere, i suoi lavori nelle dimensioni più grosse arrivano tranquillamente a 500 mila euro. The Floating Piers è costato circa 17 milioni di euro. Ti posso dire che effettivamente la “sua” Land Art è effimera nel senso che l’installazioni non sono permanenti ma dopo due settimane viene tutto rimosso e i materiali riciclati.

TG: Che sensazioni hai avuto nel percorrere queste passerelle galleggianti?

JI: Il lago non è sempre fermo anzi si muove, hai la sensazione di essere in barca: sei cullato dal movimento delle onde e a seconda anche del ora del giorno e della notte, del clima, cambia l’esperienza. Mettere i piedi in acqua ti da refrigerio anche se non sempre gli addetti te lo consentivano. E’ un’installazione che va vista e vissuta, comunque ti posso dire che è molto apprezzata ho visto persone di tutte le nazionalità. Io stesso non ho voluto perdermi quest'evento irripetibile. Consiglio a tutti di andare a vedere a Brescia al museo di Santa Giulia la mostra “Christo and Jeanne-Claude Water Projects” (aperta fino al 18 settembre 2016) dove tramite i suoi lavori viene ripercorsa tutta la carriera dell’artista e dove puoi vedere anche dei plastici delle sue opere e una sala intera dedicata all’installazione The Floating Piers.

TG: Vedendo quante persone stanno partecipando all’evento viene da pensare che in molti ci stanno andando per poter dire: io c’ero?

JI: Sicuramente, anche questo è possibile ma pensa a come questa installazione stia attirando anche soldi con i parcheggi a pagamento; gli autobus; i collegamenti ferroviari e tutto l’indotto costituito da hotel, ristorazione, gadget e quant'altro. Ecco vedi, l’arte crea ricchezza per tutti.

TG: Ti sei ritagliato un pezzetto del telo arancione della passerella da portarti a casa come souvenir?

JI: Ci ho pensato, ma non mi sembrava il caso, anche perché conosco personalmente l'artista. Ad ogni modo nella mia Art Gallery conservo diversi bozzetti delle sue opere. Ho sentito dire che il primo giorno d'apertura dell'istallazione ti regalavano un pezzettino di stoffa arancione, in seguito per gli stessi souvenir bisognava pagare.

TG: Non sei nemmeno passato a salutare Christo all'Hotel Iseo Lago?

JI: Avrei dovuto incontrarlo l'altra sera a cena, ma a causa del mal tempo in arrivo ci sono stati dei cambiamenti di programma ed ho preferito non disturbarlo. Probabilmente, ci rivedremo a Natale a New York...

Il lago d'Iseo acque calme sotto le Floating Piers le passerelle di Christo
The Floating Piers di Christo 2016 Lago d'Iseo. Fotografia di Aldo Basili.

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