The Floating Piers percorsi dal pubblico/opera d'arte vivente verso sera. Lago d'Iseo 2016. Fotografia di Aldo Basili.
Tony
Graffio: Caro Joe, eccoti di nuovo in Italia, oramai è più il tempo
che passi qui che a New York?
Joe
Iannuzzi: Tony, ero a Basilea e non potevo certamente perdermi
l’installazione di Christo.
TG:
Secondo Sgarbi: “E' una passerella verso il nulla”, secondo
Daverio: “Una baracconata, alternativa alla sagra delle lumaca
gialla”. Tu cosa ne pensi?
JI:
Penso che non essendo stati chiamati in causa, da parte loro ci possa
essere un po’ d’invidia. Ovviamente, Christo ha chiesto a Germano
Celant di fare da curatore a questo evento molto particolare in
quanto tra i due esiste un rapporto più che quarantennale. Non
aveva senso affidare “The Floating Piers” ad altri critici o
curatori. L’opera di Christo è davvero coinvolgente: unisce la
terra con l’acqua e fa si che il fruitore diventi esso stesso parte
dell’opera d’arte rendendola viva e interattiva con la sua
presenza. Se cammini a piedi nudi senti il tessuto e sui bordi della
passerella puoi toccare l’acqua. Questi lavori mi fanno ricordare
gli anni sessanta e le installazioni/happening di quei tempi. Che bei ricordi! L’opera di Christo è al servizio della società per
migliorare la comprensione di ciò che ci circonda e non solo.
TG:
Questo progetto di Christo è nato nel 2014 ed è riuscito a
realizzarlo nel giro di pochi anni, che ci puoi dire a tal proposito?
JI: Christo è un artista di fama internazionale che ha progettato e
realizzato altri progetti sull’acqua: Over the River (ancora da
fare), Sorrounded Islands, Wrapped Coast, Oceanfront, Running Fence.
Tieni conto che quest’ultima installazione sul Lago d’Iseo
prende spunto anche da una mai realizzata nella baia di Tokio (The
Daiba Project), e una progettata per il Rio della Plata a Buenos
Aires, dove non ricevettero i permessi per poterle fare. Sicuramente
la mediazione della famiglia Beretta e dei politici locali ha come
dire... Smosso le acque della burocrazia locale. In Italia
affidandosi alle persone giuste si riescono sempre a fare miracoli.
Forse, non dovrei essere io a ricordartelo, ma anche l'anno scorso
l'industria bresciana è riuscita dove nessun altro è riuscito,
ovvero nel portare a termine l'albero della vita di Expo, un'impresa
che sembrava impossibile per le istituzioni, ma che i privati hanno
saputo gestire da seri professionisti quali sono. Guarda caso ancora
una volta per la realizzazione di un'opera titanica l'industria
bresciana segna un altro goal a livello mondiale, più che europeo.
TG:
Raccontaci dal punto di vista organizzativo che impressione hai
avuto?
JI:
Sicuramente organizzare un evento che richiama così tanti visitatori
(circa 75'000 ogni giorno) in un luogo di solito non così affollato
non è semplice. Ti racconto che io ho alloggiato in una specie di
Hotel ad una stella trovato su internet dove mi hanno chiesto 150
euro per una notte, gli altri erano già tutti esauriti; non mi hanno
rilasciato neanche una ricevuta ed hanno preteso il pagamento in
contanti. I pullman per arrivare ad Iseo erano strapieni, dentro
facevi la sauna. L’opera è ben sorvegliata: ogni 50 metri trovi
del personale che osserva e poi anche gommoni con sommozzatori oltre
a protezione civile, forze dell’ordine, però è stato bello vedere
la cura dei particolari di questo spettacolo immerso nella natura. Il
colore del tessuto utilizzato da Christo cambia a seconda delle luce
e pure dove è bagnato: passi quasi dal giallo all'arancione scuro.
Sembra di essere quasi su una laguna di sabbia che circonda anche
l’isolotto di San Paolo.
TG:
Quando hai visitato l’installazione c’era molta gente?
JI:
Si davvero tanta ma il flusso era scorrevole. Molte famiglie con
bambini piccoli e anche cani al seguito. Certo, a mezzogiorno ho
visto entrare anche scolaresche, e in una giornata così calda
probabilmente ritorneranno cotti dal sole. Ogni tanto notavi delle
macchie arancione più scuro non soltanto sui bordi della passerella
dove c’era l’acqua ma anche in altre zone…. Beh, immagino che
quella fosse la pipì dei cani. L’opera era apprezzata anche da dei
germani reali e dai cigni, vedi la natura già ha fatto propria
l’opera apprezzando l’intervento artistico di Land Art.
The Floating Piers di Christo 2016 Lago d'Iseo. Totale dall'alto. Fotografia di Aldo Basili.
TG:
Più che Land-Art, questa mi sembra Lake-Art... Christo iniziò con il Nouveau
Réalism in Francia, cosa ci puoi dire invece del suo modo attuale
d'esprimersi?
JI:
Lui per sopravvivere vendeva i sui disegni: era molto bravo, poi
impacchettò anche quelli con corde e cellophan, come ben sai non ci
sono sponsor delle sue installazioni ma tutto viene sovvenzionato
dall'artista vendendo i progetti delle opere, i suoi lavori nelle
dimensioni più grosse arrivano tranquillamente a 500 mila euro. The
Floating Piers è costato circa 17 milioni di euro. Ti posso dire che
effettivamente la “sua” Land Art è effimera nel senso che
l’installazioni non sono permanenti ma dopo due settimane viene
tutto rimosso e i materiali riciclati.
TG:
Che sensazioni hai avuto nel percorrere queste passerelle
galleggianti?
JI:
Il lago non è sempre fermo anzi si muove, hai la sensazione di
essere in barca: sei cullato dal movimento delle onde e a seconda
anche del ora del giorno e della notte, del clima, cambia
l’esperienza. Mettere i piedi in acqua ti da refrigerio anche se
non sempre gli addetti te lo consentivano. E’ un’installazione
che va vista e vissuta, comunque ti posso dire che è molto
apprezzata ho visto persone di tutte le nazionalità. Io stesso non
ho voluto perdermi quest'evento irripetibile. Consiglio a tutti di
andare a vedere a Brescia al museo di Santa Giulia la mostra “Christo
and Jeanne-Claude Water Projects” (aperta fino al 18 settembre 2016)
dove tramite i suoi lavori viene ripercorsa tutta la carriera
dell’artista e dove puoi vedere anche dei plastici delle sue opere
e una sala intera dedicata all’installazione The Floating Piers.
TG:
Vedendo quante persone stanno partecipando all’evento viene da
pensare che in molti ci stanno andando per poter dire: io c’ero?
JI:
Sicuramente, anche questo è possibile ma pensa a come questa
installazione stia attirando anche soldi con i parcheggi a
pagamento; gli autobus; i collegamenti ferroviari e tutto l’indotto
costituito da hotel, ristorazione, gadget e quant'altro. Ecco vedi,
l’arte crea ricchezza per tutti.
TG:
Ti sei ritagliato un pezzetto del telo arancione della passerella da
portarti a casa come souvenir?
JI:
Ci ho pensato, ma non mi sembrava il caso, anche perché conosco
personalmente l'artista. Ad ogni modo nella mia Art Gallery conservo diversi
bozzetti delle sue opere. Ho sentito dire che il primo giorno d'apertura dell'istallazione ti regalavano un pezzettino di stoffa arancione, in seguito
per gli stessi souvenir bisognava pagare.
TG: Non sei nemmeno passato a salutare Christo all'Hotel Iseo Lago?
JI:
Avrei dovuto incontrarlo l'altra sera a cena, ma a causa del mal
tempo in arrivo ci sono stati dei cambiamenti di programma ed ho
preferito non disturbarlo. Probabilmente, ci rivedremo a Natale a
New York...
The Floating Piers di Christo 2016 Lago d'Iseo. Fotografia di Aldo Basili.
Tutti i diritti riservati a Joe Innuzzi, Tony Graffio, Aldo Basili e Frammenti di Cultura
Tutti i diritti riservati a Joe Innuzzi, Tony Graffio, Aldo Basili e Frammenti di Cultura
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