lunedì 7 dicembre 2015

I disegni analogici di Lilo fatti dalla macchina da scrivere

Lilo un po' sorpresa, alla macchina da scrivere con i suoi disegni analogici. Non si sa mai come la macchina interpreterà l'idea dell'artista.


Tony Graffio: Ciao, sono Tony Graffio, tu chi sei?

Lilo: Ciao, sono Stefania Lelio detta Lilo.

TG: Lilo, che cosa stai facendo?

Lilo: Sto disegnando con la macchina da scrivere...

TG: Perché non usi una matita? Perché non usi una penna? Perché non usi un pennello? Perché non usi dei pastelli?

Lilo: Perché io amo utilizzare questa tecnica che mi permette di realizzare quelli che io chiamo: "Disegni analogici".

TG: Ma io ho visto fare qualcosa del genere anche al computer, non è più pratico in quel modo che utilizzare una  vecchia macchina da scrivere?

Lilo: Se usi il computer perdi il bello della manualità. Tutto è nato perché io faccio cose un po' più concettuali, sempre con la macchina da scrivere, dove la grafica dell'opera esprime un concetto ed è fatta a macchina. I disegni sono fatti usando le lettere e gli altri segni che trovo all'interno della macchina da scrivere. Questa idea mi è venuta facendo dei pesciolini all'inizio utilizzando parentesi e virgolette francesi, in questo modo:  
<(°))))<<          
                  
Poi mi sono detta, perché non provare a fare un albero? Andando veloce con le dita sulla tastiera.

L'albero di Lilo

E' spuntato l'albero, poi sono nate le città, il mare ed ho continuato così. La cosa bella è che è la macchina che mette il timbro ed io sono semplicemente colei che compone la grafica. E' più una composizione che un disegno.

TG: Ti muovi allo stesso modo di una specie di scrittura automatica?

Lilo: Sì, solo che c'è la mano che muovendo il rullo compone il disegno e spesso creo delle sfumature e dei segni più intensi tornando ad imprimere i segni intorno allo stesso punto.
Si tratta d una tecnica completamente diversa dall'uso della matita che ti permette sicuramente una maggior libertà di movimento e lascia un tratto differente.

TG: Hai cercato una macchina da scrivere per realizzare questo tuo progetto? O ti è capitato di mettere le mani su una macchina da scrivere e da lì hai iniziato a giocarci?

Lilo: Ho recuperato per caso una macchina da scrivere, perché mi piace scrivere, da lì dapprima sono nati i lavori concettuali, poi ho voluto provare con i disegni, ho visto che mi riuscivano bene ed ho continuato.

Città sul mare

TG: Da quanto tempo fai quest'attività artistica?

Lilo: Da pochissimo: i disegni da due settimane,le opere concettuali da quattro mesi.

TG: Per opere concettuali che cosa intendi?

Lilo: Ho in programma di scrivere a macchina tutte le rime della Divina Commedia. Voglio utilizzare un foglio per ogni Canto ed ottenere un discorso musicale fatto con le rime. Tipo: ira, uta, ita... e così via. Tendo ad estrapolare la musicalità della lingua italiana attraverso l'opera letteraria più importante scritta da Dante Alighieri.

TG: E per il disegno, perché hai voluto utilizzare una macchina da scrivere?

Lilo: Questo tecnica che utilizzo toglie la soggettività del tratto, io ho sempre pensato che la gente non è abbastanza attenta all'arte ed a ciò che c'è al suo interno. Io ho pensato che comunque sia, nel mio disegno analogico i caratteri delle lettere rimangono leggibili. Se tu guardi un'opera e non capisci bene che cosa c'è dentro è un'opera astratta, ma se tu trovi una "A", tu leggi: "A". Per me questa è una questione d'attenzione per il pubblico.
Da lì ho pensato che per far sì che il pubblico legga le opere, voglia o non voglia, io uso le lettere, però è la macchina che fa queste opere, non sono io. 

TG: Questo vuol dire che non ti consideri un'artista?

Lilo: In realtà: sì, io metto l'idea, questo è il bello, poi è la macchina che esegue il lavoro.

TG: E questa la parte concettuale della tua forma espressiva?

Lilo: Sì, è l'idea che conta, l'essere umano pensa, la macchina realizza il lavoro.

TG: Lilo, quanti anni hai?

Lilo: Ne compirò 24 alla fine di questo mese di dicembre.

TG: Quando hai visto la prima macchina da scrivere?

Lilo: Da piccola, mi sono sempre piaciute, poi mi è capitata lei, l'ho trovata per strada.

TG: E' una Olivetti?

Lilo: Sì, una Lettera 32.

TG: Ti soddisfa perché è piccola e portatile?

Lilo: Sì, anche se adesso ne sto cercando anche una con il rullo A3, ne avevo intravista una in un mercatino. Mi serve per disegnare in un formato più grande.



TG: Riesci a vendere i tuoi lavori? 

Lilo: Per ora ho venduto solo 3 segnalibri...

TG: A quanto vendi i tuoi disegni?

Lilo: Qui, agli Alterbej chiedo dai 5, ma più avanti vorrei portare un mio banchettino, da sola per le strade di Milano e fare dell'arte di strada per proporre i miei disegni al pubblico, incorniciati e non incorniciati.

TG: Conosci qualcun altro che si esprime con questa tecnica?

Lilo: No, io non ho mai visto nessuno (Mi è stato segnalata Keira Rathbone, artista inglese che s'esprime già da alcuni anni attraverso la Typewriter-art e Betty Danon, pioniera della Mail art e della Poesia visuale realizzata con il suo "cubotto" Mc Intosh ndTG), so che c'è chi usa il computer, ma spesso usano dei programmi per calcolare come fare il disegno che viene visto sullo schermo a LCD oppure stampato.


TG: Che differenza c'è con la tua arte? Lilo: Che la mia arte è analogica. Io spesso non mi rendo conto di quello che faccio perché il disegno rimane sotto al rullo della macchina da scrivere e per vederlo devo spostare il rullo, cosa che non mi dà una visione d'insieme. Per questo dico che il disegno viene fatto dalla macchina...

TG: Grazie Lilo.

Lilo: Grazie a te, Tony.

Lilo, 23 anni, artista analogico-concettuale



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