Mi piace vedere le diverse tecniche con cui si esprimono le idee degli artisti ed i materiali inconsueti che stanno diventando sempre più forme che contengono energia pulsante e soggetti che reinterpretano il proprio ciclo vitale per diventare masse artistiche indefinite.
Ciò che per oggi è inusuale per il suo uso creativo, domani diventerà un prodotto tipico dei nostri giorni e, probabilmente, gli stessi materiali reperibili con facilità in altri contesti, per esempio in quello dell'arredamento o delle costruzioni, in futuro diverranno rari e fuori produzione, perciò assimilabili solo alla nostra era.
Le opere esposte sono sculture di luce che reinventano lo spazio che le ospita per emettere vibrazioni psicologiche capaci di modificare l'ambiente e nei casi dei cromotopi (non mostrati in questa pagina, ma di cui la prima fotografia può darci un'idea) procedere alla smaterializzazione dell'immagine e dell'io di chi osserva. Tony Graffio
In mostra alla Galleria Cà di Frà, via carlo Farini, 2 Milano.
Termine mostra: venerdì 27 marzo 2015.
Mix Design Light Projects
Legno vetro e luce cm 52X54X22,5
Luce
e
movimento sono i
due
fari
da
seguire;
la
luce
come
struttura
portante
del
progetto,
il
movimento
come
scintilla
per
presentire,
cogliere
lo
spazio come luogo
fisico
dove
la
percezione
assume
un'importanza
maggiore
della
forma.
Light
Project,
Light
Tree,
Totem
sono
generatori
di
energia
e
di
armonia.
La
smaterializzazione
dell'oggetto,
soprattutto
nei
Light
Project è invece,
una
sottile
operazione
concettuale.
Il
progetto
sostituisce
la
realizzazione
diventando
materializzazione
dell'oggetto
stesso.
Totem
Light Tree
Chi è Nanda Vigo
Nanda
Vigo
è
nata
a
Milano
nel 1936.
Vive
e
lavora
tra
Milano
e
l'Africa
orientale.
Dimostra interesse
per
l'arte
fin
dalla
tenera
età,
quando
ha
occasione
di
trascorrere
del tempo
in
compagnia
di
Filippo
de
Pisis,
amico
di
famiglia,
e
di
osservare
le
architetture
di
Giuseppe
Terragni
da
cui, si
può
azzardare
a
dire, ha
imparato
l'attenzione
alla
luce.
Dopo
essersi
laureata
all'lnstitut
Polytechnique
de Lausanne
e aver frequentato
un
importante
stage
a
San Francisco,
nel
1959
Vigo
apre
il
proprio
studio
a
Milano.
Da
quel
momento
il
tema
essenziale
della
sua
arte
diventa
il
conflitto/armonia
tra
luce
e
spazio,
che
l'artista
utilizza
nel
proprio
lavoro,
anche
come
architetto
o
designer.
Dal
1959
frequenta
lo
studio
di
Lucio
Fontana
prima,
e
poi
si
avvicina
agli
artisti
che
avevano
fondato
la
galleria
Azimut
a
Milano,
Piero
Manzoni
ed
Enrico
Castellani.
In
quel
periodo
tra
i
diversi
viaggi
per
le
mostre
in
tutta
l'Europa
(più
di
400
mostre
collettive
e
personali),
Vigo
conosce
gli
artisti
e
i
luoghi
del
movimento
ZERO
in
Germania.
Olanda
e
Francia.
Nel
1959
inizia
la
progettazione
della
ZERO
house
a
Milano, terminata
solo
nel
1962.
Nel 1961 ha avuto un rapporto sentimentale con Piero Manzoni e da sue affermazioni lo avrebbe aiutato a riempire le scatolette con la famosa merda d'artista.
Nel 1961 ha avuto un rapporto sentimentale con Piero Manzoni e da sue affermazioni lo avrebbe aiutato a riempire le scatolette con la famosa merda d'artista.
Tra
il
1964
e
il
1966
ha
partecipato
ad
almeno
tredici
mostre
ZERO,
compresa
NUL
65
allo
Stedelijk
Museum
di
Amsterdam
e
ZERO:
An
Exhibition
of
European
Experimental
Art
alla
Gallery
of
Modern
Art
di
Washington
D.C.
Nel
1965
l'artista
ha
curato
la
leggendaria
mostra
ZERO
avantgarde
nello
studio
di
Lucio
Fontana
a
Milano,
con
la
partecipazione
di
ben
28
artisti.
Tra
il
1965
e
il
1968
ha
progettato
e
creato
con
Gio
Ponti
la
Casa
sotto
la
foglia,
a Malo (Vi).
Nel
1971
Vigo
viene
premiata
con
il
New
York
Award
for
lndustrial
Design
per
il
suo
sviluppo
delle
lampade
(Lampada
Golden
Gate)
e
nello
stesso
anno
progetta
e
realizza
uno
dei
suoi lavori più
spettacolari
per
la
Casa-Museo
già
di
Remo
Brindisi
a
Lido
di
Spina
(Fe).
Nel 1976 ha vinto il 1° premio St. Gobain per il design del vetro.
Nel 1982 l'artista ha partecipato alla 40a Biennale
di
Venezia.
Nel 2007
ha
curato
l'allestimento
della
mostra
"Piero
Manzoni
-
Milano
et
Mitologia"
a
Palazzo
Reale
a
Milano.
Nella
sua
attività
Vigo
opera
con
un
rapporto
interdisciplianare
tra
arte,
design,
architettura,
ambiente,
è
impegnata
in
molteplici
progetti,
sia
nella
sua
veste
di
architetto
che
di
designer
che
di
artista.
Quello
che
contraddistingue
la
sua
vivace
carriera
è
l'attenzione
e
la
ricerca
dell'Arte,
che
la
spinge
ad
aprire
collaborazioni
con
i
personaggi
più
significativi
del
nostro
tempo
ed
a
intraprendere
sempre
progetti
volti
alla
valorizzazione
dell'Arte
come
la
mostra
ITALIAN
ZERO &
avantgarde
60's
al MAMM
Museum
di Mosca.
Dal
mese
di
aprile
2013
alcune
opere
di
Vigo
sono
presenti
nella
collezione
del Ministero
degli
Affari
Esteri.
Nel
2014
espone
nella
mostra:
Coundown
to
Tomorrow,
1950s-60s
al
Guggenheim
Museum
di
New
York.
Il Gruppo Zero
Il
Gruppo
Zero
(1957-1966)
teorizzava
il
superamento
di
ogni
esperienza
plastica
artistica
passata.
Carica
di
significato
e
di
conseguenze
intellettuali e filosofiche
era
l'idea
di
"arte
allargata".
L'arte
si
appropriava
dell'ambiente
ed
affiancava
al
colore,
con
pari
dignità
e
potenzialità
espressive,
la
luce
e
lo
spazio
percepito
attraverso
il
movimento.
Nessun commento:
Posta un commento