martedì 24 febbraio 2015

Mix Light di Nanda Vigo

Mi piace vedere le diverse tecniche con cui si esprimono le idee degli artisti ed i materiali inconsueti che stanno diventando sempre più forme che contengono energia pulsante e soggetti che reinterpretano il proprio ciclo vitale per diventare masse artistiche indefinite.
Ciò che per oggi è inusuale per il suo uso creativo, domani diventerà un prodotto tipico dei nostri giorni e, probabilmente, gli stessi materiali reperibili con facilità in altri contesti, per esempio in quello dell'arredamento o delle costruzioni,  in futuro diverranno rari e fuori produzione, perciò assimilabili solo alla nostra era.
Le opere esposte sono sculture di luce che reinventano lo spazio che le ospita per emettere vibrazioni psicologiche capaci di modificare l'ambiente e nei casi dei cromotopi (non mostrati in questa pagina, ma di cui la prima fotografia può darci un'idea) procedere alla smaterializzazione dell'immagine e dell'io di chi osserva. Tony Graffio

In mostra alla Galleria Cà di Frà, via carlo Farini, 2 Milano.
Termine mostra: venerdì 27 marzo 2015.

Mix Design Light Projects
Legno vetro e luce cm 52X54X22,5

Luce e movimento sono i due fari da seguire; la luce come struttura portante del progetto, il movimento come scintilla per presentire, cogliere lo spazio come luogo fisico dove la percezione assume un'importanza maggiore della forma. 
Light Project, Light Tree, Totem sono generatori di energia e di armonia.
La smaterializzazione dell'oggetto, soprattutto nei Light Project è invece, una sottile operazione concettuale. Il progetto sostituisce la realizzazione diventando materializzazione dell'oggetto stesso.

Totem

Light Tree

Chi è Nanda Vigo

Nanda Vigo è nata a Milano nel 1936. Vive e lavora tra Milano e l'Africa orientale. Dimostra interesse per l'arte fin dalla tenera età, quando ha occasione di trascorrere del tempo in compagnia di Filippo de Pisis, amico di famiglia, e di osservare le architetture di Giuseppe Terragni da cui, si può azzardare a dire, ha imparato l'attenzione alla luce.
Dopo essersi laureata all'lnstitut Polytechnique de Lausanne e aver frequentato un importante stage a San Francisco, nel 1959 Vigo apre il proprio studio a Milano. 
Da quel momento il tema essenziale della sua arte diventa il conflitto/armonia tra luce e spazio, che l'artista utilizza nel proprio lavoro, anche come architetto o designer. 
Dal 1959 frequenta lo studio di Lucio Fontana prima, e poi si avvicina agli artisti che avevano fondato la galleria Azimut a Milano, Piero Manzoni ed Enrico Castellani. 
In quel periodo tra i diversi viaggi per le mostre in tutta l'Europa (più di 400 mostre collettive e personali), Vigo conosce gli artisti e i luoghi del movimento ZERO in Germania. Olanda e Francia.
Nel 1959 inizia la progettazione della ZERO house a Milano, terminata solo nel 1962. 
Nel 1961 ha avuto un rapporto sentimentale con Piero Manzoni e da sue affermazioni lo avrebbe aiutato a riempire le scatolette con la famosa merda d'artista.
Tra il 1964 e il 1966 ha partecipato ad almeno tredici mostre ZERO, compresa NUL 65 allo Stedelijk Museum di Amsterdam e ZERO: An Exhibition of European Experimental Art alla Gallery of Modern Art di Washington D.C. 
Nel 1965 l'artista ha curato la leggendaria mostra ZERO avantgarde nello studio di Lucio Fontana a Milano, con la partecipazione di ben 28 artisti.
Tra il 1965 e il 1968 ha progettato e creato con Gio Ponti la Casa sotto la foglia, a Malo (Vi). 
Nel 1971 Vigo viene premiata con il New York Award for lndustrial Design per il suo sviluppo delle lampade (Lampada Golden Gate) e nello stesso anno progetta e realizza uno dei suoi lavori più spettacolari per la Casa-Museo già di Remo Brindisi a Lido di Spina (Fe).
Nel 1976 ha vinto il 1° premio St. Gobain per il design del vetro.
Nel 1982 l'artista ha partecipato alla 40a Biennale di Venezia.
Nel 2007 ha curato l'allestimento della mostra "Piero Manzoni - Milano et Mitologia" a Palazzo Reale a Milano. Nella sua attività Vigo opera con un rapporto interdisciplianare tra arte, design, architettura, ambiente, è impegnata in molteplici progetti, sia nella sua veste di architetto che di designer che di artista. Quello che contraddistingue la sua vivace carriera è l'attenzione e la ricerca dell'Arte, che la spinge ad aprire collaborazioni con i personaggi più significativi del nostro tempo ed a intraprendere sempre progetti volti alla valorizzazione dell'Arte come la mostra ITALIAN ZERO & avantgarde 60's al MAMM Museum di Mosca.

Dal mese di aprile 2013 alcune opere di Vigo sono presenti nella collezione del Ministero degli Affari Esteri. 
Nel 2014 espone nella mostra: Coundown to Tomorrow, 1950s-60s al Guggenheim Museum di New York.

Il Gruppo Zero

Il Gruppo Zero (1957-1966) teorizzava il superamento di ogni esperienza plastica artistica passata. Carica di significato e di conseguenze intellettuali e filosofiche era l'idea di "arte allargata". L'arte si appropriava dell'ambiente ed affiancava al colore, con pari dignità e potenzialità espressive, la luce e lo spazio percepito attraverso il movimento.

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