Raccontare l'arte non è mai facile, io ho scelto di farlo riportando delle immagini riprodotte con un apparecchio fotografico ed elaborando delle idee personali che mi sono costruito vedendo le interpretazioni artistiche che esprimono la visione del mondo e l'interiorità di altre persone.
Parlare con l'artista aiuta molto nella comprensione di quello che l'autore vuole dire, ma naturalmente ognuno di noi ha la propria formazione, le proprie idee, il proprio vissuto, le proprie convinzioni ed i propri sentimenti; non ha tanto senso parlare di opere belle o brutte, ma di esperienze. In questo senso posso dire che giovedì 5 febbraio 2015, essere stato presente all'inaugurazione della mostra di Riccardo Gusmaroli, Paola Pezzi e di Alfredo Rapetti Mogol mi ha dato delle belle sensazioni, mi ha messo in contatto con artisti che non conoscevo e mi ha fatto vivere un'esperienza nuova ed interessante, pertanto mi sento di consigliare la visita a questa mostra a tutti coloro che sono curiosi di capire verso quale direzione sta andando l'arte contemporanea.
Un bassorilievo di feltro grezzo del 2008 di Paola Pezzi
Gli artisti in mostra sono praticamente coetanei, due sono nati nel 1963 ed uno nel 1961, sono amici che si conoscono, si frequentano e talvolta capita che si scambino delle opere tra di loro, però hanno avuto percorsi ed esperienze diverse, si esprimono con materiali diversi e linguaggi personali che richiedono una certa attenzione per poter capire quale messaggio ci stanno suggerendo.
Un bassorilievo composto da barchette di carta su tela di Riccardo Gusmaroli
Siamo talmente bombardati da immagini di tutti i tipi che sta diventando difficile proporre qualcosa che possa farsi largo tra tanta offerta di messaggi visivi e fermare la nostra attenzione su qualcosa.
La vita d'altronde è movimento e risulta impossibile fermarla in un'immagine statica (non sarebbe più vita), forse è per questo che nelle opere presenti nella sala della Regione in via Luigi Galvani assistiamo ad un processo di trasformazione in cui i quadri non sono dipinti e non sono sculture, ma rappresentano un intervento ironico per liberare l'arte da se stessa e da improbabili catalogazioni.
Un'opera di Alfredo Rapetti Mogol dove iniziano a comparire le lettere ed un primo abbozzo di scrittura
Anche la scrittura ha un suo dinamismo che non sempre è facile da cogliere.
Paola Pezzi
Paola Pezzi davanti ad uno dei suoi lavori preferiti
Trova le sue radici nella Land Art e nell'Arte Povera, ma pratica un discorso personale difficile da collocare in qualsiasi corrente artistica.
Anche le matite sembrano muoversi.
I prezzi delle opere di Paola Pezzi variano dai 2.500 agli 8.000 euro.
Riccardo Gusmaroli
Riccardo Gusmaroli davanti alla dislocazione della Regione Lombardia
Nato nel 1963 a Verona, si cimenta sempre con tematiche che hanno a che vedere col viaggio, le migrazioni e lo spostamento.
Nella fotografia che lo ritrae, alle sue spalle troviamo la Lombardia collocata al posto della Sicilia, un'azione che dovrebbe farci riflettere su come sarebbe la nostra vita di lombardi, se noi fossimo nati circondati dalle acque del Mar Mediterraneo.
L'opera ha richiesto circa 3 giorni di lavoro per la sua realizzazione ed è in vendita ad un prezzo intorno ai 20.000 euro.
Gusmaroli ha iniziato ad esprimersi con le barchette di carta già nel 1989 e sembra essere stato il primo ad aver avuto questa idea, è un artista piuttosto apprezzato che ha un folto numero di estimatori, sia in Italia che all'estero.
Anche Gusmaroli è difficile da collocare in un panorama artistico contemporaneo, anche se è evidente che la sua opera può essere considerata come un proseguimento delle tendenze percorse da Boetti, Fontana e Manzoni.
Alfredo Rapetti Mogol
Alfredo Rapetti Mogol davanti al suo quadro preferito: Mappa del cielo interiore
(Non in vendita)
Nell'ultima sala della mostra collettiva dei 3 artisti già citati, Alfredo Rapetti Mogol ha montato una sua installazione dove sono presenti quadri, un totem ligneo e le musiche di Angelo Maria Farro che accompagnano il visitatore in maniera gentile, senza distoglierlo dal contenuto dell'esposizione.
In genere, una delle prime cose che faccio è toccare l'opera per avere un contatto più fisico, capire che cosa ho di fronte ed avere una sensazione più intensa. Alfredo Rapetti Mogol è uno dei pochi artisti che induce lo spettatore ad avere questa esperienza coi propri lavori e la cosa non può che fare piacere perché più spesso bisognerebbe infrangere certe regole che pongono l'arte a distanza di chi ne fruisce.
Come sappiamo bene, la musica è molto importante per Alfredo che ha scritto più di 60 canzoni per Laura Pausini, Noemi, Raf, e tantissimi altri interpreti; la parola diventa perciò fondamentale anche all'interno dell'opera visiva di questo autore.
<La radice è sempre la parola che ha una leggibilità immediata nella musica, mentre resta misteriosa in pittura. Suggerisco delle cose a chi ha una sensibilità simile alla mia.> A. R. M.
Constantin Brancusi, a questo proposito, diceva che le cose d'arte sono degli specchi ove ognuno vede ciò che gli somiglia.
L'artista si dichiara molto felice di questa mostra che per lui rappresenta una bellissima piccola avventura, sia per la possibilità di condividere un'esperienza con degli amici, sia per far conoscere meglio il suo lavoro ed il suo stile che da circa il 1996 ha come soggetto e centro d'interesse la parola scritta e l'enigma che rappresenta per tanti.
Per avere un'idea dei prezzi delle opere di Alfredo Rapetti Mogol possiamo dire che un quadro di circa cm 170X190 viene venduto a circa 7.000 euro, le sue opere sono vendute anche tramite Orler Tv.
Cos'altro c'è da dire
Carlo Vanoni di Orler Tv
Vista la presenza di Carlo Vanoni a quella serata, ho pensato di far cosa gradita agli amici che seguono le vendite d'arte in tv (e sono in molti), chiedendo a questo simpatico intrattenitore televisivo ed esperto d'arte se, a suo giudizio, non sia arrivato il momento di dare una regolamentazione a ciò che si può dire o meno davanti alle masse di persone, non sempre preparatissime ad affrontare il mercato dell'arte, che seguono certe trasmissioni tv da casa. Soprattutto alla luce di certi discorsi che mostrano gli artisti come fastidiosi personaggi che fintanto che restano in vita ci impediscono di veder aumentare la valutazione delle opere in nostro possesso.
Quella che segue è la risposta di Vanoni.
<Purtroppo anche nelle gallerie d'arte si assiste allo stesso tipo di discorso per incoraggiare le vendite di artisti in là con gli anni; non è una novità che si sentano dire certe cose.
In televisione è il pubblico a voler sentire questi discorsi, anche se devo ammettere che io stesso faccia fatica a crederlo.>
Questa risposta si presta a varie interpretazioni, so di aver posto una domanda scomoda chiedendo a Carlo Vanoni d'esprimere un suo giudizio sul modo d'agire di chi opera nello stesso suo settore, pertanto la sua risposta non mi ha molto sorpreso, da una parte è un modo per auto-assolversi da ciò che si fa e si dice e per non dover dare giudizi su ciò che fanno gli altri, dall'altra, insistendo un pochino, ho trovato in lui una certa disponibilità a riflettere fino a che punto certi comportamenti siano etici, oppure no.
Occuparsi di mercato e commercio non è una cosa facile. Da una parte bisogna informare sulle qualità di un prodotto e dall'altra bisogna fare in modo di vendere, però bisogna capire che l'arte non è un prodotto qualsiasi, ma si tratta di qualcosa legato alla sfera affettiva, più che a quella economica. Trattare un oggetto/simulacro, alla stregua di un prodotto da supermercato non è fattibile e spesso agire in quel modo può rivelarsi controproducente nei confronti del cliente, quando capisce d'essere stato indotto a fare qualcosa, più speculando sul suo impulso di garantirsi un guadagno futuro, o un "investimento", che sull'entusiasmo della passione. Questo agire può comunque dar in seguito luogo a sorprese non di poco conto.
A questo proposito mi piacerebbe raccontare cosa è capitato a certi collezionisti che hanno effettuato degli acquisti da Bolaffi, nel momento in cui poi si sono trovati a voler vendere.
Resta il fatto che il canale di vendita televisivo rimane un vettore che funziona e crea un mercato, cosa che mi è stata confermata anche dagli artisti presenti all'evento relazionato.
Da segnalare infine che in questo periodo è in scena nei tetri d'Italia "L'arte è una caramella", un monologo di Carlo Vanoni che tende a spiegare al pubblico i grandi misteri dell'arte contemporanea, io personalmente non voglio perdermi questo spettacolo che sta andando molto bene, appena arriverà a Milano andrò a vederlo con piacere.
Il politico
Alle inaugurazioni di mostre dalle quali ci si aspetta una certa affluenza di pubblico non può mancare un politico che presenti la serata e ne approfitti per tentare di fare un mini-comizio, Mario Mantovani non s'è mostrato estraneo a queste abitudini ed a me non è piaciuto un suo concetto che cercava di far passare lo spostamento dell'età pensionabile come una conquista della medicina che sta fissando il limite dell'"età giovanile" dai 65 ai 70 anni.
Si può fare di meglio, se proprio lo si desidera va bene presenziare, ma senza fare gaffe.
Il critico
Gianluca Ranzi tra gli artisti ed il pubblico
Il critico è spesso un esperto affabulatore (normalmente pagato dagli organizzatori o dagli artisti) capace di convincerti di qualsiasi cosa con parole suadenti, efficaci ed una certa verve attoriale.
Ho ascoltato le parole di Ranzi con attenzione e devo dire che a me è piaciuto molto, anche per via del fatto che interpreta a meraviglia lo stereotipo del personaggio che rappresenta.
Per ultimo, cito il curatore della mostra: Vittorio Viola.
L'ingresso alla mostra è libero. Tony Graffio
Nessun commento:
Posta un commento