Questa fotocamera è sul mercato già da più di un anno, in aggiornamento di un modello molto simile al quale è stato sostituito principalmente il sensore e sono state riviste alcune funzioni e comandi che adesso sono molto più pratici ed immediati.
La macchina fotografica in osservazione è di per sé molto interessante poiché è l'unico prodotto sul mercato che si propone come uno strumento fotografico di qualità in una categoria di prodotti in cui molti sembrano voler dimenticare che il fine unico della loro esistenza e della loro progettazione sia la ripresa di buone immagini. Senza poi considerare che la soddisfazione del cliente passa attraverso il buon rapporto con un oggetto che sia robusto, leggero, maneggevole, tascabile, gradevole al tatto ed alla vista.
A me interessava provare un apparecchio fotografico "tuttofare", di questo tipo, capace di soddisfare esigenze professionali e che montasse un'ottica fissa di qualità perché, purtroppo, di questi tempi molti produttori offrono più di quello che sia effettivamente necessario, a discapito di qualità ottica e luminosità delle lenti.
Fujifilm è un grande marchio giapponese che si distingue per aver sempre avuto idee molto interessanti in campo fotografico e per aver realizzato prodotti di grande qualità in ogni fascia di mercato, basti pensare che nel 1998 presentò una fotocamera di titanio, innovativa, molto bella e particolare come la Fujifilm TX1, meglio conosciuta come Hasselblad XPan. Io purtroppo non ho questo modello di fotocamera, ma l'anno scorso ho acquistato un'altra meraviglia della Fuji: la GS 645 Professional, una macchina di medio formato che utilizza sia pellicola 120 che 220, della quale forse dovrei parlare in futuro prossimo venturo.
Chi predilige la fotografia in luce ambiente, in interni o di notte non può in alcun modo non avere a sua disposizione una fotocamera che monti un'ottica luminosa o super-luminosa: la Fujifilm X100S dispone di un obiettivo sufficientemente luminoso (f 2) e talmente di buona qualità che si possono evitare di fare tutte quelle correzioni in Photoshop che normalmente sono un obbligo su quei file ottenuti da fotocamere che montano zoom di dubbia qualità e scarsa luminosità.
Anche i jpeg ottenuti con questa fotocamera potrebbero essere tranquillamente utilizzati, nel caso non ci fosse il tempo di poter migliorare in post-produzione gli scatti.
Io ero alla ricerca di una fotocamera da avere sempre con me, sia per motivi di praticità che di qualità di risultati e posso dire d'essermi trovato molto bene con la Fujifilm X100S, tanto da averne preso in considerazione l'acquisto.
Ho potuto utilizzare questa mirrorless molto particolare, grazie alla cortesia della responsabile dell'Ufficio Stampa di Fujifilm Italia, che mi ha messo a disposizione un'esemplare della X100S per il tempo necessario per poter capire quasi ogni segreto di questo modello di fotocamera.
Il mirino ibrido elettronico/ottico è una soluzione molto interessante e utile che è stata fin'ora adottata soltanto da Fujifilm. Il fatto di non doversi affidare totalmente al pannello sul retro della fotocamera è ovviamente un grosso vantaggio, io per parecchio tempo ho trovato molto soddisfacente il mirino elettronico a livello dell'occhio, ma poi, quando ho provato anche il mirino ottico con le proiezioni dei riferimenti elettronici, mi sono trovato ugualmente molto bene, avendo in più la sensazione di un minore affaticamento dell'occhio e un'immagine più reale alla quale affidarmi.
Il mirino ottico della X100S non è un semplice mirino galileiano, ma un mirino galileiano inverso, ovvero a schema ottico invertito rispetto al telescopio di Galileo. Per ottenere una maggiore luminosità la lente concava è stata posizionata dalla parte dell'oggetto da riprendere, mentre la lente convessa è posizionata dalla parte dove si appoggia l'occhio per effettuare l'osservazione del soggetto. Questo tipo di schema ottico è adatto ad una visione grandangolare che corrisponde alla scelta fatta da Fujifilm anche per la dotazione dell'ottica fotografica.
Come si può intuire dopo questo discorso, la parte relativa ai mirini della X100 S occupa una parte importante nella scelta di un apparecchio di questo tipo e fa aumentare anche il costo finale del prodotto.
A conferma della qualità di questi mirini al livello dell'occhio, posso dire d'aver utilizzato lo schermo LCD da 2,8 pollici quasi esclusivamente per rivedere gli scatti effettuati.
Il fondello della X100S, come la X100 ha una strana disposizione delle viti di fissaggio.
L'altro elemento rivoluzionario di questa fotocamera è il sensore X-trans, anch'esso ad uso esclusivo degli apparecchi fotografici di casa Fujifilm.
Fujifilm sostiene che la qualità delle immagini ottenute con questo tipo di sensore è talmente elevata che i prodotti che montano tali sensori, pur essendo in formato APSC, possono essere paragonati a prodotti concorrenti che montano sensori di formato 24X36.
Purtroppo, io non ho modo di fare un raffronto scientifico tra questi tipi di sensori, ma posso dire che sicuramente i sensori X-Trans hanno una resa di nitidezza superiore ai normali sensori con filtro a schema di Bayer, il fatto poi che la definizione sia limitata a 16 Megapixel riduce un po' la possibilità d'effettuare raffronti reali, ma io ho potuto riscontrare, soprattutto nelle immagini salvate in B/N, una differenza piuttosto evidente.
Ammetto di non avere una grande comprensione per il formato APSC, però se fossi Fujifilm produrrei un sensore X-Trans di formato 24X36 per dire che la qualità del mio prodotto è quasi paragonabile al medio formato, ma questa secondo me sarebbe soltanto una manovra pubblicitaria, perché in qualsiasi caso la dimensione del sensore ha una notevole importanza, non solo a livello di definizione, ma anche di sensibilità, poiché da un sensore più grande si ottengono pixel più grandi che catturano più luce e certamente sono in grado d'avere una resa cromatica migliore.
Da prove che ho eseguito personalmente, posso dire che il fastidioso effetto moiré, al quale un sensore normale toglie il filtro passa basso non è un problema che venga proposto ai sensori X-Trans e già questa è una buona notizia.
Personalmente, ritengo che 16 MP di definizione non siano poi tantissimi per un uso professionale e probabilmente è per questo motivo che sono curioso di attendere circa un altro anno e vedere come sarà l'erede della X100S, perché dover affrontare spese, tutto sommato non da poco, ogni 2 anni, mi sembra un po' esagerato e pertanto preferisco utilizzare la mia fotocamera, anch'essa da 16 MP, aspettando di capire cosa uscirà di nuovo l'anno prossimo. Ma questo è il problema di tutti i prodotti elettronici che hanno a che vedere con computer, o altre forme di processori di dati.
Su questo blog ho esposto varie immagini scattate con la Fujifilm X100S, mi rendo conto che non sia tanto facile valutare delle differenze sullo schermo di un computer che mediamente è un 15-17 pollici, ma posso dire d'essere rimasto piuttosto soddisfatto dei risultati ottenuti, della facilità d'utilizzo e della velocità della Fujifilm X100S, ma ci sono anche dei punti che andrebbero migliorati.
Come forse ho già avuto modo di dire in precedenza in un post che confrontava la X100S con la X100 per capire se la capostipite di questo modello fosse una fotocamera che potesse ancora farsi valere, la messa a fuoco tramite la ghiera elettronica non è il massimo della precisione e quando si presenta la necessità d'effettuare una messa a fuoco manuale, come per esempio nel caso di una scena poco luminosa, dove la messa a fuoco automatica non riesce ad essere precisa, si rischia di aver problemi di messa a fuoco anche utilizzando la ghiera manuale.
Ho sempre usato la messa a fuoco automatica che funziona quasi sempre abbastanza bene su un punto fisso, mentre non sono riuscito ad ottenere buoni risultati per seguire soggetti in movimento con la messa a fuoco in modalità AF-C (messa a fuoco continua).
Un altro limite, per me è l'assenza della possibilità di registrare dei timelapse, opzione che non dovrebbe mancare su una fotocamera di un certo pregio e di un costo oltre i 1000 euro.
Un'altra cosa che mi ha lasciato piuttosto perplesso sono il tipo di file Raw Raf scelti da Fujifilm. Certo, ogni produttore può scegliere di inventarsi i suoi codec, le proprie compressioni e quant'altro, ma sarebbe il caso che si lavorasse in maniera collettiva ad uno standard omogeneo, o perlomeno che si scegliesse d'offrire una doppia opzione di Raw, quelli proprietari e perché no, i DNG che offrono la sicurezza di poter essere aperti anche in futuro (per lo meno fino a che Adobe ci sarà), o con software non proprio di ultima generazione.
Già il fatto che un prodotto medio non duri più di 2 anni non può rendere i consumatori particolarmente contenti, figuriamoci poi se ci dovessero essere sorprese con la gestione dei file...
Io ho riscontrato un problema abbastanza fastidioso, ma non sono il solo, con la mia collezione di prodotti CS5; se convertivo i file Raf in DNG mi si presentavano poi strane retinature che rendevano l'immagine non proponibile. Fujifilm mi ha risposto d'essere a conoscenza di questo fatto, ma la cosa non li preoccupava più di tanto poiché scaricavano ogni responsabilità su Adobe. Io non ho particolari simpatie per Adobe, specie dopo le loro ultime scelte commerciali e sto quindi pensando di passare a Capture One Pro, anche in previsione di adottare un diverso prodotto da ripresa.
Tutto sommato, la mia esperienza con la Fujifilm X100S è stata molto positiva, soprattutto avendo l'esigenza d'avere una fotocamera di qualità sempre a portata di mano, ma mi rimangono dei dubbi abbastanza importanti per tutto quello che è la gestione dei file ed il rapido tramonto di prodotti digitali che sembrano avere una pericolosa obsolescenza programmata ad arte.
Accolgo in maniera positiva il sensore X-Trans e mi auguro che presto anche altri produttori di sensori studino qualcosa di nuovo, perché i classici sensori CMOS con filtro passa basso su schema a filtro di Bayer non vorrei vederli più montati su nessun tipo di fotocamera. Tony Graffio
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