Questo grande murale si annovera tra le opere di arte di strada più importanti presenti a Milano; risale a circa 5 anni fa, ma è già in pessime condizioni di conservazione, tanto che a tratti è quasi di difficile lettura, cosa che non permette d'apprezzare appieno l'ottimo lavoro di Blu e di Erica il Cane.
La bicicletta schiaccia il traffico delle città
L'idea che la bicicletta sia un mezzo di trasporto-cenerentola e che chi la guidi debba fare attenzione a tutti gli altri mezzi che circolano su strada, viene qui ribaltata mostrando una gigantesca bicicletta che si prende la sua rivincita su mezzi normalmente più solidi e stabili.
Il mondo è del più forte ed in questo caso, mostratoci grazie al patrocinio di Trenitalia che ha messo a disposizione il rilevato ferroviario della Stazione di Milano-Lambrate, i giganti in bicicletta si comportano un po' come fanno molti automobilisti che non si curano di chi sulla strada è più debole.
L'immagine ripetuta di tante piccole scatolette su ruote ci fa capire anche in che tipo di società massificata stiamo vivendo e di come sia difficile affermare la propria personalità (per chi la possiede) in un mondo globalizzato e appiattito.
Il fatto poi che i giganti sulle biciclette siano privi della testa è un fatto molto importante per l'interpretazione di un'opera che va al di là di un mero significato urbanistico per mostrare il concetto di come chi è alla guida di questo mondo non sappia minimamente cosa sta facendo e sia totalmente carente di autocoscienza.
Un totale ferragostano del muro sotto la ferrovia che ci indica il centro d'interesse della visione di Blu e fa il punto sul tempo presente.
Il fatto che l'opera di Blu sia una metafora della nostra società si palesa anche attraverso alcuni particolari che ci mostrano un micromondo d'alienazione e solitudine che vede l'essere umano rinchiuso nel proprio spazio privato (raffigurato da cellette esagonali, come dentro le arnie), in antitesi al suo essere parte di una società, solo quando si trova nella condizione di dover consumare o produrre.
C'è ancora, fortunatamente, qualcuno che tenta una fuga (dalla realtà?) prendendo una direzione diversa dalla massa (attraversamento delle cellette) con la speranza d'allontanarsi da questa società, in maniera discreta, su un mezzo di trasporto diverso.
Forse, il visitatore distratto non si rende subito conto dell'importanza del messaggio di questa visione onirica, ma è ugualmente in grado di recepire il senso di benessere del trovarsi di fronte ad un opera positiva che ci spinge a superare le nevrosi provocate da una vita preconfezionata in cui il ruolo di ognuno è in qualche modo già deciso, pur lasciando a molti l'illusione di vivere in libertà.
Condividere lo stesso ambiente ci obbliga ad avere un destino comune: dover pensare le stesse cose, percorrere gli stessi percorsi, avere le stesse regole è una forma di appiattimento occidentale che ha sostituito l'ideologia con le merci.
Disporre di una certa scelta di beni da consumare ci dà la tranquillità di vivere in un mondo apparentemente opulento che ultimamente sta escludendo sempre più persone dalla promessa di un benessere generalizzato, proprio perché questa società non ha contenuti interiori, ma soltanto smanie di possesso e di vacuità.
Nella cultura occidentale il senso di lettura è da sinistra verso destra, questo è anche il senso dei vettori temporali che ci mostrano il futuro della nostra società attraverso i disegni di Ericailcane, l'artista che spesso accompagna Blu nelle sue performance murali.
Dopo che tutte le automobili saranno distrutte (come mostrato nel murale, in direzione dell'edificio della stazione), una fila di giganteschi babbuini procedono all'indietro tenendosi collegati attraverso ad un nastro bianco.
Anche qui il significato è molto chiaro: gli uomini si autodistruggeranno, il nastro è la continuità che collega l'uomo "contemporaneo" ad una nuova civiltà di primati, che altro non sono che la regressione della nostra civiltà.
Le stelline color blu sul nastro bianco, sono state aggiunte dopo da un'altra persona e non c'entrano nulla con l'opera originale.
Ho cercato di essere sintetico nell'esprimere ciò che intendevo dire, ma credo che l'impatto di questi disegni sia molto forte, anche grazie alla chiarezza di quello che vogliono dire, pertanto non ritengo ci sia bisogno di altre spiegazioni. Tony Graffio
La Stazione di Lambrate lo scorso 15 agosto 2014
Qualche scatto in pellicola.
Pellicola Fujifilm Sensia 100 Iso
Particolare - Pellicola Fujifilm Sensia
FP4 - Rollei 35S
FP4 - Rollei 35S
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