domenica 9 dicembre 2018

Il Guru Rosso dei Cilum

"Una volta chi era di sinistra fumava marijuana e chi era di destra assumeva cocaina, adesso non si capisce più niente, tutti consumano di tutto." Il Rosso

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Il Rosso e i suoi Cilum agli Alterbej

Tony Graffio: Ciao Rosso come stai?

Rosso: Sto bene. Oggi è stata una bella giornata, ha fatto anche caldo, siamo ancora reattivi.

TG: La tua è un'arte antica, vero?

Rosso: Sotto sotto, sì. In India si fanno cilum da centinaia, se non da migliaia di anni... per sublimare la loro produzione montana.

TG: Tu fai solo cilum, o anche qualcos'altro con la ceramica?

Rosso: No, ho preso in mano l'argilla, proprio per fare i cilum di ceramica. Non trovavo i cilum adatti e sapevo che quello era il materiale migliore, così ho iniziato ad ingegnarmi fino a farne la mia attività, che ormai va avanti da più di 40 anni.

TG: Caspita! E fai solo cilum?

Rosso: Bene o male, sì...

TG: Ci vuole un'argilla particolare, la selezioni, la mischi tu? Cosa serve?

Rosso: Io prendo l'argilla più pulita possibile per non compromettere il sapore. Per le pipe, da quando il tabacco è arrivato in Europa, tutti i musei parlano bene della ceramica bianca, perché la ceramica rossa contiene ferro e altri elementi che alterano e modificano il gusto del tabacco o di quello che si fuma...

TG: Rosso, quanti anni hai?

Rosso: 64.

TG: Sei ancora giovane. Continuerai ancora per un po' con la ceramica?

Rosso: Mah, ho 64 anni, sono stato più giovane e saltellante... però penso che andrò avanti ancora un po'.

TG: Hai già trovato a chi tramandare questa tradizione? Hai un garzone che vuol apprendere questa attività?

Rosso: Non lo so. So che i migliori sono quelli che imparano da soli. Ti racconto questa storia: c'era un mio conoscente che veniva da me tutti i sabati a prendere i cilum fino a che un giorno mi chiese di insegnargli a fare i cilum. Voleva provarne a farne uno per lui. Io gli ho risposto di no, perché un po' sono geloso delle mie tecniche e dei miei ritrovati.

TG: Giustamente, perché immagino che le avrai affinate da solo.

Rosso: Sì, vai avanti facendo degli esperimenti, quando capisci che facendo una cosa si rompono e facendone un'altra no, correggi il tiro. Stessa cosa se diventa più lucido e più dritto, così puoi fumare meglio... Tutte le esperienze le tieni buone e le applichi ai futuri manufatti.

TG: Ho capito e questo tuo conoscente che cosa ha fatto?

Rosso: Preso dall'incazzatura è tornato a casa sua e s'è ingegnato a fare gli spadini per lucidare gli interni e s'è impegnato al punto da tornare da me dopo 20 anni per dirmi che era già da 15 anni che faceva i chiloom in India. Stava benissimo, viveva di quello, aveva due figli e aveva deciso di ringraziarmi per non avergli detto niente, gli era andata bene proprio per la carica che gli è venuta dopo il mio rifiuto. È stato quello che l'ha spinto a fare quel lavoro e a sopravvivere in India con la produzione di un semplice cono d'argilla.

TG: Fai tutto a mano?

Rosso: Sì. Ci tengo che ci sia la mia energia nei miei tubi. Avrei potuto inventare motorini, torni o meccanismi che girano, ma mi sembrava di barare. Voglio fare una cosa che parte dal cuore e arriva al cuore.

TG: Hai sviluppato una tua tecnica per fare i tubi dritti ed essere così preciso?

Rosso: Senz'altro, è tutta tecnica, non c'è dima, macchinario o bolla da usare.

TG: Qual è il segreto della tua precisione allora?

Rosso: Fai e poi vengono da soli.

TG: C'è qualcuno tra i tuoi clienti che ti dice: mi si è rotto il chiloom, ne ho preso uno nuovo che ha fatto qualcun altro e il sapore del fumo è diverso?

Rosso: C'è chi preferisce i miei, chi altri... non è che io sia il Signore sceso in Terra, io faccio la mia produzione che piace alla gente che mi ha fatto vivere così per 40 anni. Chi è di Milano i chilooom del Rosso li conosce. Chi ha avuto una gioventù un po' allegra sa chi sono.

TG: Hai vissuto un po' la Controcultura, Parco Lambro e quella roba lì?

Rosso: Poco, ma qualcosa sì, un po' perché abitavo in cascina... un po' perché ero a Varese.

TG: In una comune?

Rosso: Avevamo occupato una casa: la cascina Vignò. Eravamo famiglie, non eravamo né allineati, né schierati, però eravamo ecologisti, anti-nuclearisti, eravamo pacifisti che avevano voglia di vivere con la natura per arrivare all'autosufficienza, poi ci hanno cacciato e via. Purtroppo...

TG: Ti ricordi di qualche bel concerto che hai visto all'epoca?

Rosso: I Pink Floyd a Monza sono stati fantastici, ma era già la fine degli anni '80. Figurati, era proprio il 20 di maggio, il giorno del mio compleanno. È stata una giornata fantastica che mi sono presa come regalo. È stato forse il più bel concerto che ho visto. Il concerto più genuino che ho visto invece è stato quello di De André con la PFM, nel 1979 a Varese. Ero a tre metri da loro. Da giovane ti accalchi davanti ai musicisti...

TG: Vogliamo lasciarci con una frase che possa ricordarmi di te?

Rosso: Mah, non sono bravo in queste robe qua... Fumare bene è uno dei doni più belli che ci ha dato Dio, se riesci a capirlo e ad assaporarlo senza esagerare sei messo bene. Perché fa bene al cervello e alla salute. E farebbe anche tanto bene al mondo che sarebbe meno stressato, mettendo meno in competizione la gente... Ma perché bisogna per forza eccellere e superare gli altri? Questa storia è pazzesca. Il concetto importante non è quello di primeggiare, ma di trovare l'armonia. Fumando la canapa e i suoi derivati ci si può avvicinare.

TG: Delle canape a basso THC cosa pensi?

Rosso: Vanno bene per chi trova una canna troppo forte. Se gli basta quella, perché no? È giusto che ci sia un mercato e che il prezzo scenda un po', perché adesso è un po' alto, ma è normale quando si fa una produzione altamente artigianale. È un po' come se i pomodori fossero coltivati dal contadino che li zappa, che ogni giorno va tre volte nei campi a guardare come crescono, a innaffiarli a mano... In quel caso il pomodoro costerebbe sette volte tanto. Il granoturco viene coltivato con macchine larghe quattro metri che mentre vanno lo raccolgono, separano i chicchi dalla pannocchia, quindi lì la produzione è a quintali e costa poco; invece la canapa bisogna raccoglierla al momento giusto, bisogna stare attenti ai parassiti, alle piogge, ci sono parecchi momenti critici nelle fasi della crescita e poi devono essere femminilizzate, se vengono impollinate butti via il raccolto, Se vuoi dei fiori senza semi. Ci sono un sacco di accorgimenti da avere. È normale che se coltivi industrialmente il tuo prodotto ha un prezzo, ma artigianalmente è tutta un'altra cosa. Se prendi una serra coibentata dove tieni la temperatura giusta, lì non hai parassiti, non hai insetti. Ed è più facile produrre così che in campo aperto. Ma noi sappiamo bene che la produzione in campo aperto è una produzione di qualità. Non possiamo comparare il pomodorino idroponico al pomodorino di campagna... Il pomodorino di campagna ha un gusto eccezionale e ci guadagna sempre su tutte i pomodori cresciuti in altri tipi di coltivazioni.

TG: I prezzi dei chilum invece su che cifre sono?

Rosso: Vanno dai 10 euro ad anche 150 euro; chiedo 150 euro però per un chilum che mi ha richiesto tre giorni solo per l'escavazione e la lavorazione.

TG: Il chilum gigante invece quanto costa?

Rosso: Sugli 80 euro. È vero che è gigante, ma deve anche essere dritto e perfettamente rotondo, lucido dentro... e anche quello è fatto a mano.

TG: I vari disegni o bassorilievi che compaiono su alcuni pezzi che cosa rappresentano?

Rosso: Il simbolo che sembra un 3 è l'Om, una formula indiana che mi ha preso molto bene, significa un sacco di cose, tra cui la principale è la creazione del mondo. I Veda narrano in lingua sanscrita che Brahma era solo e si annoiava, un po' come viene spiegato nella nostra Genesi, allora si mise a cantare la Om e da questa vibrazione è nato il cosmo e tutta la vita.

TG: La vita è nata da un suono?

Rosso: Da una vibrazione. È una teoria plausibile e credibile, perché la forza della vibrazione è notevole.

TG: Rosso, tu sei mai stato in India?

Rosso: Mai. Sai, abitando prima in campagna, poi lavorando e crescendo tre figli, non ho avuto tempo per fare grandi viaggi. E poi, stavo bene dove mi trovavo; anche se ci sarei dovuto andare e mi sarebbe anche piaciuto. Però, ti posso garantire che la conosco meglio di tanti che ci sono andati, perché tutti gli amici che sono tornati dall'India mi hanno raccontato qualcosa ed è un po' come se ci fossi stato anch'io con loro. Conosco le sensazioni e le emozioni che si vivono là. Mi mancano i profumi, ma non è detto che un giorno non ci vada anch'io.


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