lunedì 3 dicembre 2018

8 domande ai New Candys

Lo scorso 10/11 novembre i New Candys sono stati il terzo gruppo a salire sul palco dello Psych Out Festival; sentiamo cosa hanno da dirci della loro musica e cosa pensano di quella notte in cui tutti ci siamo rituffati nei coloratissimi anni '60. TG

Psych Out Festival
I New Candys - Scatto fotografico di Laura Gamba, elaborazione grafica di TG.

1 Quanto è difficile suonare in Italia il Vostro genere musicale e quanto interesse c'è da parte del pubblico e dei discografici per la musica originale e i brani inediti made in Italy?
Secondo noi il mercato musicale per musicisti italiani in Italia è per chi canta in italiano, sembra un gioco di parole ma è così. Cantando in inglese e suonando Rock'n'Roll ci si rivolge ad un pubblico estero. In Italia c'è comunque attenzione da parte di pubblico, locali e promoter, solo che si svolge tutto al di fuori del “mainstream”.

2 Di che cosa parlano i Vostri testi e perché?
Cerchiamo di toccare tematiche senza tempo, utilizziamo metafore e simbolismi per poi lasciare libera interpretazione all'ascoltatore. I testi sono importanti ma sono spesso l'ultima cosa ad essere finalizzata, ciò che si suona con gli strumenti e il suono delle parole hanno priorità sul significato delle parole.

3 Che cosa ne pensate della musica psichedelica e perché avete fatto la scelta di suonare questo genere di musica? Oppure, perché no?
Nel nostro caso, quando abbiamo iniziato a comporre e suonare musica nostra. Non ci siamo messi d'accordo sul genere, sarebbe stato limitante, ci è venuto naturale. Ti possono piacere molti generi ed apprezzarli tutti in egual misura, ma quando si tratta di scrivere devi fare i conti con il tuo talento e dove questo si trova a proprio agio. Non ci reputiamo una band psichedelica, pensiamo di fare Rock'n'Roll in chiave moderna, che poi sia definito psichedelico è una conseguenza fuori dal nostro controllo.

4 In che contesto Vi piacerebbe suonare (festival, locale, città, eccetera) e perché?
È sempre bello suonare in città nuove ed in contesti differenti, meno routine c'è meglio è, come in tutte le cose. Se potessimo scegliere una nazione dove ancora non siamo stati diremmo il Giappone.

5 Come avete scelto i suoni per il Vostro tipo di musica e perché?
Cerchiamo di suonare il più possibile in un modo unico, quindi per noi è importante utilizzare effetti ricercati e particolari. Siamo affezionati a strumenti vecchi perché prima di tutto ci piacciono esteticamente, poi perché suonano meglio e portano con loro una storia. Non sembrano appena usciti dalla fabbrica dove tutto è prodotto in serie, di conseguenza è più probabile abbiamo una personalità sonora unica.

6 Parlatemi dell'esperienza che avete avuto allo Psych Out. Cosa c'è stato di positivo e di negativo? È andata come Ve l'aspettavate oppure no? Consigliereste ai Vostri amici di suonare allo Psych Out? Che gruppo raccomandereste a Giampo Coppa di ingaggiare per il supermegafestival del prossimo anno per celebrare adeguatamente i 30 anni dello Psych Out?
Solo il fatto di riuscire a chiamare così tante persone ad un festival indipendente in Italia, è un traguardo notevole e bellissimo! È stato bello vedere un pubblico attivo che partecipava al concerto ed ovviamente lo consiglieremmo. Raccomanderemmo Juleah, una ragazza austriaca che ha da pochissimo pubblicato il suo nuovo album, starebbe bene sul palco dello Psych Out.

7 Quale ritenete che sia la Vostra canzone più bella e l'album che preferite, o che consigliate assolutamente di comprare a chi non ha avuto modo di conoscerVi approfonditamente?
Consiglieremmo il nostro ultimo album “Bleeding Magenta”, per quanto riguarda la canzone forse “Sermon”, dove proprio Juleah ha partecipato cantando alcune parti.

8 Ditemi quello che volete
Quello che volete.

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