mercoledì 21 novembre 2018

“Dada is not dead”, parte da Bari la mostra-tour per festeggiare i 18 anni del collettivo dott. Porka's

I dott. Porka's sono ancora vivi e dopo 10 anni dalla Biennale del Mediterraneo tornano ad esporre i propri lavori a Bari. Il collettivo senza volto e senza un numero preciso di componenti festeggia i suoi 18 anni di attività portando in tour “Dada is not dead”, la mostra che raccoglie gli inediti delle street-photo-performance, rigorosamente non autorizzate, le tavole preparatorie dei murales, le opere di grafica e i lavori che hanno caratterizzato le loro azioni in questi ultimi anni.
Dr. Porka's
Stone age: trekkers from the past (1 metro X 1,50)
Esploratori da un passato remoto che con un viaggio nel tempo riescono ad approdare nel futuro. Al loro cospetto il futuro consegnato ai posteri. Deserti di sterpi disseccati dalle falde acide e cattedrali di cemento incompiute come eredità di una Società dello Spettacolo che si è cannibalizzata fino a lasciare solo briciole di asfalto come vestigia delle civiltà che furono. Quel che resta sono solo scempi di un pianeta reso desolato, deserto ed inospitale.
La città scelta per la prima tappa è Bari, infatti da sabato 24 Novembre fino al 25 Dicembre, “Dada is not dead” apre i battenti alle ore 18,30 nello street shop "Backjump" di via Pisanelli n. 25. Uno dei pochi spazi in Italia che ha come riferimento gli importanti esempi internazionali di gallerie inserite nel circuito degli street shop, come la “Montana gallery” di Barcellona, in cui accanto alla vendita dei prodotti della scena street e skate, si affiancano esposizioni e proposte culturali alternative.
Dr. Porka's

Pietà (1metro X 1,50) 
Una versione della Pietà in chiave laica con il Cristo operaio tra le braccia della madre nel piazzale dell' Archelor Mittal in Lussemburgo, il colosso dell'acciaio candidato a rilevare l'Ilva. La zona delle Terres Rouges, estesa tra il Granducato del Lussemburgo, la regione francese della Lorena, quella belga della Vallonia, e le regioni tedesche del Rhineland-Palatinate e di Saarland, fu sede da metà Ottocento di immensi impianti metallurgici, poi chiamati Société Métallurgique des Terres-Rouges. Il gigantesco complesso industriale come un inferno postmoderno ha segnato lo sfruttamento di generazioni di migranti ed è stata una inesauribile fonte di inquinamento di cui oggi restano solo le spoglie e scorie. Bonificarla è impossibile. Tutta la zona è al momento oggetto di un progetto di gentrificazione.
Il titolo del tour è un riferimento ai dadaisti, la corrente artistica che, insieme ai situazionisti, da sempre costituiscono l'ossatura ideologica e critica della ricerca artistica dei dott. Porka's. Il riferimento sottolinea l'esistenza di questo legame tra le contro-correnti artistiche che assolvono al loro ruolo di "rottura" nella Storia dell'Arte. Ultima in ordine cronologico la street art, anch'essa parte del DNA dei dott. Porka's nonché ultima erede dello spirito eversivo delle avanguardie storiche.
Dottor Porka's
Il Conte Amen (1 metro X 1,50)
La gigantesca città fantasma di Consonno, ai piedi del Resegone, in provincia di Lecco è un surreale monumento vivente de "l'economia creativa” e delle “grandi opere” presenti nel dna malato del nostro paese prima ancora che venissero coniate queste definizioni per descriverle. L’antico borgo contadino di Consonno viene comperato nel 1962 dal Grande Ufficiale Mario Bagno per trasformarlo in una piccola Las Vegas della Brianza. Non viene risparmiata neppure la collina adiacente al cimitero: limita il panorama e il Conte Bagno la fa abbassare con esplosivo e ruspe. Da allora il paese inizia a spaccarsi letteralmente in due, a franare verso la valle, e a svuotarsi definitivamente non solo degli abitanti rimasti ma anche dei turisti che dovevano farne la sua fortuna.
I dott. Porka’s sono a pieno titolo tra i precursori in Italia della corrente artistica recentemente catalogata dalla critica internazionale con il termine di “interventionism”.
Dr. Porka's
Caronte (1 metro X 1,50)
Il gigantesco complesso di archeologia industriale della Société Métallurgique des Terres-Rouges in Lussemburgo, attualmente al centro di un progetto di gentrificazione, diventa metafora del cancello degli inferi ai quali generazioni di operai immigrati dalle zone più povere d’Europa hanno consacrato la loro vita. Da qui il demonio Caronte richiama le anime per presentar loro il conto della nostra perdita di umanità.
Inventori della street-photo-performance prima che i flash mob e social media marketing rendessero il concetto di “azione” buono per qualunque cosa mediaticamente spendibile. I dott. Porka's sono stati pubblicati su “Future Images” di Mario Cresci (2008), reputato da molti addetti ai lavori come uno dei più interessanti libri sull'immagine editi negli ultimi anni e, nel 2015, su “Exploit” importante testo “eretico” sull'arte contemporanea di Fabio Benincasa, Andrea Facchi e Giorgio De Finis, il nuovo direttore del Macro di Roma. La mostra permetterà al pubblico barese una full immersion in gran parte della produzione artistica dei dott. Porka's. Da lungo tempo assenti dalla scena barese, il collettivo ha espresso la sua creatività in ambito internazionale, tanto che hanno rappresentato con pochi altri artisti il nostro paese nel padiglione della Gare Routiere dedicato al Festival del cinema italiano di Villerupt in Francia e dipinto nel leggendario Castello di Zakula di Cormano, spazio molto particolare e riconosciuto a livello internazionale, ma destinato all'abbattimento. Quest'ultimo è attualmente al centro di una battaglia che ha visto schierarsi in sua difesa personaggi molto eterogenei, da Moni Ovadia al rapper Gali.




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