domenica 25 novembre 2018

Ascolto comparato tra nastro analogico, SaCD e Vinile con Giulio Cesare Ricci

Venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 novembre, Spinelli Hi-Fi di Milano ha ospitato nel suo negozio di viale Zara 108 Giulio Cesare Ricci ed i suoi dischi. Vinili e Super Audio CD prodotti e pubblicati da Fonè, una casa discografica che quest'anno festeggia il 35° anniversario della sua fondazione e che è ben conosciuta dagli audiofili di mezzo mondo.


Giulio Cesare Ricci

Ho avuto la fortuna di essere presente insieme a pochi altri appassionati e ho potuto ascoltare gli stessi brani registrati su tre tipi di supporti diversi e riprodotti da tre tipi di tecnologie differenti, diffusi in hi-end in una sala approntata  appositamente per l'ascolto sonoro da Davide Spinelli. 
Non è tanto delle mie considerazioni personali sull'esito di questa operazione, in qualche modo scontata poiché era evidente che il Master della registrazione, per lo meno la copia di un master da 1/4 di pollice che gira a 38cm/sec, suonasse in modo particolarmente performante rispetto alle copie ottenute con ulteriori passaggi, ma è sulle scelte e la filosofia dell'ingegnere del suono che vorrei porre l'attenzione del lettore.
Molti parlano di qualità audio assoluta, ma se non si ha occasione di assistere ad una prova comparata tra strumenti diversi, nell'arco di tempi molto stretti, è difficile per il nostro cervello poter fare dei paragoni e rendersi conto di quale sia effettivamente il suono migliore, o perlomeno perché questo risulti ai nostri sensi ed alla nostra valutazione razionale finale quello più gradevole.
La prima considerazione da fare riguarda l'utilizzatore del supporto audio: non tutti coloro che ascoltano musica lo fanno in modo pienamente cosciente e nei giusti termini; solitamente chi si occupa di trovare il suono più adatto per la registrazione di un artista deve pensare anche a chi fruirà della musica. Ascolterà alla radio o alla guida della propria autovettura? Non tutti stanno seduti davanti al proprio impianto hi-fi, ciò significa che il suono andrà ottimizzato anche per diversi tipi di pubblico. Chi è legato all'alta fedeltà ed effettua un ascolto più attento ha esigenze diverse, utilizza impianti di riproduzione in grado di rendere tutta la gamma delle frequenze e delle tonalità dei brani che ascolta, ciò significa che anche il disco che si ottiene dovrà essere il più possibile realistico e rispettare al massimo le sonorità originali della performance musicale. Giulio Cesare Ricci ha fatto sue registrazioni in luoghi evocativi, ma ha pubblicato anche dischi di artisti che non ha inciso direttamente. Grazie agli accordi intercorsi tra Ricci ed altre case discografiche sono stati ripubblicati degli LP del passato da Fonè ed è stato possibile migliorare la dinamica rispetto alle edizioni originali. Tra gli artisti  di cui si è occupato Ricci ricordiamo Paolo Conte, Ornella Vanoni, Pino Daniele, Vasco Rossi ed altri. In questi casi, Ricci ha realizzato nuove lavorazioni dal master che gli sono stati forniti. Ogni ristampa ha le sue caratteristiche che sono giustificate proprio dall'utilizzo finale che ne fa il fruitore. Le ri-masterizzazioni vengono fatte nel rispetto del suono originale che è trattato secondo il gusto e le esigenze dell'artista, secondo la sua impostazione musicale e il colore autentico del suono, pur garantendo la fedele riproduzione di tutte le gamme di frequenza.
L'impianto di alta fedeltà è molto selettivo; permette di sentire bene quello che è stato inciso bene, ma fa sentire male quello che è stato inciso male. Un impianto meno fedele e meno estremo nella qualità di riproduzione appiattisce il suono che perde così molte delle sue peculiarità. 
Una buona registrazione è chiaramente in grado di valorizzare le qualità di un buon impianto di riproduzione sonora. Se il suono di partenza è di qualità, tutti gli impianti renderanno bene il risultato della registrazione/incisione. Anche se gli impianti di riproduzione hanno caratteri diversi. 
Il master di una registrazione è normalmente ascoltato solo dall'artista che suona e dall'ingegnere del suono che lo registra; potere ascoltare quel tipo di registrazione è un'occasione molto esclusiva, ma da alcuni anni a questa parte Fonè realizza delle copie uniche che poi vengono riprodotte nelle fiere di settore per un pubblico di appassionati che possano apprezzarne quelle caratteristiche. Come ho già scritto all'inizio di questa pagina, è chiaro che il master analogico suoni meglio del vinile, quella su nastro è la prima registrazione e per forza di cose sarà migliore delle altre. 
Nella stampa del vinile analogico, dopo il nastro analogico c'è la lacca di cera e poi la stampa galvanica negativa che serve per lo stampaggio finale del vinile.
Per ogni album si sceglie di fare un master analogico o digitale, a seconda di quale sarà il supporto finale. Il periodo in cui si facevano le registrazioni è anche un aspetto da non trascurare della produzione discografica; a partire dagli anni '80 Fonè a iniziato a fare dei master digitali con il Sony PCM-F1 per realizzare i CD. Poiché all'inizio i CD avevano un suono molto diverso da quello dei supporti analogici, e anche per una passione innata di Ricci, Fonè ha puntato molto sul vinile, infatti ancora adesso pubblica edizioni limitate in 496 copie per mantenere delle stampe valide e di qualità costante. Dal 1998 Ricci ha iniziato, quando era il caso di farlo, a registrare anche sul formato digitale DSD, un formato digitale dal quale si può ricavare il Super Audio CD. Dal 1999 ad oggi Fonè non pubblica CD, ma SACD che partono da registrazioni DSD. 


Giulio Cesare Ricci riavvolge il "master" di Toffee di Vasco Rossi, prima di farlo suonare su un Nagra IV S del 1971 di sua proprietà. In realtà, il vero master è su un nastro da 1 pollice e  TG l'ha ascoltato due anni fa a Rho durante Il Grand Galà dell'Alta Fedeltà organizzato sempre da Ricci.

Tuttavia, gli apparecchi analogici hanno continuato ad essere usati in Fonè, solo che alcune macchine sono state sostituite. All'inizio della sua attività, Ricci registrava con il Nagra IVs, poi è passato agli Studer C37 e J37, registratori a valvole degli anni '50; mentre da vent'anni a questa parte usa gli Ampex ATR102 con nastro da 1/2 pollice. Ricci pensa che nella tecnologia la contaminazione di sistemi diversi non sia una buona cosa, per questo per ottenere dischi vinilici parte da un master analogico, mentre per ottenere SACD parte da registrazioni digitali. 
"Chi stampa dischi in vinile da master digitali ha probabilmente un risultato diverso da chi parte da un master analogico e certamente non produce vinili analogici... ma una stampa su vinile di un master digitale..." Così si è espresso a proposito di chi stampa dischi vinilici da master digitali.
Nonostante questa affermazione, ammette che l'alta risoluzione del digitale è qualcosa di straordinario. "Registrare un master digitale significa rendere il suono ricco di informazioni." GCR
Certamente, togliere informazione è un'operazione sempre possibile sia nel campo dell'immagine che del suono; la cosa importante per Ricci è rispettare la filiera di produzione. 
La qualità di suono del SACD che deriva da una registrazione DSD è importante, anche perché lo strato del CD del SACD suona molto bene.
Anche il mondo del collezionismo tiene d'occhio i vinili di Ricci; qualche tempo fa un LP di Pino Daniele è stato venduto usato per 1800 euro. Una pazzia? Forse, ma quando una stampa è numerata e di qualità in pochi sono disposti a disfarsene se non si paga un caro prezzo. Ricci invece vende a prezzi che tutto sommato sono molto competitivi: 35 euro per un disco in vinile fatto con amore non è poi male. Il problema è che la scelta tra i titoli è un po' limitata e se non siamo poi così appassionati di musica classica, jazz o nostalgici dei tempi andati, non è facilissimo trovare qualcosa che ci solletichi veramente il desiderio di possesso. D'altronde Fonè è una piccola casa discografica indipendente che già si comporta molto bene e fa miracoli. Buono anche il prezzo dei SACD che per quella serata erano in offerta tra i 10 ed i 15 euro. Non ho chiesto il prezzo dei nastri, perché è un prodotto che non mi interessava, ma credo che stia intorno ai 200 euro, se non di più.
C'è da dire che Ricci per la ri-masterizzazione non interviene con equalizzatori, espansori o compressori, ma si limita a togliere l'elettro-smog con un suo procedimento quasi esoterico e utilizza apparati analogici storici di gran pregio restaurati e perfettamente messi a punto come i pre-amplificatori valvolari, i registratori già citati o i microfoni Neumannn (quando effettua riprese audio) a valvole della fine degli anni '40 modelli, come lo U47, U48, M49. Ricci pone una grande cura artigianale in ogni passaggio della produzione, dalla presa del suono, al taglio della lacca, anche per questa lavorazione ha le sue attrezzature, per fare i dischi di polivinilcloruro (PVC) che deve essere di prima scelta e non riciclato, come spesso capita nelle produzioni a basso costo. I solchi impressi sul disco devono essere profondi, in modo che la dinamica acustica aumenti e si sentano bene sia i passaggi più tranquilli di un brano musicale che quelli maggiormente forti e intensi.
Mi è piaciuto parlare con un ingegnere del suono tanto appassionato del suo lavoro che poi è anche un personaggio un po' istrionico, fantasioso, divertente e gentile nel proporre i propri prodotti e nel convincerti che sa quello che fa perché lo fa da tanto tempo, con la stessa cura che mettevano nel lavoro i nostri nonni. Però, mi è piaciuto ancor di più potermi fare un'idea personale di quanto ho ascoltato e, visto che siamo ormai in conclusione di questo piccolo reportage, vi proporrò anche le mie impressioni psico-acustiche.
Non sono più molto abituato ad ascoltare i nastri magnetici, ma non c'è nulla da eccepire sulla loro qualità sonora: è eccezionale. Profondità, presenza, dinamica, spazialità, carattere e toni, tutto veramente perfetto. Non avrebbe potuto essere altrimenti perché Spinelli aveva preparato un impianto davvero coi fiocchi: l'amplificatore integrato Einstein the Amp Ultimate dal costo di 18'450 euro e i diffusori Blumenhofer FS 1 MK2 dal costo di 22'850 euro sono veramente all'apice della qualità, per non parlare dei cavi che da soli credo che valgano molto più del mio impianto stereo...
Per quello che riguarda l'ascolto del superaudiocd, devo dire che ero molto curioso di capire se la qualità che sarebbe uscita da questo supporto sarebbe potuto essere paragonabile a quella del "master". La risposta è stata negativa, nonostante il dischetto a lettura laser fosse stato introdotto nientepopodimeno che in un Rega Isis Valve, un fantascientifico lettore CD a valvole, unico nel suo genere. Il vero confronto è stato quindi tra due tipi di supporto, entrambi su disco di plastica. 
Il suono che mi ha emozionato maggiormente è stato proprio quello del disco nero di PVC, forse anche più di quello del nastro magnetico; non parlo di qualità assoluta, ma di naturalezza di ascolto, di timbrica, di piacere di ascolto. Non so nemmeno io come spiegare... Il suono del CD non era molto lontano da quello del vinile se non fosse stato per una presenza leggermente più artificiale e meno morbida. Inoltre, incredibilmente, il lettore cd di Rega dal costo di oltre 10'000 euro non legge i SACD.
Bella serata, speriamo si ripresenti presto qualche altra occasione per ascoltare buona musica su impianti da sogno.
Un grazie di cuore a Giulio Cesare e a Spinelli Hi-Fi. TG


Fonè, Giulio Cesare Ricci
Giulio Cesare Ricci e Spinelli Hi-Fi ci hanno fatto passare una serata fantastica.



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