Il giorno della presentazione alla stampa della MIA Fair 2017 ho parlato con Raffaele Montepaone.
Raffaele Montepaone alla MIA Fair 2017
Tony Graffio: Ciao Raffaele, noi ci siamo conosciuti due anni fa, sempre qua a Milano, in occasione di un'edizione di Affordable Art Fair in cui ti è stato riconosciuto il secondo premio Warsteiner; credo d'essere stato il primo a intervistarti per la qualità del tuo lavoro.
Raffaele Montepaone: Sì, è vero, era il 2015, avevo vinto un premio che mi ha dato la possibilità di esporre in quella fiera. Adesso sono qui alla fiera della fotografia d'autore come "Proposta MIA" e vivo con entusiasmo questa nuova avventura, sempre portando avanti il mio progetto "Life".
TG: Solo che adesso sei diventato molto conosciuto...
RM: Sì, in questi due anni mi è successo di tutto; ho vinto il Talent Prize, il premio speciale, ho esposto a Parigi, a Roma, a Bologna, mi hanno invitato ad Arles; sono usciti dei miei servizi su Vanity Fair, su Il Resto del Carlino ed altri giornali, il mio lavoro s'è fatto conoscere bene. Questa era la cosa che per me era più importante.
TG: Stai proseguendo il tuo lavoro di documentazione degli anziani?
RM: Sì, Life sta continuando ed andrà avanti fino a che ci saranno i "miei centenari". Poi, ho altri due progetti in cantiere. Uno uscirà molto presto.
TG: Saranno fotografie di nudo?
RM: No, è un progetto che prende spunto dalla Chiesa Cattolica, i suoi precetti ed illustra i vizi capitali; l'altro invece riguarderà il mondo degli animali.
TG: Bene, aspetteremo di vedere anche i tuoi nuovi lavori. In Francia, invece, com'è andata?
RM: Purtroppo, sono stato a Parigi proprio nei giorni in cui c'è stato l'attentato al Bataclan. Ero lì con mia moglie ad esporre al Fotofever. E' stata un'esperienza un po' forte che ci portiamo ancora dietro.
TG: Si respirava un'atmosfera un po' pesante?
RM: Sì, c'erano soldati dappertutto. Paris Photo è stata chiusa, ma Fotofever no perché quella fiera non era coperta da assicurazione. Erano giornate talmente tristi che non c'era la volontà di partecipare a questo evento, sia da parte del pubblico che da parte nostra. Siamo rimasti pochissimo tempo in galleria perché non ci andava di festeggiare durante un'evento drammatico come quello che era accaduto poco lontano.
TG: Certo.
RM: L'anno scorso, a Bologna, abbiamo partecipato al Setup e quest'anno finalmente siamo qui alla MIA, un punto d'arrivo importante. Un obiettivo al quale tengo molto. Mi presento da solo con un mio stand perché ci tengo a presentare il mio lavoro al meglio. Tante volte le gallerie non curano tutto quello che c'è dietro la fotografia come vorremmo noi fotografi. Bisogna saper raccontare bene una fotografia o un progetto, per questo volevo essere io a farlo.
TG: Hai avuto contatti con gallerie d'arte?
RM: Sì, collaboro con varie gallerie in Francia. Anche Alidem vende alcune mie fotografie, però non ho ancora trovato la galleria giusta per il mio tipo di fotografia, forse perché il mio lavoro è un po' troppo concettuale. Ormai, si propongono parole all'infinito, storytelling legati a progetti complessi, ma io credo che un buono scatto possa anche vivere ed andare avanti da solo. Sembra invece che in questo momento storico della fotografia, le gallerie ed il mercato siano orientati in modo diverso, ma per fortuna i collezionisti mi apprezzano ugualmente e comprano i miei lavori.
TG: Avevi in progetto anche un libro fotografico?
RM: Ad Arles, l'anno scorso, ho presentato un libro insieme all'AFI, l'Archivio Fotografico Italiano, che si intitola Il Bel Paese. Io ed altri cinque fotografi abbiamo raccontato l'Italia in maniera diversa attraverso soggetti differenti.
TG: Io sono stato ad Arles diversi anni fa, ma ultimamente ho sentito dire che è un festival che si è un po' ridimensionato, è così?
RM: Io purtroppo, ad Arles non c'ero, ero presente con le mie opere ed il libro, ma non di persona. E' andata bene comunque perché è lì che Ferdinando Scianna ha notato la mia mostra ed adesso che ci siamo conosciuti dovremmo collaborare ad un libro per il quale lui scriverà i testi. Ad Arles non sono andato per vendere, mentre qui a Milano è diverso, sono qui oltre che per esporre, per recuperare l'investimento che ho fatto prendendo in affitto lo stand. L'anno scorso ho anche partecipato al Festival Europeo della Fotografia al Palazzo Leone da Perego, a Legnano. In due anni sono successe davvero tante cose.
TG: Continui a fotografare i matrimoni?
RM: La mia attività di fotografo di matrimoni s'è un po' ridimensionata perché adesso ho un po' meno tempo da dedicarle; sto poco a casa. Per organizzare questa mostra alla MIA ci ho messo quasi tre mesi. Partendo dalla Calabria non è facile preparare qualcosa di carino da portare qui a Milano. Ho riversato molte energie in questo evento. Credo che a giugno riprenderò a fotografare i matrimoni perché quello è un lavoro che mi permette di fare anche altre cose. I collezionisti ci sono, ma non bastano per sostentare le mie attività espositive, i miei viaggi, i miei nuovi progetti e a pagare le spese per le fiere. Mi piacerebbe partecipare a Paris Photo; spero di poterlo fare l'anno prossimo. L'anno scorso ho avuto una bellissima esperienza esponendo a Grenoble con la Galleria Ex-Nihilo, ottenendo un grande riscontro.
TG: Chi cura la stampa delle tue fotografie?
RM: Le fotografie esposte qui sono stampate da Antonio Manta, ma lavoro anche molto con L'Archivio Fotografico Italiano e Claudio Argentiero.
TG: Prezzi?
RM: A partire da 1'200 euro, per arrivare fino a 3'500 per l'immagine che ha vinto il Talent Prize, uscita su tutte le riviste che scrivono di arte. Tutte le mie fotografie sono tirate in 5 copie più due prove di stampa. Non vado mai oltre le 5 copie. I collezionisti mi hanno chiesto di stampare soltanto 3 copie; può essere che più avanti li ascolti e faccia una tiratura ancora più limitata.
TG: Grazie mille.
RM: Grazie a te.
Raffaele Montepaone, insieme a Marshall Vernet, durante questa edizione della MIA si sono aggiudicati il Premio RAM Sarteano che consiste nella possibilità di esporre presso la Rocca Manenti dal 15 luglio a fine settembre 2017.
TG: Avevi in progetto anche un libro fotografico?
RM: Ad Arles, l'anno scorso, ho presentato un libro insieme all'AFI, l'Archivio Fotografico Italiano, che si intitola Il Bel Paese. Io ed altri cinque fotografi abbiamo raccontato l'Italia in maniera diversa attraverso soggetti differenti.
TG: Io sono stato ad Arles diversi anni fa, ma ultimamente ho sentito dire che è un festival che si è un po' ridimensionato, è così?
RM: Io purtroppo, ad Arles non c'ero, ero presente con le mie opere ed il libro, ma non di persona. E' andata bene comunque perché è lì che Ferdinando Scianna ha notato la mia mostra ed adesso che ci siamo conosciuti dovremmo collaborare ad un libro per il quale lui scriverà i testi. Ad Arles non sono andato per vendere, mentre qui a Milano è diverso, sono qui oltre che per esporre, per recuperare l'investimento che ho fatto prendendo in affitto lo stand. L'anno scorso ho anche partecipato al Festival Europeo della Fotografia al Palazzo Leone da Perego, a Legnano. In due anni sono successe davvero tante cose.
TG: Continui a fotografare i matrimoni?
RM: La mia attività di fotografo di matrimoni s'è un po' ridimensionata perché adesso ho un po' meno tempo da dedicarle; sto poco a casa. Per organizzare questa mostra alla MIA ci ho messo quasi tre mesi. Partendo dalla Calabria non è facile preparare qualcosa di carino da portare qui a Milano. Ho riversato molte energie in questo evento. Credo che a giugno riprenderò a fotografare i matrimoni perché quello è un lavoro che mi permette di fare anche altre cose. I collezionisti ci sono, ma non bastano per sostentare le mie attività espositive, i miei viaggi, i miei nuovi progetti e a pagare le spese per le fiere. Mi piacerebbe partecipare a Paris Photo; spero di poterlo fare l'anno prossimo. L'anno scorso ho avuto una bellissima esperienza esponendo a Grenoble con la Galleria Ex-Nihilo, ottenendo un grande riscontro.
TG: Chi cura la stampa delle tue fotografie?
RM: Le fotografie esposte qui sono stampate da Antonio Manta, ma lavoro anche molto con L'Archivio Fotografico Italiano e Claudio Argentiero.
TG: Prezzi?
RM: A partire da 1'200 euro, per arrivare fino a 3'500 per l'immagine che ha vinto il Talent Prize, uscita su tutte le riviste che scrivono di arte. Tutte le mie fotografie sono tirate in 5 copie più due prove di stampa. Non vado mai oltre le 5 copie. I collezionisti mi hanno chiesto di stampare soltanto 3 copie; può essere che più avanti li ascolti e faccia una tiratura ancora più limitata.
TG: Grazie mille.
RM: Grazie a te.
Raffaele Montepaone, insieme a Marshall Vernet, durante questa edizione della MIA si sono aggiudicati il Premio RAM Sarteano che consiste nella possibilità di esporre presso la Rocca Manenti dal 15 luglio a fine settembre 2017.
Nessun commento:
Posta un commento