Milano è stata molto bombardata durante la seconda guerra mondiale; gli inglesi e gli americani pensavano che sarebbero bastate poche incursioni per distruggere la città che, a differenza delle città tedesche non voleva saperne di bruciare in un unico grande rogo, in quanto Milano aveva palazzi di mattoni più solidi rispetto ai molti edifici di legno diffusi in centro Europa. I rifugi antiaerei non erano altro che le cantine dei palazzi e le uscite di sicurezza le loro finestre, indicate con frecce bianche su fondo nero e dalle lettere "U S".
All'epoca del fascismo sui muri c'erano questi segni e qualche motto mussoliniano che se non è stato cancellato è ancora visibile, specialmente nelle campagne su qualche vecchia cascina.
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Luogo: via Filippo Palizzi n. 121
Fotocamera: JVC Picsio GC FN1
Aggiornamento del 9 gennaio 2014
Ho effettuato qualche nuovo scatto con la Pentax K-01 e lo zoom smc Pentax DA L 18-55mm f 3,5-5,6 AL, sia perché mi mancava un totale del palazzo dove si vedesse almeno una freccia, di solito ci sono sempre auto parcheggiate che ne limitano la visione, sia per poter confrontare le immagini di due strumenti fotografici di categorie completamente diverse.
Dopo tanto tempo, mi sono deciso a montare lo zoom che faceva parte del kit da me acquistato; non sono un grande entusiasta delle ottiche a focale variabile e questo obiettivo economico della Pentax ha dei difetti abbastanza rilevanti che non mi rendono particolarmente felice d'usarlo, ma ha anche un paio di pregi.
Fin da quando ero alla ricerca della Pentax K-01, una fotocamera che mi aveva colpito immediatamente per la sua bellezza, la solidità della costruzione e la scelta coraggiosa e controcorrente di presentare una mirrorless che utilizzasse ottiche da reflex, avevo deciso di portarmi a casa un esemplare di questo eccentrico apparecchietto. Ovviamente, avrei preferito recuperare un kit composto da corpo macchina completo di pancake Pentax DA XS 40mm f 2,8, l'obiettivo più sottile al mondo, disegnato da Marc Newson, ma incomprensibilmente, forse per un marketing un po' sconsiderato dell'importatore italiano, questa accoppiata non era reperibile sul mercato italiano.
In più, quasi nessuno disponeva di questa marca in negozio, tutti mi proponevano d'effettuare un ordine, a costi scandalosi dei due prodotti separati e non come unico kit. Non volendomi piegare ai diktat dell'importatore, ho temporeggiato guardandomi un po' in giro, ma anche su internet non c'era molta offerta di un prodotto che non è stato molto capito, pur essendo capace di realizzare scatti abbastanza buoni ed offrendo una resa cromatica molto ben studiata. Avendo avuto modo di valutarne la resa soltanto da filmati pubblicati in rete, anche la qualità del video mi sembrava accettabile, o comunque migliore degli strumenti di cui disponevo un paio d'anni fa (in più ero molto scontento del fatto che un'ottima macchina, allora in mio possesso, non proprio a buon mercato come la Nikon D 700, non disponesse di una modalità video).
Nell'aprile dello scorso anno, capii che le K-01 erano introvabili perché erano già fuori produzione e quando mi capitò di reperire un kit nuovo, in offerta a metà prezzo, lo acquistai al volo, senza pensarci due volte.
Usai lo zoom in dotazione solo un paio di volte, fino a che non recuperai un anello adattatore originale Pentax che mi consentì di montare i vecchi Takumar e Super Takumar a vite M42 sul corpo macchina digitale.
In vita mia, ho avuto, sugli apparecchi fotografici, solo un altro zoom, si trattava dello OM Zuiko Auto-zoom 75-150mm f 4, un'altra ottica economica che non mi soddisfece per nulla, sia a causa della resa ottica non eccelsa, sia per la scarsa luminosità, ma soprattutto a causa dell'esagerato numero di lenti presenti all'interno del barilotto, 15 in 11 gruppi, che rendevano l'utilizzo in controluce improponibile. A meno di non ricercare appositamente un esagerato effetto di riflessione interna che permetteva di contare la presenza di ogni singola lente, sulla quale veniva proiettato il riflesso delle lamelle del diaframma.
Neppure il moderno Pentax è uno zoom che mi soddisfa, ma per altri motivi; l'ho preso solo perché nel kit era quasi regalato e mi è costato meno di 10 euro. Il DA L 18-55 AL mm ha un buon trattamento antiriflesso, un po' come tutti i Pentax, ma distorce in maniera visibile l'immagine, specie alla focale minima, ed ha una scarsa luminosità che induce a settare la macchina fotografica su almeno 800-1600 Iso, anche in condizioni di luce non particolarmente difficili. Io comunque sono dell'avviso che non ha senso produrre zoom ad apertura di diaframma che varia in base alla focale utilizzata poiché poi ci si ritrova poi ad utilizzare sempre la focale minore che corrisponde alla focale più luminosa, ma che purtroppo distorce. In pratica si arriva ad una scelta obbligata che fa decadere tutti i vantaggi del transfocatore, come si chiama in lingua italiana lo zoom, a parte la possibilità di poter disporre dell'autofocus (su questa serie di ottiche) che non è una cosa da poco su un apparecchio su cui la profondità di fuoco è molto limitata e la messa a fuoco è un'operazione da effettuare con una precisione assoluta. Forse a causa delle caratteristiche della costruzione del sensore CMOS (credo sia un Sony) che dota la Pentax K-01. L'altro vantaggio del smc Pentax DA L 18-55mm 3,5-5,6 AL è il peso che è davvero ridicolo, quasi 200 grammi.
Se proprio non lo si apprezza come zoom, lo si può utilizzare sempre come un'ottica fissa alla focale minima di 18mm che è anche la più luminosa con un diaframma di f 3,5.
Focali medie con un'apertura di f 4,5-5,6, secondo me, sono quasi del tutto inutili.
Aggiornamento del 9 gennaio 2014
Ho effettuato qualche nuovo scatto con la Pentax K-01 e lo zoom smc Pentax DA L 18-55mm f 3,5-5,6 AL, sia perché mi mancava un totale del palazzo dove si vedesse almeno una freccia, di solito ci sono sempre auto parcheggiate che ne limitano la visione, sia per poter confrontare le immagini di due strumenti fotografici di categorie completamente diverse.
Dopo tanto tempo, mi sono deciso a montare lo zoom che faceva parte del kit da me acquistato; non sono un grande entusiasta delle ottiche a focale variabile e questo obiettivo economico della Pentax ha dei difetti abbastanza rilevanti che non mi rendono particolarmente felice d'usarlo, ma ha anche un paio di pregi.
Fin da quando ero alla ricerca della Pentax K-01, una fotocamera che mi aveva colpito immediatamente per la sua bellezza, la solidità della costruzione e la scelta coraggiosa e controcorrente di presentare una mirrorless che utilizzasse ottiche da reflex, avevo deciso di portarmi a casa un esemplare di questo eccentrico apparecchietto. Ovviamente, avrei preferito recuperare un kit composto da corpo macchina completo di pancake Pentax DA XS 40mm f 2,8, l'obiettivo più sottile al mondo, disegnato da Marc Newson, ma incomprensibilmente, forse per un marketing un po' sconsiderato dell'importatore italiano, questa accoppiata non era reperibile sul mercato italiano.
In più, quasi nessuno disponeva di questa marca in negozio, tutti mi proponevano d'effettuare un ordine, a costi scandalosi dei due prodotti separati e non come unico kit. Non volendomi piegare ai diktat dell'importatore, ho temporeggiato guardandomi un po' in giro, ma anche su internet non c'era molta offerta di un prodotto che non è stato molto capito, pur essendo capace di realizzare scatti abbastanza buoni ed offrendo una resa cromatica molto ben studiata. Avendo avuto modo di valutarne la resa soltanto da filmati pubblicati in rete, anche la qualità del video mi sembrava accettabile, o comunque migliore degli strumenti di cui disponevo un paio d'anni fa (in più ero molto scontento del fatto che un'ottima macchina, allora in mio possesso, non proprio a buon mercato come la Nikon D 700, non disponesse di una modalità video).
Nell'aprile dello scorso anno, capii che le K-01 erano introvabili perché erano già fuori produzione e quando mi capitò di reperire un kit nuovo, in offerta a metà prezzo, lo acquistai al volo, senza pensarci due volte.
Usai lo zoom in dotazione solo un paio di volte, fino a che non recuperai un anello adattatore originale Pentax che mi consentì di montare i vecchi Takumar e Super Takumar a vite M42 sul corpo macchina digitale.
In vita mia, ho avuto, sugli apparecchi fotografici, solo un altro zoom, si trattava dello OM Zuiko Auto-zoom 75-150mm f 4, un'altra ottica economica che non mi soddisfece per nulla, sia a causa della resa ottica non eccelsa, sia per la scarsa luminosità, ma soprattutto a causa dell'esagerato numero di lenti presenti all'interno del barilotto, 15 in 11 gruppi, che rendevano l'utilizzo in controluce improponibile. A meno di non ricercare appositamente un esagerato effetto di riflessione interna che permetteva di contare la presenza di ogni singola lente, sulla quale veniva proiettato il riflesso delle lamelle del diaframma.
Neppure il moderno Pentax è uno zoom che mi soddisfa, ma per altri motivi; l'ho preso solo perché nel kit era quasi regalato e mi è costato meno di 10 euro. Il DA L 18-55 AL mm ha un buon trattamento antiriflesso, un po' come tutti i Pentax, ma distorce in maniera visibile l'immagine, specie alla focale minima, ed ha una scarsa luminosità che induce a settare la macchina fotografica su almeno 800-1600 Iso, anche in condizioni di luce non particolarmente difficili. Io comunque sono dell'avviso che non ha senso produrre zoom ad apertura di diaframma che varia in base alla focale utilizzata poiché poi ci si ritrova poi ad utilizzare sempre la focale minore che corrisponde alla focale più luminosa, ma che purtroppo distorce. In pratica si arriva ad una scelta obbligata che fa decadere tutti i vantaggi del transfocatore, come si chiama in lingua italiana lo zoom, a parte la possibilità di poter disporre dell'autofocus (su questa serie di ottiche) che non è una cosa da poco su un apparecchio su cui la profondità di fuoco è molto limitata e la messa a fuoco è un'operazione da effettuare con una precisione assoluta. Forse a causa delle caratteristiche della costruzione del sensore CMOS (credo sia un Sony) che dota la Pentax K-01. L'altro vantaggio del smc Pentax DA L 18-55mm 3,5-5,6 AL è il peso che è davvero ridicolo, quasi 200 grammi.
Se proprio non lo si apprezza come zoom, lo si può utilizzare sempre come un'ottica fissa alla focale minima di 18mm che è anche la più luminosa con un diaframma di f 3,5.
Focali medie con un'apertura di f 4,5-5,6, secondo me, sono quasi del tutto inutili.
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(focale 18mm 1/200 sec f4 Iso 400 messa a fuoco automatica)
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USP3
USP4
Per questa fotografia lo zoom era impostato su 28 mm di focale. Ho deciso di dare questa indicazione per fare capire come anche ad una focale media siamo in presenza di un'evidente distorsione a barilotto, cosa che invece non è mai percettibile sui vecchi Super Takumar a focale fissa, mentre forse è solo appena visibile nell'ottica fissa montata sulla JVC Picsio FN1 che tuttavia ha un sensore semi-microscopico.
Utilizzando sensori molto piccoli e focali cortissime diventa estremamente difficile costruire obiettivi precisi ed esenti da difetti. A maggior ragione diventa ancora più complicato costruire obiettivi zoom per sensori di piccolissimo formato. Infatti, a mio giudizio, le ottiche utilizzate negli apparecchi digitali, anche per caratteristiche intrinseche ai sensori che utilizzano matrici di Bayer, non permettono di ottenere risultati paragonabili a quelli cui eravamo abituati ai tempi delle emulsioni fotografiche.
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