mercoledì 24 ottobre 2018

Comprare o no una Fairchild Aircraft K17C? Risponde Gianni Limonta che ci racconta anche della sua nuova passione e delle manie dei collezionisti

"Chi è felice non ha bisogno di consumare" Umberto Galimberti

Poco più di un anno fa ho conosciuto un collezionista ad un mercatino dell'usato. Ho parlato con lui e dopo un po', quando ha capito la mia passione per le storie particolari e gli oggetti introvabili, mi ha proposto d'andare a trovarlo in uno dei suoi magazzini segreti. In quel posto, ho visto e fotografato oggetti incredibili di rara bellezza, comprese opere d'arte di varie epoche. Il mio interlocutore era un uomo di una certa età al quale ho promesso di non scrivere di lui su questo blog, perché non desidera essere conosciuto e non vuole che si sappia quali rari tesori ha accumulato in circa 60 anni di ricerche. Tra tutte le sue favolose mercanzie ho riconosciuto una fotocamera americana per riprese aeree, una Fairchaild Aircraft K17* molto simile a quella posseduta da Gianni Limonta. Questo fatto mi ha dato lo spunto per ricontattare il collezionista di Bergamo con il pretesto di farmi dare qualche consiglio per poi proporre all'anziano misterioso personaggio, di cui ho accennato poc'anzi, di acquistare la sua fotocamera aerea e le fotografie da questa scattate durante i bombardamenti del 1943/4, proprio sul territorio del paese dove questo signore è nato e vive tutt'ora.
Come sapete, per me il tempo è molto relativo, per cui vi riporto del mio dialogo con Gianni Limonta soltanto adesso. TG

Fairchild Aircraft tipo K17 C
La Fairchild Aircraft tipo K17 C conservata tra barattoli vuoti, smalti in polvere per ceramica e sculture lignee in un capannone che sin trova in una località segreta. Tony Graffio è riuscito ad arrivare fino a  lì grazie alla fiducia riposta in lui da un collezionista anonimo che, evidentemente, aveva voglia di mostrare i suoi tesori a chi potesse capirne il pregio mantenendo però la parola data. La K17C veniva montata sui bombardieri americani Martin B26 Marauder e fotografava su pellicole montate su rocchetti fotogrammi di cm 24X24. Curiosamente, l'ottica accanto alla fotocamera era di fabbricazione tedesca.

Tony Graffio: Ciao Gianni, come stai? Sei contento di rivedermi?

Gianni Limonta: Ma vaffancul... eh, eh, eh...

TG: Tranquillo, parla pure liberamente...

GL: Sei qua per chiedermi una consulenza?

TG: Hai visto che bella quella Fairchaild di cui ti parlavo? (gli avevo spedito le foto qualche giorno prima d'incontrarlo)

GL: Ma noooo...

TG: Come? Non è bella?

GL: Ma va! È tutta rovinata.

TG: Ho capito, ma ha fatto la guerra! È stata usata e poi ci sono anche le fotografie che ha scattato durante i bombardamenti. Mica come la tua che è più nuova e praticamente ti è arrivata nelle stesse condizioni in cui è uscita dalla fabbrica. Che modello è, secondo te?

GL: È una K17C.

TG: Scattava nel momento in cui esplodevano le bombe a terra?

GL: Mah, vai a saperla quella roba lì... La mia però è ai raggi infrarossi. Aveva un supporto speciale, quella che mi hai fatto vedere tu no. Però è ridotta male...

TG: Ho capito, ma quanto posso offrirgli per acquistarla?

Lunga pausa

GL: Te lo dico sinceramente? E guarda che fa un affare lui, non te...

TG: Dimmi...

GL: 300 euro. Non di più.

TG: Veramente?

GL: Ma stai scherzando?

TG: Ma scusa, la tua valeva 50'000 euro e questa solo 300?

GL: No, un momento. Allora tu non hai capito il discorso che ho fatto l'ultima volta. Della mia chiedevo 50'000 euro perché non ce n'era un'altra in quelle condizioni. La mia è anche funzionante, oltre che tenuta benissimo.

TG: Però, il collezionista che conosco io ha anche le fotografie di quella fotocamera scattate mentre gli americani bombardavano il suo paese. Ti rendi conto?

GL: No, quella macchina è ridotta troppo male.

TG: Quindi me ne sconsigli l'acquisto? Ma io la voglio!

GL: Io non so se lui accetta 300 euro, per me è già una buona offerta, ma se lui non l'accettasse dagliene 500, non di più. La chicca di quella macchina è che è come la mia. Quando qualcuno mi ha offerto di comprarmela e c'erano un paio di tedeschi interessati, io ho risposto di trovarne un'altra in quelle condizioni, se erano capaci... Non la trovi.

TG: Ma quella è completa di due obiettivi! Ha tutto! Probabilmente è anche funzionante...

GL: Ho capito...

TG: Io glie ne offrirei anche 100, non è quello il problema. Il problema è capire per quanto lui è disposto a darmela...

GL: Ma sì, te la dàaa...

TG: Ok, se lo dici tu...

GL: Per me, sì.

TG: Comunque questo signore, che non fa fotografia, è come se avesse un palazzo grande come quello che ospita il bar qui a fianco (eravamo nel negozio di Gianni) pieno di tutto il ben di Dio che puoi immaginarti.

GL: Sì, immagino, preservativi bucati...

TG: Lampadari giganteschi di design che arredavano banche a Milano... telescopi del 1800, quadri di grandissimo formati recuperati da chiese demolite... Stampe calcografiche originali del 1500 e tante altre cose.

GL: Tu dovevi dirgli: raccogli tutto, tranne i preservativi. (ride)

TG: Gianni sei tremendo.

GL: Adesso, scherzi a parte, una macchina del genere io non la prenderei.

TG: Forse quando l'ha presa lui era anche tenuta bene, poi nel caos dove tiene di tutto, sopra ad un armadio, può essere si sia un po' impolverata.

GL: Ma l'hai vista bene? Io non credo che una fotocamera ridotta in quello stato possa funzionare. Lì dentro ci sono degli ingranaggi incredibili che sicuramente si saranno ossidati o bloccati, però per l'amor di Dio, magari dandola in mano ad un meccanico esperto si potrebbe sistemare. Esteticamente però rimane quello che è. Forse, sono io che ho un rifiuto per il rottame.

TG: Normalmente, non è facile trovare quella roba lì, indipendentemente dallo stato di conservazione.

GL: Ho capito! Posso essere onesto?

TG: Certo!

GL: Se io non avessi la mia macchina...

TG: Che adesso non hai più...

GL: È per farti capire... La prenderei.

TG: Certo, che è quello che ti dicevo anch'io! Io non ce l'ho: per questo la prenderei. Vedi che mi capisci anche tu?

GL: Certo, ma io infatti ti ho anche risposto: 300 euro. I modelli inferiori, sempre dell'Aircraft li trovi in vendita su un sito americano a 200-300 euro. 

TG: Ok, ti ringrazio della dritta. Senti, ma adesso che hai venduto tutto, continui a collezionare?

GL: Recentemente da un mio cliente, o amico, che poi è la stessa cosa, ho preso un proiettore di legno che non sono riuscito a capire che cosa sia. È una cosa unica che non ho mai visto prima.

TG: Non è che hanno costruito qualcosa apposta per farti uno scherzo?

GL: Ma nooo. Me l'hanno regalato!

TG: Sei fortunato.

GL: Tutta integra. Bisogna solo capire la sua funzione.

TG: Se non lo sai tu non lo sa nessuno.

GL: Sembra una cuccia per cani, ma grande... Sarà di fine '800.

TG: Ce l'hai qua in negozio?

GL: No, in studio.

TG: Se ne trovano ancora di Fairchild K 17 in giro?

GL: No. Ti sfido a trovarle. Trovi solo quelle piccole, guarda su ebay.com. Io sono 15 anni che ci guardo e difficilmente vedo in vendita quelle grandi.

TG: Il mio amico dice d'averla comprata a Livorno negli anni '50. In una specie di surplus militare americano grande come un intero villaggio. Credo si chiamasse Derby. Era andato lì per comprare una jeep ed è tornato a casa con la Fairchild. Esistevano 3 siti così in Italia: uno in Veneto, uno a Livorno e l'altro non so dove.

GL: Sì, lo conoscevo quel posto. Però peccato...

TG: Eh lo so, ma sono passati anche più di 70 anni dalla fine della guerra. È una macchina nata quando eri piccolo tu.

GL: (Risata) Dopo.

Gianni Limonta
 In vetrina del Fotostudio Gianni, il microscopio Precision Micro-Projector Fkatters & Garnett di Manchester, un pezzo degli anni '20 del XX secolo.

TG: Eh va bene. Invece il microscopio inglese che mi hai fatto vedere l'altra volta adesso lo hai messo in vetrina in negozio. Non avrai mica intenzione di venderlo?

GL: No. Assolutamente. Ne ho visto uno così, a poco prezzo su ebay, ma non è la stessa cosa.

TG: Invece il museo della fotografia più grande e bello del mondo è pronto?

GL: Dicono che sarà pronto entro la fine dell'anno.

TG: A Shanghai?

GL: No! A Singapore*. È un museo già esistente, per adesso è piccolino - io l'ho visto - ma lo stanno ingrandendo.

TG: Come si chiamerà?

GL: Non lo so.

TG: Ma come sei il direttore e non lo sai? Intitoleranno a te almeno una sala?

GL Tutto il museo avrà il mio nome e io sarò il presidente onorario.

TG: Lo hanno proposto loro?

GL: Certo.

TG: Tutto il materiale è ancora in Italia?

GL: Eh sì, perché loro per adesso hanno il problema di dove conservare tutta questa roba. Dopo di che io dovrò andare da loro a sistemare tutto.

TG: Ah, allestirai tu il museo?

GL: Certo.

TG: Allora mi inviterai?

GL: Se ti invitano loro...

TG: Lo prendo come un impegno; ho anche appena rinnovato il passaporto...

GL: Sono obbligato ad andare io perché loro non sanno nemmeno cosa sono certe macchine...

TG: Hai già preparato delle schede tecniche; hai in mente come procedere?

GL: Ho già detto che dovremo mettere tutto per terra e poi decidere dove mettere i pezzi. Come abbinarli... Decideranno loro se mettere tutto in ordine cronologico o se è meglio dividere i pezzi per nazioni di provenienza. Sono decisioni che spettano a loro, all'architetto e al direttore del museo. Non so cosa decideranno, ma il mio ruolo è scritto nel contratto. Devo dargli una mano... Di certi pezzi si fa persino fatica a capire se sono fotocamere o cineprese, per esempio. Sopratutto certe macchine degli anni che vanno dal 1910 al 1920. Possono essere anche dei proiettori o avere più funzioni.

TG: Certe macchine si smontavano e diventavano degli ingranditori... Bisognerà vedere se sono complete. È complicato e sicuramente ci sarà molto lavoro da fare.

GL: Per questo li aiuterò, non credo loro abbiano questa competenza. Ce l'avranno, ma certe cose non le hanno mai viste e magari non si trova nemmeno più niente di scritto, per questo è difficile capire cos'è un certo oggetto che oltretutto veniva costruito artigianalmente.

TG: Adesso cosa ti rimane della tua collezione?

GL: Ho 2000 pezzi, ma difficile dirti di che cosa.

TG: L'altra volta mi avevi detto che su 4000 pezzi te ne erano rimasti 1000, adesso sono già  diventati 2000. Vuol dire che hai acquisito altri 1000 pezzi.

GL: Ma non di macchine fotografiche.

TG: Cosa allora?

Fotostudio Gianni Limonta
Un proiettore cinematografico RCA model 400 da 16mm al quale è stato aggiunto un raro sistema di illuminazione a scarica a carboni francese Triarc Tr4.

GL: Proiettori.

TG: Bravo!

GL: E lanterne magiche.

TG: Bellissime.

GL: Poi, ho raccolto anche circa 800 esposimetri.

TG: A quanto compri i proiettori 35mm?

GL: Recentemente, si sono molto svalutati. Quello che prima si pagava 2000-3000 euro adesso se me lo propongono a 1000 li insulto. C'è in giro una sfracca di roba.

TG: Certo, adesso buttano via tutto.

GL: Una marea di roba.

TG: Il mio amico Matteo Ricchetti ha a casa sua un vecchio e raro teleproiettore televisivo degli anni '50. Consisteva in una parte che conteneva un piccolo tubo catodico molto luminoso, uno specchio e un obiettivo per proiettare le immagini. Alcune parti erano costruite dalla Prestel. Era un apparecchio utilizzato nei cinema. Pensa che si arrivava addirittura ad interrompere la proiezione del film quando arrivava l'orario in cui la Rai trasmetteva: "Lascia o Raddoppia?"; che a quei tempi piaceva molto al pubblico e per nessun motivo avrebbe perso. Ti potrebbe interessare una reliquia di quel genere?

GL: No, no, troppo recente.

TG: Ha anche dei Prevost anni '40, ma non sono nuovi.

GL: Roba del genere la raccolgo anch'io, ma deve essere in condizioni perfette, da collezionista. Mica ho un negozio di ferramenta... Pensa che un mio cliente che fa un po' il raccoglitore mi ha proposto un 35mm Prevost del '50, nuovo. Glie l'ho bloccato senza nemmeno vederlo; poi gli chiedo che obiettivo monta. Non c'era l'obiettivo! La fuffa la raccoglievo 50 anni fa, adesso no.

TG: Certo, col tempo si affina il gusto e la ricerca.

GL: Mi hanno regalato una collezione che conteneva macchine bellissime e rare, ma tenute male. Escluso quel proiettore di legno di cui ti parlavo prima e che non so cosa sia.

TG: Magari è uno zootropo.

GL: Non lo so. Quello che mi manda in crisi è che non c'è nessuna fessura o apertura per metterci dentro qualcosa.

TG: Non è che manca un pezzo?

GL: No! È perfetto.

TG: Sarà un pezzo unico.

GL: A parte quello e quello che può valere; vorrei sapere che cos'è, per mia libidine. È bellissimo. Di sicuro è un proiettore, non una macchina fotografica.

TG: Ha degli oculari...

GL: No!!! Tutto chiuso. È quello che mi fa impazzire. Non sono mica scemo, no? Immagina di vedere una grossa cuccia di un cane con una grossa lente, c'è una finestrella per la lampada, ma il negativo o la diapositiva dove la metti?

TG: Mandami una foto che la pubblico sul blog e se qualcuno sa cos'è ce lo dice. Invece quel tuo vicino che era il più grande collezionista di Leica al mondo c'è ancora?

GL: No, è morto. Aveva più di 90 anni.

TG: Adesso, possiamo dire come si chiamava?

GL: Somaschini.

TG: E le sue fotocamere le terranno?

GL: No, non credo. Indubbiamente è stato il più grande collezionista di Leica al mondo. Ma è grande non per il numero di pezzi in suo possesso, forse ne aveva non più di 150, ma per lo stato di conservazione di quello che teneva. Non erano macchine nuove.

TG: Di più?

GL: Perfette. Io gli ho venduto una Leica più di 30 anni fa. Somaschini scrutava le fotocamere col contafili per delle ore. Una volta mi ha detto: "Signor Gianni, ma non c'è un puntino, lì?". Io ci ho messo 5 minuti per trovare l'imperfezione che lui vedeva. E poi mi ha detto: "No, non la voglio.". Gente come Rogliatti o altri famosi Leicisti italiani degli anni '70 e '80 non gli stavano minimamente dietro. Non esistevano minimamente al suo cospetto. Era una potenza.

TG: Se non trovava il puntino te la pagava qualsiasi cifra?

GL: Sì. Quando avevo delle Leica che per me erano vergini, non glie le proponevo nemmeno, perché ero sicuro avrebbe trovato qualcosa che non andava bene. Le voleva totalmente integre. Mai avvicinarsi a lui mentre le guardava. Indossava sempre i guanti bianchi. Era una cosa bestiale. Quando apriva le sue vetrinette dovevo stare a distanza, non voleva che il mio alito andasse sulle sue Leica.

TG: Il collezionismo a certi livelli diventa una malattia.

GL: Mi avevano detto e raccontato di altri Leicista in Italia, ma nessuno era maniacale come lui. Certo, anche loro usano i guanti bianchi e avevano attenzioni particolari, ma nessuno era come lui. E adesso, siccome tu sei povero, lascia che ti offra da bere, andiamo al bar.


Note
*
Nel precedente articolo (vedi Frammenti di Cultura del 9 gennaio 2016) Gianni Limonta affermava che esistono soltanto 2 Fairchild Aicraft K17C (speciali) al mondo; quella trovata dal sottoscritto presso il magazzini di Anonimo potrebbe essere la così la terza, anche se sembrerebbe che ogni K17C sia praticamente unica perché risponde ad esigenze particolari di ripresa ed ognuna è stata fatta artigianalmente. Quando ho contestato che la terza Fairchld K17C dovrebbe valere molto di più, Gianni mi ha detto di provare a pesarla, se il suo peso dovesse essere di circa 35 Kg, anche la terza Fairchild sarebbe speciale come le altre di cui abbiamo scritto in precedenza. Vi farò sapere.

**
Nel precedente articolo (vedi F.d.C. del 9.6.2016) si era parlato di un museo a Shanghai; durante il mio incontro di circa un anno fa, Gianni mi ha parlato invece di Singapore perché non è stato ancora deciso dove collocare il museo che dovrà essere costruito ex-novo. Nel frattempo le casse col materiale fotografico sono state spedite ed hanno raggiunto la Cina. Gianni però non mi ha detto se sono state spedite a Shanghai o a Singapore.

Avviso
Il 16 Novembre 2018 alle ore 17, 30 presso il Convento di San Francesco a Bergamo Alta si terrà la cerimonia di apertura di un nuovo museo fotografico. In questo caso, Gianni Limonta che ha donato gran parte delle sue Lanterne Magiche e altri pezzi di valore storico sarà presente alla serata organizzata dalla Fondazione Sestini, alla quale parteciperanno anche autorità locali e figure di spicco della città e della provincia.


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