Raffaele Primitivo al Basement Party, Jesi 17/18/19 novembre 2017.
Tony Graffio: Raffaele, raccontami qualcosa di te.
Raffaele Primitivo: Mi chiamo Raffaele Primitivo, di professione grafico, praticamente da sempre. Ho quasi 20 anni di carriera alle spalle e fino da bambino volevo occuparmi di grafica, ma no so spiegarti il perché di questa decisione. Ho studiato ragioneria, ma mentre lo facevo dentro di me mi dicevo che non avrei mai fatto quel lavoro; così, appena ho potuto ho studiato grafica ed ho intrapreso poi quel percorso professionale. Sono appassionato di musica: suono e faccio il Dj. Appena posso, lavoro in quel campo ed ho diversi clienti nell'ambiente discografico. Sono partito con alcuni contatti con gruppi Rock, ma adesso lavoro molto anche con chi produce e diffonde la musica elettronica, sia per eventi che con etichette digitali; perché l'elettronica si muove quasi esclusivamente in quella direzione. Diciamo che riesco a starci ancora dentro. Ho seguito vari festival. Ne ho anche creati alcuni...
TG: Tipo?
RP: Alcuni anni fa ho organizzato il Supernova, un festival di musica elettronica in Croazia. L'ho creato insieme ad una compagnia di traghetti; era un modo per promuovere l'isola di Pag che all'epoca non era così conosciuta. Si voleva cercare di far nascere una nuova Ibiza, con l'idea di portare la gente là dall'Italia.
TG: Ho capito, Pag è una bella isola, ma molto ventosa.
RP: Vero. E' stata una bella esperienza.
TG: E i pupazzetti che proponi con le stampe che cosa sono?
RP: Arrivano dall'ambiente della "Drum and bass", della "Breakbeat" e della "Techno", è un articolo che si rifà ai festival di "Dub" e a quel tipo di mondo.
TG: Come vengono fruite le immagini che crei?
RP: Cerco di essere un po' trasversale, le strade facili non mi piacciono mai. Cerco sempre d'inserire dei rimandi, dei riferimenti a mondi esterni o di inserire degli input diversi, di varia provenienza. Possono essere il cinema, la letteratura o tutte queste cose assieme. Ho optato per una grafica più illustrativa che può rimandare a quella del cartoon o dello stencil e della street-art.
TG: Ok, ma come viene fruita? Le tue grafiche diventano copertine di dischi? Flyers? Manifesti? O che cos'altro?
RP: Quelle sono diventate direttamente dei poster.
TG: Basta semplicemente aggiungere un nome o alcune scritte?
RP: Sì, per esempio, quello (indicando il suo stand) di "Beat the Street" è diventato una serie di poster incentrato sul "Dub". Gorilla invece è stato usato per una serie di serate sul "Drum and bass". "Smoke" è stato utilizzato da una combo che suonava musica elettronica, poi stranamente è finito in diversi libri di grafica, anche in Giappone. Qualcuno me l'ha contestato perché c'era un rimando al "fumo" (ride)...
TG: Quindi c'è una committenza, o bisogna sempre proporsi?
RP: Sì e no... Io ho lavorato tantissimo anche nel campo dell'abbigliamento, vedi "Kiss"... Molto spesso le situazioni le creo io; capitava che organizzavo delle serate con un gruppo di persone ed i poster erano stampati per quegli eventi...
TG: Hai uno stile piuttosto personale, mi riferisco specialmente ai tuoi lavori in bianco e nero, molto geometrico: bello.
RP: Sì quelli sono i lavori più recenti: al resto, anche se si tratta di grafica, ho cercato di dare un senso, ma forse lo capisco solo io... Ci sono alcuni disegni che ho riportato da altri contesti per fare un nuovo tipo di composizione.
TG: Stampi in digitale o anche in serigrafia?
RP: Per la maggior parte in digitale, ultimamente non preparo molte serigrafie, anche perché questa è la prima volta che partecipo ad una mostra-mercato come il Basement. Generalmente, lavoro su committenza, o comunque per le cose che faccio io vado in tipografia a stampare, perché faccio una tiratura piuttosto larga.
TG: Ho capito. Cosa ne pensi del Basement Party? Che impressione ti ha dato?
RP: Mi piace molto: bello l'ambiente e l'idea di coinvolgere creativi di vari settori. Fondamentalmente, se ce ne fossero anche un po' di più di queste occasioni, la gente sarebbe più stimolata a capire e a interpretare questo tipo di messaggio visivo. Il punto è sempre quello: la gente va preparata a conoscere questo tipo di opere, altrimenti non le capisce.
TG: Come vengono fruite le immagini che crei?
RP: Cerco di essere un po' trasversale, le strade facili non mi piacciono mai. Cerco sempre d'inserire dei rimandi, dei riferimenti a mondi esterni o di inserire degli input diversi, di varia provenienza. Possono essere il cinema, la letteratura o tutte queste cose assieme. Ho optato per una grafica più illustrativa che può rimandare a quella del cartoon o dello stencil e della street-art.
TG: Ok, ma come viene fruita? Le tue grafiche diventano copertine di dischi? Flyers? Manifesti? O che cos'altro?
RP: Quelle sono diventate direttamente dei poster.
TG: Basta semplicemente aggiungere un nome o alcune scritte?
RP: Sì, per esempio, quello (indicando il suo stand) di "Beat the Street" è diventato una serie di poster incentrato sul "Dub". Gorilla invece è stato usato per una serie di serate sul "Drum and bass". "Smoke" è stato utilizzato da una combo che suonava musica elettronica, poi stranamente è finito in diversi libri di grafica, anche in Giappone. Qualcuno me l'ha contestato perché c'era un rimando al "fumo" (ride)...
TG: Quindi c'è una committenza, o bisogna sempre proporsi?
RP: Sì e no... Io ho lavorato tantissimo anche nel campo dell'abbigliamento, vedi "Kiss"... Molto spesso le situazioni le creo io; capitava che organizzavo delle serate con un gruppo di persone ed i poster erano stampati per quegli eventi...
TG: Hai uno stile piuttosto personale, mi riferisco specialmente ai tuoi lavori in bianco e nero, molto geometrico: bello.
RP: Sì quelli sono i lavori più recenti: al resto, anche se si tratta di grafica, ho cercato di dare un senso, ma forse lo capisco solo io... Ci sono alcuni disegni che ho riportato da altri contesti per fare un nuovo tipo di composizione.
TG: Stampi in digitale o anche in serigrafia?
RP: Per la maggior parte in digitale, ultimamente non preparo molte serigrafie, anche perché questa è la prima volta che partecipo ad una mostra-mercato come il Basement. Generalmente, lavoro su committenza, o comunque per le cose che faccio io vado in tipografia a stampare, perché faccio una tiratura piuttosto larga.
TG: Ho capito. Cosa ne pensi del Basement Party? Che impressione ti ha dato?
RP: Mi piace molto: bello l'ambiente e l'idea di coinvolgere creativi di vari settori. Fondamentalmente, se ce ne fossero anche un po' di più di queste occasioni, la gente sarebbe più stimolata a capire e a interpretare questo tipo di messaggio visivo. Il punto è sempre quello: la gente va preparata a conoscere questo tipo di opere, altrimenti non le capisce.
Marlene Kuntz - Lunga Attesa - Grafica di Raffaele Primitivo
Basement Party: Illustrazione, Tattoo, Grafica, R'n'R, Serigrafia, Poster Art, Kustum Kulture, Fotografia, Incisione, Scultura, Auto-produzioni, Fumetto, Street-Art e creatività.
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