Il Basement Party è in mostra anche alla Pinacoteca Pianetti di Jesi, fino a Domenica 3 dicembre 2017.
Lisa Gelli e Nicola Alessandrini, che cosa avete esposto in questa bellissima sala circolare della Pinacoteca Pianetti di Jesi?
Nicola Alessandrini
Lisa Gelli e Nicola Alessandrini, che cosa avete esposto in questa bellissima sala circolare della Pinacoteca Pianetti di Jesi?
Nicola Alessandrini: Qui trovi due estratti dal mio lavoro e da quello di Lisa. Abbiamo cercato di legare i disegni che abbiamo portato in pinacoteca al progetto "Specie Migranti" che abbiamo realizzato nel quartiere San Giuseppe con un grande mural, lo scorso ottobre. Ci interessano le tematiche che hanno a che vedere con l'immigrazione, la guerra, la concordia e quanto altro. Ho portato qui un estratto di alcune opere che avevo presentato l'anno scorso a Bologna presso la Galleria Portanova 12 in una mostra che si chiamava Batracomiomachia, prendendo il nome da una satira teatrale greca del VI secolo A.C. attribuita ad Omero, in cui si narra della guerra come un antagonismo tra rane e topi.
TG: Vedo che ci sono anche altri elementi che esulano un po' da questo discorso, come la Fiat 127...
NA: Beh, logicamente, all'interno di questa satira abbiamo inserito una serie di elementi presi dalla nostra contemporaneità... C'è anche l'immagine dell'esplosione di un'automobile che potrebbe essere un'autobomba, o la 127 presa come esempio di autovettura nazional-popolare: era anche la macchina che guidava mia madre... La vediamo esplodere proprio perché in questi tempi esplodono tutte le nostre certezze... Volevo rappresentare la guerra con un'immagine ridicola, come un evento che non crea eroi, ma soltanto vittime da una parte e personaggi ridicoli dall'altra. Al contrario dei vari guerrieri agghindati che ho posto sulle pareti di questa sala.
Lisa Gelli
Tony Graffio: Lisa, vuoi dire anche tu qualcosa?
Lisa Gelli: I miei lavori sono a colori e sono stati disposti sui tavoli presenti nel boudoir. Sono anch'essi degli estratti che riguardano altri progetti che raccontano appunto la situazione dei migranti e l'interculturalità. Per esempio, c'è tutta la serie all'interno del calendario interculturale in cui ogni mese presentava una ricetta illustrata appartenente a diversi paesi. Erano tutte ricette a base di fiori; poi ci sono altre illustrazioni realizzate per un libretto di un centro di accoglienza di Vasto ed altre illustrazioni prese da un libro inedito che si intitola: "La lingua dei pesci", con i testi di Marco Taddei.
TG: In alcune tue illustrazioni vediamo una nave carica di tantissime persone col becco. Perché hanno il becco?
LG: Sono persone che arrivano sulle spiagge di una nuova terra; dopo una breve scolarizzazione ricevono la carta d'identità e da lì iniziano la loro "vita normale" in un nuovo paese, finché non succede qualcosa che li fa dubitare del concetto di casa, famiglia, accoglienza, eccetera.
TG: Ho capito, dubitano di aver fatto una scelta giusta... Il fatto di vederle con un becco da uccelli, li pone un po' di fronte alla loro disumanizzazione? Per loro sarebbe stato più facile migrare se fossero dei volatili?
LG: Sì, in loro troviamo un po' questo concetto dell'antropomorfo che abbiamo ripreso anche nel mural delle "Specie Migranti". Questi lavori esposti sul tavolo li ho realizzati con i timbri, per cui c'è lo stesso personaggio che si ripete; mentre con gli interventi a china ho caratterizzato il protagonista e le scene vissute da questo personaggio.
TG: Chiaro. Nicola, tu invece che tecnica hai utilizzato nei tuoi disegni?
Nicola Alessandrini: Si tratta di semplici matite in grafite su carta.
TG: Quindi sono dei pezzi unici?
NA: Sì, sono originali su carta. Personalmente, non amo molto i multipli, preferisco lavorare col sudore della mia fronte.
Uno dei lavori a matita di grande formato di Nicola Alessandrini.
TG: I lavori sono in vendita?
NA: Certo, tutto è in vendita.
TG: Quant'è la tua richiesta per questo uomo nudo con un teschio di cavallo sulla testa?
NA: E' il teschio di un asino... Si tratta di una rievocazione mitica di Sansone, non ha i capelli a dargli forza, ma ha il volto coperto, forse per non vedere la violenza che sta attuando; mentre l'altro uomo è una vittima che combatte contro una delle sue paure: quella grossa testa nera di bambino...
TG: Il formato è notevole: 2,20 X 1,50?
NA: No, è 2 metri e 40 centimetri per 1 metro e quaranta centimetri, circa...
TG: Denari richiesti?
NA: 1800-2000 euro a pezzo.
TG: Potremmo definire questi lavori quasi iperrealisti?
NA: No, anzi... c'è una fortissima ricerca del segno, non mi interessa la concretezza del soggetto, come non mi interessa l'Iperrealismo. Visto da vicino il mio lavoro è quasi astratto.
TG: I graffi sopra il disegno?
NA: I graffi arrivano quasi sempre alla fine, quando mi sono stancato e non riesco più a fare gli ultimi ritocchi e allora partono i graffi...
TG: Non è che il disegno era fatto troppo bene e con quei segni hai voluto "umanizzarlo" e renderlo meno preciso?
NA: (Ridendo) No, no... I graffi fanno parte del mio linguaggio... non mi interessa l'Iperrealismo, sono linee cinetiche, ma realmente cinetiche... nel senso che mi metto lì e mi metto a colpire il mio lavoro. Mi viene naturale...
TG: Sono opere che rendono il tuo lavoro quasi più sofferto?
NA: Mmmm...
TG: Più dinamico?
NA: Ogni tanto tra i segni si può trovare anche qualche "bestemmina"; spesso vengono anche cancellate, non so nello specifico se si possano trovare anche in questo...
TG: Qualche porco... ci scappa!
NA: Qualche porco... ci scappa...
TG: Eh sì, perché è anche un lavoro abbastanza lungo da realizzare, vero?
NA: Non eccessivamente... Più o meno i tempi di realizzazione dei disegno grandi e quelli piccoli sono gli stessi. Perché nei piccoli c'è più cura nel particolare, mentre nei grandi c'è più un lavoro di ripetizione gestuale.
TG: Si va in una specie di trance o c'è una coscienza di quello che si fa?
NA: Una via di mezzo tra le due cose, c'è una sorta di consapevolezza, però mi piace anche lavorare svuotandomi la testa da ogni pensiero.
TG: Mi è concessa una domanda stupida?
NA: Vai pure...
TG: Quante matite hai consumato?
NA: (Ci pensa, quasi volesse contarle...) Tantissime, tantissime... Le morbide poi ti vanno via veramente a ripetizione.
TG: Vuoi dire qualcosa anche del Ratatà, visto che Nicola Alessandrini è l'organizzatore di quel bellissimo Festival dell'illustrazione, del fumetto e dell'editoria indipendente che si tiene in primavera a Macerata?
Lisa Gelli nel boudoir del Palazzo Pianetti di Jesi con la sua serie di illustrazioni sui migranti.
NA: Uno degli organizzatori... Anzi la presidentessa è Lisa Gelli...
TG: Ah, caspita!
(Risata di Nicola)
LG: Siccome sono una donna, alla fine ci si dimentica sempre di me...
TG: No, no tranquilla, sentiremo anche te su questo argomento... So che la Vostra manifestazione si sta avviando alla quinta edizione... Non sarà mica l'ultima, vero?
NA: Questo non si sa ancora. Per noi, il 2018 sarà un anno di cambiamento. Sicuramente abbiamo l'intenzione di andare avanti. Io lo vivo molto come un progetto artistico, quindi va al di là di un evento festivaliero e cerco di metterci la stessa cura che riservo ad un mio lavoro. Lo stesso amore, insomma. Questo proposito fa del Ratatà una manifestazione molto impegnativa e molto duro. Ogni progetto deve essere portato avanti in maniera corale, le scelte non vanno fatte da un singolo, ma da un gruppo di persone che hanno le competenze per fare le cose bene. Inoltre, vorrei che il Ratatà fosse inserito all'interno di un ambito culturale, sociale e cittadino.
TG: Nelle ultime edizioni il Ratatà è cresciuto molto, se ne fa un gran parlare, al pubblico ed agli espositori è piaciuto molto, è stato apprezzato da tutti; tante persone vogliono partecipare... Siete contenti di come stanno andando le cose? Che cosa si vuole cambiare?
NA: Noi siamo felicissimi di quello che abbiamo fatto: quello che deve cambiare è il rapporto con la città che deve crescere per permetterci di lavorare sempre al meglio e venire incontro alle aspettative delle persone che arrivano al festival.
Uno dei lavori esposti da Lisa Gelli.
TG: Lisa, mi sembra che Nicola sia un po' troppo politico nel suo modo d'esprimersi, che problemi ci sono tra il Ratatà e Macerata?
Lisa Gelli: (Ride) Non è che ci siano problemi, però dopo 4-5 anni che lavoriamo ad un progetto così grande, considerando che tutti noi siamo illustratori professionisti, dopo un po' diventa faticoso investire tutte le energie che servono in un progetto di questo tipo.
TG: O si disegna o si organizza.
LG: Per molti mesi dobbiamo fermare la nostra attività, cosa che non sarebbe nemmeno tanto male, perché il festival fa parte per tutti anche di una ricerca e di una crescita personale. Solo che sostenere un impegno di questo tipo è difficile, sia a livello di energia fisica che a livello di energie economiche; spesso quando dobbiamo ripartire ci facciamo molte domande, ci chiediamo se il posto è quello giusto e se ci sono ancora possibilità di crescita sul nostro territorio. Quest'ultima è una domanda importante perché altrimenti bisognerebbe stabilire una parabola per la crescita di un evento che oltre certi limiti non può arrivare; mentre è stimolante sapere che ogni anno puoi fare di più. Invece, ogni anno risulta difficile riuscire a fare meglio dell'anno precedente.
TG: Questo bellissimo spazio civico vi è stato concesso dalla responsabile della Pinacoteca Pianetti?
LG: Sì, perché insieme al mural in via San Giuseppe c'è stato richiesto di portare qualcosa anche all'interno della pinacoteca, per mostrare anche un estratto dei nostri lavori.
TG: Tu sei toscana?
LG: Sì, di Empoli, però vivo nelle Marche da sette anni. Sono arrivata a Macerata per frequentare un master d'illustrazione, poi da lì, grazie ai contatti, ai lavori ed al festival, ho deciso di fermarmi qua.
TG: Come donna, hai qualcos'altro da dire?
LG: Mi viene da ridere, perché anche al Ratatà, nonostante sia una delle fondatrici del festival, nonché l'ideatrice, spesso vengo bypassata, però non fa niente, l'importante è che venga riconosciuta l'importanza della manifestazione.
TG: Non ti preoccupare, adesso Tony Graffio si prodigherà per far sapere che le donne hanno un ruolo molto importante nel mondo dell'arte e che Lisa Gelli è la Presidentessa del Ratatà. Grazie.
LG: Siamo in tanti, il Ratatà è cresciuto molto, oltre a me ci sono un sacco di altre ragazze che lavorano al festival...
TG: Ne citiamo qualcuna?
LG: Sì, certo: Claudia Palmarucci, Francesca Pennesi, Michela Zenobi, Marie Cécile, che tra l'altro ha anche realizzato un mural nella galleria del Cotton Club insieme agli "Uomini nudi che corrono" per il Basement Party.
Il Mural di Lisa Gelli e Nicola Alessandrini: Specie Migranti
Domenica 3 dicembre 2017 il Finissage del Basement Party si terrà alla Pinacoteca Pianetti.
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