Davide Ranni, in arte Wolfenstein, da circa 20 anni fa il riciclatore, o meglio, recupera pezzi di materiale metallico da oggetti abbandonati e strumenti in disuso per ridare vita a nuovi elementi che poi comporranno cattivissimi robot ed altri esseri stravaganti e fantasiosi capaci di calamitare l'attenzione di grandi e piccoli.
Wolfstein è di origini abruzzesi, ma attualmente vive ad Aprilia, nei pressi di Roma.
Wolfstein è di origini abruzzesi, ma attualmente vive ad Aprilia, nei pressi di Roma.
Un bambino osserva con sorpresa le opere di Wolfenstein alla Galleria del Cotton Club di Jesi.
Tony Graffio: Wolfenstein, la scultura è la tua attività principale?
Wolfenstein: Purtroppo no, Tony. Per sopravvivere faccio il saldatore. Per passione e dare sfogo alla mia fantasia realizzo sculture ed oggetti ornamentali, in particolare lampade.
TG: Quanti anni hai?
WS: Quaranta.
TG: Hai iniziato presto a dedicarti a questa passione...
WS: Sì, è un'attività che pratico con costanza da tanti anni.
TG: I tuoi lavori sembrano tutti delle maschere, dei robottini... come potremmo definirli?
WS: Cerco di ridare vita a componenti varie, caschi, parti meccaniche, bombole del gas e a quant'altro trovo in giro.
TG: Nelle tue opere vede un filtro dell'aria di una moto attaccato ad uno scarico di una vasca da bagno; un radiatore da moto...
WS: Esatto, lo scarico della vasca è poi attaccato ad un pezzo di decespugliatore... Nelle mie creature puoi trovare di tutto, dal filtro della moka, ai pistoni di un camion... bombole del gas...
TG: A proposito di bombole del gas, ti interessa un serbatoio verticale da giardino da 300 litri? Un mio amico me lo aveva proposto in regalo, ma te lo cederei volentieri... Sembra il "Little Boy" che hanno sganciato su Hiroshima...
WS: Magari in futuro non mi dispiacerebbe dedicarmi a qualcosa di grandi dimensioni, ma per il momento preferisco limitarmi a oggetti di dimensioni più umane e facilmente collocabili all'interno di un appartamento, sempre ammesso che qualcuno scelga di avere qualcosa di inusuale dentro il salotto di casa.
TG: Molto belli i tuoi robot, potresti contattare Massimo Sirelli e Tana e unirvi in una nuova corrente artistica: il Robottismo... Hai uno studio dove lavori ed esponi i tupi lavori?
WS: Nonostante da più di 20 anni mi dedico a questa attività non ho ancora un mio laboratorio. Mi appoggio alle officine degli amici per realizzare i miei lavori.
TG: Come procedi? Tagli, vernici e poi monti il tutto?
WS: No, la parte finale è la più dura, prima costruisco il mio personaggio, poi smonto tutto per pulire e verniciare, infine rimonto nuovamente il mio robot.
TG: Ho capito... Eh beh, in effetti è un lavoro abbastanza lungo... ma tu progetti su un disegno, o improvvisi?
WS: Non faccio un disegno preciso, ma accenno un bozzetto per tenere a mente l'idea di quello che voglio realizzare. Non so perché, ma le idee da realizzare mi vengono in mente nei momenti più inaspettati...
TG: probabilmente sono le muse che ti ispirano... Ci sono degli artisti che dicono che realizzano delle opere addirittura contro la propria volontà. Lo sapevi? E' il tuo caso?
WS: Vuoi dire che potrei essere posseduto da uno spirito robotico? Non ci avevo mai pensato... Ad ogni modo ho sempre carta e penna a portata di mano per buttare giù uno schizzo di quello che voglio fare, anche se ho già tutto in mente... almeno... fin'ora. Spesso, mi basta vedere un pezzo meccanico per intuire che cosa poi posso realizzare. Naturalmente parto da un pezzo, ma poi devo trovarne altri da assemblare per dar vita a qualcosa che possa diventare un prodotto finito, utilizziamo un termine tecnico industriale... Un prodotto che abbia forma e composizione.
TG: Tu ti consideri più artista o artigiano?
WS: Artigiano.
TG: Ok, allora spiegami la differenza tra essere artista e artigiano...
WS: Questa è una domanda difficile...
TG: A me interessa il tuo parere, non una risposta ufficiale.
WS: Credo che l'artista si occupi di problemi più concettuali; i miei non sono lavori concettuali. L'artigiano è una persona che vuole usare le mani.
TG: Ok, perfetto. E questa scelta di illuminare le tue opere fino a farle diventare delle lampade, o delle presenze tangibili, come dobbiamo interpretarla?
WS: A me piace che le mie opere abbiano una loro utilità, oltre a dare emotività... anche se non sempre, come puoi vedere, hanno una funzione precisa. Spesso sono solo presenze ornamentali.
TG: Parlando di prezzi, su che cifre si posizionano i tuoi lavori?
WS: Dai 50 euro in su.
TG: Ok, grazie.
Davide Ranni/Wolfenstein
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