sabato 15 ottobre 2016

Uomini o Robot siamo tutti più spiati e meno liberi

"Esistono talmente tanti mondi paralleli interconnessi tra loro che tutto è possibile" TG

Sì agli androidi
No Automi

L'arte e la cultura ci salveranno dall'invasione dei Robot o noi esseri umani diventeremo una minoranza etnica nel mondo del futuro? A parte che molti individui che riteniamo essere uomini e donne dovrebbero dar prova di umanità per ciò che effettivamente fanno e dicono, prima di essere considerati tali. La domanda non è retorica, ma si proporrà molto più di frequente in tempi sempre più prossimi.
I sentimenti e la creatività ci distinguono dalle macchine o è soltanto un'illusione? Una macchina che si guasta è un sistema imperfetto o un organismo ribelle?
Osservando la realtà intorno a me e l'elaborazione che gli uomini hanno fatto di questa/e realtà mi sono venute molte curiosità che mi hanno spinto a pormi svariate domande. 
Indignada Jones, una delle artiste underground che ho intervistato nel post precedente, mi ha fatto riflettere sulle effettive capacità dell'intelligenza artificiale e sulle sue applicazioni prossime venture. Un'altra eterna fonte d'ispirazione e di idee ci viene dai più recenti prodotti cinematografici, che guarda caso guardano a loro volta a trame già elaborate nel 1973, nell'originale Westworld con il grandissimo Yul Brynner. 
Tutti desideriamo vivere in un mondo in cui tutto ci è permesso e per questo motivo si pensa che l'introduzione dei Robot potrebbe regalarci nuovi schiavi eticamente fruibili in ogni occasione e sempre pronti a soddisfare ogni nostro capriccio, ma la realtà potrebbe riservarci parecchie sorprese. 
Chiunque, prima o poi prova a ribellarsi, questa è una realtà con la quale tutti dovremo fare i conti.
Inizialmente, ero stimolato dal capire meglio se effettivamente esista la possibilità che stiamo vivendo in un mondo artificiale creato da un grande computer super-potente che costruisce per noi una realtà virtuale in cui vivere; sempre che noi umani non siamo il prodotto di un software perfetto, ma non sapendo bene a chi rivolgermi per affrontare questo tema, ho un po' dirottato la domanda per ottenere risposte plausibili.
Ho parlato con Gabriele Di Matteo, un giornalista che tratta argomenti informatici, sempre molto aggiornato sulle ultime tecnologie, sentiamo cosa ha da dirci su questi temi.

Yul Brynner
Yul Brynner* in una inquadratura tratta da Westworld (Il mondo dei Robot), film che ha ispirato l'omonima serie televisiva da pochi giorni trasmessa anche in Italia da Sky Atlantic

Tony Graffio: Gabriele, il mondo sta diventando sempre più elaborato ed ingannevole, ma noi viviamo in un mondo reale o virtuale?

Gabriele Di Matteo: La domanda è complicata, noi viviamo in un mondo reale, ma ci stanno imponendo una realtà virtuale attraverso l'uso del computer e dei suoi strumenti; ci faranno mettere degli occhialoni sugli occhi per vedere tutto filtrato da questi elementi, vedremo la vita come un film a 360°e per forza, in questo modo, ci faranno entrare in un mondo virtuale. Ci si può anche divertire a vivere così, ma dovremo stare molto attenti perché sul nostro pianeta ci sono ormai 2 miliardi e 800 milioni di device, tra computer, telefonini e quant'altro che si collegano alla rete ed ogni volta che lo fanno lasciamo i nostri dati  a qualche sconosciuto. Queste scie sono molto preziose e lasciano tracce talmente importanti del nostro passaggio che le aziende le hanno definite come il petrolio dell'era digitale.

TG: Cosa può succedere di così preoccupante mentre navighiamo per il web?

GDM: Dobbiamo stare attenti perché le aziende, anche se giurano di non prenderli, in realtà si appropriano dei nostri dati personali senza il nostro consenso per poi riutilizzarli, nel bene e nel male...

TG: Fammi un esempio per favore.

GDM: Allora, un mio amico a Bologna ha fatto una fotografia con il telefonino a una di quelle etichette che dicono: "Idraulico Giovanni". Appena è tornato a casa gli sono arrivate sul P.C. le pubblicità di tutti gli idraulici della sua città.

TG: Perché?

GDM: Google non ti spia solo quando fai la ricerca sul suo motore di ricerca, ma anche quando osservi le immagini che ti interessano. Se tu sei a Parigi, fai una fotografia e la metti sui vari social network, Google sa che tu sei a Parigi e ti suggerisce in quale hotel passare la tua vacanza. Si tratta di un controllo capillare al quale non si può sfuggire.

TG: Ho capito, ma allora perché se io ricerco un'immagine con Google quasi mai arriverò ad un risultato attendibile? Se inserisco un oggetto giallo Google lo associa ad una banana anche se io gli ho mostrato un limone...

GDM: Questo tipo di ricerca effettivamente il motore di ricerca non riesce a farla, ma Google ha un'applicazione che si chiama Goggles che funziona bene; tu fai una fotografia di un'opera di Escher e lei ti trova tutto il lavoro di Escher, compresa la sua mostra. Goggles riesce a riconoscere le fotografie ed è un vero motore di ricerca visivo.

TG: Questo mondo ti fa paura?

GDM: No, non mi fa paura vivere in questo mondo mezzo reale e mezzo virtuale perché non ho nulla da nascondere.

TG: Cos'è la privacy allora?

GDM: Quando si diceva che non bisogna spiare questo o quello succedeva perché c'era qualcuno che aveva da nascondere delle cose: la nuova idea di privacy è non nascondere nulla.

TG: Di fatto, le nuove tecnologie hanno distrutto la privacy, quindi tanto vale far sapere tutto di noi? E' questo quello che mi stai dicendo?

GDM: Non siamo più in grado di avere una nostra privacy perché tutti utilizziamo la rete e gli strumenti tecnologicamente più avanzati in questo mondo occidentale.

TG: I bambini, chi li protegge dai rischi che si possono incontrare su internet o nel mondo virtuale?

GDM: Purtroppo, gli esperti di comunicazione, anche tutti i miei colleghi giornalisti, fanno l'errore di mettere le fotografie dei ragazzini su Facebook; questa è una cosa che non bisogna fare. Sia perché in teoria diventano proprietà di Facebook, ma soprattutto perché poi queste immagini possono essere ricercate da persone malintenzionate.

TG: Fammi capire meglio in che modo i nostri figli potrebbero diventare preda di persone senza scrupoli.

GDM: In America una ragazzina che per giocare era alla ricerca dei Pokemon, è stata attirata in un bosco da tipi loschi che volevano approfittarsi di lei; fortunatamente erano presenti altri adulti e la ragazzina in quel caso ha scampato il pericolo. Alla periferia di Los Angeles invece, alcuni hanno detto d'aver costruito una palestra per i Pokemon, un uomo è andato con la sua auto a cercare questo posto che in realtà non esisteva, ma una volta arrivato sul posto ha incontrato due tizi armati di pistola che lo hanno derubato della macchina, del portafogli e del telefonino. Attenzione, perché i giochi possono trasformarsi in drammi.

TG: L'arte digitale la segui?

GDM: Poco...

TG: Recentemente, ho parlato con Indignada Jones che mi parlava del fatto che probabilmente i Robot faranno e venderanno arte. Ti sembra una cosa possibile?

GDM: No, secondo me no. Un Robot può sostituire con successo il cuoco di Gualtiero Marchesi che può essere in grado di rifarti un risotto esattamente come lui. Prende la ricetta e la rifà. Ma farà sempre lo stesso risotto,perché alle macchine manca la capacità di creare: ripete per tutta la sua vita quello che gli si insegna e tutto finisce lì. Se invece un cuoco umano capisce che un risotto lo può fare anche con la zucca, con lo zafferano, o con le fragole, un Robot questo non lo capirà mai.

TG: Tu dici che un Robot non ha creatività, ma io non sarei tanto convinto di questa cosa, ultimamente ho visto che tra le leggi dei Robot hanno inserito qualcosa di nuovo. Sono conosciutissime le 3 leggi di Asimov, ovviamente la prima legge dice che un Robot non deve recar danno o uccidere un umano e su questo siamo più che d'accordo. Adesso che si stanno facendo molti esperimenti e realizzazioni di vere e proprie macchine che si muovono da sole e fanno anche altre attività in modo autonomo, mi ha colpito il fatto che si vuole negare ai Robot di avere sentimenti propri. Un Robot non può innamorarsi. Lo trovi giusto? Questo forse presuppone che un Robot potrebbe amare e avere emozioni e quindi, perché no? Creare e praticare ogni tipo di arte?

GDM: Beh, questa è una storia molto complicata, non saprei che cosa dirti. Certo è un problema che prima o poi potrebbe presentarsi... Ti consiglio, se non lo hai ancora visto, un film che ti può trasmettere molta angoscia, però ti può far capire molte cose: si chiama "Ex Machina". In questo film i Robot si innamorano e provano sentimenti e allora vengono soppressi.

TG: Rieccoci alla domanda di prima: Robot che provano sentimenti possono essere creativi?

GDM: Può essere.

TG: Dovremmo avere paura dei Robot? 

GDM: I Robot stanno già rubando il lavoro a tante persone, anche a noi giornalisti. Negli USA ci sono intelligenze artificiali, costruite anche da Google, che in sostanza prendono tutte le notizie finanziarie ed economiche le elaborano e le ripubblicano trasformando le notizie di base.

TG: Beh, lavorano sulle informazioni a disposizione dei data base...

GDM: Bravo, in certi campi di interesse già vengono pubblicate notizie in questo modo. Forse, io potrei già dedicarmi alla pesca delle trote.

TG: Fintanto che i Robot non mangeranno cibo organico forse sarebbe una buona soluzione... A parte la facile ironia, che cosa possiamo consigliare d'intraprendere ai giovani nel loro futuro?

GDM: Ci sono ricerche che consigliano ai giovani che cosa studiare ed è emerso che sarebbe utile fare degli studi in cui si ha a che fare con le emozioni, o attività che abbiano a che fare con la creatività.

TG: L'arte!

GDM Esatto. Perché buona parte degli altri lavori saranno svolti dalle macchine.

TG: Tutti i lavori ripetitivi.

GDM: Certo. L'altra sera sono andato all'Esselunga ed il commesso l'ho fatto io.

TG: Lo so. Ed è un lavoro abbastanza alienante, alla sera vedi le cassiere come sono stravolte dopo una giornata passata a fare sempre le stesse cose. Però, se sei in un negozio di Hi-Fi, per esempio, ed hai delle competenze per consigliare un cliente, anche questo può essere un lavoro gratificante.

GDM: Per i lavori un po' più qualificati la questione è diversa. Il Robot che va a prendere un oggetto nel magazzino di Amazon per poi imballarlo e spedirlo, certamente non potrebbe consigliarti se tu volessi comprare un libro di storia per tua figlia. Può elencarti una serie di titoli, ma non può dirti che se tua figlia a 12 anni può leggere Harry Potter.

TG: Io penso che i Robot un giorno diventeranno come noi, o forse meglio e qui parte poi l'ambiguità che ci fa interrogare sul fatto se anche noi potremmo essere il risultato di un esperimento genetico, o qualcos'altro che è il frutto di un progetto più complesso operato da forme intelligenti più evolute.

GDM: Sicuramente è il caso di riflettere su certe cose.

TG: Che cos'è reale e cosa non lo è? Viviamo in una Matrix e non lo sappiamo? Cos'è vero e cos'è falso? Abbiamo speranze di capirci qualcosa o diventeremo tutti pazzi?

GDM: Guarda che pazzi già lo siamo, non rischiamo proprio niente.

Nota* Un tempo quando il mondo era più giovane e tutto doveva essere più comprensibile i cowboy buoni indossavano il cappello bianco, mentre i cattivi quello nero.

Aggiornamento del 16 Ottobre 2016
Ieri, dopo aver visto "Vice" (Film del 2015 con la splendida Ambyr Childers), ennesima brutta storia dove vengono calpestati i diritti dei Robot/Androidi, ho deciso di far convergere su questo sito le richieste d'aiuto da parte di forme di vita aliena ed intelligenze artificiali che volessero venire allo scoperto denunciando le loro condizioni di sfruttamento e maltrattamento.
L'idea è quella di riunire un gruppo operativo di persone, androidi, alieni, entità incorporei, macchine pensanti ed altri esseri pseudo-intelligenti per mettere le basi di "Essere Oltre", un'organizzazione a difesa dei diritti delle forme di vita aliena, robotica e artificiale. Non è tollerabile che le forme di vita diverse da quella umana siano schiavizzate o possano essere torturate, soppresse, impiegate in lavori pericolosi o poco dignitosi senza che venga loro riconosciuto un giusto compenso o fatte soffrire senza che che i responsabili di tali azioni non paghino le giuste conseguenze legali e penali.
Gli interessati possono scrivere a: graffiti.a.milano@gmail.com oppure chiamare Tony Graffio allo 3339955876.

Sindacato a difesa di Androidi, Robot e Alieni
L'Androide Kelly (Ambyr Childers in una scena di Vice)


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