mercoledì 3 settembre 2014

Un posto dove orinare

Milano non è più Milano da tanto tempo: tutto quello che una volta era normale, ormai è diventato improbabile, impossibile o illegale.
E' difficile essere civili quando chi dovrebbe avere cura degli interessi dei cittadini e degli ospiti di una città che attende 20 milioni di visitatori, per l'anno prossimo, nega perfino la possibilità di espletare i propri bisogni in maniera decorosa.
L'argomento che ho scelto per oggi potrebbe sembrare una cosa di poco conto, ma non lo è, tutti vorrebbero vivere in un luogo pulito e sapere di poter contare su  servizi pubblici che ti evitino di esporti a situazioni imbarazzanti, o peggio a dovertela fare nei pantaloni.
Negli ultimi tempi, Milano è sempre più presa d'assalto da persone che le difficoltà della vita hanno suggerito di abbandonare i loro luoghi d'origine. Parlo di profughi, emigranti, disoccupati, avventurieri e sognatori che transitano dalla nostra città, oppure gente che rimane bloccata qui per anni bivaccando sotto i ponti, o trovandosi altri rifugi di fortuna.
Tutta questa gente ha delle necessità fisiologiche, come tutti del resto, però il risultato di ciò che le persone espellono dai loro corpi è visibile per le strade della città un po' ovunque. Ho evitato di fare delle fotografie, anche se forse dovrei farle, ma certi marciapiedi, specie di notte sono quasi impraticabili, un po' per la presenza di chi si attarda la notte a chiacchierare, bere, in compagnia, o in solitaria, all'aperto, un po' per quello che si cerca d'evitare per terra.
Tutti coloro che non hanno dove andare, o cosa fare finiscono sui marciapiedi e così anche la loro urina e quant'altro.
Capisco, che le persone per bene evitino d'andare a spasso per la città la notte, magari per non vedere queste cose, o sentirne l'odore, ma vi assicuro che non si tratta di un bello spettacolo.
I primi vespasiani a Milano furono istallati negli ultimi anni del 1800 ed avevano un aspetto vagamente liberty, non erano la soluzione ideale in quanto erano utilizzati solo dagli uomini, ma esistevano. 
Negli anni 1920 si pensò d'assolvere alle varie necessità di donne e uomini con la costruzione degli alberghi diurni.
Negli anni 1970, si procedette con lo smantellamento dei vespasiani di lamiera verde diventati  nel frattempo maleodoranti ed inutilizzabili.
A metà degli anni 1980 si studiarono delle cabine autopulenti che sopperirono alla carenza di orinatoi pubblici, questi gabbiotti non durarono molto, ma sono riuscito a trovarne ancora uno in piazza Prealpi che sembra perfino essere ancora funzionante.
Personalmente, non mi sono mai fidato a far uso di questi vespasiani automatici, neppure per prova perché, nei primi tempi della loro entrata in servizio, accadde un incidente degno di un film dell'orrore. Un utente, non ricordo bene per quale motivo, dopo aver fatto ciò che doveva fare, rimase chiuso all'interno del WC cilindrico e, durante la fase di pulitura automatica che richiedeva un abbondate afflusso d'acqua, quest'uomo molto sfortunato morì annegato.

Piazza Prealpi
L'ultimo vespasiano cilindrico in piazza Prealpi

L'aspetto divertente di queste macchine che si nutrono di deiezioni umane è che funzionano a tempo, pertanto se non ci si sbriga, è possibile che si apra la porta proprio sul più bello.

Toilette pubblica a pagamento

Un tempo, credo che bastassero 500 lire per entrare in queste toilette a minuti (per chi aveva la fortuna d'uscirne vivo), adesso vedo indicate delle grafiche per le monete da 05, 10, 20 50 centesimi e da 1 euro.
Accanto alla fessura per l'introduzione delle monete si parla invece di 5,10, 20 50 (cent. ?) e chicca delle chicche, troviamo anche un'indicazione che ci richiede  1 o 2 sterline...
Probabilmente, è rimasto il logo delle lire da quando non si credeva che anche l'Italia sarebbe riuscita ad entrare nella comunità di chi usa l'euro.
Certo che pagando un euro quasi 2000 lire, ci mancava solo che la Banca Centrale Europea avesse rifiutato un affare del genere. 

Nel caso ci fossero dei dubbi, questa è la porta

Già mi vedo qualche sprovveduto cercare d'infilarsi nella fessura tra le mattonelle e la parte borchiata, e poi ci si chiede perché questi cilindroni verdi non hanno avuto successo.
E poi, anche se la scritta aiutasse a trovare l'entrata, perché il senso di lettura è leggibile in uscita? Capolavoro! 

Suppostona

La forma è simpatica, il cupolino sul cilindro funge da lucernario e rende l'insieme molto futuribile, grazie anche alla bella porta scorrevole curva d'acciaio inox.
Sullo sfondo, il Mercato Comunale di Piazza Prealpi che pian piano sta morendo.
Anche su questi luoghi ci sarebbe molto da dire e non è escluso che in futuro non mi occupi anche di loro. Si tratta pur sempre di realtà della Milano che scompare.
All'interno di questi spazi son rimasti ben pochi negozi aperti e fa un po' tristezza entrare in questi mercati coperti, specie se ci si ricorda com'erano in passato.

Corso Sempione
Non contento d'avervi presentato l'ultimo vespasiano cilindrico, oggi ho deciso di ricercare anche l'ultimo vespasiano a casetta con fasciatoio e di mostrarvelo in questo splendido blog di varie cose belle e rare.
Qui siamo in Corso Sempione, quasi di fronte al n. 29 che è un portoncino della Rai.
Vespasiano di lusso

Toilette per uomini, donne donne che fasciano pacchi e persone disabili

Non che si possa entrare in 4 alla volta, ma questo WC tecnologico è abbastanza spazioso. Forse la grafica non reca giustizia a quello che si vuol dire, che probabilmente è volutamente poco chiaro, ma la donna che impacchetta un piccolo collo dovrebbe, in realtà, fasciare un bebè, solo che un altro avviso segnala che in questa casetta non possono entrare minori di 10 anni.

Costo: 20 cent. di euro

Qui, a differenza del WC di piazza Prealpi, il costo si capisce bene ed infatti ho voluto fare una prova, infilando 2 monetine da 10 centesimi nella fessura, la prima ha fatto un po' fatica ad entrare, ma la seconda è andata dentro bene.
Naturalmente, ho guardato all'interno di questa saletta, ma ho evitato di farmi chiudere dentro, considerando quello strano episodio che già vi ho raccontato.
Sopra l'etichetta gialla c'è una scritta in codice Braille.


No ai minori di 10 anni, no alle sigarette e la terza cose deve avere a che fare con la porta, ma non si capisce

Dal foro praticato sulla scritta PT Matic, si direbbe che qualcuno fosse interessato a vedere cosa accade all'interno di queste casette quando un utente è impegnato nei propri bisogni, o forse era solo un tentativo di scassinamento per far incetta di monetine.

Self cleaning toilev

Time available 15 minutes

La privacy degli utenti di questo micromondo è assicurata per circa 15-17 minuti, un tempo, tutto sommato, ragionevole, ma non ho capito se esistono avvisi di apertura quando si è impegnati nelle proprie funzioni, mentre all'esterno c'è un display che avvisa del tempo restante chi aspetta fuori.
Non ho mai visto code di persone che attendono il loro turno, in realtà, non so perché, non ho mai visto nessuno entrare qua dentro, una bella indagine da fare potrebbe essere appostarsi davanti a questa casetta per una giornata intera e vedere cosa succede.
Forse, se fossi un giornalista d'inchiesta, non trascurerei queste cose, anche in considerazione delle condizioni in cui si trovano certe strade della città, specialmente di notte.


WC con SOS

Se è vero che la civiltà di una comunità la si può capire dalla pulizia dei loro bagni, Milano non è uno dei luoghi migliori del mondo...
Non vorrei mai vivere gli ultimi istanti della mia vita in un posto così.


Fasciatoio con foglia secca

Non so voi, ma io non appoggerei mio figlio su un fasciatoio così sporco, nemmeno in caso di bisogno.


Durante la fase di pulitura s'accende una luce rossa.


Ad un certo punto, sul display è comparsa una scritta che indicava: "Errore mancanza acqua". Questo può voler dire che non rischiavo niente ad entrare?
E il WC come ha fatto ad autopulirsi?
Penso che cercherò un individuo davvero coraggioso e lo pagherò per fare qualcosa di concreto in questo gabinetto e poi aggiornerò questa pagina raccontandovi le sue impressioni.
Mi spiace, ma io non ho nessuna intenzione di farmi chiudere qua dentro, non che non mi fidi dei robot, o che io soffra di claustrofobia, ma se proprio devo restare imprigionato in una scatola metallica, preferisco gli ascensori, lì almeno qualcuno si ricorda di venirti a cercare.

Errore chiusura porta

Anche per la chiusura della porta c'è stata qualche difficoltà...
Cosa che in parte conferma i miei timori.


Toilette sgrammaticata

Che significato ha la scritta? In questo locale si rischia di contrarre la polmonite?
Poi, tutto è tornato magicamente come prima.

Un buon motivo per tornare a Milano

Non tanto per usare queste toilette, ma per vedere se nel 2015 si penserà a qualcosa di meglio.

Buon Expo 2015 da Tony Graffio

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