In questo modo Andrea Salpetre definisce gli spazi abbandonati sotto il ponte ferroviario che dalla Stazione Centrale conduce i treni fuori dalla città.
Si tratta di rilevati ferroviari, ma in pratica è come se fosse un edificio lungo circa 1 chilometro che si affaccia sulla via G. B. Sammartini e sulla via Ferrante Aporti ed ospitava magazzini di varie attività commerciali fino a non molto tempo fa.
Andrea Salpetre è un fotografo pubblicitario, originario di Livorno, che abita non lontano dalla stazione, con un comitato spontaneo di zona ha iniziato a chiedersi perché così tanti spazi abitativi o lavorativi finiscono per rimanere inutilizzati, favorendo di fatto il degrado urbano. Così Andrea ha iniziato a pensare ad una installazione che riportasse l'attenzione dei cittadini e delle istituzioni su questo problema che si manifesta con una perenne carenza di spazi ed al tempo stesso con una dequalificazione di interi quartieri di Milano.
In sostanza, ci sono troppi spazi inutilizzati e troppo abbandono.
Quale potrebbe essere la soluzione?
Salpetre sostiene che si potrebbero riqualificare le proprietà, in qualche modo pubbliche, ristrutturarle ed affittarle a prezzi agevolati ad artigiani, a commercianti, a gruppi che operano in campo sociale, associazioni culturali o, a famiglie e individui in difficoltà.
Naturalmente, come al solito, le istituzioni sostengono di non avere soldi da investire a favore dei cittadini, anzi negli scorsi anni le Ferrovie dello Stato hanno ceduto una quota importante delle loro proprietà a Grandi Stazioni che per statuto dovrebbero occuparsi proprio di riqualificare, valorizzare e gestire le stazioni, ma a Milano hanno operato in modo da chiudere quasi totalmente ogni forma d'affitto alle attività imprenditoriali che si erano stabilite nei rilevati ferroviari della Stazione Centrale.
Silhouette di Andrea Salpetre su una serranda di un magazzino chiuso da tempo in via G.B. Sammartini
(fotografia Andrea Salpetre)
Lo scorso 29 giugno Andrea ed un piccolo gruppo di persone della zona si dedicano per due giorni all'attacchinaggio di 57 manifesti in bianco e nero che riproducono persone reali fotografate nello studio del fotografo.
Su questi manifesti compaiono le sagome di varie persone che ipoteticamente potrebbero occupare i magazzini in via Sammartini con le loro attività; tra di loro ci sono architetti, baristi, musicisti, ciclisti, designer, fotografi, cuochi, famiglie, operai, insegnanti, maestri di yoga, scenografi, calciatori e naturalmente bambini che sognano un futuro fantastico con bolle di sapone e fiori profumati, al posto della polvere, dei calcinacci, del marciume e piccioni morti che riempiono le grandi stanze sotto la ferrovia.
Bambini che liberano palloncini in un'altra fotografia del progetto di Andrea Salpetre
(fotografia Andrea Salpetre)
I bambini delle scuole della zona sono stati interpellati dal comitato di quartiere FAS, per sapere da loro come avrebbero voluto utilizzare i magazzini liberi. Poi, nell'ambito del progetto dell'installazione della Slum Regeneretion Art, il movimento artistico che si propone di riutilizzare gli edifici abbandonati, sono stati visualizzati i desideri dei bambini attraverso delle fotografie dalle quali che sono emerse delle idee molto romantiche e fantasiose.
Una panoramica della via G.B. Sammartini con i manifesti incollati su serrande e finestre
(fotografia Andrea Salpetre)
Il progetto di Andrea non è stato di facile realizzazione, l'ideazione risale a circa un anno fa, mentre il lavoro per fotografare i soggetti e la post-produzione ha richiesto circa 3 settimane di tempo. Grazie all'aiuto di alcuni amici, per affiggere i manifesti sono state impiegate circa 15 ore, ovvero 2 giornate di lavoro.
Dentro questo magazzino potrebbe esserci una sala di prova per musicisti
(fotografia Andrea Salpetre)
Per incollare i manifesti è stata usata una colla ecologica molto diluita, in modo da non recare danno a strutture già ampiamente provate e da poter smontare l'installazione facilmente, in caso di necessità.
Questo magazzino potrebbe essere utilizzato per ospitare corsi di Yoga
(fotografia Andrea Salpetre)
I manifesti, dopo circa una quindicina di giorni dalla loro installazione, iniziano già a distaccarsi dalle serrande, per questo, quasi quotidianamente, Andrea si reca sul posto con pennello e colla per "restaurare" la sua opera.
Sul manifesto posto su questa serranda c'è la silhouette di Silvia Pampallona, compagna di Andrea, fotografa specializzata in riprese di animali
(fotografia di Andrea Salpetre)
L'installazione dei manifesti della Slum Regeneration Art hanno suscitato un buon interesse, io stesso ho potuto constatare come diversi passanti si divertissero a farsi fotografare davanti ai soggetti esposti sulle serrande.
Gli abitanti della zona che si affaccia su via Ferrante Aporti hanno già chiesto al fotografo di occuparsi anche della loro parte dei magazzini, con la speranza di poter effettivamente proporre una soluzione all'attuale situazione di degrado e disinteresse.
Questo spazio potrebbe essere destinato ad associazioni che promuovono la danza e altre discipline artistiche
(fotografia Andrea Salpetre)
È interessante vedere un intervento di street art da parte di qualcuno che per la prima volta prova a dedicarsi ad un operazione di questo tipo. Questo intervento ha un duplice intento, oltre ad esprimersi con le proprie capacità artistiche, Andrea ha trovato un modo efficace per comunicare un messaggio importante che stimoli delle risposte nei cittadini e nelle istituzioni.
In questa immagine si vede la silhouette di Franco Beccari, coordinatore di Legambiente che sta innaffiando una piantina
(fotografia di Andrea Salpetre)
L'AMSA voleva estirpare una pianta di glicine che si arrampica sui muri dei rilevati ferroviari dal lato di via Ferrante Aporti da più di 50 anni, i comitati di quartiere si sono opposti a questa decisione ed hanno deciso di proteggere la pianta con la tutela di Legambiente.
Il glicine storico di via Ferrante Aporti e l'omino in prigione che appare da dietro le sbarre di un magazzino abbandonato.
Chi l'ha dimenticato lì?
Il graffito è firmato "Other Edna"
Poesia incanto la sera e per chi la tiene a bada
Poesia la strada e chi la tien a bada
di quest'oggi che par aver il tempo scontato
che par quasi già scontato l'improvviso
del passato come fosse deriso
invece bruci e sia vivo s'ogni verso che scrivo
ha già deciso che parte star la barricata,
quella della memoria riscattata
la poesia mai sbagliata o tradita
questa festa d'un quartiere acceso la giornata
come un raggio di sole la notte appena passata.
Ritratto per le buone pratiche e i luoghi liberati
restituiti le persone quindi partecipazione
come ad aver un'opinione invece che tacere
o lasciarsi la corrente verso il mare
sfida le onde più alte e non lasciarti trasportare
la risacca può sempre arrivare
il silenzio che divampa e che può assordare
i racconti e le voci e la strada
ancora da fare
son vite che capitano e vite da capitano
se il mondo non può esser straniero
casomai è il sentiero
il vento bufera e troppo salato
lo dolcisca presto la vista del passaro
ritrovato
il magazzino ora accordato.
Ivan
Ancora dal lato di via Ferrante Aporti, si trova una poesia di Ivan che parla dell'evento organizzato dal comitato di quartiere FAS (Ferrante Aporti Sammartini) lo scorso anno, quando questo gruppo di cittadini era riuscito a farsi prestare per un giorno un magazzino dove organizzare una festa, sempre con l'intento di voler far rivivere i luoghi lasciati a se stessi.
Qui, Andrea posa di fronte al magazzino che era stato concesso per un giorno al gruppo FAS
Alcuni dettagli che mostrano stencil di stellina, la serranda decorata da Ivan
ed il cancello arrugginito abbellito da un paio di stelline blu dipinte da una ragazza della zona.
Sul lato di via Sammartini, Andrea verifica le condizioni di un suo manifesto.
Questa installazione di via Sammartini mi ha dato modo d'affrontare in un'unico articolo sia la street art che la fotografia, cosa che mi rende particolarmente felice perché queste sono le tematiche che fin'ora sto trattando nel blog di Tony Graffio; argomenti che ultimamente stanno riscuotendo un buon interesse da parte di molte persone che amano vedere bene le opere, conoscere meglio i luoghi dove si trovano e sapere qualcosa in più dei loro autori.
Insieme ad Andrea, ci siamo chiesti se la sua installazione fosse effettivamente street art oppure no, in quanto sia il mezzo da lui utilizzato che l'approccio condotto per collocare in strada il suo lavoro non sono quelli tipici di chi disegna graffiti sui muri.
Andrea si è dato delle risposte che spero di proporvi tra non molto in un breve video nel quale ho registrato una sua presentazione e le sue impressioni relative a questa esperienza; mentre per quello che mi riguarda, posso dire che l'artista è colui o colei che crea un opera che ha qualcosa d'importante da comunicare alla collettività ed in qualche modo contribuisce ad elevare lo stato di coscienza delle persone su argomenti nuovi, magari contribuendo a migliorare il benessere psico-fisico di chi fruisce di queste forme espressive.
Conoscendo meglio Andrea Salpetre ho anche saputo che da tempo conduce una propria ricerca personale che tende a fondere fotografia e pittura ed ancora la fotografia, la pittura con tecniche miste che lo portano ad avere come risultato finale della videoarte girata a passo uno. Tony Graffio
Un esempio di un'opera di Andrea che parte dalla fotografia di una donna per poi elaborarla in una visione più personale attraverso la pittura.
Andrea nello studio di via Venini tra alcuni suoi quadri.
Ritratto con autoritratto
Le fotografie di Tony Graffio sono state scattate con Pentax K-01
Grande Andrea !
RispondiEliminaUn centrifugato di professionalità, fantasia, forza fisica e immaginazione ha prodotto questo lavoro che è scaturito dalla sua mente durante un periodo di grandi elucubrazioni comuni su "che fare" in una situazione di immobilismo totale di chi gestisce questi luoghi. Noi del gruppo FAS (www.magazziniraccordati.it) stiamo lavorando da anni sulle sorti del rilevato ferroviario e da quando Andrea ne fa parte molti suoi suggerimenti, anche sul piano della comunicazione, sono stati adottati e hanno dato un grande apporto alla nostra crescita.
Questo è solo l'inizio di un intervento culturale che crediamo sia la chiave giusta per aprire il "grattacielo sdraiato"