domenica 25 agosto 2013

Capire la Street Art

Domenica 11 agosto 2013, sulle pagine dell'inserto culturale "La Domenica di Repubblica", ho trovato un paio di articoli interessanti che possono essere d'aiuto per capire che cos'è il graffitismo, come sta cambiando il modo di vedere l'arte di strada e che cosa potremo aspettarci dal futuro. Come ho già cercato di spiegare altre volte, Graffiti a Milano prende spunto da quello che trovo sui muri della città per raccontare per immagini le tracce degli uomini che vivono a Milano o di coloro che sono passati di qui. Come dei moderni mandala, tutti i disegni, le pitture, le scritte o gli altri elementi che compaiono su queste pagine hanno una loro vita che può durare un giorno, un mese o perfino qualche anno, ma poi, seguendo il loro destino, ogni cosa sparisce per sempre, se non la si registra in qualche modo nella memoria collettiva. Oltre le nostre teste, che sono la destinazione ultima di ogni tipo d'informazione, possiamo utilizzare la rete, per immagazzinare la materia inconsistente dei ricordi e delle sensazioni che hanno suscitato in noi le parole, i colori, le forme, le situazioni che ci sono capitate nel corso delle nostre giornate trascorse in mezzo alla gente o in contemplazione della nostra stessa essenza che altro non è che un'emanazione dell'universo. Nei secoli scorsi, quando c'era più analfabetismo, meno linguaggi e minori mezzi atti a registrare quello che passa davanti ai nostri sensi, gli uomini erano in grado di salvare maggiormente il ricordo di ciò che avevano visto o sentito, Molti musicisti erano addirittura in grado di andare ad un concerto, ascoltare della musica e poi trascriverla su uno spartito a memoria. Oggi, non so quante persone sarebbero in grado di fare qualcosa del genere, oppure di ricordare perfettamente quello che dicono. Fortunatamente, noi disponiamo di internet, uno strumento che  incarna quasi fisicamente il ruolo di una moderna Akasha, intesa come un luogo fantastico dal quale attingere il ricordo di ogni cosa. Adesso, tutto può anche svanire all'improvviso, ma è difficile che  non lasci qualche memoria di sé. Le immagini suscitano molti sentimenti contrastanti, talvolta capita che qualche mio lettore mi esprima la sua indignazione o il suo spaesamento davanti a certi messaggi popolari espressi attraverso una forma di comunicazione diretta ed antica come scrivere o disegnare sui muri.  Queste reazioni, sono comunque un buon segno perché nulla di ciò che vediamo può lasciarci indifferenti, ma è anche necessario ricordarsi d'approfondire il significato di ogni cosa e conoscere meglio quello che ci circonda.
Ho pensato di far cosa gradita a chi si vuol avvicinare al mondo dei graffiti e dell'arte, così come magari a chi è già esperto e vive questo tipo di cultura, ripubblicando, ringraziando il giornale "La Repubblica", un articolo di Gregorio Botta intitolato: "Di chi è la street art?" e un'intervista , sempre tratta dalle stesse pagine, di Sabina De Gregori a Sten Lex.



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