Grande nottata in compagnia dei Fratelli Severini alla vigilia del Primo Maggio. Il duo acustico di Filottrano ha aperto il suo concerto all'interno del Festival Popolare Ma Mì alla Balera dell'Ortica con un cavallo di battaglia dei Gang: "Bandito senza tempo", per poi continuare con "La pianura dei sette fratelli" e, restando ancora sul tema della resistenza, Marino Severini ha raccontato la storia di un partigiano di Ancona, Vilfredo Caimmi, che nel 1990 venne denunciato da un idraulico che trovò a casa sua un arsenale di armi appartenuto alla brigata partigiana anconetana.
Non c'erano solo armi ed esplosivi, Caimmi possedeva anche i codici, scomparsi dopo la morte di Goffredo Baldelli, che servivano a comunicare via radio con gli alleati americani. Venne subito imprigionato; fu messo alla gogna dal PCI e dall'Anpi che lo espulsero dalle loro fila, ma dopo alcuni mesi fu liberato. Forse, per via del fatto che le armi che aveva custodito per quasi mezzo secolo non erano funzionanti, oppure perché ci si rese conto che era un personaggio che sapeva molte cose di un periodo in cui non s'era fatta molta chiarezza. Caimmi scrisse dei libri e raccontò la grande epica della resistenza marchigiana.
In circa 30 anni, I Gang, gruppo folk militante dal passato Punk, hanno incontrato molti partigiani, ma sono stati molto colpiti da Vilfredo Caimmi che con naturalezza, alla domanda: "Ma chi te lo ha fatto fare di tenere tutte queste armi per questo tempo a casa tua?" sintetizzò in 4 parole la sua filosofia e la storia recente di un intero paese rispondendo così: "A chi? E quando?".
Pensateci! A coloro che sono stati partigiani per tutta la vita i Fratelli Severini dedicano la loro terza canzone della serata: "L'ottavo Chilometro", pezzo che prende il nome dal luogo in cui i partigiani si ritrovavano sugli Appennini.
Sandro Severini alla Fender Stratocaster e Marino Severini, voce e chitarra a 12 corde alla Balera dell'Ortica.
Il lavoro, un tempo, lo insegnavano le vecchie generazioni, era considerato l'unico strumento per emanciparsi e dirigere la propria vita. Adesso che il lavoro regolare è finito e non è più una certezza, tutto è cambiato; anche gli operai sono diventati una rarità, ma attraverso le voci dei gruppi presenti ieri alla Balera dell'Ortica, la classe operaia si rivede e si riascolta nelle ballate che parlano di un mondo che sta completamente scomparendo, come le fabbriche di Sesto San Giovanni.
La quarta canzone: "Non finisce qui", parla proprio della polvere d'amianto presente alla Breda e nelle altre fabbriche, è ispirata alle tante storie raccolte tra gli operai dal Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio.
Le tematiche dei Gang sono l'Umanesimo della società contadina, la Resistenza, le conquiste della Classe Operaia, per arrivare, con la quinta canzone, "Marenostro", a parlare di immigrazione e solidarietà.
Poi, in attesa che i Ned Ludd si preparino a raggiungerli sul palco, hanno cantato "Comandante", dedicata al subcomandante zapatista Marcos dell'EZLN.
Infine, con la maglia arancione della nazionale di calcio olandese del 1974, i Ned Ludd Music hanno accompagnato Marino e Sandro in: "Oltre", poi in "Erialo e Niso", "Sesto San Giovanni" e "Passerà".
Fortunatamente, prima del concerto sono riuscito a Salutare Marino Severini; avrei voluto intervistarlo sulle sue origini Punk ed altre questioni, ma non volevo terminare troppo tardi la serata, per cui rimando questo appuntamento ad una prossima occasione. TG
Fortunatamente, prima del concerto sono riuscito a Salutare Marino Severini; avrei voluto intervistarlo sulle sue origini Punk ed altre questioni, ma non volevo terminare troppo tardi la serata, per cui rimando questo appuntamento ad una prossima occasione. TG
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