2000 euro di ricompensa
L’annuncio non è stato dato dalla
trasmissione “Chi l'ha visto?”, ma da un collezionista: trattasi
infatti di due opere d’arte. Tutti i cittadini di Milano nelle
ultime settimane di dicembre sono stati alla ricerca delle due
piccole opere del famoso artista torinese Alighiero Boetti. I luoghi in cui fare la caccia al tesoro (poiché per chi le trova c’è
una ricompensa di 2000 euro) sono le fermate della linea 3 della
metropolitana comprese tra Missori e Repubblica e magari sotto i sedili dei convogli della linea gialla...
Non si può stare a braccia conserte ad aspettare chiedendosi se cinque per cinque fa veramente venticinque. Forse, questo è quello che se fosse ancora vivo, Alighiero Boetti avrebbe
detto?
Probabilmente, Sigmund Freud avrebbe
ipotizzato che per il proprietario i due quadri non erano cose così
importanti per il suo ego.
Il volantino appeso in alcune fermate
del metro di Milano (quello fotografato da Tony graffio era appeso fuori dalla Stazione Garibaldi) non è uno scherzo, ma a detta di molti e del signor Riccardo De Stefanis, le opere sono state
veramente smarrite: mentre costui parlava al cellulare sovrappensiero le ha
lasciate sul pavimento di una carrozza della metropolitana.
Le opere, dal valore commerciale di
20.000 euro circa ciascuna, se prive di autentica e archivio non
hanno alcun valore. Pensiamo che se qualcuno le trovasse, avrebbe tutto l'interesse a restituirle ed incassare la ricompensa.
Fatto sta che a tuttora non si hanno
notizie di come andrà a finire questa ricerca: chissà potrebbe succedere anche
che l’impresa delle pulizie possa averle buttate. Cosa già accaduta per altre opere di altri artisti in diversi musei. Oppure potrebbero essere state scambiate per un pacco bomba e fatte esplodere dagli
artificieri? Sicuramente avrebbero riconosciuto la matrice afgana di
produzione. Chi le ha trovate potrebbe non riconoscerle come opere
d’arte di un famoso artista ma come dei ricami divertenti fatti da
qualche burlone?
Queste e altre domande stanno
affliggendo i Milanesi in questo nuovo anno... A.B.
Nota di TG: Alighiero Boetti è stato un artista torinese che negli anni '60 aderì al movimento artistico denominato Arte Povera. Le sue opere più conosciute sono proprio gli arazzi che nel caso abbiano dimensioni molto estese raggiungono un valore di tutto rispetto. I piccoli arazzi dispersi sono stati realizzati dalle donne afgane che Boetti ci assicurò d'aver retribuito in maniera equa, come avrebbe pagato la manodopera italiana. Talvolta, Boetti regalava le sue opere ad amici, negli ultimi 4-5 anni le valutazioni dei suoi arazzi sono cresciute in maniera importante.
Questa mattina ho sentito il Signor De Stefanis che mi ha detto d'aver smarrito un sacchettino di plastica con all'interno due quadretti ai quali è molto affezionato. Mi ha confermato l'entità della ricompensa e che il tutto è avvenuto su un tratto della metropolitana milanese compreso tra Torre Velasca e Piazza della Repubblica, su una carrozza della linea gialla. Nessuno si è ancora fatto vivo per restituire i piccoli arazzi, ma c'è da credere che una volta che si spargerà la voce che il proprietario sta cercando questi pezzi, anche al di fuori di chi sa che senza una certificazione di autenticità non è possibile rivenderli, qualcuno si farà avanti. Io ho avuto un'idea che ho comunicato al diretto interessato perché, modestamente, ogni giorno perdo qualcosa, anche per diversi mesi, ma riesco poi ritrovarlo nel 90% dei casi. Speriamo che tutto vada per il meglio e non soltanto per il collezionista distratto...
Alighiero Boetti - Galleria De Nieubourg, Milano 1968
Fotografia di Enrico Cattaneo
" Sono stati smarriti un Alighiero e un Boetti. "
RispondiEliminaignorante! Alighiero Boetti è un unico artista!
Lo sappiamo benissimo, forse è lei, nella sua arroganza e aggressività, a non saper cogliere l'ironia del titolo di un collaboratore volontario del blog. Scusi, ma lei non è il benvenuto su queste pagine, vada a disturbare altrove, grazie.
EliminaEvidentemente lei s'è fermato al titolo e non ha letto né l'articolo, né la nota. E nemmeno ha guardato la fotografia sotto al titolo che mostra le due opere. Complimenti, un vero intellettuale...
EliminaA dover di cronaca tratto da
Eliminahttp://www.fondazioneboetti.it/italiano/fondazione_boetti_bio.html
"È la svolta della sua opera in ambito essenzialmente concettuale, avvenuta nel 1972 in concomitanza con lo sdoppiamento del proprio nome in "Alighiero e Boetti" (operazione con cui mette in crisi l'identità dell'artista stesso) e con il trasferimento a Roma, dove egli dichiara di aver scoperto il colore." per vedere l'immagine basta cercare su google: "Alighiero e Boetti doppio"
Infatti, si tratta di una citazione. Appena il nostro collaboratore tornerà da Bologna, dove è stato invitato ad Arte Fiera 2016, gli chiederemo di dare una risposta ad un commento, oltretutto anonimo, completamente fuori luogo. Ringrazio invece Paola Zanda per la puntualità del suo intervento.
EliminaAd ogni modo, per tutelare la libertà di parola di tutti, consentirò ai lettori di continuare ad effettuare commenti anonimi, anche se, ovviamente, sarebbe auspicabile che responsabilmente ognuno si facesse carico di ciò che dice, o afferma, firmando i propri pensieri con nome o cognome, o in mancanza di questi con uno pseudonimo conosciuto.