sabato 5 maggio 2018

I pensieri di un giovane morto (Intervista a Madest)

Un fumetto che più che un fumetto è una meditazione poetica. Una storia che più che una storia è un sogno che ha al suo interno elementi autobiografici che non sappiamo a cosa facciano preciso riferimento. Ma questo non ha importanza; si tratta di dettagli dai quali Madest ha preso spunto per poterci dire che cos'è per lui la vita, la sua assenza o più probabilmente soltanto un passaggio esistenziale.
Noi non siamo il nostro corpo e neppure quello che facciamo, o quello che rappresentiamo per gli altri, ma troppo spesso ce ne dimentichiamo. Dobbiamo provare delle esperienze davvero forti per prendere coscienza di quello che siamo.
Cosa siamo davvero?
Niente.
Senza il ricordo non siamo niente. Perché oltre a non essere il nostro corpo non siamo neppure la nostra mente...
Il segno di Madest è molto particolare, molto personale, non vorrei dire naïf, perché questo aggettivo non è adatto a descrivere il suo stile, non c'è ingenuità in ciò che illustra o in ciò che fa, ma trovo che Massimo De Stefanis renda un po' più semplice a tutti la lettura e la comprensione delle vicende dei protagonisti di questa storia. È un modo per portare il lettore in un'altra dimensione, in un mondo più adatto ad osservatori di tutte le età che pur capendo che stanno assistendo ad un dramma non ne subiscono il trauma.
Più che al cospetto della morte, siamo di fronte alla trasformazione di un uomo che ha preso coscienza della realtà di non essere più un ragazzo, anche se questo discorso viene fatto in maniera un po' latente.
Il fumetto è molto bello, ha uno stile accattivante, bei colori e un prezzo di 10 euro. Io ne ho acquistata una copia. TG

XAM pensieri di un giovane morto Madest
 La dedica su Xam, pensieri di un giovane morto, è stata graffiata da Max con un punteruolo.

Tony Graffio intervista Madest

TG: Massimo, perché hai scelto lo pseudonimo: Madest?

Madest: Era il 1995, forse non esisteva ancora Wikipedia, ed io cercavo un nome che non esistesse e potesse rappresentare Massimo De Stefanis. Inoltre, in latino lo si può tradurre con facesti, parola che esprime un'idea di laboriosità, cosa che non mi dispiace.

TG: Ho capito. Che formazione artistica hai avuto?

Madest: Negli anni '80, qui a Milano, ho frequentato la scuola del fumetto, anche se facevo già parte di collettivi punk e di autoproduzione che pubblicavano fanzine.

TG: Oggi è più facile autoprodursi?

Madest: La tecnologia digitale aiuta molto. 

TG: In quante copie è stampato Xam?

Madest: Normalmente, stampo tirature limitate in 50 pezzi, poi si vedrà.

Madest ad AFA mentre incide la dedica sulla mia copia di Xam, pensieri di un giovane morto.
Madest ad AFA mentre incide la dedica sulla mia copia di Xam, pensieri di un giovane morto.

TG: Parlami di Xam.

Madest: Esce oggi per la prima volta Xam, i pensieri di un giovane morto. Si tratta di una mia auto-pubblicazione; è un fumetto che non può essere venduto commercialmente. Io infatti lo propongo solo in contesti dove vengono presentati altri lavori autoprodotti.

TG: Il sottotitolo mi ha molto incuriosito, perché da un po' di tempo a questa parte anch'io ho deciso di chiedermi cosa c'è dopo la vita. Quali sono i pensieri di Xam a questo proposito?

Madest: Xam fa un brutto incidente e va in stato di coma. Durante la sua assenza dalla vita ritengo che ci siano buone possibilità che lui formuli dei pensieri, solo che nel momento in cui esce da questa condizione di coma, Xam non ricorda più niente. Come autore, offro una serie di pensieri che Xam ha durante il coma e che perde al suo risveglio, fatto che lo porta a doversi reinserire nella vita da zero. Perdendo anche la possibilità di scrivere un libro che aveva in mente prima dell'incidente. Il titolo del libro è esattamente il titolo del fumetto.

TG: Pensavi che l'argomento della morte potesse essere interessante per tutti o la decisione di trattare di questo tema parte da una tua esperienza autobiografica? O forse ha a che vedere con l'esperienza di qualcuno che conosci?

Madest: No, anche se ho conosciuto più di una persona che è finita in coma, non è da loro che ho preso spunto. Inevitabilmente, questi pensieri sono dentro di me ed hanno a che fare con le mie scelte.

Una pagina tratta da Xam, i pensieri di un giovane morto, di Madest.
Una pagina tratta da Xam, i pensieri di un giovane morto, di Madest.

TG: Tu hai una fede religiosa di qualche tipo?

Madest: No.

TG: Ateo o agnostico?

Madest: Sono agnostico.

TG: Però alla morte ci pensano tutti...

Madest: Ci pensavo molto quando ero bambino.

TG: Cosa c'è dopo la vita?

Madest: Il nulla.

TG: Però se Xam ha avuto dei pensieri, qualcosa ci sarà dopo la vita...

Madest: I suoi pensieri ci sono perché lui li ha avuti quando era in coma.

TG: Il coma fa parte della vita o della morte?

Madest: È una soglia. Per noi vivi, quando sei in coma sei più morto che vivo, però in realtà sei lì e forse esiste un'accessibilità a quello stato specifico. Chi torna dal coma dice d'aver visto delle luci o addirittura d'essere stato in grado di sentire le persone e forse anche dell'altro...

TG: Quali sono i pensieri di un giovane morto?

Madest: Lì, si entra nello specifico della storia. Io gioco con parole e pensieri che deviano per il fraintendimento di alcuni significati. Piccoli particolari spostano il senso di un discorso e riescono a far muovere le cose che racconto. Tutto si sposta in base a come si interpretano alcune cose.

TG: Siamo sicuri di essere vivi, in questo momento?

Madest: È una faccenda un po' complessa, dipende da che punto di vista l'analizzi... Gli induisti si pongono apertamente questo problema.

TG: Per loro è tutta un'illusione.

Madest: Bisogna vedere cos'è il sogno e cos'è la vita. La vita è sogno, oppure no: sono tutte parole con le quali l'uomo gioca da millenni. Giochiamo con le parole che abbiamo a disposizione e con il senso che riescono a generare.

TG: Un morto potrebbe pensare alla vita, come noi pensiamo alla morte?

Madest: Oggi, c'è chi ritiene che grazie alla tecnologia sia possibile verificare la presenza dei fantasmi, per esempio. Alcuni programmi televisivi hanno fatto delle indagini in questo senso. I fantasmi probabilmente hanno una visione reale della vita perché vorrebbero tentare di rientrare in gioco e tornare tra noi. Non è che ci creda molto nei fantasmi, però da quando mi è successa una strana esperienza in casa, questa è una possibilità che lascio aperta a varie risposte.

TG: Cosa ti è capitato?

Madest: Ero indaffarato nelle mie questioni quando, senza apparente motivo, s'è mosso il tavolo e mi sono chiesto cosa potesse essere accaduto. Senza troppe perplessità, la mia risposta immediata è stata: "Sarà stato un fantasma...". E poi, mi sono rimesso a disegnare.

TG: Interessante.

Madest: io non ci credo più di tanto, ma questa è una possibilità che ho valutato.

TG: Questi mondi strani e misteriosi sono abbastanza presenti nella tua opera artistica?

Madest: Sì, assolutamente.

TG: Hai raccontato di queste questioni per lanciare un messaggio o per aiutarti a riflettere?

Madest: No, il  mio intento era essenzialmente quello di poter creare un'architettura che sostenesse la storia al fine di dar vita al fumetto. Il lavoro doveva portarmi ad organizzare un racconto in modo personale. Non vorrei che questo fumetto si trasformasse in un corso che spieghi come si scrive una sceneggiatura; il mio piacere è stato quello di inventare un modo per fare sceneggiatura, discostandomi il più possibile da quello che ho assimilato negli anni. So esattamente come si fanno le cose, come le case editrici vogliono che vengano fatte, ma io ho cercato di spostarmi con la libertà di poter decidere autonomamente come fare. Infatti mi auto-produco proprio per questo.

Massimo De Stefanis
Un esempio dei disegni di Madest in un'altra sua auto-pubblicazione.

TG: Hai provato a proporre il tuo lavoro ad una casa editrice?

Madest: Sì.

TG: Cosa ti hanno risposto?

Madest: Il tuo lavoro non passa perché non c'è pubblico di riferimento.

TG: Non si vende, insomma?

Madest: Non è nella linea delle case editrici, anche se ho selezionato editori che avrebbero potuto recepire un discorso nuovo.

TG: Tipo?

Madest: Ad esempio, ho interpellato alcuni amici che sono anche loro qua ad AFA, oppure Feltrinelli Comics; Logos e altri.

TG: Tutti ti hanno risposto allo stesso modo?

Madest: No, la maggior parte non ti risponde nemmeno.

TG: Ritieni che quello della morte possa essere un argomento che interessi al pubblico giovane?

Madest: Non ne ho idea, ma a qualcuno interessa. Io non sono a caccia di numeri, non vengo qua per vendere. A te il mio discorso interessa e per questo sei venuto a chiedermi delle cose. Ciò significa mettere in moto alcuni meccanismi. Io ritengo che questo argomento non possa non interessare, anche se poi ci può essere a chi piace nascondere i propri interessi. Si fa bene a pensarci, anche se qualcuno preferirebbe ritardare questo pensiero. Io sono un disgraziato che a sei anni già ci pensava.

TG: Ancora prima di quell'età, io mi chiedevo dove potevo essere prima di nascere.

Madest: Questo è un argomento che suggeriva Buddha ai suoi discepoli.

TG: Qual'è stato il lavoro più importante che hai fatto?

Madest: Spero che sarà quello che devo ancora fare; ho più di 50 anni e spazio nelle arti a più di 360°; il fumetto però è un linguaggio che ho affrontato da poco. L'ho rivalutato recentemente perché è stato l'amore della mia infanzia e della prima gioventù. Poiché, purtroppo, il mercato non mi ha permesso di inserirmi con il supporto di un editore, ho deciso per l'auto-produzione. So che non vivrò in eterno, pertanto ho fatto questa scelta, anche perché questi meccanismi sono piuttosto lenti da pensare, da realizzare, da confezionare... Figuriamoci se dovessi aspettare che qualcuno mi voglia legare veramente ad un discorso di grande distribuzione e di grandi numeri... Quanti anni ancora dovrei aspettare prima che questo avvenga? Agendo da solo, mi prendo le piccole soddisfazioni che la giornata può offrirmi, nella speranza che continuando a lavorare io possa accrescere in qualità o in notorietà. Non si capisce ancora che cosa riuscirà a farti fare un passo in più nel tuo percorso professionale.

TG: Immagino che tu per vivere faccia un altro lavoro. Fai il grafico o qualcosa del genere?

Madest: Sì, sono un artigiano, faccio il restauratore di libri.


Massimo De Stefanis al Leoncavallo per AFA 2018



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