domenica 11 gennaio 2015

Recuperare il colore con Mark Cooper

Mark Cooper è un fotografo che recentemente ha avuto una svolta creativa che lo sta portando a percorrere strade non ancora molto battute, vale la pena di conoscerlo meglio.

Hypnosis

Mark Cooper nasce il 17 aprile 1965 a Carlisle, l'ultima città inglese prima della Scozia.
Dopo aver perso entrambi i genitori cresce, in modo ribelle con sua nonna, nel selvaggio Lake District, un magnifico territorio ricco di bellezze naturali, nel Nord Ovest della Gran Bretagna.
A 16 anni, abbraccia lo stile di vita punk ed esprime il suo malessere interiore decidendo d'abbandonare la scuola per trasferirsi a Blackpool, una città che gli inglesi considerano una specie di Las Vegas britannica.

Voglia di colore

La visione del mondo del piccolo Mark venne influenzata da un caleidoscopio che gli regalò sua nonna per osservare la realtà con un maggior distacco e, forse, per renderla anche un po' più colorata, dopo la terribile esperienza familiare.

Cosa resta dell'Amore?

Quando compie 7 anni, riceve in regalo una macchina fotografica semplicissima, si tratta di una vecchia Kodak 35mm di plastica, a fuoco fisso.
Questa volta, la nonna gli dice di dimenticarsi del caleidoscopio e di studiare la vita attraverso la fotografia.
Mark, nonostante la sua rabbia repressa verso il mondo intero, era un ragazzo timido e per molto tempo si nasconde dietro una macchina fotografica per meglio affrontare la vita.
A 17 anni compra un biglietto aereo di sola andata per Israele dove ha un'esperienza lavorativa in un kibbutz.
Dopo circa due mesi se ne va ed inizia un lungo viaggio di ritorno, via terra, attraversando Egitto, Grecia, Italia ed altri paesi.
E' la più bella avventura della sua vita anche se non ha un soldo in tasca.

Senza titolo

Durante questo lungo viaggio di ritorno, Mark realizza un reportage sulla povertà, scavando tra le ferite degli altri, cosa che lo aiuta a capire che lui non è l'unica persona al mondo ad aver sofferto.
Tornato a casa si ritrova tra le mani delle belle fotografie in bianco e nero che inizia a proporre a Londra per presentarle in mostre fotografiche.
Inizia a prendere sul serio le cose e prosegue con la sua formazione fotografica in maniera autodidatta.


Made in Italy

Nel 1993, Mark vive a Londra e divide la sua vita tra un lavoro di consegne di documenti, come Pony Express e l'attività di fotografo, ma dopo 10 incidenti in motocicletta, capisce che forse è meglio prendersi una pausa per distaccarsi da quell'ambiente di lavoro un po' autodistruttivo.
Raggiunge un amico in Italia, nel Monferrato, per una vacanza, ma l'ultimo giorno della sua permanenza in Piemonte ha un altro tipo d'imprevisto: conosce qui la sua futura moglie, vende il suo biglietto aereo di ritorno ad un uomo che non rivedrà mai più in vita sua e fa la pazzia d'aprire uno studio fotografico in un paesino di provincia di 300 anime.
Per un po' vive a Montechiaro d'Acqui, in provincia d'Alessandria, documentando matrimoni, nascite di mucche e tutto quello che gli veniva richiesto, fino a quando un giorno, durante le riprese di una giornata commemorativa di una leva militare, un po' per scherzo, un po' sotto i fumi dell'alcool, qualcuno gli propone un lavoro importante purché sia in grado di effettuare riprese aeree.
Mark, pur non essendo mai salito a bordo di un elicottero, non si fa sfuggire l'occasione ed accetta immediatamente, il suo interlocutore, essendo una persona seria, stile vecchio stampo, non si tira indietro e gli commissiona fotografie aeree che documentino i 40 anni dell'attività della sua impresa edile che ha fabbricato case ed altri edifici un po' ovunque.
Questo lavoro impegna Mr. Cooper per una quindicina d'anni durante i quali egli pubblica anche libri, calendari ed altri documenti del "suo" territorio visto dall'alto.
Viene riconosciuto come un alfiere del paesaggio del Monferrato, bandiera che egli è orgoglioso di mostrare a tutti.

Beer and Roses

Mark non è un tipo da gallerie, ma ultimamente ha dovuto reinventarsi un ruolo, così s'è rimesso ad osservare il mondo con gli occhi di un bambino che guarda in un caleidoscopio, dando vita a reinterpretazioni di opere di street artists, elaborando le immagini con Photoshop, aggiungendo un po' di ruggine e qualche altro elemento segreto, per dar origine alle immagini che ha voluto presentare su questa pagina del blog di Tony Graffio.

Mark Cooper in versione timida e tranquilla

Come fotografo, Mark non è molto interessato al mezzo tecnico, sa di usare una reflex Sony, ma non sa nemmeno che modello sia, soltanto una volta che la estrae dalla borsa per mostrarmela vediamo che si tratta di una Sony Alpha 65.
Mark Cooper è arrivato al tipo di ricerca che mi sta mostrando dopo 15 anni di volo su terreni che molto spesso mostravano solo due colori: il verde dell'erba ed il marrone del fango o della terra. In quelle immagini aveva trovato l'essenza del paesaggio, nei campi vuoti, ottenendo delle fotografie che riportano alla mente gli scatti di Franco Fontana, senza nemmeno sapere chi fosse il fotografo italiano.
Tutti gli artisti ambiscono ad arrivare ad una semplificazione delle forme, ma una volta sceso a terra, Mark aveva bisogno di reimmergersi nel mondo e di rivivere un'esperienza più completa e colorata che andasse oltre il bicolore verde/marrone, per questo s'è rivolto alla reinterpretazione della street art ed alla ricerca di nuove policromie.

Mark Cooper in versione Punk

Nel 2012 a Murisengo, paese dove ha luogo uno dei più importanti Festival del Tartufo, Mark è riuscito a proporre uno spettacolo di Son et Lumière in una cava di gesso privata, a 90 metri di profondità sotto terra.
Il volo deve averlo veramente stancato, se adesso si rifugia addirittura nel sottosuolo.
In 4 giorni, circa 2000 persone hanno visto le sue fotografie esposte nella parte centrale della cava; dopo aver attraversato un percorso sensoriale fatto di sapori, degustando vini e tartufi, musica, coinvolgendo il chitarrista Marco Soria e naturalmente, luci colorate e magiche atmosfere.
In Agosto, Mark Copper ha in programma di organizzare uno spettacolo di questo tipo anche a Carrara, in una cava di marmo, sarebbe bello andare a vedere di cosa si tratta. Tony Graffio

N.B.
Mark Cooper è una persona estremamente gentile ed educata, ma una volta che mi ha confessato d'avere sulla pelle una maglietta dei Sex Pistols come ricordo della sua militanza punk negli anni '80, non ho saputo resistere e l'ho obbligato a posare per me in una veste più arrabbiata, sempre nel recupero del proprio io più vero, dei propri ricordi e di un bel periodo vissuto da ragazzo.





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