La settimana scorsa, presso la villa Medicea di Artimino, nelle vicinanze di Carmignano
(Prato), si è svolta la decima edizione del Silvestri Digital
Workshop, un interessantissimo appuntamento organizzato da Silvestri
s.r.l., l'unico produttore di fotocamere professionali esistente in
Italia; l'evento ha visto la partecipazione di alcuni importatori e
distributori di materiale fotografico, apparecchiature professionali
per illuminazione ed accessori.
Oltre alla possibilità
di vedere i nuovi prodotti, di provarli e di chiedere chiarimenti ai
tecnici che rappresentavano tra gli altri: Mamiya Leaf, Phase One,
Hoya Filters, Elichrom, Quantum, Sunbounce.it, X-rite e Leica, si
poteva anche partecipare gratuitamente alle conferenze tenute da
professionisti del settore su argomenti che riguardavano
l'organizzazione dei progetti fotografici, la ripresa e gli accessori
utili per il controllo dell'immagine, l'elaborazione del file
digitale, l'illuminazione e la composizione dell'immagine, per
terminare con la stampa fine art nei libri fotografici, in modo da
interessare praticamente tutto il ciclo produttivo dell'immagine
fotografica professionale.
Conoscevo le fotocamere
Silvestri come dei prodotti di qualità molto versatili, agili ed
innovativi, ma non avevo mai avuto occasione d'avvicinarmi a queste fotocamere, anche perché l'azienda Silvestri già da tempo aveva
scelto di non essere presente ad eventi fieristici per il grande
pubblico, come può essere il Photoshow, ma ha preferito rivolgersi
direttamente ad un mercato già orientato verso la scelta di un
prodotto specialistico, in grado di risolvere i problemi di chi si dota
di dorsi digitali di medio formato ed ha l'esigenza d'effettuare
riprese fotografiche architettoniche di grande qualità.
Per conoscere meglio la
storia dell'azienda, le scelte effettuate nel corso dei circa 31 anni
d'esistenza di questo marchio e capire meglio la filosofia aziendale,
ho pensato di parlare direttamente con il fondatore della Silvestri
s.r.l. e di farmi raccontare direttamente da lui come si sono
sviluppate e realizzate le sue idee.
Vincenzo Silvestri fondatore della Silvestri srl
Vincenzo Silvestri nasce a Pistoia il 29 marzo 1940, inizia fin da ragazzo, come è capitato a
tantissimi italiani che hanno vissuto in quel periodo storico di
entusiasmo e ricostruzione, ad andare ad imparare un lavoro presso
un'officina che si occupava di meccanica generica.
La meccanica viene da lui
vissuta come costruzione, geometria, numeri e manualità, non si
tratta soltanto di un'occupazione che gli permette d'avere il suo
primo reddito, ma anche di un'occasione che lo fa riflettere sulle
proprie capacità manuali, ideative ed estetiche.
Nel 1961 Vincenzo cambia
attività e si trova a lavorare come dipendente presso un'azienda che
si occupa di riproduzioni artistiche. Questo lavoro lo impegnerà
fino al 1966.
Nel 1967, apre un suo
studio fotografico a Firenze, anche quegli anni sono speciali perché
circolano nuove idee tra i giovani che iniziano ad avere una visione
diversa della vita, il 1968 porta un cambiamento sociale che induce
le persone a ricercare di realizzarsi non soltanto per motivi
economici, ma soprattutto attraverso il perseguimento di obiettivi
positivi e nel tentativo di compiere qualcosa di personale con le
proprie capacità o con il proprio ingegno.
La fotografia fotochimica era qualcosa di totalmente diverso dalla fotografia digitale dei
nostri giorni, in quegli anni la fotografia si costruiva all'interno
della macchina fotografica con un misto di estetica, meccanica,
ottica e chimica. La fotografia si vedeva soltanto dopo, alla fine
dell'iter produttivo, non c'era un risultato immediato come adesso,
la fotografia andava immaginata e poi realizzata, perciò bisognava
saper visualizzare piuttosto precisamente il risultato che si voleva
ottenere. Allo stesso modo, oltre alle conoscenze d'ottica e di meccanica, bisognava avere una buona cultura sensitometrica che portasse ad un
buon equilibrio cromatico, capendo che pellicola usare e come
trattarla, cosa che poteva voler dire anche dirimere eventuali
problemi ambientali legati al laboratorio di sviluppo e stampa.
Oggi, per certi aspetti,
fotografare può risultare più semplice d'un tempo perché oggi si
può correggere e talvolta ricostruire graficamente al computer ciò
che non ci soddisfa o che non è stato ripreso correttamente, ma
questo non significa che la fotografia professionale possa essere
sempre praticata con mezzi non adatti alla correzione prospettica
delle linee perché un conto è comporre un'immagine perfetta in
ripresa e tutta un'altra storia è rielaborare l'immagine in modo
digitale. Ovviamente, i risultati migliori si ottengono in ripresa ed
è per questo che ha ancora senso produrre ed utilizzare strumenti
specialistici come le fotocamere Silvestri che offrono una gamma
completa di prodotti, in grado di attuare un semplice decentramento
con una piastra mobile, oppure utilizzano sistemi più complessi e
flessibili in modo da basculare e decentrare per mezzo di elementi
mobili più completi.
L'idea di proporre un
prodotto nuovo, in una nicchia del mercato internazionale della
fotografia si fa largo in Vincenzo Silvestri agli inizi degli anni
1980, quando, parlando con l'archittetto Nustrini di Firenze, un
fotografo che fu anche pilota e progettò l'aeroporto di Oakland in
USA, emerse il desiderio di disporre di una fotocamera grandangolare
per usi architettonici.
Questo è il ricordo che Silvestri ha di Nustrini e della sua intuizione: "Era un pilota di aerei appassionato e anche pilota di linea; morì in Nuova Zelanda in un incidente aereo precipitando in mare mentre osservava il navigatore italiano Soldini. Nustrini mise insieme un apparecchio rudimentale per foto di architettura, si basava su un dorso della Mamiya RB 67 completo di magazzino della stessa. Il dorso era applicato ad una piastra in alluminio con un foro fisso decentrato in alto, sul quale era applicato un obiettivo Super Angulon 47mm completo di elicoide, credo che mio cugino Marcello Silvestri (fotoriparatore) avesse partecipato all'operazione."
Questo è il ricordo che Silvestri ha di Nustrini e della sua intuizione: "Era un pilota di aerei appassionato e anche pilota di linea; morì in Nuova Zelanda in un incidente aereo precipitando in mare mentre osservava il navigatore italiano Soldini. Nustrini mise insieme un apparecchio rudimentale per foto di architettura, si basava su un dorso della Mamiya RB 67 completo di magazzino della stessa. Il dorso era applicato ad una piastra in alluminio con un foro fisso decentrato in alto, sul quale era applicato un obiettivo Super Angulon 47mm completo di elicoide, credo che mio cugino Marcello Silvestri (fotoriparatore) avesse partecipato all'operazione."
In quel periodo, proprio perché tra i fotografi nel giro di conoscenze di Silvestri esisteva un'effettiva richiesta di questo genere di prodotto, Vincenzo decise di credere in questo
progetto, e studiare una fotocamera nuova che poi prese il nome di
SLV, una sigla che in qualche modo celebrava l'amore di un
giovane imprenditore per la propria famiglia, ciò avvenne in una prima fase in cui nello studio di Firenze si realizzavano i progetti delle fotocamere con disegni e rudimentali prototipi di pre-produzione.
Nel 1983 Vincenzo Silvestri chiuse il proprio studio fotografico e si dedicò alla produzione della SLV, il suo primo modello di fotocamera decentrabile di 25 mmm. verso l'alto, oppure verso il basso, dotato inizialmente di ottica fissa Super Angulon Schneider da 47 mm.
Nel 1983 Vincenzo Silvestri chiuse il proprio studio fotografico e si dedicò alla produzione della SLV, il suo primo modello di fotocamera decentrabile di 25 mmm. verso l'alto, oppure verso il basso, dotato inizialmente di ottica fissa Super Angulon Schneider da 47 mm.
La SLV venne distribuita
all'inizio soprattutto in Gran Bretagna, USA, Canada, Francia,
Germania e Giappone, grazie a Lorenzo Cattaneo di Genova.
Silvestri ricorda con
particolare soddisfazione quella prima fase gloriosa della
sua avventura imprenditoriale, quando l'azienda era ancora a Firenze
ed il successo commerciale era arrivato velocemente, erano gli anni dal 1983 al 1999, in quell'epoca i pezzi erano realizzati
in officine esterne e poi assemblati in Silvestri.
Nel 1999 Silvestri si
trasferisce nella nuova sede di Montespertoli e si dota di macchinari
propri a controllo numerico e la precisione dei prodotti migliora
ulteriormente.
Dagli anni 1990 si
affronta la nuova sfida della fotografia digitale, si procede in
maniera progressiva nel capire le esigenze del nuovo mezzo tecnico.
Bisognerà fare parecchie prove per capire la resa dell'insieme
meccanico, ottico ed elettronico e apportare molte modifiche per far
funzionare il tutto.
Da principio i sensori
erano più piccoli ed avevano dimensioni di cm 4X4, all'inizio si
provò ad utilizzare le ottiche tradizionali, ma pian, piano si capì
che queste andavano riprogettate per il formato più piccolo; non si
potevano usare ottiche che risolvevano 20 linee per mm. con un pixel
di 5 micron, il cerchio di copertura risultava troppo grande.
Si cercò di contattare
Schneider e Rodenstock per riprogettare le ottiche per l'uso
digitale, ma all'epoca un'operazione del genere avrebbe richiesto investimenti economici troppo onerosi, era pertanto un'operazione improponibile anche per queste leggendarie aziende che in
quel periodo non se la passavano molto bene.
Fortunatamente, lo stato
tedesco intervenne a sostegno di questo storico settore e si riuscì
a collaborare per la produzione dei nuovi prodotti.
Un altro problema che
dovette essere affrontato risiedeva nella difficoltà d'interfacciare
i primi dorsi digitali alla macchina fotografica perché bisognava
dare un comando preciso per quando aprire l'otturatore, con quanto
anticipo e per quanto tempo. Le interfacce elettroniche vennero
progettate in azienda per gestire il sensore nella maniera migliore.
Venne contattato Prontor per mettere a punto un protocollo che
dialogasse con il sensore. La necessità di disporre dell'otturatore elettronico sorse con l'avvento dei Kodak Pro Back. Il dorso digitale arrivò sul mercato con una carica innovativa inaspettata: memoria a bordo, display con le funzioni incluse, possibilità di funzionare con Hasselblad ELD in modo autonomo senza bisogno di connessione al PC, possibilità di rivedere l'immagine scattata.
"In quel tempo Kodak era Kodak, per noi utilizzare Pro Back sul banco ottico era essenziale."
Così Vincenzo parla di quell'esperienza: "Essendo Prontor l'unico produttore europeo raggiungibile, li abbiamo convinti a rimettere in produzione per noi un otturatore ormai usato solo in campo medico; nel frattempo mentre noi lavoravamo al progetto di una centralina elettronica che incorporasse il protocollo delle funzioni di Pro Back e di tutti gli altri dorsi digitali in commercio, fra cui il dorso Multishot di Imacon che in seguito diventerà Hasselblad.
"In quel tempo Kodak era Kodak, per noi utilizzare Pro Back sul banco ottico era essenziale."
Così Vincenzo parla di quell'esperienza: "Essendo Prontor l'unico produttore europeo raggiungibile, li abbiamo convinti a rimettere in produzione per noi un otturatore ormai usato solo in campo medico; nel frattempo mentre noi lavoravamo al progetto di una centralina elettronica che incorporasse il protocollo delle funzioni di Pro Back e di tutti gli altri dorsi digitali in commercio, fra cui il dorso Multishot di Imacon che in seguito diventerà Hasselblad.
Centralina, cavi di connessione per i vari dorsi digitali, adattatori meccanici per le varie macchine a banco ottico furono innovazioni delle nostre fotocamere con nuovi progetti. Il sistema funzionava eravamo di nuovo al passo con i tempi, purtroppo dopo una fase intensa di collaborazione con Kodak, la dirigenza di Kodak decise di non produrre più Pro Back; avevano il miglior prodotto che anticipava tutti gli altri di anni. Ma questa è un'altra storia "
Silvestri e la Bicam 2, una fotocamera sinonimo di qualità, precisione e semplicità d'uso
Conseguentemente a queste
ricerche si ottenne che l'Hasselbad Multishot funziona solo col
sistema Silvestri, ma non fu facile arrivare a questi risultati
perché ci furono problemi abbastanza seri da risolvere, come quello
che se il sensore rimaneva acceso per troppo tempo si bruciavano i
pixel ed altre questioni da mettere a punto. Fu grazie alla
collaborazione con il produttore del sensore Pro Back Kodak, sensori
nati per essere usati con le Hasselblad 6X6 che avevano un protocollo
Hasselblad ELD per interfaccia che si riuscì a trovare le soluzioni
giuste di cui poi beneficiò Hasselblad.
Nel mondo dell'industria
fotografica si sono creati rapporti strani che permettono di
collaborare bene con alcuni produttori e invece non lo consentono
con altri.
Grazie a precedenti collaborazioni con la russa Zenit che produceva componenti ottici per
i mirini delle Silvestri fin dal 1980, Vincenzo Silvestri è
recentemente riuscito a far approvare un suo progetto di fotocamera
panoramica digitale con 3 sensori e 3 obiettivi. Da quest'idea è
nata la Horizon DL3.
Nelle Horizon a pellicola
come la 202 o la 205, la fotografia panoramica si basa sulla
scansione di un obiettivo che ruota su un fotogramma che ruota su un
piano curvo.
Passando dalla pellicola
al digitale c'erano tanti metodi per risolvere questo problema, ma la
soluzione dell'obiettivo rotante è stata scartata perché non
avrebbe dato luogo a delle istantanee, stesso discorso per una
soluzione a tre sensori ed un obiettivo; così si è optato per 3
obiettivi e 3 sensori, in modo da ottenere uno scatto sincronizzato
che può essere utilizzato per fotografare soggetti in movimento, poi un programma adatto unirà i 3 fotogrammi in un'unica immagine.
Il passo successivo sarà
quello di studiare un programma che provvederà ad unire gli scatti
direttamente all'interno della fotocamera, ma si sta ancora studiando
come fare.
Ogni sensore della
Horizon DL3 ha una definizione di 9 MP. I sensori sono degli
Omnivision backlight da circa ½ pollice. Questa fotocamera sarà
venduta a circa 1500 euro con il software per l'image stitching.
La microelettronica di
progettazione Silvestri è prodotta in Russia, si parla di schede a 6
layers del tipo utilizzato per i telefonini, mentre il sistema
operativo che comanda l'hardware è anch'esso progettato da Silvestri.
Silvestri
ha recentemente osservato che era rimasto uno spazio di mercato sui
filtri fotografici, così ha ideato il sistema Talos che sta uscendo
ora in commercio e permette di fotografare in maniera creativa e di
sopperire, per esempio, al biancore dei cieli in molte fotografie.
Un
altro bel prodotto che viene proposto da Silvestri in vetro ottico è
il Big Stop, un neutral densitiy estremo che decuplica il tempo
d'esposizione e permette d'avere dei paesaggi più onirici e atmosfere fotografiche insolite.
Portonovo (An)
Fotografia di Roberto Anselmi
tempo d'esposizione 30 secondi con il filtro Big Stop
La Silvestri s.r.l. è una realtà aziendale a conduzione familiare che si avvale principalmente dell'inventiva del suo titolare e del contributo tecnico di Gabriele Gargiani che proviene da esperienze nel settore dell'elettronica e della meccanica, Gabriele è in azienda Silvestri da una decina d'anni.
Non è stato facile adattarsi ai cambiamenti epocali nel passaggio dalla pellicola al sensore digitale, eppure Vincenzo Silvestri è riuscito in questa impresa ed addirittura opera spesso in collaborazione con industrie del settore di proporzioni molto più grandi della sua azienda. Per me è stata una sorpresa sapere che un piccolo gruppo di persone a Montespertoli sono riuscite a portare innovazioni molto importanti a livello mondiale ed addirittura ad essere catalizzatori di soluzioni che hanno permesso progressi molto importanti in un campo nel quale in pochi si confrontavano in un periodo in cui tutto era nuovo e da sperimentare.
Durante questo workshop ho appreso cose veramente interessanti di cui vorrei parlarvi anche nelle prossime pagine, perché è stato proprio parlando con Vincenzo Silvestri e con Gabriele Gargiani che ho finalmente capito meglio come funziona la fotografia digitale e l'importanza delle ottiche progettate esclusivamente per questi usi e poi da qui sono partite nella mia mente molte riflessioni che sono ancora in elaborazione, ma che sicuramente porteranno a decisioni importanti sui mezzi da usare.
Ringrazio ancora la Silvestri s.r.l. gli organizzatori ed i partecipanti a questo evento perché si è trattato di un evento importante, molto ben condotto e veramente illuminante che, come mi ha spiegato lo stesso organizzatore, voleva quasi essere una festa (infatti la data quasi coincide con la data di nascita di Silvestri), un momento di scambio d'esperienze e conoscenze, al di là d'essere un modo per proporre dei prodotti che possano trovare nuovi utilizzatori.
Ho conosciuto tantissime persone molto gentili e disponibili a parlare dei vari argomenti che interessano un professionista dell'immagine fissa e non vedo l'ora di tornare a questo evento anche il prossimo anno.
Consiglio vivamente a tutti coloro che vogliono migliorare la propria cultura professionale di non perdere questo bellissimo appuntamento. Tony Graffio
English text:
English text:
VINCENZO SILVESTRI THE IDEAS AND THE STORY OF A SELF MADE MAN
On March 30th and 31st,
at the Medici Villa of Artimino, near Prato, 16 miles from Firenze,
was held on the tenth edition of Silvestri Digital Workshop, a very
interesting event organized by Silvestri Ltd, the sole manufacturer
of professional cameras existing in Italy. The event saw the
participation of some importers and distributors of photographic
equipment, professional lighting and accessories.
In addition to the chance to see new
products, try them and to seek clarification by the technicians who
represent the brands, among others: Mamiya Leaf, Phase One, Hoya
Filters, Elichrom, Quantum, Sunbounce.it, X-rite and Leica.
During the presentation of the
products, you could also participate free to lectures by industry
professionals on topics related to the organization of photographic
projects, shooting and accessories for the image control, the
processing of the digital file, the lighting and the composition of
the image, finish with fine art printing in photographic books, in
order to cover virtually the entire production cycle of the
photographic profession.
I knew the Silvestri cameras as quality
products very versatile, agile and innovative, but I had never had
occasion to approach these cameras, because the company Silvestri had
long chosen not to be present at trade fairs for the general public,
as may be the Photoshow in Milan or Rome, but preferred to go
directly to a market already oriented towards the choice of a product
specialist, able to solve the problems of those was equipped with
digital backs for medium format and has the need of making
photographic great architectural quality.
To learn more about the company's
history, the choices made in the course of about 31 years of
existence of this brand and a better understanding of the company's
philosophy, I decided to speak directly with the founder of Silvestri
Ltd. and let me tell directly from him as they have developed and
implemented his ideas.
Vincenzo Silvestri was
born in Pistoia March 29, 1940, he began as a boy, as it has
happened to many Italians who have lived in that historical period of
enthusiasm and reconstruction, to go to learn a job at a workshop
that dealt with general mechanics.
The mechanics for
Vincenzo was an oppurtunity to know the meaning of construction,
geometry, numbers and dexterity, this activity was not just a job
that allowed him to have his first income, but also an occasion that
made him reflect on their manual skills , ideational and aesthetic.
In 1961 Vincenzo changes
activity and he becams as an employee at a company that deals with
art reproductions. This work will occupy him until 1966.
In 1967, he opened his
own studio in Florence, even those years are special because they are
circulating new ideas among young people who begin to have a
different vision of life, 1968 brings a social change that causes
people to seek fulfillment not only for economic reasons, but
primarily through the pursuit of positive goals and trying to do
something with their own personal capacity or with their talent.
The traditional
photography was something totally different from digital photography
nowadays, in those years the photograph was being built inside the
camera with a mix of aesthetics, mechanics, optics and chemistry. The
photograph was seen only after the end of the production process,
there was not an immediate result, as now.
The photograph was
imagined and then realized, so you had to be able to see quite
precisely the result that you wanted to get. At the same way, apart
from knowledge of optics and mechanics, you had to have a good
sensitometric culture that would lead to a good color balance,
realizing that using the right film and knowing how to treat it,
which could mean even resolve any environmental issues related to
laboratory developing and printing.
Today, in some cases, may
be easier to take pictures of the past, because now you can correct
it and sometimes graphically reconstruct at the computer what we do
not fulfill or what has not been taken properly, but this does not
mean that the professional photography can always be practiced by
means not suitable for perspective correction of the lines because
one thing is to compose a picture in perfect shot and another story
is reprocess the image digitally. Obviously, the best results are
obtained on the upswing and that's why it still makes sense to
produce and use specialized tools like the Silvestri cameras that
offer a complete range of products, able to implement a simple shift
with a movable plate, or using systems more complex and flexible so
as to oscillate and decentralize by means of more complete movable
elements.
Vinccenzo Silvestri had
the idea of propose a new product in a niche in the international
market of photography in the early 1980s, when, speaking with
Nustrini an architect of Florence, a photographer who was also a
pilot and designed the Oakland Airport in USA, emerged the desire to
have a wide-angle camera for architectural uses .
This is the memory that
Silvestri has of Nustrini and his insight: "He was a passionate
airplane pilot and also an airline pilot, he died in a plane crash in
New Zealand falling into the sea as he watched the Italian navigator
Soldini. Nustrini put together a rudimentary photo camera of
architecture that was based on the back of a Mamiya RB 67. The back
was applied to an aluminum plate with a hole decentralized fixed at
the top, on which was applied to a Super Angulon 47mm lens complete
with focus helicoid, I think my cousin Marcello Silvestri (photo
repeirs) had participated at the operation. "
At that time, because
among photographers in the space of knowledge Silvestri existed a
genuine demand for this kind of product, Vincenzo decided to believe
in this project and study a new camera which then took the name of
SLV, an acronym that somehow celebrating the love of a young
entrepreneur for his family. This project was done in a first phase
in the studio of Florence where were realized cameras projects with
rudimentary drawings and prototypes to pre-production.
In 1983 Vincenzo
Silvestri closed his photographic studio and devoted himself to the
production of SLV, his first camera model 25 mm decentrable, upwards
or downwards, with initially a fixed lens Schneider Super Angulon of
47 mm.
The SLV was distributed
at the beginning especially in the UK , USA, Canada , France, Germany
and Japan, thanks to Lorenzo Cattaneo of Genoa.
Silvestri recalls with
particular satisfaction that first glorious phase of his business
venture , when the company was still in Florence and commercial
success arrived quickly, were the years 1983-1999, at that time the
pieces were made in external workshops and then assembled into
Silvestri factory.
In 1999 Silvestri moved
to the new factory in Montespertoli and equips its machines with
numerical control and further improves the accuracy of the products.
Since the 1990s, it deals
with the new challenge of digital photography, we proceed in a
progressive way in understanding the needs of the new technical
means. We must do several tests to understand the performance of the
whole mechanical, optical and electronic equipment and to make many
changes to make it all work.
“At first, the sensors
were smaller and had dimensions of 4x4 cm, initially tried to use the
traditional optical, but slowly it became clear that these had to be
redesigned for the smaller size; we could not use optics that solved
20 lines per mm with a pixel of 5 microns, the circle of coverage
was too great.
We tried to contact
Schneider and Rodenstock to redesign the optics for digital use, but
at the time such an operation would have required an exagerate
economical investment, it was therefore an impossible task even for
these legendary companies that at that time already had some
economical problem.
Fortunately, the German
state intervened in support these companies and then we have been
able to collaborate in the production of new products.
Another problem that had
to be faced lay in the difficulty of interfacing the first digital
backs to the camera because it was necessary to give a precise
control when to open the shutter, how early and for how long.
Electronic interfaces were designed in the company to manage the
sensor in the best way. Prontor was contacted to develop a protocol
in dialogue with the sensor. The need for electronic shutter arose
with the advent of Kodak Pro Back. The digital back came on the
market with an innovative charging unexpected: on-board memory,
display with the features included, ability to work with Hasselblad
ELD independently without the need for PC connection, opportunity to
review the captured image .
At that time Kodak Kodak
was, for us to use Pro Back on the optical bench was essential."
So Vincenzo talks about
the experience. " Being Prontor the only European shutter
producer we could reach, we convinced them to put into production a
shutter for us the prevously was only used in the medical field. In
the meantime while we worked on the project of an electronic control
unit that incorporated the protocol of the functions of Pro Back and
all other digital backs in commerce, including the Multishot Imacon
back that later became Hasselblad .
Unit, connecting cables
for different digital backs, mechanical adapters for different
machines optical bench were innovations of our cameras with new
projects. The system worked we were back in step with the times,
unfortunately, after a period of intense collaboration with Kodak,
Kodak 's management decided not to produce Pro Back anymore; they had
the best product that anticipated all the other by years. But that's
another story "
As a result of these
searches is obtained that the system only works with Multishot
Hasselbad Silvestri, but it was not easy to get these results because
there were enough serious problems to solve, such as what if the
sensor was left on for too long and burned pixels other issues to be
finalized. It was thanks to the collaboration with the producer of
Pro Back Kodak sensor, sensors supposed to be used with Hasselblad
6X6 that had a protocol for Hasselblad ELD interface that you could
find the right solutions of which It benefited Hasselblad.
In the world of the
photographic industry relationships have been built strange
connections that allow you to collaborate well with some producers
and instead do not allow it with others.
With previous
collaborations with the Russian Zenit producing components for
optical viewfinders of Silvestri since 1980, Vincenzo Silvestri has
recently managed to approve a draft of its panoramic camera digital
with 3 sensors and 3 targets. From this idea came the Horizon DL3.
Horizon in the film as
the 202 or the 205. Panoramic photography is based on scanning a
target that rotates on a frame on a curved plane.
Moving from film to
digital, there were many methods to solve this problem, but the
rotating lens solution was discarded because it would have not made
possible taking snapshots, the same goes for a solution to three
sensors and a target; so Silvestri opted for 3 lens and 3 sensors, in
order to obtain a synchronized release that can be used for
photographing moving subjects. Then a suitable program will combine
the 3 frames into a single image .
The next step will be to
study a program that will unite the shots directly into the camera,
but they're still learning how to do.
Each sensor of the
Horizon DL3 has a definition of 9 MP. The sensors are of Omnivision
backlight by about ½ inch. This camera will retail for approximately
1500 EUR with the software for image stitching . The microelectronics
design Silvestri is produced in Russia, we are talking about cards to
6 layers of a kind used for mobile phones, while the operating system
that controls the hardware is also designed by Silvestri.
Silvestri has recently
noted that he had been an area of photographic filters on the market,
so he created the Talos system that is coming out now on the market
and allows you to take pictures in a creative way and to compensate,
for example, the whiteness of the sky in many photographs.
Another fine product that
is proposed by Silvestri optical glass is the Big Stop, a neutral
densitiy extreme -fold increase exposure time and allows you to have
more dreamlike landscapes and atmospheres photographic unusual .
The Silvestri LTD reality
is a family-run business that is committed to using the inventiveness
of its owner and the technical assistance of Gabriele Gargiani that
comes from experience in the field of electronics and mechanics,
Gabriele isworking in the Silvestri company since about ten years.
It was not easy to adapt
to contemporary changes in the transition from film to digital
sensor, but Vincenzo Silvestri has succeeded in this endeavor, and
even often works in collaboration with industries to much larger
proportions of his company. For me it was a surprise to hear that a
small group of people in Montespertoli have managed to bring
important innovations in the world and even to be a catalyst for
solutions that have enabled progress in a very important field in
which few were collated over a period when everything was new and to
experience.
During this workshop I
learned something very interesting that I would like to speak further
on the following pages, because it was just talking with Vincenzo
Silvestri and Gabriele Gargiani that I finally understood better how
digital photography and the importance of lenses designed exclusively
for these uses and then from there are many games in my mind thoughts
that are still in the pipeline, but that surely will lead to
important decisions on the media to use.
Thank again to Silvestri
LTD, to the other organizers and participants in this event because
it was an important event, very well led and truly enlightening, as
it said the organizer, he wanted to just be a sort of party (in fact,
the date almost coincides with the date of birth of Silvestri), a
moment of exchange of experiences and knowledge, beyond to be a way
to offer products that they can find new users.
I met a lot of very kind
people and helpful to talk about various topics of interest for a
professional of still image and I look forward to return to this
event again next year.
I highly recommend to all
who want to improve their professional culture do not miss this great
event. Tony Graffio
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